L’Orlando Furioso. Incantamenti, passioni e follie. L’arte contemporanea legge l’Ariosto
Dal 04 Ottobre 2014 al 11 Gennaio 2015
Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia
Luogo: Palazzo Magnani
Indirizzo: corso Garibaldi 31
Orari: dal martedì al giovedì 10-13 / 15-19; venerdì, sabato e festivi 10-19
Curatori: Sandro Parmiggiani
Costo del biglietto: intero 9 €, ridotto 7 €, studenti 5 €
Telefono per informazioni: + 39 0522 454437 / 444446
E-Mail info: info@palazzomagnani.it
Sito ufficiale: http://www.palazzomagnani.it
L’esposizione intende celebrare Ludovico Ariosto, nato a Reggio Emilia nel 1474 e morto a Ferrara nel 1533, celeberrimo autore dell’Orlando Furioso.
È noto che l’Orlando Furioso – se si considerano le varie edizioni, le traduzioni in lingua straniera, gli adattamenti teatrali (come non ricordare la memorabile messa in scena di Luca Ronconi e Sanguineti nel 1969, che sarà peraltro documentata da alcune fotografie di Franco Vaccari) – è una delle opere che hanno goduto nel tempo, pur con qualche periodo di oscuramento, di più vasta ammirazione e interesse, proprio per la sua intima, così “moderna” struttura, con il perenne incastro di trame, “in un mondo”, come scrive Gianni Celati, “dove tutti agiscono in stati di incantamento o di fissazione, prodotti dal gioco della sorte”, “con un’idea del mondo come pura meraviglia senza inizio e senza fine” – credo che questo sia alla radice della sintonia della cultura letteraria americana con l’Ariosto, in un Paese di perenne ricerca di una frontiera da raggiungere e valicare. Anche in campo artistico, la fortuna dell’Ariosto e del suo poema cavalleresco è stata assai diffusa – tra i tanti nomi che potremmo citare ci sono quelli di Tiziano e Guido Reni, di Fragonard e di Doré, con le infinite metamorfosi nei secoli del personaggio di Angelica (tra le quali Ruggero che salva Angelica di Ingres, conservato al Louvre di Parigi), così come nell’illustrazione moderna e contemporanea e nel cinema.
La mostra di Palazzo Magnani, a quarant’anni dalle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario, nel 1974, della nascita dell’Ariosto – che produssero iniziative espositive varie, in particolare al Palazzo dei Diamanti di Ferrara – parte in un qualche modo da quelle premesse – non casualmente la mostra reggiana riproporrà l’Omaggio all’Ariosto di Franco Vaccari –, presenta alcune opere successive, quali ad esempio le immagini scattate da Luigi Ghirri nel Mauriziano, e poi si concentra sugli esiti del confronto tra pittori, scultori, illustratori, autori di fumetti e fotografi, italiani e stranieri, con la figura dell’Ariosto e il testo dell’Orlando Furioso, per verificare l’influenza sull’immaginario creativo di una visione del mondo e delle umane esistenze che non può essere consegnata agli archivi del passato.
L’esposizione rivisita sommariamente la fortuna dell’Ariosto nel passato, partendo dalla preziosa collezione delle edizioni del Furioso di proprietà della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, e intende proporre le suggestioni esercitate dalla sua figura e dall’atmosfera, e soprattutto da specifici episodi del poema su alcuni importanti artisti contemporanei (circa trenta), italiani e stranieri: pittori e scultori (Valerio Adami, Tullio Pericoli, Hidetoshi Nagasawa, Gao Xingjian, Emilio Isgrò, Giulia Napoleone, Ruggero Savinio, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Piero Pizzi Cannella, Franco Vaccari, Claudio Parmiggiani, Pat Andrea, Antonio Seguí, Vladimir Velickovic, Manolo Valdés, Joe Tilson, Gérard Garouste, Philippe Favier, James Nares, Omar Galliani, Davide Benati, Roberto Barni, Giuseppe Bergomi, Graziano Pompili, Giuliano Della Casa, Lucio Del Pezzo, Elio Marchegiani, Umberto Mariani, William Xerra, Concetto Pozzati, Franco Guerzoni, Mirco Marchelli, Simone Pellegrini), illustratori e autori di fumetti, quali Lorenzo Mattotti, Gianluigi Toccafondo, Giuseppe Camuncoli, Matteo Casali, Paolo Bacilieri, Tuono Pettinato, Francesca Ghermandi, e la proposizione di parte della saga di Alejandro Jodorowsky sui “metabaroni”, i guerrieri perfetti, di alcune tavole di Guido Crepax, Sergio Toppi, Grazia Nidasio, fotografi come Marco Bolognesi (che produrrà alcune fotografie, con ricostruzioni attualizzate sulla base delle suggestioni del cinema contemporaneo, sull’episodio in cui Ariosto parla dell’assedio di Parigi, emblema del destino della città caduta, Costantinopoli), e come Nino Migliori e Vittore Fossati, che si stanno recando a visitare i luoghi ariosteschi – la casa natale di Reggio Emilia, la casa a Ferrara, la Garfagnana: Ariosto ebbe incarichi pubblici da parte degli Estensi.
Come si può intuire da queste prime indicazioni, la mostra intende verificare la persistenza della fortuna dell’Ariosto, e del suo Orlando Furioso, la capacità del poema di muovere l’immaginario, non solo nella letteratura (per limitarci a un solo esempio, Italo Calvino e l’attuale, crescente attenzione nelle Facoltà americane di Letteratura), ma in campi artistici quali la pittura, la scultura, l’illustrazione e il fumetto, la fotografia, che vengono in questa esposizione considerati linguaggi con pari dignità, ciascuno dei quali può essere in grado di stabilire un contatto, di affascinare persone con diversi gradi di conoscenze e sensibilità, anche giovani – particolare impegno sarà infatti dedicato al rapporto con gli studenti, anche prevedendo interventi diretti di artisti partecipanti alla mostra. Dunque, l’esposizione si propone di dimostrare, nel confronto con il “pianeta Ariosto”, l’attualità della sua figura e della sua opera, facendo emergere, attraverso linguaggi diversi, temi e motivi che nelle società contemporanee sono di straordinaria attualità.
Il vasto catalogo della mostra vuole essere un libro che vada ben al di là dell’occasione espositiva, diviso in una decina di capitoli, ciascuno con l’introduzione di alcuni importanti autori italiani e stranieri (Gianni Celati, Giulio Ferroni, Valerio Magrelli, Ermanno Cavazzoni, Lina Bolzoni, Gino Ruozzi, Antonio Faeti, Franco Farinelli, Roberto Roda, Luigi Ballerini, Massimo Ciavolella, Dennis Looney, Jim Jarmusch), del curatore della mostra, di critici e storici dell’arte e dell’illustrazione, corredati dalle immagini delle opere esposte, così da farne un volume che resti nel tempo come documento prezioso sull’Ariosto e sulla fortuna dell’Orlando Furioso.
È noto che l’Orlando Furioso – se si considerano le varie edizioni, le traduzioni in lingua straniera, gli adattamenti teatrali (come non ricordare la memorabile messa in scena di Luca Ronconi e Sanguineti nel 1969, che sarà peraltro documentata da alcune fotografie di Franco Vaccari) – è una delle opere che hanno goduto nel tempo, pur con qualche periodo di oscuramento, di più vasta ammirazione e interesse, proprio per la sua intima, così “moderna” struttura, con il perenne incastro di trame, “in un mondo”, come scrive Gianni Celati, “dove tutti agiscono in stati di incantamento o di fissazione, prodotti dal gioco della sorte”, “con un’idea del mondo come pura meraviglia senza inizio e senza fine” – credo che questo sia alla radice della sintonia della cultura letteraria americana con l’Ariosto, in un Paese di perenne ricerca di una frontiera da raggiungere e valicare. Anche in campo artistico, la fortuna dell’Ariosto e del suo poema cavalleresco è stata assai diffusa – tra i tanti nomi che potremmo citare ci sono quelli di Tiziano e Guido Reni, di Fragonard e di Doré, con le infinite metamorfosi nei secoli del personaggio di Angelica (tra le quali Ruggero che salva Angelica di Ingres, conservato al Louvre di Parigi), così come nell’illustrazione moderna e contemporanea e nel cinema.
La mostra di Palazzo Magnani, a quarant’anni dalle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario, nel 1974, della nascita dell’Ariosto – che produssero iniziative espositive varie, in particolare al Palazzo dei Diamanti di Ferrara – parte in un qualche modo da quelle premesse – non casualmente la mostra reggiana riproporrà l’Omaggio all’Ariosto di Franco Vaccari –, presenta alcune opere successive, quali ad esempio le immagini scattate da Luigi Ghirri nel Mauriziano, e poi si concentra sugli esiti del confronto tra pittori, scultori, illustratori, autori di fumetti e fotografi, italiani e stranieri, con la figura dell’Ariosto e il testo dell’Orlando Furioso, per verificare l’influenza sull’immaginario creativo di una visione del mondo e delle umane esistenze che non può essere consegnata agli archivi del passato.
L’esposizione rivisita sommariamente la fortuna dell’Ariosto nel passato, partendo dalla preziosa collezione delle edizioni del Furioso di proprietà della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, e intende proporre le suggestioni esercitate dalla sua figura e dall’atmosfera, e soprattutto da specifici episodi del poema su alcuni importanti artisti contemporanei (circa trenta), italiani e stranieri: pittori e scultori (Valerio Adami, Tullio Pericoli, Hidetoshi Nagasawa, Gao Xingjian, Emilio Isgrò, Giulia Napoleone, Ruggero Savinio, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Piero Pizzi Cannella, Franco Vaccari, Claudio Parmiggiani, Pat Andrea, Antonio Seguí, Vladimir Velickovic, Manolo Valdés, Joe Tilson, Gérard Garouste, Philippe Favier, James Nares, Omar Galliani, Davide Benati, Roberto Barni, Giuseppe Bergomi, Graziano Pompili, Giuliano Della Casa, Lucio Del Pezzo, Elio Marchegiani, Umberto Mariani, William Xerra, Concetto Pozzati, Franco Guerzoni, Mirco Marchelli, Simone Pellegrini), illustratori e autori di fumetti, quali Lorenzo Mattotti, Gianluigi Toccafondo, Giuseppe Camuncoli, Matteo Casali, Paolo Bacilieri, Tuono Pettinato, Francesca Ghermandi, e la proposizione di parte della saga di Alejandro Jodorowsky sui “metabaroni”, i guerrieri perfetti, di alcune tavole di Guido Crepax, Sergio Toppi, Grazia Nidasio, fotografi come Marco Bolognesi (che produrrà alcune fotografie, con ricostruzioni attualizzate sulla base delle suggestioni del cinema contemporaneo, sull’episodio in cui Ariosto parla dell’assedio di Parigi, emblema del destino della città caduta, Costantinopoli), e come Nino Migliori e Vittore Fossati, che si stanno recando a visitare i luoghi ariosteschi – la casa natale di Reggio Emilia, la casa a Ferrara, la Garfagnana: Ariosto ebbe incarichi pubblici da parte degli Estensi.
Come si può intuire da queste prime indicazioni, la mostra intende verificare la persistenza della fortuna dell’Ariosto, e del suo Orlando Furioso, la capacità del poema di muovere l’immaginario, non solo nella letteratura (per limitarci a un solo esempio, Italo Calvino e l’attuale, crescente attenzione nelle Facoltà americane di Letteratura), ma in campi artistici quali la pittura, la scultura, l’illustrazione e il fumetto, la fotografia, che vengono in questa esposizione considerati linguaggi con pari dignità, ciascuno dei quali può essere in grado di stabilire un contatto, di affascinare persone con diversi gradi di conoscenze e sensibilità, anche giovani – particolare impegno sarà infatti dedicato al rapporto con gli studenti, anche prevedendo interventi diretti di artisti partecipanti alla mostra. Dunque, l’esposizione si propone di dimostrare, nel confronto con il “pianeta Ariosto”, l’attualità della sua figura e della sua opera, facendo emergere, attraverso linguaggi diversi, temi e motivi che nelle società contemporanee sono di straordinaria attualità.
Il vasto catalogo della mostra vuole essere un libro che vada ben al di là dell’occasione espositiva, diviso in una decina di capitoli, ciascuno con l’introduzione di alcuni importanti autori italiani e stranieri (Gianni Celati, Giulio Ferroni, Valerio Magrelli, Ermanno Cavazzoni, Lina Bolzoni, Gino Ruozzi, Antonio Faeti, Franco Farinelli, Roberto Roda, Luigi Ballerini, Massimo Ciavolella, Dennis Looney, Jim Jarmusch), del curatore della mostra, di critici e storici dell’arte e dell’illustrazione, corredati dalle immagini delle opere esposte, così da farne un volume che resti nel tempo come documento prezioso sull’Ariosto e sulla fortuna dell’Orlando Furioso.
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