Aspettando Christo… Due incontri con Paolo Sacchini
Dal 09 Giugno 2016 al 16 Giugno 2016
Pavia
Luogo: Castello Visconteo
Indirizzo: viale XI Febbraio 35
Enti promotori:
- Comuse di Pavia - Settore Cultura
Costo del biglietto: 1 euro, gratuito per possessori di My Museum Card
Telefono per informazioni: +39 0382.399770
Sito ufficiale: http://www.museicivici.pavia.it
I Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia presentano Aspettando Christo…,due incontri sul tema della Land Art e nello specifico sulla figura di Christo – uno dei massimi protagonisti degli ultimi sessant’anni dell’arte contemporanea – ora impegnato con il progetto The Floating Piers sul Lago d’Iseo. Gli appuntamenti, ideati e curati dallo storico e critico d’arte Paolo Sacchini, avranno luogo rispettivamente giovedì 9 e 16 giugno 2016, alle ore 17, presso la Sala Conferenze del Castello Visconteo di Pavia.
Nel mese di giugno il celebre artista Christo inaugurerà la sua nuova, gigantesca installazione ambientale, “The Floating Piers”, una passerella sulle acque del Lago d’Iseo, tra Sulzano, Montisola e l’isola di San Paolo. Nell’attesa di scoprire nel dettaglio (e soprattutto di vivere direttamente) ciò che Christo sta progettando per il Lago d’Iseo, Aspettando Christo… propone due incontri posti a metà strada tra rigore scientifico e divulgazione “alta”, nel corso dei quali Paolo Sacchini si avvicinerà gradualmente – attraverso esempi “storici” e confronti con opere di altri grandi interpreti dell’arte dell’ultimo sessantennio – agli elementi fondamentali della poetica di Christo e – fino a quando è stata in vita – della moglie Jeanne-Claude.
Gli incontri:
Grazie a The Floating Piers, il Sebino e la provincia di Brescia entreranno immediatamente e direttamente – dalla porta principale – nella storia dell’arte contemporanea, poiché senza alcun dubbio le prossime generazioni di studenti e di studiosi troveranno sui manuali scolastici e universitari (nonché nei volumi che certamente saranno dedicati all’artista e alla Land Art)immagini e progetti dell’installazione: di conseguenza, assistere e partecipare all’operazione creativa di Christo significherà letteralmente come prendere parte alla storia dell’arte nel suo farsi.
Come tutti i progetti di Christo, The Floating piers è un’opera d’arte per così dire “effimera”, che resterà allestita e sarà visitabile ventiquattro ore al giorno per soli sedici giorni. La passerella, che consentirà di “camminare sulle acque” è pensata per ospitare contemporaneamente 11.000 persone, ma per ogni singola giornata è atteso un pubblico di almeno 18.000 persone, con punte di 42.000 persone. L’attesa è decisamente palpabile: tutti i posti disponibili negli alberghi del circondario sono stati prenotati da non meno di un anno, e a partire dal mese di gennaio 2016 ogni weekend le auto si accalcano ai lati della strada che costeggia il lago per vedere il breve (ma già impressionante) tratto di passerella che è stato realizzato per operare tutte le verifiche tecniche del caso.
Nell’attesa di scoprire nel dettaglio e di vivere direttamente ciò che Christo sta progettando per il Lago d’Iseo, lo storico dell’arte Paolo Sacchini ha ideato il progetto Aspettando Christo…, due incontri dedicati in termini generali alla Land Art e poi nello specifico alla lunga, variegata e sempre sorprendente parabola creativa della coppia di artisti, Christo e Jeanne-Claude.
La Land Art
A partire dall’inizio del Novecento, gli artisti di ricerca hanno progressivamente allargato i confini delle arti visive, cominciando con l’inserire oggetti di uso comune all’interno delle loro opere e giungendo infine – negli anni Sessanta – a sconfinare davvero molto oltre i limiti imposti dalla tradizione, fino ad utilizzare come veri e propri “strumenti d’arte” anche il corpo umano (con la nascita della cosiddetta “Performance Art”) e addirittura interi, giganteschi tratti del paesaggio naturale o antropizzato, attraverso progetti che vengono definiti – dal titolo del film di Gerry Schum che documentava le prime pionieristiche sperimentazioni in tal senso – di “Land Art”. A partire da quel momento, e specialmente sino alla fine degli anni Settanta (ma con propaggini che vanno ben oltre e giungono anzi sino ai giorni nostri), molti artisti si sono indirizzati su questa via, realizzando opere volutamente polemiche nei confronti del “sistema dell’arte” (perché sostanzialmente “invendibili” in virtù delle loro stesse caratteristiche), spostando migliaia di tonnellate di terra in un lago, piantando migliaia di pali nel deserto, “disegnando” nei campi di grano, “impacchettando” monumenti ed edifici, oppure operando interventi meno imponenti, come ad esempio appiattire con i propri passi l’erba di un sentiero.
L’incontro intende offrire una panoramica delle principali manifestazioni della Land Art su scala globale, analizzando il lavoro e le opere dei più importanti artisti del settore e mettendole in relazione con le altre fondamentali tendenze del secondo Novecento, dal Neodadaismo e dallo happening al Minimalismo, dal Concettuale all’arte “sociale”.
Christo e Jeanne Claude
Nato in Bulgaria nel 1935, ma già nel 1957 emigrato oltre la “cortina di ferro” alla ricerca di una piena libertà artistica, Christo Javacheff è in breve tempo diventato – anche grazie alla fondamentale collaborazione della compagna Jeanne-Claude de Guillebon – uno dei massimi protagonisti dell’arte mondiale, dapprima quale interprete di spicco del cosiddetto “Nouveau Réalisme” e poi soprattutto proponendo una versione personalissima, poetica ed altamente spettacolare della “Land Art”, nella quale vari elementi derivati dalle sue precedenti esperienze neodadaiste (e specialmente i famosi “impacchettamenti”) si coniugano con uno straordinario senso della scenografia e vengono sostenuti da un non meno eccezionale lavoro di organizzazione. Nel corso degli anni la sua vena creativa di land artist si è esercitata in progetti dedicati ad alcuni dei luoghi, dei musei e dei monumenti più affascinanti del pianeta, dalle Mura Aureliane di Roma a Piazza Duomo a Milano, dal Reichstag di Berlino al Pont Neuf di Parigi, da Central Park a New York alle coste dell’Australia, dalla baia di Key Biscaine in Florida alle coste giapponesi e statunitensi del Pacifico, fino alla Kunsthalle di Berna e all’opera realizzata per Documenta a Kassel. Nel giugno 2016 a questi luoghi celeberrimi si aggiungerà il Lago d’Iseo.
Paolo Sacchini – biografia
Paolo Sacchini è uno storico e critico d'arte, attualmente docente di Storia dell'Arte Contemporanea, Storia della Decorazione e Didattica dei Linguaggi Artistici all'Accademia di Belle Arti di Brescia "SantaGiulia", presso la quale è anche Coordinatore del Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell'Arte. Laureato in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Parma (2006), ha poi conseguito – nel medesimo ateneo – il dottorato di ricerca in Storia dell’Arte e dello Spettacolo (2012), dal quale è derivata la monografia Regina Bracchi. Dagli esordi al Secondo Futurismo (2013). Dal 2014 è membro del Comitato Scientifico della Collezione Paolo VI arte contemporanea di Concesio, che raccoglie le oltre 7000 opere – a firma di artisti di primissimo piano – collezionate da Papa Montini. Dal 2016 collabora con lo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, per il quale cura con alcuni colleghi il progetto volto allo studio e alla valorizzazione del materiale d’archivio di Aldo Carpi, importante protagonista dell’arte italiana del Novecento e per molti anni Direttore dell’Accademia di Brera. Ha curato e organizzato mostre, presentato artisti contemporanei e tenuto conferenze in varie sedi, occupandosi in particolare di tematiche collegate al Futurismo e alla scultura del Novecento; collabora abitualmente con la rivista internazionale «Mosaïque Magazine» e con numerose realtà culturali italiane.
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