Julien Friedler. Legends (Mapping II)
Dal 09 Luglio 2021 al 05 Settembre 2021
Padova
Luogo: Galleria Civica Cavour
Indirizzo: Piazza Camillo Benso Conte Di Cavour 73b
Curatori: Dominique Stella e Carlo Silvestrin
Dopo il grande successo riscosso nel 2020 dalle sue personali in Sicilia e in Trentino, le opere di Julien Friedler arrivano alla Galleria Civica Cavour di Padova, che da venerdì 9 luglio fino a domenica 5 settembre 2021 ospita Legends (Mapping II), una mostra che raccoglie un centinaio di tele di impostazione espressionistica, frutto del lavoro di ricerca intrapreso con il macro-progetto Mapping, in cui l’artista belga è impegnato dal 2018.
Curato dalla critica d’arte Dominique Stella e dal gallerista Carlo Silvestrin, l’allestimento propone 99 tele, tra cui molte inedite, ed alcune installazioni la cui ispirazione resta legata alla visione contemplativa e al tempo stesso introspettiva che caratterizza tutte le opere di Mapping, dovedalla materia pittorica scaturiscono impressioni delicate e impalpabili che s’insediano in atmosfere vaporose e variopinte.
Legends (Mapping II), che è organizzata dall’Associazione Culturale Cimi in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, inaugura il 9 luglio alle ore 18.00 e sarà aperta al pubblico (ingresso libero) il sabato e la domenica con orario continuato dalle 10.00 alle 19.00, e dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì, sabato 14 e domenica 15 agosto.
“Dopo un ricco percorso di esposizioni in Francia, in Belgio, in Inghilterra e in diversi musei italiani, Friedler arriva a Padova, ed è con piacere che accogliamo le sue nuove opere alla Galleria Civica Cavour, certi che i padovani e i turisti di passaggio in città sapranno apprezzarle. L’ancoraggio alla nostra cultura si stabilisce attraverso un gesto che rimane eterno, quello del pittore, che Friedler illustra attraverso il ciclo “Mapping”, in una spontaneità che è soltanto apparente, poiché l’opera nasce da un’alchimia che mescola pigmenti e materie secondo tecniche di grattage e frottage che sono proprie all’autore, e delle quali egli intende conservare il segreto.”, afferma Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova.
“Come tutte le opere di Mapping, anche queste presentate in Legends (Mapping II) sono legate a questo espressionismo magico che caratterizza lo stile di Friedler, appaiono come brandelli di territori astratti, strappati alla terra, allo spazio, una cartografia di paesaggi mentali, legati alla Natura stessa, profonda ed essenziale che si rivela nel sogno o in uno stato di consapevolezza appena cosciente. Vi è, in Mapping, una rivendicazione di colore e l’emergere di un’invisibilità che serve da passaggio tra qui e un altrove, rivelatrice di pensieri, di sensazioni che ci riconnettono alla vita, alla speranza, al mistero e all’inquietante realtà del mondo. Queste opere s’inscrivono nella scia dell’espressionismo astratto, mettendo in evidenza la materia e il colore utilizzato come materia. Tuttavia - a differenza del movimento americano che si distinse negli anni dell’immediato dopoguerra, il quale annientava ogni intenzione, privilegiando l’istante della creazione, l’avvenimento anziché l’immagine - Friedler intende definire una realtà immaginaria. Le opere di Friedler
mostrano l’invisibile e trasportano ognuno nelle trincee del proprio animo, nell’analisi introspettiva che collega l’opera all’inconscio e invita al viaggio interiore”, spiega la co-curatrice Dominique Stella.
“Siamo davvero felici di poter avere finalmente a Padova una personale di Julien Friedler, un artista che ama profondamente il nostro Paese. In queste opere l’artista, inarrestabile nella sua ricerca introspettiva, vuole indagare il rapporto tra la percezione individuale delle immagini e la loro essenza concettuale, regalandoci dei preziosissimi spunti di riflessione.”, dichiara il co-curatore Carlo Silvestrin.
“I quadri si mescolano alle sculture polimateriche, alle installazioni ambientali, ai progetti di scrittura e ai linguaggi tecnologici. Ne risulta, appunto, un corpus unico che si distende attraverso la regia archeologica, i rituali apotropaici, il sublime oltre il visibile ma anche attraverso la cronaca umana, la traccia senziente, la prammatica del vissuto collettivo. La pittura ritrova così la scia atavica dell’essenza, la sua natura sciamanica, l’origine selvaggia prima del capitalismo, la trama iniziatica che ingloba ogni forma speculativa. Friedler ha scelto questa via, la più impervia e acuminata, strada indomabile ma ricchissima, espressione grezza di una grammatica metafisica, quella che precede ogni sintassi, ogni socialità, ogni evidenza politica.”, scrive il critico d’arte Gianluca Marziani, autore di alcuni dei testi del doppio catalogo che accompagna la mostra.
Nato nel 1950 a Bruxelles, Julien Friedler è uno scrittore e artista contemporaneo. Ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a Bruxelles. Dopo aver studiato filosofia ed etnologia, ha seguito un corso di psicoanalisi a Parigi. Aderisce alle teorie post-strutturaliste di Jacques Lacan. Negli anni '90 ha creato "La Moire" a Bruxelles, istituto che promuove un approccio interdisciplinare in campo psicoanalitico che si pone l’obiettivo di rompere i vincoli della psicoanalisi classica. Ha iniziato come artista nel 1997. Autodidatta ma dotato di una grande esperienza sul carattere umano e di un fascino per l'ignoto, Friedler ha iniziato a dipingere riflettendo sugli eventi più importanti della seconda metà del XX secolo, che ne hanno influenzato sensibilità e comprensione del mondo. Attraverso la sua arte, affronta la società postmoderna contemporanea. Oggi continua a creare e scrivere. È il Presidente fondatore dell'associazione “Spirit of Boz” che lavora per la creazione di un'opera collettiva e difende l'arte contemporanea in tutte le sue forme.
Il catalogo, che raccoglie l’insieme della produzione “Legends (Mapping II) ”, è stato pubblicato da La Route de la Soie Éditions Paris.
Curato dalla critica d’arte Dominique Stella e dal gallerista Carlo Silvestrin, l’allestimento propone 99 tele, tra cui molte inedite, ed alcune installazioni la cui ispirazione resta legata alla visione contemplativa e al tempo stesso introspettiva che caratterizza tutte le opere di Mapping, dovedalla materia pittorica scaturiscono impressioni delicate e impalpabili che s’insediano in atmosfere vaporose e variopinte.
Legends (Mapping II), che è organizzata dall’Associazione Culturale Cimi in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, inaugura il 9 luglio alle ore 18.00 e sarà aperta al pubblico (ingresso libero) il sabato e la domenica con orario continuato dalle 10.00 alle 19.00, e dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì, sabato 14 e domenica 15 agosto.
“Dopo un ricco percorso di esposizioni in Francia, in Belgio, in Inghilterra e in diversi musei italiani, Friedler arriva a Padova, ed è con piacere che accogliamo le sue nuove opere alla Galleria Civica Cavour, certi che i padovani e i turisti di passaggio in città sapranno apprezzarle. L’ancoraggio alla nostra cultura si stabilisce attraverso un gesto che rimane eterno, quello del pittore, che Friedler illustra attraverso il ciclo “Mapping”, in una spontaneità che è soltanto apparente, poiché l’opera nasce da un’alchimia che mescola pigmenti e materie secondo tecniche di grattage e frottage che sono proprie all’autore, e delle quali egli intende conservare il segreto.”, afferma Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova.
“Come tutte le opere di Mapping, anche queste presentate in Legends (Mapping II) sono legate a questo espressionismo magico che caratterizza lo stile di Friedler, appaiono come brandelli di territori astratti, strappati alla terra, allo spazio, una cartografia di paesaggi mentali, legati alla Natura stessa, profonda ed essenziale che si rivela nel sogno o in uno stato di consapevolezza appena cosciente. Vi è, in Mapping, una rivendicazione di colore e l’emergere di un’invisibilità che serve da passaggio tra qui e un altrove, rivelatrice di pensieri, di sensazioni che ci riconnettono alla vita, alla speranza, al mistero e all’inquietante realtà del mondo. Queste opere s’inscrivono nella scia dell’espressionismo astratto, mettendo in evidenza la materia e il colore utilizzato come materia. Tuttavia - a differenza del movimento americano che si distinse negli anni dell’immediato dopoguerra, il quale annientava ogni intenzione, privilegiando l’istante della creazione, l’avvenimento anziché l’immagine - Friedler intende definire una realtà immaginaria. Le opere di Friedler
mostrano l’invisibile e trasportano ognuno nelle trincee del proprio animo, nell’analisi introspettiva che collega l’opera all’inconscio e invita al viaggio interiore”, spiega la co-curatrice Dominique Stella.
“Siamo davvero felici di poter avere finalmente a Padova una personale di Julien Friedler, un artista che ama profondamente il nostro Paese. In queste opere l’artista, inarrestabile nella sua ricerca introspettiva, vuole indagare il rapporto tra la percezione individuale delle immagini e la loro essenza concettuale, regalandoci dei preziosissimi spunti di riflessione.”, dichiara il co-curatore Carlo Silvestrin.
“I quadri si mescolano alle sculture polimateriche, alle installazioni ambientali, ai progetti di scrittura e ai linguaggi tecnologici. Ne risulta, appunto, un corpus unico che si distende attraverso la regia archeologica, i rituali apotropaici, il sublime oltre il visibile ma anche attraverso la cronaca umana, la traccia senziente, la prammatica del vissuto collettivo. La pittura ritrova così la scia atavica dell’essenza, la sua natura sciamanica, l’origine selvaggia prima del capitalismo, la trama iniziatica che ingloba ogni forma speculativa. Friedler ha scelto questa via, la più impervia e acuminata, strada indomabile ma ricchissima, espressione grezza di una grammatica metafisica, quella che precede ogni sintassi, ogni socialità, ogni evidenza politica.”, scrive il critico d’arte Gianluca Marziani, autore di alcuni dei testi del doppio catalogo che accompagna la mostra.
Nato nel 1950 a Bruxelles, Julien Friedler è uno scrittore e artista contemporaneo. Ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a Bruxelles. Dopo aver studiato filosofia ed etnologia, ha seguito un corso di psicoanalisi a Parigi. Aderisce alle teorie post-strutturaliste di Jacques Lacan. Negli anni '90 ha creato "La Moire" a Bruxelles, istituto che promuove un approccio interdisciplinare in campo psicoanalitico che si pone l’obiettivo di rompere i vincoli della psicoanalisi classica. Ha iniziato come artista nel 1997. Autodidatta ma dotato di una grande esperienza sul carattere umano e di un fascino per l'ignoto, Friedler ha iniziato a dipingere riflettendo sugli eventi più importanti della seconda metà del XX secolo, che ne hanno influenzato sensibilità e comprensione del mondo. Attraverso la sua arte, affronta la società postmoderna contemporanea. Oggi continua a creare e scrivere. È il Presidente fondatore dell'associazione “Spirit of Boz” che lavora per la creazione di un'opera collettiva e difende l'arte contemporanea in tutte le sue forme.
Il catalogo, che raccoglie l’insieme della produzione “Legends (Mapping II) ”, è stato pubblicato da La Route de la Soie Éditions Paris.
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