Ozmo. Every walls in town tells a story
Dal 21 Dicembre 2018 al 17 Febbraio 2019
Pisa
Luogo: Fortilizio e Torre guelfa (La Cittadella)
Indirizzo: Lungarno Ranieri Simonelli
Orari: dal martedì alla domenica dalle 11.00 alle 19.00
Curatori: Gian Guido Maria Grassi, Alessandro Romanini
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Dal 21 dicembre 2018 al 3 febbraio 2019 (prorogata al 17 febbraio) sarà ospitata a Pisa presso il Fortilizio e la Torre Guelfa la mostra di uno dei più illustri artisti contemporanei figli del territorio pisano: “Ozmo, Every walls in town tells a story”.
Ozmo al secolo Gionata Gesi (Pontedera 1975) - reduce da una mostra in un importante spazio espositivo in Svizzera - è oggi universalmente riconosciuto allo stesso tempo, come uno dei pionieri della Street Art in Italia e uno dei pochi ad averla traghettata dai muri urbani ai musei.
La mostra, curata da Gian Guido Maria Grassi e Alessandro Romanini e allestimento di Roberto Pasqualetti, giunge a coronamento di un ciclo di iniziative ospitate a Pisa, che hanno analizzato i vari aspetti artistici, sociologici, legali e conservativi della Street Art, con esperti italiani ed internazionali.
L’iniziativa espositiva è allo stesso tempo l’occasione per vedere lo stato evolutivo della sua poetica con i nuovi dipinti di Ozmo e ripercorrere la sua carriera di street artist grazie alla ricca documentazione fotografica e video supportata da un diffuso apparato descrittivo che saranno allestiti in mostra.
Le oltre 50 opere fra tele e foto, permetteranno allo spettatore di comprendere lo stile e l’evoluzione tecnica e formale dell’artista toscano, basata su un armonico mix fra un recupero delle fonti iconografiche “classiche” supportata da un’approfondita conoscenza storico-artistica e la forza eversiva della street art che mantiene il suo vigore nel passaggio dal muro alla tela.
Le tele e gli apparati illustrativi mostrano palesemente al fruitore questi elementi stilistici a cui si sommano la volontà di produrre nuove forme di “riappropriazione” degli spazi pubblici negletti e la connessa valorizzazione degli stessi in una direzione di fruizione collettiva e di creazione di nuove dinamiche di relazione sociale.
In sostanza non c’è valore estetico senza funzione sociale, relazionale, affermano le opere di Ozmo.
L’arte è strumento di intervento e trasformazione dello spazio pubblico e quindi delle relazioni sociali oltre che prezioso mezzo per il miglioramento della qualità della vita.
Le tele realizzate appositamente per l’occasione pisana mostrano l’intera gamma dell’alfabeto figurativo di Ozmo e mettono in luce la sua capacità di mantenere lo stesso stile personale e lo stesso impatto espressivo dal muro alla tela, declinando un’iconografia urbana articolata, multiculturale e complessa.
La stessa formula che trova protagonista l’analisi e la critica delle immagini, dei meccanismi e dei simboli mass mediatici, che invadono quotidianamente la nostra percezione, ricombinando in maniera enciclopedica fonti e stili diversi.
Un’armonica sintesi visibile anche nelle tele esposte in mostra, che spazia dal fumetto alla pop art, dall’arte alla pubblicità, dall’iconografia underground a quella nobile dell’arte classica, dal cinema alla tv fino al web e al graphic design, senza dimenticare la tradizione muralista-monumentale italiana (Sironi docet).
Fonti “nobili” e popolari, mainstream e underground, astrazione e sapiente saper-fare tecnico, dialogano su un piano orizzontale paritetico.
La mostra sarà anche l’occasione per presentare in anteprima il compendioso catalogo antologico di Ozmo, che ripercorre anch’esso la sua prestigiosa carriera artistica attraverso un consistente nucleo di opere e interventi pubblici.
Quegli interventi in ambito urbano, che lo hanno visto protagonista nei 5 continenti, da Milano a Miami, da Londra a Varsavia, da New York a Shanghai per citarne alcuni.
La mostra pisana e il catalogo ci illustrano l’evoluzione creativa di Ozmo, dagli interventi muralisti “militanti” al Leoncavallo (definito da Vittorio Sgarbi “La Cappella Sistina della Street Art”), passando per la “conquista” dei templi dell’arte contemporanea come il Macro di Roma (che ospita anche una sua opera murale permanente) e il Museo del Novecento di Milano, fino ai recenti interventi proprio a Pisa (“Ritratto di Pi” e l’iconografico “Ritratto di Galileo”).
Una mostra che sancisce una sorta di chiusura virtuosa di un cerchio e celebrazione del 30° anniversario, che ha visto Pisa protagonista sin dall’ormai leggendario intervento di Keith Haring nel 1989,per proseguire negli anni ’90 con la convention Panico Totaleevento cult dedicato alla cultura hip hop e al Graffiti writing e in tempi più recenti con altre manifestazioni come lo Start festival -Welcome to Pisain occasione del quale sono stati già realizzati 20 murales a Porta a Mare.
Attraverso l’esperienza di Ozmo la mostra intende rendere testimonianza e prendere consapevolezza di queste esperienze che appartengono a quello che è forse il movimento globale attualmente più dirompente dell’arte contemporanea, la Street art, che ha avuto a Pisa uno dei suoi principali centri italiani ed europei.
Un virtuoso passaggio del testimone, che ci mostra negli storici spazi espositivi, come, grazie a personaggi come Ozmo, la street art da epifenomeno legato all’underground e alle periferie metropolitane si sia trasformato in un vero e proprio linguaggio espressivo, superando la mera eversione per dotarsi di una progettualità e di un bagaglio di soluzioni visive che le hanno fatto conquistare il diritto di cittadinanza nel mondo dell’arte contemporanea.
Ozmo ha saputo aggiungere alla ricetta quel quid sociologico e di conoscenza dei meccanismi della percezione, che gli hanno permesso di creare una sorta di democratico “museo a cielo aperto”, alimentato senza sosta, che offre allo stesso modo all’uomo della strada e all’appassionato d’arte e frequentatore museale la possibilità di fruire di innovative esperienze estetiche e di pensiero.
La mostra, realizzata da Start- Open your eyes, con il contributo del Comune di Pisae della Fondazione Pisa e la collaborazione dell’Università di Pisa, della Fondazione Palazzo Blu e del Consiglio Regionale della Toscana, sarà un’importante occasione per visitare anche gli spazi affascinanti della Cittadella che si affaccia sul Lungarno: dalla cima della torre guelfa, aperta appositamente per l’occasione, sarà possibile godere della vista più bella di tutta la città.
Sin dalle origini dell’uomo, i muri raccontano storie.
Oggi, la street art e Ozmo continuano a raccontare storie, all’infinito.
Per info visitate la pagina facebook e il profilo instagram di Start -Open your eyes.
E’ prevista l’organizzazione di visite guidate sabato 29 dicembre, 5 e 19 gennaio ore 16.00 e di workshop, curati dalla cooperativa Keras, sulle tecniche artistiche rivolte a ragazzi e ragazze di età 10-15 anni sabato 12 e sabato 26 gennaio 2018 dalle ore 15:30 alle ore 17:30. E’ richiesta l’iscrizione scrivendo all’indirizzo mail start.oye2017@gmail.com. Per i gruppi è possibile attivare su richiesta anche visite guidate e workshop straordinari.
OZMO (Gionata Gesi), nato a Pontedera nel 1975, si forma all’Accademia di Belle arti di Firenze e, dopo un esordio nel mondo del fumetto, si concentra sulla pittura e sul writing; nel 2001 si trasferisce a Milano dove partecipa come protagonista alle idee innovatrici e alle correnti di rottura della sua generazione, gettando le basi insieme a un gruppo di amici di quella che sarebbe diventata la street art italiana: di questi anni rimane come emblema il Leoncavallo, dove ha dipinto parte di quella che Sgarbi ha definito la “Cappella Sistina della modernità”; ama però tornare in Toscana e ha già omaggiato la propria città natale con “il ritratto di PI” e l’iconografico “ritratto di Galileo Galilei”. La sua ricerca visiva figurativa si esprime variamente (con graffiti, installazioni, tele,…) ed è immaginifica; attinge dalla tradizione con una sensibilità “rinascimentale” e fa frequente riferimento a fonti e citazioni che “remixa” con fantasia in chiave personale e contemporanea elevandole spesso a simboli e riferimenti enciclopedici: “la fantasia è il collante invisibile che lega tutto. Gli elementi X, per i quali attingo dalla tradizione non necessariamente artistica, sono cose che preesistono indipendentemente dai miei disegni, che incontro nella vita di tutti i giorni e poi anche nella pratica artistica. Alla base però c’è la fascinazione per le immagini, è un qualcosa che subisco sin da bambino ed è l’attitudine che muove tutto. Per alcuni anni ho anche smesso di disegnare a mente, nel senso che il fatto di poter attingere non solo dalla mia fantasia ma anche da immagini esterne è stata un’idea che mi ha dato un sacco di spunti e mi ha permesso di agire in maniera abbastanza neutra… un po’ come se le figure che copiavo fossero dei ready made. E poi c’era anche l’aspetto del furto, ossia di appropriarsi indirettamente prima di tutto degli spazi urbani e poi anche delle fonti, riprendere dei quadri famosi…”. Le sue opere pubbliche sono presenti in luoghi significativi di tutti i continenti (da Miami a Shanghai) e, tra le sedi museali prestigiose che hanno ospitato le sue numerose esposizione ricordiamo il Museo del Novecento di Milano e il MACRO sul quale ha realizzato un’opera permanente.
http://www.ozmo.it/
Vernissage venerdì 21 dicembre ore 18.30
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