Maurizio Biagini. Il mio lavoro democratico (opere pittoriche 2009 – 2014)
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Maurizio Biagini. Il mio lavoro democratico (opere pittoriche 2009 – 2014)
Dal 06 Maggio 2014 al 25 Maggio 2014
Pontedera | Pisa
Luogo: Museo Piaggio
Indirizzo: viale Rinaldo Piaggio 7
Orari: dal martedì al venerdì 10-18, sabato 10-13 e 14-18. Apertura straordinaria la seconda e la quarta domenica del mese 10-18
Curatori: Filippo Lotti, Roberto Milani
Enti promotori:
- Comune di Pontedera
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0587 27171
E-Mail info: museo@museopiaggio.it
Sito ufficiale: http://www.museopiaggio.it/
Si inaugura venerdì 2 maggio 2014 alle 18.30 al Museo Piaggio di Pontedera la mostra di pittura dell’artista Maurizio Biagini dal titolo “Il mio lavoro democratico”. Irriverente, geniale, vulcanico sempre istintivo. Questo è il gesto artistico di Biagini, artista livornese che approda al Museo Piaggio con una mostra che raccoglie una quarantina di lavori dal 2009 ad oggi.
Un percorso che colma il desiderio del visitatore di conoscere l’opera di questo artista labronico che con la tradizione livornese a poco a che fare. La scelta, da parte dei due curatori Filippo Lotti e Roberto Milani, di portare questa selezione di lavori al cospetto degli ormai molti appassionati d’arte, abituali frequentatori delle proposte, sempre più di livello in mostra alla Fondazione, può risultare coraggiosa, ma in realtà è solo una piccola parte di un enorme universo dell’emisfero Biagini. Una sorta di riassunto ideale di una vasta produzione fatta di ricerca, esperimenti ed energia. Un figlio d’arte che passa con assoluta disinvoltura dalla pittura d’azione all’arte concettuale, dal pensiero colto e citazionista alla poesia visiva.
“Ho avuto modo, nel corso degli anni, di seguire il lavoro e le mostre di Maurizio – dice Lotti - e, quindi, di apprezzarne le doti artistiche ed umane che sono indissolubilmente legate fra loro. E ancor di più le si apprezzano quando qualità pittorica e stima verso la persona coincidono.
La malinconia dolente che pervade le sue opere è senz'altro diretta emanazione di un vissuto fatto di cadute e riscatti, delusioni e speranze, frustrazioni e riconoscimenti. Una vita artistica e personale che condivide con molti suoi “maledetti” conterranei. Quasi che a forgiare lo spirito di un uomo di mare, di un toscano, di un artista a tutto tondo sia la voglia, la necessità di raccontare. Dal suo gesto artistico si capisce un bisogno di immediatezza e spontaneità dove la verità la fa da padrona.”
“Bianco e nero, luce e ombra, positivo e negativo – dice Milani - e così via fino ad arrivare ad un equilibrio dalle antiche origini, quasi naturale.
Questo è il campo di lavoro dell’artista labronico che ha poco a che fare con la tradizione tipica livornese ma molto da condividere con un gesto di natura contemporanea.
La mostra allestita nello spazio della Fondazione Piaggio non si discosta molto da questo ipotetico e tangibile equilibrio anche se, come noterà il visitatore, si tratta evidentemente di un percorso; un tracciato che nasce nel contrasto e finisce nelle cuciture.
Opere che si offrono a colui che guarda in maniera semplice, quasi elementare ma che di fatto vengono percepite dal fruitore come dirette, schiette, efficaci.”
Organizzata dalla Fondazione Piaggio e fortemente voluta dal suo Presidente Riccardo Costagliola, la mostra è patrocinata dal Comune di Pontedera e realizzata in collaborazione con Casa d’Arte San Lorenzo.
Una mostra tutta da scoprire e da vivere. Come sempre, d’altronde, andrebbe vissuta l’arte: con passione.
Un percorso che colma il desiderio del visitatore di conoscere l’opera di questo artista labronico che con la tradizione livornese a poco a che fare. La scelta, da parte dei due curatori Filippo Lotti e Roberto Milani, di portare questa selezione di lavori al cospetto degli ormai molti appassionati d’arte, abituali frequentatori delle proposte, sempre più di livello in mostra alla Fondazione, può risultare coraggiosa, ma in realtà è solo una piccola parte di un enorme universo dell’emisfero Biagini. Una sorta di riassunto ideale di una vasta produzione fatta di ricerca, esperimenti ed energia. Un figlio d’arte che passa con assoluta disinvoltura dalla pittura d’azione all’arte concettuale, dal pensiero colto e citazionista alla poesia visiva.
“Ho avuto modo, nel corso degli anni, di seguire il lavoro e le mostre di Maurizio – dice Lotti - e, quindi, di apprezzarne le doti artistiche ed umane che sono indissolubilmente legate fra loro. E ancor di più le si apprezzano quando qualità pittorica e stima verso la persona coincidono.
La malinconia dolente che pervade le sue opere è senz'altro diretta emanazione di un vissuto fatto di cadute e riscatti, delusioni e speranze, frustrazioni e riconoscimenti. Una vita artistica e personale che condivide con molti suoi “maledetti” conterranei. Quasi che a forgiare lo spirito di un uomo di mare, di un toscano, di un artista a tutto tondo sia la voglia, la necessità di raccontare. Dal suo gesto artistico si capisce un bisogno di immediatezza e spontaneità dove la verità la fa da padrona.”
“Bianco e nero, luce e ombra, positivo e negativo – dice Milani - e così via fino ad arrivare ad un equilibrio dalle antiche origini, quasi naturale.
Questo è il campo di lavoro dell’artista labronico che ha poco a che fare con la tradizione tipica livornese ma molto da condividere con un gesto di natura contemporanea.
La mostra allestita nello spazio della Fondazione Piaggio non si discosta molto da questo ipotetico e tangibile equilibrio anche se, come noterà il visitatore, si tratta evidentemente di un percorso; un tracciato che nasce nel contrasto e finisce nelle cuciture.
Opere che si offrono a colui che guarda in maniera semplice, quasi elementare ma che di fatto vengono percepite dal fruitore come dirette, schiette, efficaci.”
Organizzata dalla Fondazione Piaggio e fortemente voluta dal suo Presidente Riccardo Costagliola, la mostra è patrocinata dal Comune di Pontedera e realizzata in collaborazione con Casa d’Arte San Lorenzo.
Una mostra tutta da scoprire e da vivere. Come sempre, d’altronde, andrebbe vissuta l’arte: con passione.
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