Fatti curare! Storie di donne. Come la narrazione delle nostre vite può diventare patrimonio condiviso
Dal 22 Gennaio 2021 al 23 Aprile 2021
Castelbuono | Palermo
Luogo: Pagina Facebook Museo Civico di Castelbuono
Indirizzo: online
Orari: ore 18
Curatori: Maria Rosa Sossai
Nell’ambito delle attività culturali dedicate al centenario dell’acquisizione del Castello dei Ventimiglia da parte dei castelbuonesi e del progetto, L’asta del 1920, il Museo Civico di Castelbuono continua l’esplorazione dell’esercizio del bene comune negli ambiti del linguaggio e delle relazioni interpersonali proponendo un ciclo di eventi performativi on line dal titolo Fatti Curare! dell’artista Paola Gaggiotti.
Al terzo appuntamento di venerdì 22 gennaio alle ore 18.00, parteciperanno la curatrice Maria Rosa Sossai, l’artista Paola Gaggiotti, le artiste Donata Lazzarini, Concetta Modica. Sarà inoltre presente Luciana Cusimano, presidente dell’Associazione degli Amici del Museo e partecipante al seminario di Castelbuono.
IL PROGETTO
Fatti Curare! indaga i molteplici aspetti della violenza morale e quella soglia, spesso impalpabile, che viene violata nel momento in cui la vittima di tale violenza inizia a percepire il senso di pericolo. Il ciclo di azioni si svolgerà in collaborazione con il progetto di residenze d’artista Vanessa Cardui e alcune delle più vivaci realtà associative di Castelbuono - l’Associazione Amici del Museo, l’Accademia dei Curiosi, l’Associazione Sant’Anna, l’Associazione Manualmente, il Centro Polis, La Biblioteca “Antonio Castelli”, l’Associazione Ceres, lo sportello antiviolenza Co.tu.Le.Vi e altre realtà italiane e straniere che si uniranno.
Così scrive l’artista: “Ogni volta che mi sono ritrovata a raccontare delle molestie morali che ho subito nella vita ho dovuto rispondere alla domanda: - Ma tu cosa hai fatto per provocarle? - NIENTE, sono una vittima! Le vittime di violenza sottile spesso cadono nel silenzio perché private delle energie necessarie per rispondere a una lunga serie di velate accuse di responsabilità.
L’arte non è una valvola di sfogo per le donne che subiscono violenza morale ma piuttosto una forma di empowerment, ovvero di controllo consapevole della propria vita.
Fatti curare! In queste parole si legge la duplice attitudine degli uomini e delle donne verso i loro simili: la cura e l’ostilità, dato che questo genere di violenza si consuma negli ambienti che più ci dovrebbero far sentire protette come la casa e il posto di lavoro.
Attraverso un processo di condivisione e di ascolto, il progetto utilizza le metodologie dell’arte per rappresentare ciò che raramente viene raccontato. Le immagini e le parole delle donne che saranno coinvolte daranno forma e concretezza a un dramma che, normalmente, si pensa alberghi solo nella testa di chi viene chiamata pazza dal suo persecutore.
Nel terzo incontro Paola Gaggiotti trasforma l’esortazione del titolo Fatti curare! in un’azione che rivendica il diritto di ogni donna a prendersi cura di sé. La cura di sé include la decisione di diventare madre e questa scelta comporta altre conseguenze di natura sociale, relazionale ed esistenziale. La terza azione performativa sarà la messa in onda di un’opera video dal titolo Madre mia delle tre artiste che saranno presenti all’incontro durante il quale si interrogheranno sul tema della maternità. Da sempre vissuta e interpretata dagli uomini e dalle donne in vario modo: impedimento alla propria piena realizzazione, la naturale missione femminile, la prosecuzione della stirpe, il completamento di una famiglia, una gioia attesa e tanto altro. Come hanno vissuto la maternità tre artiste che hanno concepito e partorito nello stesso anno, il 2004?
Le successive azioni che si svolgeranno con cadenza mensile sino al 23 aprile 2021, continueranno a coinvolgere le donne in un’assunzione di responsabilità su una questione spesso non percepita nella sua reale gravità, sia a causa di una forma diffusa di omertà che di una scarsa cultura del problema. La lettura condivisa delle frasi e l'ascolto delle voci di tante donne e uomini con le quali e con i quali condividere vissuti di violenza morale in modo empatico e partecipato, sarà il punto di partenza per sviluppare consapevolezza del proprio potere personale.
L’obiettivo finale è la costruzione di un ciclo di sei opere prodotte insieme ad altre artiste in cui il linguaggio viene riconosciuto come bene primario che diventa bene comune nella pratica etica ed artistica della relazione tra le persone e all’interno di una comunità.
Agli incontri, che saranno aperti al maggior numero di donne, parteciperanno associazioni italiane e straniere, donne che operano nei diversi ambiti professionali attinenti al tema. Si potrà accedere agli incontri gratuitamente attraverso le dirette nella pagina Facebook del Museo Civico di Castelbuono.
Gli incontri continueranno nel corso dell’inverno e della primavera 2021 e si concluderanno in presenza dell’artista al Museo Civico di Castelbuono.
Calendario dei prossimi incontri
Venerdi 26 febbraio ore 18.00
Venerdi 26 marzo ore 18.00
Venerdi 23 aprile ore 18.00
Al terzo appuntamento di venerdì 22 gennaio alle ore 18.00, parteciperanno la curatrice Maria Rosa Sossai, l’artista Paola Gaggiotti, le artiste Donata Lazzarini, Concetta Modica. Sarà inoltre presente Luciana Cusimano, presidente dell’Associazione degli Amici del Museo e partecipante al seminario di Castelbuono.
IL PROGETTO
Fatti Curare! indaga i molteplici aspetti della violenza morale e quella soglia, spesso impalpabile, che viene violata nel momento in cui la vittima di tale violenza inizia a percepire il senso di pericolo. Il ciclo di azioni si svolgerà in collaborazione con il progetto di residenze d’artista Vanessa Cardui e alcune delle più vivaci realtà associative di Castelbuono - l’Associazione Amici del Museo, l’Accademia dei Curiosi, l’Associazione Sant’Anna, l’Associazione Manualmente, il Centro Polis, La Biblioteca “Antonio Castelli”, l’Associazione Ceres, lo sportello antiviolenza Co.tu.Le.Vi e altre realtà italiane e straniere che si uniranno.
Così scrive l’artista: “Ogni volta che mi sono ritrovata a raccontare delle molestie morali che ho subito nella vita ho dovuto rispondere alla domanda: - Ma tu cosa hai fatto per provocarle? - NIENTE, sono una vittima! Le vittime di violenza sottile spesso cadono nel silenzio perché private delle energie necessarie per rispondere a una lunga serie di velate accuse di responsabilità.
L’arte non è una valvola di sfogo per le donne che subiscono violenza morale ma piuttosto una forma di empowerment, ovvero di controllo consapevole della propria vita.
Fatti curare! In queste parole si legge la duplice attitudine degli uomini e delle donne verso i loro simili: la cura e l’ostilità, dato che questo genere di violenza si consuma negli ambienti che più ci dovrebbero far sentire protette come la casa e il posto di lavoro.
Attraverso un processo di condivisione e di ascolto, il progetto utilizza le metodologie dell’arte per rappresentare ciò che raramente viene raccontato. Le immagini e le parole delle donne che saranno coinvolte daranno forma e concretezza a un dramma che, normalmente, si pensa alberghi solo nella testa di chi viene chiamata pazza dal suo persecutore.
Nel terzo incontro Paola Gaggiotti trasforma l’esortazione del titolo Fatti curare! in un’azione che rivendica il diritto di ogni donna a prendersi cura di sé. La cura di sé include la decisione di diventare madre e questa scelta comporta altre conseguenze di natura sociale, relazionale ed esistenziale. La terza azione performativa sarà la messa in onda di un’opera video dal titolo Madre mia delle tre artiste che saranno presenti all’incontro durante il quale si interrogheranno sul tema della maternità. Da sempre vissuta e interpretata dagli uomini e dalle donne in vario modo: impedimento alla propria piena realizzazione, la naturale missione femminile, la prosecuzione della stirpe, il completamento di una famiglia, una gioia attesa e tanto altro. Come hanno vissuto la maternità tre artiste che hanno concepito e partorito nello stesso anno, il 2004?
Le successive azioni che si svolgeranno con cadenza mensile sino al 23 aprile 2021, continueranno a coinvolgere le donne in un’assunzione di responsabilità su una questione spesso non percepita nella sua reale gravità, sia a causa di una forma diffusa di omertà che di una scarsa cultura del problema. La lettura condivisa delle frasi e l'ascolto delle voci di tante donne e uomini con le quali e con i quali condividere vissuti di violenza morale in modo empatico e partecipato, sarà il punto di partenza per sviluppare consapevolezza del proprio potere personale.
L’obiettivo finale è la costruzione di un ciclo di sei opere prodotte insieme ad altre artiste in cui il linguaggio viene riconosciuto come bene primario che diventa bene comune nella pratica etica ed artistica della relazione tra le persone e all’interno di una comunità.
Agli incontri, che saranno aperti al maggior numero di donne, parteciperanno associazioni italiane e straniere, donne che operano nei diversi ambiti professionali attinenti al tema. Si potrà accedere agli incontri gratuitamente attraverso le dirette nella pagina Facebook del Museo Civico di Castelbuono.
Gli incontri continueranno nel corso dell’inverno e della primavera 2021 e si concluderanno in presenza dell’artista al Museo Civico di Castelbuono.
Calendario dei prossimi incontri
Venerdi 26 febbraio ore 18.00
Venerdi 26 marzo ore 18.00
Venerdi 23 aprile ore 18.00
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