Donatello e la sua lezione. Riflessioni su scultura e oreficeria nella Padova tra Quattro e Cinquecento
Dal 27 Marzo 2015 al 26 Luglio 2015
Luogo: Musei Civici agli Eremitani / Palazzo Zuckermann
Indirizzo: piazza Eremitani 8 / corso Garibaldi 33
Orari: 9-19
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8 / € 6, scuole € 5; gratuito fino ai 17 anni, disabili, cittadini di Padova ogni 1^ domenica del mese, disoccupati, over 65 di Padova ogni 1^ martedì del mese, docenti universitari italiani e stranieri, giornalisti, guide
Telefono per informazioni: +39 049 8204551
Sito ufficiale: http://padovacultura.padovanet.it
La presenza di Donatello a Padova innova profondamente il linguaggio della scultura in Italia e fa della Città uno dei centri d’irradiazione del Rinascimento. La lezione del Maestro rivive ora in uno straordinario percorso, che dai capolavori di Donatello - uno dei rilievi della base del monumento al Gattamelata, una inedita crocifissione bronzea e i fondamentali calchi ottocenteschi con i rilievi dell’altare del Santo – conduce alla scoperta di preziose sculture in bronzo e terracotta degli artisti che continuarono e svilupparono la sua rivoluzione nell’ambito della Serenissima. Testimonianze dell’altissima qualità raggiunta da Bartolomeo Bellano, Andrea Briosco detto il Riccio e Severo da Ravenna sono riunite per la prima volta agli Eremitani, mentre l’influenza del nuovo linguaggio rinascimentale nelle oreficerie sacre risplende nel vicino Palazzo Zuckermann, dove prosegue la mostra, con i preziosi manufatti del Tesoro del Santo. Donatello giunse a Padova nel 1443-1444 e vi rimase per un decennio. Nel fare della città uno dei centri principali del Rinascimento, caratterizzò il suo stile secondo un naturalismo talora rude segnato da una componente ancora tardogotica. La sapienza prospettica gli permetteva di risolvere problemi spaziali con pari abilità rispetto alla pittura, mentre dava prova di virtuosismo nel recupero di temi della classicità, in particolare gli aspetti espressionistici e l’horror vacui del tardo antico. Fra gli allievi fu un padovano, Bartolomeo Bellano, nato verso il 1437-38 ed entrato giovanissimo nella bottega, a seguire il maestro a Firenze, a collaborare alle sue ultime opere e a concluderle insieme a Bertoldo di Giovanni. Nei rilievi con le storie bibliche per il presbiterio di Sant’Antonio, fusi nella seconda metà degli anni ottanta, esibisce la sua abilità nel narrare episodi di carattere corale. Di difficile lettura nella loro collocazione mostrano, all’osservazione ravvicinata possibile in mostra, il personale e altissimo livello raggiunto nella maturità. A seguito della presenza di Donatello si assiste a Padova a una consistente produzione di terrecotte. Emerge la bottega dei de Fonduli, Giovanni e Agostino. La bella statua di San Giovanni è testimonianza della formazione di una comunione di linguaggio che coinvolge anche l’attività del più grande artista del bronzo dell’Italia del nord, Andrea Briosco detto il Riccio (1460-1532). Fu proprio lui a completare il monumento Roccabonella lasciato interrotto dal Bellano. Di quest’epoca è la Madonna della Ca’ d’Oro di Venezia. I suoi modelli dalla matrice espressionistica approdano a una precisione antiquaria e classicista, che trova poi riscontro nelle terrecotte con San Canziano, San Girolamo e Sant’Agnese (o Canzianella) della chiesa di San Canziano a Padova, che proseguono un progetto avviato già dal Bellano con la statua di Sant’Anna. Il primo decennio del Cinquecento fu il momento nel quale più stretto dovette essere il rapporto del Riccio con Severo da Ravenna, ideatore e diffusore di una notevole quantità di soggetti classici, con lui iniziatore della produzione di piccoli manufatti in bronzo. Tra il 1520 e il 1530 vengono collocati alcuni capolavori in terracotta policroma quali la Madonna della Scuola del Santo e la Testa di Madonna del Museo padovano, nelle quali si perpetua la forte presenza di elementi tratti dallo studio dell’antichità classica. Della fase estrema, 1530, è il gruppo con il quale si conclude questa parte dell’esposizione, il Compianto in terracotta per la chiesa di San Canziano, del quale su presentano due delle Marie piangenti. Nell’accostarsi agli esempi di Guido Mazzoni il Briosco coniuga alla sensibilità per il colore un accademismo levigato: larghi piani definiti nel chiaroscuro grazie a profonde incisioni approdano a un effetto di patetismo drammatico. L’influsso di Donatello si manifestò anche nelle arti applicate e in particolare nell’oreficeria. Negli spazi per esposizioni temporanee di Palazzo Zuckermann si espone una importante selezione di oreficerie sacre del Quattrocento e del Cinquecento, reliquiari e oreficerie a uso cultuale eccezionalmente prestate dal tesoro del Santo. - See more at: http://padovacultura.padovanet.it/it/musei/donatello-e-la-sua-lezione?pk_campaign=Newsletter_2573#sthash.01p1evaH.dpuf
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