Claudia Losi. How do I imagine being there?
Dal 08 Maggio 2016 al 06 Novembre 2016
Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia
Luogo: Collezione Maramotti
Indirizzo: Via Fratelli Cervi 66
Orari: giovedì e venerdì 14.30-18.30; sabato e domenica 10.30-18.30. Chiuso dall’1 al 25 agosto
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: . +39 0522 382484
E-Mail info: info@collezionemaramotti.org
Sito ufficiale: http://www.collezionemaramotti.org
“Ogni organismo vivente percepisce del mondo solo ciò che gli serve per agire” (C. Losi)
Che linguaggio usare per raccontare un luogo? Questa è la domanda iniziale e centrale nel progetto di Claudia Losi.
Come percepiamo i luoghi significa anche come costruiamo pensieri: le riflessioni sottese ed evocate dalle opere in mostra partono dal tema dell’immaginario individuale e collettivo; percepiamo, immagazziniamo esperienze per poi “rimetterle al mondo” in differenti e soggettive costellazioni.
Quella di Claudia Losi è una peculiare cronaca di viaggio che si trasforma in coscienza del viaggio. Prende avvio da un reale “attraversamento” delle isole di S.ta Kilda nel 2012 per poi spostarsi nel terreno della mente, approdando alla costruzione di nuove mappe.
Esperienze di relazioni fisiche con un territorio, di emozioni, di sensazioni, si trasformano in tracce mnemoniche, generatrici di nuove visioni, di artefatti che l’artista produce dopo un periodo di sedimentazione.
Progetto dedicato alla memoria, ai suoi meccanismi di funzionamento nella trasformazione dell’esperienza reale in cui viaggio e paesaggio circostante – che costituiscono un incipit e al contempo una meta – sono capaci di innescare esplorazioni sinestesiche, associazioni visive, percorsi dagli esiti talvolta imprevedibili quanto inaspettati per la stessa artista. Ma, al contempo, progetto focalizzato sul futuro possibile, sull’idea di andare coraggiosamente oltre nell’affrontare nuove mete che da luoghi reali divengono luoghi della mente.
Così, a fianco, scorre l’ineludibile necessità di riflettere sui possibili modelli di lettura dello stesso paesaggio, sui possibili “sistemi osservativi del mondo che ci circonda” (come li definisce l’artista) che, di nuovo, non offrono risposte definitive, ma creano nuovi approdi all’ “arcipelago-mondo”.
La mostra si presenta come un itinerario attraverso una topografia di artefatti reali, materici che – come una dispensa che si offre al nostro sguardo – ci conducono dentro un “arcipelago di pensieri”.
Le pietre-pegno riportate da luoghi visitati si affiancano a isolari e portolani disegnati dall’artista a matita e acquerello sulle pareti delle sale espositive. Le foto, che documentano il viaggio alle isole di S.ta Kilda, si accompagnano a oggetti, vetri, collage e fusioni in bronzo di micro paesaggi fossili. Un grande ricamo del Polo Nord, ripreso dalla rappresentazione immaginifica di Athanasius Kircher, dialoga con un quaderno che accoglie mani/uccello ritagliate su fogli dall’artista. Oggetti d’uso, parzialmente schiacciati e deformati, inglobati da forme vegetali – che ricordano la quotidianità domestica, ma di cui non portano più memoria – occhieggiano a reperti fossili della raccolta archeologica ed etnografica del Museo Spallanzani della città.
Scritture e immagini procedono in parallelo nel progetto di Claudia Losi. A fianco della mostra, organicamente connesso, il volume dal titolo omonimo, pubblicato da Humboldt in collaborazione con Collezione Maramotti, raccoglie visioni e contributi di pensiero, oltre che della stessa artista, di Matteo Meschiari, Christopher Collins, Fabio Pupin, Giorgio Vallortigara, Carlo Maiolini, Michele Guerra, Paolo Ossola, Isabella Pezzini, Marco Ciriello, Hamish Fulton.
Dopo aver conseguito il Diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna e la Laurea in Letteratura e Lingue straniere all’Università di Bologna, Claudia Losi partecipa a numerose esposizioni in Italia e all’estero. Tra le mostre più recenti: Livorno In Contemporanea; Tenuta dello Scompiglio, Vorno-Lucca (2015); La Maréchalerie_énsa V, Versailles; Studio Orta Les Moulins, Boissy-le-Châtel; MAMbo, Bologna (2013); MAXXI, Roma (2012 e 2010); Via Farini-DOCVA, Milano (2011); MAGASIN, Grenoble; Royal Academy, Londra (2010).
Vive per alcuni anni all’estero (Francia e Scozia) e viene invitata come artista in residenza allo Studio Orta Les Moulins (Boissy-le-Châtel), al JCVA in Israele e all’Art Omi International di Ghent (NY).
Natura e scienza sono le sue fonti di ispirazione, così come gli aspetti storici e antropologici dell’ambiente.
Interessata a diverse discipline (scienze naturali, etnologia, geologia, catrtografia, poesia e letteratura), la sua investigazione artistica si focalizza sulle relazioni tra l’umano e la natura, sul viaggio e l’esplorazione come esperienze di conoscenza.
Dal 1998 ha preso parte a numerosi progetti basati sulla partecipazione e la relazione: Losi esplora infatti il concetto di racconto attraverso l’arte e la scrittura impiegando spesso il suo lavoro per collegare e creare nuove comunità nelle relazioni umane.
Losi lavora con una varietà di media dalle installazioni site-specific alla scultura, al video ai lavori su tessuto e carta.
Che linguaggio usare per raccontare un luogo? Questa è la domanda iniziale e centrale nel progetto di Claudia Losi.
Come percepiamo i luoghi significa anche come costruiamo pensieri: le riflessioni sottese ed evocate dalle opere in mostra partono dal tema dell’immaginario individuale e collettivo; percepiamo, immagazziniamo esperienze per poi “rimetterle al mondo” in differenti e soggettive costellazioni.
Quella di Claudia Losi è una peculiare cronaca di viaggio che si trasforma in coscienza del viaggio. Prende avvio da un reale “attraversamento” delle isole di S.ta Kilda nel 2012 per poi spostarsi nel terreno della mente, approdando alla costruzione di nuove mappe.
Esperienze di relazioni fisiche con un territorio, di emozioni, di sensazioni, si trasformano in tracce mnemoniche, generatrici di nuove visioni, di artefatti che l’artista produce dopo un periodo di sedimentazione.
Progetto dedicato alla memoria, ai suoi meccanismi di funzionamento nella trasformazione dell’esperienza reale in cui viaggio e paesaggio circostante – che costituiscono un incipit e al contempo una meta – sono capaci di innescare esplorazioni sinestesiche, associazioni visive, percorsi dagli esiti talvolta imprevedibili quanto inaspettati per la stessa artista. Ma, al contempo, progetto focalizzato sul futuro possibile, sull’idea di andare coraggiosamente oltre nell’affrontare nuove mete che da luoghi reali divengono luoghi della mente.
Così, a fianco, scorre l’ineludibile necessità di riflettere sui possibili modelli di lettura dello stesso paesaggio, sui possibili “sistemi osservativi del mondo che ci circonda” (come li definisce l’artista) che, di nuovo, non offrono risposte definitive, ma creano nuovi approdi all’ “arcipelago-mondo”.
La mostra si presenta come un itinerario attraverso una topografia di artefatti reali, materici che – come una dispensa che si offre al nostro sguardo – ci conducono dentro un “arcipelago di pensieri”.
Le pietre-pegno riportate da luoghi visitati si affiancano a isolari e portolani disegnati dall’artista a matita e acquerello sulle pareti delle sale espositive. Le foto, che documentano il viaggio alle isole di S.ta Kilda, si accompagnano a oggetti, vetri, collage e fusioni in bronzo di micro paesaggi fossili. Un grande ricamo del Polo Nord, ripreso dalla rappresentazione immaginifica di Athanasius Kircher, dialoga con un quaderno che accoglie mani/uccello ritagliate su fogli dall’artista. Oggetti d’uso, parzialmente schiacciati e deformati, inglobati da forme vegetali – che ricordano la quotidianità domestica, ma di cui non portano più memoria – occhieggiano a reperti fossili della raccolta archeologica ed etnografica del Museo Spallanzani della città.
Scritture e immagini procedono in parallelo nel progetto di Claudia Losi. A fianco della mostra, organicamente connesso, il volume dal titolo omonimo, pubblicato da Humboldt in collaborazione con Collezione Maramotti, raccoglie visioni e contributi di pensiero, oltre che della stessa artista, di Matteo Meschiari, Christopher Collins, Fabio Pupin, Giorgio Vallortigara, Carlo Maiolini, Michele Guerra, Paolo Ossola, Isabella Pezzini, Marco Ciriello, Hamish Fulton.
Dopo aver conseguito il Diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna e la Laurea in Letteratura e Lingue straniere all’Università di Bologna, Claudia Losi partecipa a numerose esposizioni in Italia e all’estero. Tra le mostre più recenti: Livorno In Contemporanea; Tenuta dello Scompiglio, Vorno-Lucca (2015); La Maréchalerie_énsa V, Versailles; Studio Orta Les Moulins, Boissy-le-Châtel; MAMbo, Bologna (2013); MAXXI, Roma (2012 e 2010); Via Farini-DOCVA, Milano (2011); MAGASIN, Grenoble; Royal Academy, Londra (2010).
Vive per alcuni anni all’estero (Francia e Scozia) e viene invitata come artista in residenza allo Studio Orta Les Moulins (Boissy-le-Châtel), al JCVA in Israele e all’Art Omi International di Ghent (NY).
Natura e scienza sono le sue fonti di ispirazione, così come gli aspetti storici e antropologici dell’ambiente.
Interessata a diverse discipline (scienze naturali, etnologia, geologia, catrtografia, poesia e letteratura), la sua investigazione artistica si focalizza sulle relazioni tra l’umano e la natura, sul viaggio e l’esplorazione come esperienze di conoscenza.
Dal 1998 ha preso parte a numerosi progetti basati sulla partecipazione e la relazione: Losi esplora infatti il concetto di racconto attraverso l’arte e la scrittura impiegando spesso il suo lavoro per collegare e creare nuove comunità nelle relazioni umane.
Losi lavora con una varietà di media dalle installazioni site-specific alla scultura, al video ai lavori su tessuto e carta.
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