Giuseppe Palanti. Pittore, urbanista, illustratore
Giuseppe Palanti. Pittore, urbanista, illustratore, Magazzino del Sale Torre, Cervia
Dal 13 Maggio 2012 al 30 Agosto 2012
Cervia | Ravenna
Luogo: Magazzino del Sale Torre
Indirizzo: via Nazario Sauro
Orari: da mar. a dom. 10-13/ 15.30-18.30; dal 16 giugno al 30 agosto da mart. a dom. 17.30-23.00, sab. e dom. anche 9.30-12.30
Curatori: Anna Villari
Enti promotori:
- Comune di Milano
Costo del biglietto: intero € 5; ridotto € 4
Telefono per informazioni: 39 0544 993435/974400
E-Mail info: iatcervia@cerviaturismo.it
Sito ufficiale: http://www.turismo.comunecervia.it
Per celebrarlo, il Comune di Cervia in collaborazione con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e i Musei San Domenico di Forlì, nell’ambito delle grandi mostre programmate nel 2012 sul Novecento (tra cui Wildt, L'anima e le forme da Michelangelo a Klimt, attualmente in corso), ha pensato una mostra a lui dedicata, la più grande retrospettiva completa mai esposta prima che raccoglie 160 opere del Maestro, per restituire al pubblico l’opera di un artista eclettico, di uno sperimentatore curioso che accolse e praticò un’eccezionale varietà di arti, dalla grafica all’urbanistica, dall’illustrazione alla decorazione, per dare forma ai desideri e alle proiezioni del mondo attivissimo che lo circondava.
L’esposizione, dal titolo “Giuseppe Palanti. Pittore, urbanista, illustratore” allestita a Cervia negli spazi del Magazzino del Sale, aperta dal 12 maggio al 30 agosto, presenta uno spaccato della vita del Novecento esempi di pittura, disegno, grafica pubblicitaria, illustrazioni per il teatro e la moda; discipline attraverso cui si esprimeva il poliedrico artista e a cui si deve, oltre all’ispirazione di Milano Marittima, la progettazione del suo piano regolatore e la realizzazione delle prime cartoline promozionali e dei manifesti fra cui il primo manifesto pubblicitario della città di Cervia realizzato nel 1928.
Divisi in sezioni, le pitture, i ritratti, le nature morte, le scene di atelier, i paesaggi, i manifesti, le riviste, le stampe, i bozzetti, gli studi grafici, i documenti inediti, provenienti dal Museo della Scala di Milano, da musei pubblici con cui Palanti collaborava e da collezioni private, ci parlano di un artista inserito in una rete di relazioni culturali e produttive, in un mondo in espansione, fervido e audace, che rappresenta ancora oggi una pagina nella storia del nostro Novecento. In mostra molte opere inedite e unicum come il modello, ritrovato recentemente, realizzato da Palanti per Milano che riproduceva in ceraica la scala del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza andata distrutta.
È il 1912 quando Palanti pittore e grafico pubblicitario milanese, nato alla fine del 1800, pensa a una spiaggia per Milano, la capitale senza mare, su quel tratto di costa da lui così amato. Pensa a Milano Marittima e la concepisce come una Città giardino, quell’innovativo concetto urbanistico, nato nell'Inghilterra del XIX secolo per opera di Ebenezer Howard, a contrastare il degrado nelle città dovuto all’opera di industrializzazione e all'aumento della popolazione. In contrapposizione, l'idea della città giardino si focalizzava su un'area urbanache mostrasse un'attenzione particolare alle esigenze primarie dell'individuo: case unifamiliariimmerse nel verde collegate tra loro con servizi comuni a disposizione.
Giuseppe Palanti ebbe così un ruolo decisivo nel determinare la curiosa conformazione di Milano Marittima, che occupa una ex zona di relitti marini donata dal comune di Cervia a una ditta meneghina perché la bonificasse. Gli eleganti villini, costruiti e decorati in stile Liberty, ancora oggi perfettamente conservati, tra cui anche la casa di Palanti, furono inseriti nella pineta in modo armonioso, come se facessero parte del paesaggio naturale.
Tra gli artisti più versatili della prima metà del Novecento, in lui si fondono le principali tendenze dell’epoca: dall’esito borghese dell’ultimo romanticismo, al tardo Impressionismo, al Novecento e agli anni Trenta, fino agli esiti degli anni Quaranta.
Le figure di Palanti, le sue donne ridenti colte nel pieno di una spensierata giovinezza, le nature morte carnose, i paesaggi assolati interpretano con taglio psicologico-mondano una modernità che cresce delineata in morbidi vortici di colore. Illustratore per eleganti riviste e per i manifesti delle opere liriche (per le quali disegnò spesso anche scene e costumi), autore di disegni per oggetti d’arredo e, infine, ideatore di quel paradiso vacanziero che è stata, ed è tuttora, Milano Marittima riassume ed interpreta i miti e i sogni del primo Novecento.
La modernità di Palanti era proprio in quella volontà di testimoniare la forza, la sicurezza, il gaudio di una classe media e alto borghese che il secolo nuovo coglie nel pieno del suo vigore: industriali, professionisti, signore dell’alta società che sfogliano riviste alla moda, giocano a tennis e frequentano i teatri, ridendo ad un’Italia in crescita economica, fiduciosa, che sarà piegata da due guerre ma che acquisterà proprio in quel lasso di tempo una consapevolezza destinata a durare.
Figlio di falegname, eccezionale “artista-artigiano” lui stesso, Palanti sembra così coniugare alla perfezione l’antica tradizione artistica lombarda con le esigenze di un “nuovo” che non è stato rappresentato, nell’Italia prima e dopo la I Guerra Mondiale, solamente dalle straordinarie esperienze delle Avanguardie.
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