"PU.Ra" Pesaro-Urbino Razionalista

Casa del Marinaio, Fano

 

Dal 24 Giugno 2022 al 11 Dicembre 2022

Pesaro | Pesaro e Urbino

Luogo: Palazzo Mosca - Musei Civici

Indirizzo: Piazzetta Mosca 29

Orari: da martedì a domenica e festivi 10-13 / 16-19. Agosto anche il lunedì. Ottobre: da martedì a giovedì 10-13; da venerdì a domenica e festivi 10-13 / 15.30-18.30

Curatori: Marcello Smarrelli

Enti promotori:

  • Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza
  • Sistema Museo
  • Fondazione Pescheria
  • Liceo Artistico F. Mengaroni

Prolungata: fino all'11 dicembre 2022

Costo del biglietto: ingresso con Biglietto Unico Pesaro Musei

Telefono per informazioni: +39 0721 387541

E-Mail info: pesaro@sistemamuseo.it

Sito ufficiale: http://www.pesaromusei.it


PU.Ra (acronimo che si scioglie in ‘Pesaro-Urbino Razionalista’) è una mostra promossa dal Comune di Pesaro, Fondazione Pescheria, Sistema Museo e dal Liceo Artistico F. Mengaroni, a cura di Marcello Smarrelli, visitabile a Palazzo Mosca - Musei Civici, dal 24 giugno al 23 ottobre 2022. 
Il percorso espositivo si concentra su alcune eccellenze dal patrimonio architettonico di Pesaro, Fano e Urbino, realizzate tra gli anni ‘20 e gli anni ‘40 del XX secolo, oggetto di un attento studio condotto da War (Warehouse of Architecture and Research), attraverso l’obiettivo fotografico di Anton Giulio Onofri.

Partendo dal restyling curato dallo studio War della sede del Palazzo del Comune, un edificio razionalista progettato dall’ingegner Cesare Pascoletti negli anni ’40 e terminato negli anni ‘50, PU.Ra intende mutare radicalmente la percezione di questi edifici, consentendo alle loro qualità e ai loro indubbi pregi estetici di riemergere dalle macerie della storia, come purificati dei significati ideologici e degli intenti propagandistici caratteristici del periodo storico in cui videro la luce.

Le riflessioni generate dal restauro del Municipio hanno permesso di riconoscere a posteriori la bellezza di queste architetture. La loro eleganza progettuale, i materiali di pregio e le raffinate proporzioni compositive, inducono a collocarle di diritto in un momento felice dell’arte, grazie alla cura dei dettagli e allo sviluppo costruttivo. Le 36 fotografie di Anton Giulio Onofri esposte in mostra invitano a riconsiderare sotto una nuova luce un corpus selezionato di edifici pubblici ben conosciuti e frequentati, focalizzando l’attenzione su trame e superfici di architetture da sempre sotto gli occhi della popolazione, ma trascurate o sbrigativamente liquidate in quanto testimonianze del regime fascista.

Parte integrante del percorso di realizzazione della mostra è stato il coinvolgimento degli studenti del Liceo Artistico Mengaroni, che grazie al PON (Programma Operativo Nazionale) del Ministero dell’Istruzione, ha permesso l’intervento degli esperti del progetto PU.Ra. Nell’ambito di un workshop che ha occupato buona parte dell’anno scolastico ‘21/’22, insieme a War e ad Anton Giulio Onofri, gli studenti, coordinati dalla professoressa Chiara Francesconi e supportati dal ceramista Carlo Bertani, hanno realizzato una serie di manufatti in ceramica, ispirati ai particolari delle architetture razionaliste illustrati nelle foto, avviandone un concettuale percorso di purificazione ideologica e redenzione estetica.
Elemento chiave del progetto espositivo è il tavolo ricoperto da uno strato di piccoli detriti di ceramica colorata da cui emergono gli oggetti realizzati dagli studenti del Liceo Mengaroni: questo dispositivo è ispirato a uno studio di Aldo Rossi, che ipotizzava un tavolo - reinterpretazione di una sua celebre architettura milanese - sul quale erano disposte miniature in ceramica di alcuni iconici monumenti sparsi per il mondo che, trasformati in oggetti, venivano messi in comunicazione tra loro in un dialogo fertile di rimandi e riletture. 
Così i giovani allievi, autori delle ceramiche, diventano gli autentici protagonisti di questa vicenda curatoriale, probabilmente gli unici in grado di assolvere realmente le opere indagate grazie alla purezza del loro sguardo e alle loro analitiche ma spensierate reinterpretazioni. 

Il risultato è un vero e proprio racconto per immagini. 

Il percorso espositivo  comprende altri dialoghi e confronti: innanzitutto la raccolta dei progetti originali presentati negli anni ‘30 al concorso per il Palazzo del Comune di Pesaro, e conservati dall’Archivio Stroppa Nobili; infine, nelle ultime due sale della mostra, una nutrita selezione dal catalogo della Collezione Vinciguerra: in questo caso, fotografie d’interni a tutt’altezza degli edifici riallacciano relazioni con opere d’arte e d’arte applicata appartenenti alla stessa epoca delle architetture prese in oggetto, realizzate da Gio Ponti, Carlo Scarpa, Enrico Prampolini, Tomaso Buzzi, Napoleone Martinuzzi, Mario Sironi, Emanuele Cavalli e altri ancora.

PU.Ra è perfettamente in linea con la nomina di Pesaro Capitale della Cultura 2024 e il suo claim “La natura della cultura”. La ‘nuova città’ permetterà a chi vi abita la riscoperta della propria identità con esercizi di cittadinanza attiva e democratica: allo stesso modo, questo progetto desidera stimolare - attraverso lo sguardo e la rilettura dei giovani allievi di una scuola d’arte - il recupero sentimentale di un prezioso patrimonio architettonico offuscato dal ricordo di un regime totalitario.  

La mostra è realizzata con la partecipazione dell’Archivio Stroppa Nobili e si avvale del contributo degli sponsor Modus Pesaro, Officina d’Arte Wallas, Zolfanelli Impianti Pesaro, e dei fondi PON per la scuola con il Ministero dell’istruzione e l’Unione Europea - Fondo Sociale Europeo.

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