1940 A.B.

Galleria Quadrupede

 

Dal 09 Giugno 2011 al 21 Giugno 2011

Roma

Luogo: QUADRUPEDE

Indirizzo: Via Di San Giovanni In Laterano 45

Orari: tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00

Curatori: Antontio Maragnani, Cristiano Seregni

Costo del biglietto: ingresso libero

E-Mail info: info@quadrupede.it

Sito ufficiale: http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=106322


E’ da circa un anno che voglio festeggiare con una mostra i settantenni degli amici Anselmi e Berto essendo nati entrambi nel 1940. Oggi a sorpresa ho proposto loro i festeggiamenti ospiti nella Galleria Quadrupede. Il tempo a disposizione non è molto, ma per fortuna la galleria non è enorme, poi c’è da dire che entrambi sono dei grandi lavoratori, Gianpaolo lavora prevalentemente di notte, Emilio di giorno. L’ambiguità del titolo se di ambiguità si tratta è semplicemente 1940 Anselmi Berto. Anselmi precisa che l’ordine dei nomi è puramente alfabetico poiché se così non fosse l’ordine avrebbe dovuto essere rovesciato per dare giustamente al Maestro il posto d’onore. Anselmi malgrado la sua attitudine al disegno dimostrata fin dal periodo delle scuole di avviamento professionale comincia a dipingere solo nel 1970. Autodidatta si forma alla Galleria “ Il Nuovo Carpine “ di Giorgio Braghiroli essendo stato di questo collaboratore per una quindicina di anni. La sua ricerca è rivolta al “riciclaggio “ di materiali raccolti prevalentemente alla foce del Tevere nell’intento Di rappresentare un ritorno alla dimensione “ naturale “ o “ primordiale “ del sacro. Molte “ sculture “ ( nel senso moderno del termine ) rappresentano dei “ totem “ di rara suggestione che gli hanno procurato un buon successo testimoniato, solo per citarne alcuni, dagli scritti di Giovanni Anceschi, Franco Campegiani, Buno Caruso, Mario Lunetta, Fausto Marziali, Aldo Onorati, Sangiuliano, Luigi Tallarico e Francesco Veronesi.  Gian Paolo Berto è nato e cresciuto nel circoscritto ma fervente ambiente artistico adriese del dopoguerra dove, a parte il genio isolato e non ancora riscoperto dell'anglosassone Foster, un nuovo clima culturale si andava formando accanto alle figure di Scarpari, Reali, Rizzi, Palmieri, Gioli. Poi a Rovigo è a studio con Prudenziato e Breseghello e in amicizia con Gabbris Ferrari. L'incontro con i maestri Zancanaro e Levi è folgorante e costituisce il trampolino di lancio di questo eclettico artista nel mondo della pittura contemporanea italiana. Pur essendo stato tra i pochissimi ammessi allo studio di De Chirico (ma anche di Guttuso e Picasso), e aver esposto in prestigiose gallerie e musei, Berto si è sempre esentato dall'apparire nelle vetrine del grande mercato dell'arte, prediligendo il contatto, in chiave anti-elitaria, con le cerchie di pubblico più genuino: allievi, gente semplice, artisti e intellettuali che conducono la propria ricerca con rigore a autonomia rispetto a mode e correnti. Ciò non significa che la sua pittura sia avulsa dal contesto dell'arte contemporanea. Anzi, la caratteristica appropriazione del pittore della realtà che lo circonda e alle forme in evoluzione della pittura, in Berto è esplicita e, come spesso accade nell'arte, vaticinatoria. È noto infatti il debito contratto dalla Pop americana nei confronti di quella europea: un fronte che a suo tempo trovava un Berto attento e operativo e poi, nei decenni a seguire, pronto a cogliere le fioriture delle successive frontiere dell'arte. Attualmente vive e lavora a Roma, dove ha insegnato per quarantenni tecnica dell’incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata e poi di Roma. Antonio Maragnani

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