Luigi Camarilla. Altari Mediterranei. Pellegrinaggio d’Amore - dalla Passione alla Coscienza
Dal 14 Giugno 2014 al 31 Agosto 2014
Pavia
Luogo: Castello Visconteo
Indirizzo: piazza Castello
Orari: giugno 10-18; luglio e agosto 9-13.30; lunedì chiuso
Enti promotori:
- Comune di Pavia
- Ministero Beni e Attività Culturali e Turismo e della Commissione Europea
- Regione Lombardia
Telefono per informazioni: +39 0382 399770 / 0382 399424
E-Mail info: chiara.argenteri@comune.pv.it
Sito ufficiale: http://www.museicivici.pavia.it
I colori e le suggestioni del Mediterraneo animeranno le sale del Castello Visconteo di Pavia per tutta l’estate, grazie ad Altari Mediterranei. Pellegrinaggio d’Amore – dalla Passione alla Coscienza, la personale di Luigi Camarilla che inaugura sabato 14 giugno 2014, ore 17.
La mostra - ispirata agli altari votivi presenti nella zona del Mediterraneo che riprendono l'idea di spiritualità legata ai percorsi di fede e di cultura, come quello della Via Francigena che attraversa Pavia - è inserita nel programma della IV edizione del Festival Europeo “Via Francigena Collective Project", promosso dall’Associazione Europea delle Vie Francigene e dall’Associazione CIVITA, e ha ottenuto il patrocinio del Ministero Beni e Attività Culturali e Turismo e della Commissione Europea, e quello della Regione Lombardia.
Protagonisti dell’esposizione, fino al 31 agosto 2014, sono 32 altari tridimensionali ricavati dall’assemblaggio di frammenti di tavole di barche (dei mari del sud) usurate dalle intemperie, materiali naturali (rocce, sabbie, piante) e interventi pittorici successivi.
Legni di barche dei pescatori, ma anche scafi dei migranti che attraversano il canale di Sicilia: la spiritualità mediterranea è il nucleo tematico esplorato con spirito antropologico dall’eclettico Camarilla (siracusano di nascita, milanese d’adozione), attingendo alle tradizioni popolari mediterranee.
Si tratta di un corpo indivisibile di 32 opere – Altari mediterranei – 32 stazioni che scandiscono le tappe di un ideale percorso evolutivo. È un insieme numerato di strutte votive che evocano edicole della devozione popolare cattolica, totem delle tribù animiste, citano lettere dell’antico alfabeto ebraico e stilemi dell’iconografia araba: molteplicità che intende inscenare il dialogo tra le culture. Sulle superfici di legno dalle quali riemergono stratificazioni di vernici multicolori, sono dipinte due icone ricorrenti con funzioni ex-voto, che simboleggiano le due estremità del percorso.
La foglia di ficodindia cuoriforme con tre frutti rossi evoca il Sacro Cuore – scrive l’artista – e rappresenta la condizione della Passione; la luce di Luna a forma di cuore che simbolicamente emana lo Spirto della Chiarezza sopra una vulcanica “isola sentimentale” – luogo dell’anima – rappresenta invece lo stato di Coscienza. Ogni Altare è accompagnato anche da un testo che assembla il titolo dell’opera, un frammento meditativo e un breve testo narrativo. L’insieme configura un concetto evolutivo che il visitatore/pellegrino può interiorizzare, di stazione in stazione, sempre più in alto verso un ideale raggiungimento della meta interiore. Pellegrinaggio d’Amore propone un viaggio verticale che in senso mistico e individuale conduce metaforicamente dalla Materia allo Spirito, in senso laico e sociale guida dalle Passioni personali alla Coscienza collettiva di un necessario Spirito di Pace.
Luigi Camarilla, Ortigia, Siracusa, 1959. Nato in Sicilia si è formato a Milano. Ha svolto professione di scenografo alternandola ad esperienze di pittura, scultura e poesia. Dal 1996 si isola per tre anni nella terra e nel mare delle sue origini. Da subito utilizza I legni erosi e sgargianti delle barche dei pescatori siciliani e quelli delle “Carrette del mare” che reputa materia degna per un lavoro che oscilla tra sentimento e coscienza civile. L’antropologia del Mediterraneo è il cuore della sua ricerca espressiva. Spiritualità, Mito e Tempo Presente sono i temi che la ispirano. La tradizione iconografica della devozione popolare, gli echi degli antichi personaggi omerici, le attuali migrazioni dei popoli che impongono il dialogo tra le culture: da qui nascono gli Altari del “Pellegrinaggio d’Amore-dalla Passione alla Coscienza”; i “Personaggi dell’Odissea, sculture
l’ installazione “Homo Mediterraneus” che propone un alfabeto unico comune a tutti i popoli
mediterranei per fondare una lingua della Pace.
Il suo progetto artistico è citato nel volume “Arte e cultura del Mediterraneo nel xx° secolo” curato dall’Unesco nel 2004”.
La mostra - ispirata agli altari votivi presenti nella zona del Mediterraneo che riprendono l'idea di spiritualità legata ai percorsi di fede e di cultura, come quello della Via Francigena che attraversa Pavia - è inserita nel programma della IV edizione del Festival Europeo “Via Francigena Collective Project", promosso dall’Associazione Europea delle Vie Francigene e dall’Associazione CIVITA, e ha ottenuto il patrocinio del Ministero Beni e Attività Culturali e Turismo e della Commissione Europea, e quello della Regione Lombardia.
Protagonisti dell’esposizione, fino al 31 agosto 2014, sono 32 altari tridimensionali ricavati dall’assemblaggio di frammenti di tavole di barche (dei mari del sud) usurate dalle intemperie, materiali naturali (rocce, sabbie, piante) e interventi pittorici successivi.
Legni di barche dei pescatori, ma anche scafi dei migranti che attraversano il canale di Sicilia: la spiritualità mediterranea è il nucleo tematico esplorato con spirito antropologico dall’eclettico Camarilla (siracusano di nascita, milanese d’adozione), attingendo alle tradizioni popolari mediterranee.
Si tratta di un corpo indivisibile di 32 opere – Altari mediterranei – 32 stazioni che scandiscono le tappe di un ideale percorso evolutivo. È un insieme numerato di strutte votive che evocano edicole della devozione popolare cattolica, totem delle tribù animiste, citano lettere dell’antico alfabeto ebraico e stilemi dell’iconografia araba: molteplicità che intende inscenare il dialogo tra le culture. Sulle superfici di legno dalle quali riemergono stratificazioni di vernici multicolori, sono dipinte due icone ricorrenti con funzioni ex-voto, che simboleggiano le due estremità del percorso.
La foglia di ficodindia cuoriforme con tre frutti rossi evoca il Sacro Cuore – scrive l’artista – e rappresenta la condizione della Passione; la luce di Luna a forma di cuore che simbolicamente emana lo Spirto della Chiarezza sopra una vulcanica “isola sentimentale” – luogo dell’anima – rappresenta invece lo stato di Coscienza. Ogni Altare è accompagnato anche da un testo che assembla il titolo dell’opera, un frammento meditativo e un breve testo narrativo. L’insieme configura un concetto evolutivo che il visitatore/pellegrino può interiorizzare, di stazione in stazione, sempre più in alto verso un ideale raggiungimento della meta interiore. Pellegrinaggio d’Amore propone un viaggio verticale che in senso mistico e individuale conduce metaforicamente dalla Materia allo Spirito, in senso laico e sociale guida dalle Passioni personali alla Coscienza collettiva di un necessario Spirito di Pace.
Luigi Camarilla, Ortigia, Siracusa, 1959. Nato in Sicilia si è formato a Milano. Ha svolto professione di scenografo alternandola ad esperienze di pittura, scultura e poesia. Dal 1996 si isola per tre anni nella terra e nel mare delle sue origini. Da subito utilizza I legni erosi e sgargianti delle barche dei pescatori siciliani e quelli delle “Carrette del mare” che reputa materia degna per un lavoro che oscilla tra sentimento e coscienza civile. L’antropologia del Mediterraneo è il cuore della sua ricerca espressiva. Spiritualità, Mito e Tempo Presente sono i temi che la ispirano. La tradizione iconografica della devozione popolare, gli echi degli antichi personaggi omerici, le attuali migrazioni dei popoli che impongono il dialogo tra le culture: da qui nascono gli Altari del “Pellegrinaggio d’Amore-dalla Passione alla Coscienza”; i “Personaggi dell’Odissea, sculture
l’ installazione “Homo Mediterraneus” che propone un alfabeto unico comune a tutti i popoli
mediterranei per fondare una lingua della Pace.
Il suo progetto artistico è citato nel volume “Arte e cultura del Mediterraneo nel xx° secolo” curato dall’Unesco nel 2004”.
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