Mariangela Canforini. Tu sei Maddalena
Dal 21 Marzo 2015 al 03 Aprile 2015
Parma
Luogo: Ex Chiesa di Sant'Andrea
Indirizzo: via Cavestro 6
Orari: da martedì a sabato 10-12 / 16-19; domenica 16-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0521 228136
E-Mail info: info@ucai-parma.it
Sito ufficiale: http://www.ucai-parma.it
L'associazione UCAI di Parma presenta la mostra personale dell'artista parmigiana Mariangela Canforini dedicata alla complessa e misteriosa figura della Maddalena con un ciclo di opere pittoriche e scultoree realizzate ex novo.
La presentazione nel catalogo della mostra a cura di Marzio Dall'Acqua bene esplica il lavoro di questa pittrice.
Di seguito un estratto:
“… l’arte occidentale, nei secoli, proprio attraverso la figura della Maddalena, è venuta svolgendo una analisi della natura della donna, al di fuori di schemi precostituiti, riscoprendola e presentandola nella sua più autentica e puntuale realtà, esaltandone l’indole per le passioni che coinvolgono la vicenda anche leggendaria che vuole la peccatrice redenta approdare in terra di Provenza, dove a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer, una piccola cittadina in riva al mare sulla costa francese della Camargue, si celebra, alla fine di maggio, una festa in onore dell’arrivo del figlio di Gesù e di sua madre Maria Maddalena. La solennità trae origine da un’antica tradizione orale che narra dell’arrivo di una barca senza timone con a bordo Maria Maddalena, sua sorella Marta, suo fratello Lazzaro e una bambina (…).
...la premessa è indispensabile per introdurre questa mostra personale di Mariangela Canforini sulla figura di Maria Maddalena, sospesa tra i grandi cicli di teleri barocchi della controriforma e le inquietudini di nuove suggestioni, che, come si è premesso, coinvolgono la figura ed il mito dalla donna che con Cristo ha avuto, anche ufficialmente, maggiori contatti fisici. La prima impressione è proprio quella di grandi tele, nelle quali le figure essenziali, vitali e dinamiche, si muovono per rompere i limiti imposti dalla cornice, dai bordi della tela, in una comunicazione di energia fisica e di impeto passionale che cerca di superare ogni freno. Le emozioni più intime e segrete sono violentemente proiettate ad animare i volti, a rendere irruenti ed irrefrenabili i gesti, in una essenzialità di scenografia, di vesti, di rimandi che sopprime ogni dettaglio inutile, tutto ciò che nasconde il corpo e la sua fisicità, perché è linguaggio sensibile, carnale che rimanda ogni gesto, ogni azione. Nelle opere di Mariangela Canforini è il corpo che parla, che racconta, che si impone mescolando comportamenti, movimenti, espressioni e sentimenti. E’ pittura di un sentimentalismo contenuto nell’esplodere di passioni raffrenate, ma non per questo meno intense. Anzi sembra che la eco che provocano si protragga e dilaghi oltre a quello che vediamo, che ci appare come un indizio, o come un sintomo. Corpi nudi che si contorcono, che spasimano e anelano in una frenesia esistenziale di narrazione e testimonianza, corpi che hanno il biancore di carni troppo nascoste al sole, che non per impudicizia vengono esibite, ma per l’urgenza del manifestare i segreti dell’animo, le pulsioni dell’esistenza spinta al limite, ridotta all’essenziale, al primario di ogni vita, un attimo prima dell’indicibile e dell’incomunicabile.
E’ il biancore delle carni della pittura controriformista dal Veronese a El Greco, fino a Goya: pittura alta, come modello di un colore che si stende veloce, a larghe pennellate, con sicure ombrosità e dolcezze esacerbate, silenzi e pose, e torsioni, per cui ognuna di queste tele è come un frammento di un grande ed unico retablo che traduca una leggenda di una santa che è anche peccatrice, di una inviata che è anche prescelta e prediletta - tra le donne, come si legge in alcuni vangeli apocrifi - una penitente silente e riflessiva che è anche depositaria delle parole segrete del Cristo, quelle che lui non ha rivelato a nessuno e che forse potrebbero sciogliere il nodo delle nostre contraddizioni ed inquietudini: il tutto ridotto però nell’essenziale della fisicità. Da donna. (…).
In queste opere non c’è la pruriginosa morbosità che nei secoli ha coinvolto la Maddalena ed i suoi ambigui capelli nel gioco del vedere e non vedere il nudo, scusa per molti artisti per incursioni in un erotismo sotto traccia. (…). Qui l’anima è sempre in contorsione, in una tentativo di esprimersi, che gli sfondi con cieli senza nuvole, senza variazioni di colori ed atmosfera accentuano e rendono se non maggiormente drammatici, certamente ancora più carnalmente pesanti. (…).
Una biografia dunque, quella raccontata dalla Canforini, che si riassume nella vita di una donna e nell’intensità del suo amore per un uomo, quello che ha scelto e al quale è sempre disposta a donare se stessa.”
All'interno della mostra personale DOMENICA 29 marzo alle ore 17 si esibirà il CORO dell' ASSOCIAZIONE SAN BENEDETTO diretto dal Maestro NICCOLO' PAGANINI.
La presentazione nel catalogo della mostra a cura di Marzio Dall'Acqua bene esplica il lavoro di questa pittrice.
Di seguito un estratto:
“… l’arte occidentale, nei secoli, proprio attraverso la figura della Maddalena, è venuta svolgendo una analisi della natura della donna, al di fuori di schemi precostituiti, riscoprendola e presentandola nella sua più autentica e puntuale realtà, esaltandone l’indole per le passioni che coinvolgono la vicenda anche leggendaria che vuole la peccatrice redenta approdare in terra di Provenza, dove a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer, una piccola cittadina in riva al mare sulla costa francese della Camargue, si celebra, alla fine di maggio, una festa in onore dell’arrivo del figlio di Gesù e di sua madre Maria Maddalena. La solennità trae origine da un’antica tradizione orale che narra dell’arrivo di una barca senza timone con a bordo Maria Maddalena, sua sorella Marta, suo fratello Lazzaro e una bambina (…).
...la premessa è indispensabile per introdurre questa mostra personale di Mariangela Canforini sulla figura di Maria Maddalena, sospesa tra i grandi cicli di teleri barocchi della controriforma e le inquietudini di nuove suggestioni, che, come si è premesso, coinvolgono la figura ed il mito dalla donna che con Cristo ha avuto, anche ufficialmente, maggiori contatti fisici. La prima impressione è proprio quella di grandi tele, nelle quali le figure essenziali, vitali e dinamiche, si muovono per rompere i limiti imposti dalla cornice, dai bordi della tela, in una comunicazione di energia fisica e di impeto passionale che cerca di superare ogni freno. Le emozioni più intime e segrete sono violentemente proiettate ad animare i volti, a rendere irruenti ed irrefrenabili i gesti, in una essenzialità di scenografia, di vesti, di rimandi che sopprime ogni dettaglio inutile, tutto ciò che nasconde il corpo e la sua fisicità, perché è linguaggio sensibile, carnale che rimanda ogni gesto, ogni azione. Nelle opere di Mariangela Canforini è il corpo che parla, che racconta, che si impone mescolando comportamenti, movimenti, espressioni e sentimenti. E’ pittura di un sentimentalismo contenuto nell’esplodere di passioni raffrenate, ma non per questo meno intense. Anzi sembra che la eco che provocano si protragga e dilaghi oltre a quello che vediamo, che ci appare come un indizio, o come un sintomo. Corpi nudi che si contorcono, che spasimano e anelano in una frenesia esistenziale di narrazione e testimonianza, corpi che hanno il biancore di carni troppo nascoste al sole, che non per impudicizia vengono esibite, ma per l’urgenza del manifestare i segreti dell’animo, le pulsioni dell’esistenza spinta al limite, ridotta all’essenziale, al primario di ogni vita, un attimo prima dell’indicibile e dell’incomunicabile.
E’ il biancore delle carni della pittura controriformista dal Veronese a El Greco, fino a Goya: pittura alta, come modello di un colore che si stende veloce, a larghe pennellate, con sicure ombrosità e dolcezze esacerbate, silenzi e pose, e torsioni, per cui ognuna di queste tele è come un frammento di un grande ed unico retablo che traduca una leggenda di una santa che è anche peccatrice, di una inviata che è anche prescelta e prediletta - tra le donne, come si legge in alcuni vangeli apocrifi - una penitente silente e riflessiva che è anche depositaria delle parole segrete del Cristo, quelle che lui non ha rivelato a nessuno e che forse potrebbero sciogliere il nodo delle nostre contraddizioni ed inquietudini: il tutto ridotto però nell’essenziale della fisicità. Da donna. (…).
In queste opere non c’è la pruriginosa morbosità che nei secoli ha coinvolto la Maddalena ed i suoi ambigui capelli nel gioco del vedere e non vedere il nudo, scusa per molti artisti per incursioni in un erotismo sotto traccia. (…). Qui l’anima è sempre in contorsione, in una tentativo di esprimersi, che gli sfondi con cieli senza nuvole, senza variazioni di colori ed atmosfera accentuano e rendono se non maggiormente drammatici, certamente ancora più carnalmente pesanti. (…).
Una biografia dunque, quella raccontata dalla Canforini, che si riassume nella vita di una donna e nell’intensità del suo amore per un uomo, quello che ha scelto e al quale è sempre disposta a donare se stessa.”
All'interno della mostra personale DOMENICA 29 marzo alle ore 17 si esibirà il CORO dell' ASSOCIAZIONE SAN BENEDETTO diretto dal Maestro NICCOLO' PAGANINI.
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