Serafino Amato. Archeologia del Vissuto
Dal 26 Giugno 2021 al 31 Luglio 2021
Spoleto | Perugia
Luogo: Galleria - Primitivo e Contemporaneo
Indirizzo: Via del Palazzo dei Duchi 16
Orari: Lunedì – Sabato: 9-13.30 | 15.30-20. Domenica 9.30-13 | 15-20
Curatori: Carmen Moreno
Prolungata: fino al 31 luglio 2021
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.primitivoecontemporaneo.com
Sabato 26 giugno 2021 a Spoleto, ore 17, in occasione della 64esima edizione del Festival dei Due Mondi, alla Galleria “Primitivo e Contemporaneo”, Via del Palazzo dei Duchi, 16, inaugura la mostra: 'Archeologia del Vissuto' testimonianze tessili antiche e opere di Serafino Amato, a cura di Carmen Moreno.
ARCHEOLOGIA DEL VISSUTO
L'esposizione nasce come condivisione di una raccolta importante del mondo tessile antico di Carmen Moreno e del lavoro fotografico di Serafino Amato: frammenti di piccole sculture a rilievo e il suo lavoro nascosto dei dipinti su carta, per la prima volta in mostra.
Due visioni a confronto PRIMITIVO E CONTEMPORANEO che la galleria è lieta d’ospitare nel periodo del 64esimo Festival di Spoleto. I pezzi scelti per creare un dialogo tra le opere di Serafino Amato ed i tessuti antichi appartenenti alla collezione di Carmen Moreno esposti nella mostra, raccolgono due testimonianze archeologiche di materiali tessili.
La prima, stoffe copte della produzione artistica egiziana dall'età romana fino all'epoca islamica, rappresentate sia da frammenti di tessuti di abbigliamento che di arredo, decorati con motivi tratti dal periodo greco-romano al mondo orientale e alla tradizione egiziana.
La seconda, rappresentata dalle stoffe tradizionali delle popolazioni andine, dove si è sviluppata una delle più importanti civiltà del mondo. La tessitura come tradizione fu fonte di versatilità e ricchezza dove le tecniche di broccato e dell’arazzo, delle garze, delle tele doppie e delle tele dipinte erano già proprie delle popolazioni in epoca preceramica (1800 – 1500 a. C.). In mostra, frammenti delle culture Paracas, Chancay, Huari, Chimu e Inca coloniale.
La produzione artistica di Serafino Amato è rappresentata in mostra da una selezione di tempere e cera su carta lucida trattata con colla cervo (1985 – 1990), di grandi dimensioni, e opere fotografiche (2012 - 2018).
Opere di Serafino Amato in mostra:
Nove rulli: pittura a tempera e cera su carta lucida trattata con colla cervo, altezza 160 cm per una lunghezza fino a 320 cm. Pompei 2018, cinque Fuji Instant (Polaroid), 11x8,5 colore, esemplare unico montato su cornice ramino 21x26 perspex serie completa di 20 pezzi; Bassorilievi, Spoleto 2012-2013, stampa b/n digitale da Direct Positive montate perspex, 23x23 cm, sette stampe b/n «“Chi ha un gruppo sanguigno con fattore RH negativo ha maggiori rischi di contrarre la forma grave” oppure, “quelli che nel loro DNA contengono tracce di DNA neanderthal sono più protetti”. Facile conoscere il proprio gruppo sanguigno, più complesso il secondo, ancora per un po’ di tempo. Mai si era andati così a ritroso nel tempo nell’informazione e mai il darwinismo ha avuto una tale opportunità di comprensione ai più. Ci sono state regalate anche perle di saggezza sociale, considerato che anche i primi sono diventati spesso gli ultimi, assunto, questo, dal sapore biblico. Ma gli artisti già lo sapevano, gli artisti, che ad ogni generazione devono rifondare metodi e strategie recuperando storie. Lo sapevano gli archeologi, i biologi, gli antropologi, gli storici e anche i restauratori. Ora lo sanno tutti, si spera. Qualsiasi conoscenza necessita memoria e in questa piccola mostra si parla di questo, della resistenza del passato nel presente e della caducità». (Serafino Amato)
Serafino Amato è nato a Roma nel 1958. Vive tra Spoleto, Ercolano e Berlino. Si è formato nell’ambito della ricerca teatrale per poi presto dedicarsi esclusivamente alla fotografia dal 1986. Dal 2000 ha realizzato video e documentari. Espone in Italia e all’estero. Dal 2008 è docente di fotografia e video art presso la John Cabot University, Roma. La scrittura accompagna spesso i suoi lavori. Di recente ha pubblicato il volume 70% Bio (2021).
Carmen Moreno è studiosa e collezionista di tessuti, approfondendo la funzione sociale e il valore simbolico nelle diverse culture, dall’antichità ad oggi. Nel suo percorso si dedica ai vari ambiti del tessile con particolare interesse per l’arte tribale, attraverso la diffusione delle arti primitive come patrimonio della umanità. Nelle opere di questa importante raccolta si concretizzano le memorie, l’estetica e il sapere di intere culture che nel loro insieme costituiscono una rara opportunità di documentazione per le future generazioni.
ARCHEOLOGIA DEL VISSUTO
L'esposizione nasce come condivisione di una raccolta importante del mondo tessile antico di Carmen Moreno e del lavoro fotografico di Serafino Amato: frammenti di piccole sculture a rilievo e il suo lavoro nascosto dei dipinti su carta, per la prima volta in mostra.
Due visioni a confronto PRIMITIVO E CONTEMPORANEO che la galleria è lieta d’ospitare nel periodo del 64esimo Festival di Spoleto. I pezzi scelti per creare un dialogo tra le opere di Serafino Amato ed i tessuti antichi appartenenti alla collezione di Carmen Moreno esposti nella mostra, raccolgono due testimonianze archeologiche di materiali tessili.
La prima, stoffe copte della produzione artistica egiziana dall'età romana fino all'epoca islamica, rappresentate sia da frammenti di tessuti di abbigliamento che di arredo, decorati con motivi tratti dal periodo greco-romano al mondo orientale e alla tradizione egiziana.
La seconda, rappresentata dalle stoffe tradizionali delle popolazioni andine, dove si è sviluppata una delle più importanti civiltà del mondo. La tessitura come tradizione fu fonte di versatilità e ricchezza dove le tecniche di broccato e dell’arazzo, delle garze, delle tele doppie e delle tele dipinte erano già proprie delle popolazioni in epoca preceramica (1800 – 1500 a. C.). In mostra, frammenti delle culture Paracas, Chancay, Huari, Chimu e Inca coloniale.
La produzione artistica di Serafino Amato è rappresentata in mostra da una selezione di tempere e cera su carta lucida trattata con colla cervo (1985 – 1990), di grandi dimensioni, e opere fotografiche (2012 - 2018).
Opere di Serafino Amato in mostra:
Nove rulli: pittura a tempera e cera su carta lucida trattata con colla cervo, altezza 160 cm per una lunghezza fino a 320 cm. Pompei 2018, cinque Fuji Instant (Polaroid), 11x8,5 colore, esemplare unico montato su cornice ramino 21x26 perspex serie completa di 20 pezzi; Bassorilievi, Spoleto 2012-2013, stampa b/n digitale da Direct Positive montate perspex, 23x23 cm, sette stampe b/n «“Chi ha un gruppo sanguigno con fattore RH negativo ha maggiori rischi di contrarre la forma grave” oppure, “quelli che nel loro DNA contengono tracce di DNA neanderthal sono più protetti”. Facile conoscere il proprio gruppo sanguigno, più complesso il secondo, ancora per un po’ di tempo. Mai si era andati così a ritroso nel tempo nell’informazione e mai il darwinismo ha avuto una tale opportunità di comprensione ai più. Ci sono state regalate anche perle di saggezza sociale, considerato che anche i primi sono diventati spesso gli ultimi, assunto, questo, dal sapore biblico. Ma gli artisti già lo sapevano, gli artisti, che ad ogni generazione devono rifondare metodi e strategie recuperando storie. Lo sapevano gli archeologi, i biologi, gli antropologi, gli storici e anche i restauratori. Ora lo sanno tutti, si spera. Qualsiasi conoscenza necessita memoria e in questa piccola mostra si parla di questo, della resistenza del passato nel presente e della caducità». (Serafino Amato)
Serafino Amato è nato a Roma nel 1958. Vive tra Spoleto, Ercolano e Berlino. Si è formato nell’ambito della ricerca teatrale per poi presto dedicarsi esclusivamente alla fotografia dal 1986. Dal 2000 ha realizzato video e documentari. Espone in Italia e all’estero. Dal 2008 è docente di fotografia e video art presso la John Cabot University, Roma. La scrittura accompagna spesso i suoi lavori. Di recente ha pubblicato il volume 70% Bio (2021).
Carmen Moreno è studiosa e collezionista di tessuti, approfondendo la funzione sociale e il valore simbolico nelle diverse culture, dall’antichità ad oggi. Nel suo percorso si dedica ai vari ambiti del tessile con particolare interesse per l’arte tribale, attraverso la diffusione delle arti primitive come patrimonio della umanità. Nelle opere di questa importante raccolta si concretizzano le memorie, l’estetica e il sapere di intere culture che nel loro insieme costituiscono una rara opportunità di documentazione per le future generazioni.
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