ABC Ceccobelli. Capovolgere
Dal 12 Giugno 2015 al 30 Luglio 2015
Roma
Luogo: Fondazione Pastificio Cerere
Indirizzo: via degli Ausoni 7
Orari: lun-ven 15-19
Curatori: Marcello Smarrelli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 45422960
E-Mail info: info@pastificiocerere.it
Sito ufficiale: http://www.pastificiocerere.it
Giovedì 11 giugno 2015 alle ore 19 inaugura la mostra di ABC Ceccobelli (Auro, Bruno e Celso Ceccobelli), dal titolo CAPOVOLGERE – a cura di Marcello Smarrelli - realizzata nell’ambito delle iniziative volte a celebrare i 10 anni di attività della Fondazione Pastificio Cerere e i 110 anni dalla costruzione dell’edificio dove è situata. La mostra sarà aperta al pubblico dal 12 giugno al 30 luglio 2015.
A dieci anni dalla sua nascita la Fondazione rende omaggio - con un ciclo di sei mostre dedicate a Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella e Tirelli – ai protagonisti di quel fermento culturale e creativo che dagli anni Settanta anima la vita dell’ex pastificio. Questi sei artisti, noti come “Gruppo di San Lorenzo”, sono coloro che per primi hanno riconosciuto le potenzialità di questo luogo dismesso, decidendo di trasferirvi i propri studi. Pur confrontandosi quotidianamente, hanno elaborato un linguaggio autonomo dagli esiti differenti che contribuisce ancora in maniera determinante a movimentare la scena dell’arte contemporanea, dimostrando che si può essere radicati in un posto, o addirittura in un edificio, ma allo stesso tempo far parte della grande comunità artistica internazionale.
Per la progettazione delle mostre non è stato indicato agli artisti nessun concept preciso, ma si è lasciata la possibilità di costruire e presentare un percorso all’interno della loro lunga ed articolata produzione. Queste sei mostre sono altrettanti viaggi ideali nell’immaginario, nelle fonti di ispirazione e nell’universo di segni di ogni artista, intrecciati ai racconti e alle testimonianze degli anni vissuti nell’ex Pastificio in rapporto con la città, con gli amici, con i collezionisti e i galleristi e tutti quelli che hanno avuto un ruolo significativo nel tessere le trame di queste storie.
Il titolo della mostra, CAPOVOLGERE, ci introduce subito nell’ambito della ricerca di Bruno Ceccobelli, da sempre attratto da nuove possibilità di leggere la realtà e sovvertire il senso comune del linguaggio. Attraverso la sua costante disciplina del fare, l’artista scavalca le convenzioni e offre visioni che non si esauriscono mai completamente, ma vengono continuamente rielaborate: “è come se tutta l’attenzione di Ceccobelli fosse indirizzata verso un’arte declinata quale linguaggio iniziatico o quale ricerca che fa della forma un problema da rifondare incessantemente” (Luigi Meneghelli, 2003).
Bruno Ceccobelli, nato e cresciuto a Todi, si sente Homo medievalis, vicino allo spirito delle botteghe artigianali e del lavoro collettivo, animato da un forte amore per la materia, dalla passione per la tecnica e dalla fiducia nella sperimentazione, ha deciso di invitare anche i suoi figli Auro e Celso, suoi assistenti da diversi anni. Da qui la scelta di firmare la mostra con le iniziali dei loro nomi, ABC Ceccobelli.
CAPOVOLGERE si sviluppa in tre luoghi del Pastificio Cerere: lo spazio espositivo della Fondazione, la corte interna e la sede dell’Associazione Culturale Mabì. La mostra si apre con l'opera di Bruno Ceccobelli Confessionale (1986), una porta prelevata da uno degli ambienti dell'ex Pastificio, omaggio al suo vecchio atelier situato proprio nello spazio che oggi ospita la Fondazione. L'artista si è sempre distinto per il personalissimo modo di assemblare materiali ed oggetti di recupero: li trasforma, li dipinge, li immerge nella cera, li segna con le sue impronte. Questo processo di decontestualizzazione è volto a recuperare simbologie e significati reconditi degli oggetti, con l'intento di conferire loro una nuova luce, un'aura da reliquia.
Seguono i lavori appartenenti alla sua produzione più recente (2015): Iridi, nella prima stanza e Pupille a conclusione del percorso. Si tratta di pitto-sculture di forma circolare realizzate in bitume, un materiale che, come l'interno dell'occhio, è oscuro ma lucidissimo, perciò la luce che vi arriva non viene completamente assorbita ma in parte si riflette. Le immagini che vediamo al loro interno si autogenerano in questo rispecchiamento che coinvolge lo spettatore e lo spazio circostante.
Nella corte interna troviamo i Ritratti di bandiera, l'installazione realizzata a sei mani dai tre artisti. I 20 drappi di stoffa presentano i motivi delle bandiere internazionali in cui sono inseriti gli scatti fotografici di Auro e Celso che rappresentano Bruno Ceccobelli in veste di performer. Questa operazione auspica la creazione di un governo mondiale, un'unica entità politica internazionale per garantire pace e convivenza tra tutte le popolazioni.
Nella sede dell’Associazione Culturale Mabì, sono presentati undici video, omaggio ad artisti famosi, realizzati da Auro e Celso Ceccobelli a partire dal 2011: tra i più significativi, Maestro K (2013), dedicato a Jannis Kounellis e realizzato in occasione della sua mostra alla Fondazione VOLUME! di Roma, Enzo Cucchi – la processione di Prisca (2013), ripreso per la Galleria Bibo’s Place di Todi; tra gli inediti, il video realizzato in occasione della mostra Alberto Burri – Davide D’Elia. Cretti, Fuochi, Muffe presso la Galleria Bibo’s Place.
Altre sedi:
Associazione Culturale Mabì
via degli Ausoni 5, Roma
lunedì – venerdì 17.00-19.00
ingresso libero
A dieci anni dalla sua nascita la Fondazione rende omaggio - con un ciclo di sei mostre dedicate a Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella e Tirelli – ai protagonisti di quel fermento culturale e creativo che dagli anni Settanta anima la vita dell’ex pastificio. Questi sei artisti, noti come “Gruppo di San Lorenzo”, sono coloro che per primi hanno riconosciuto le potenzialità di questo luogo dismesso, decidendo di trasferirvi i propri studi. Pur confrontandosi quotidianamente, hanno elaborato un linguaggio autonomo dagli esiti differenti che contribuisce ancora in maniera determinante a movimentare la scena dell’arte contemporanea, dimostrando che si può essere radicati in un posto, o addirittura in un edificio, ma allo stesso tempo far parte della grande comunità artistica internazionale.
Per la progettazione delle mostre non è stato indicato agli artisti nessun concept preciso, ma si è lasciata la possibilità di costruire e presentare un percorso all’interno della loro lunga ed articolata produzione. Queste sei mostre sono altrettanti viaggi ideali nell’immaginario, nelle fonti di ispirazione e nell’universo di segni di ogni artista, intrecciati ai racconti e alle testimonianze degli anni vissuti nell’ex Pastificio in rapporto con la città, con gli amici, con i collezionisti e i galleristi e tutti quelli che hanno avuto un ruolo significativo nel tessere le trame di queste storie.
Il titolo della mostra, CAPOVOLGERE, ci introduce subito nell’ambito della ricerca di Bruno Ceccobelli, da sempre attratto da nuove possibilità di leggere la realtà e sovvertire il senso comune del linguaggio. Attraverso la sua costante disciplina del fare, l’artista scavalca le convenzioni e offre visioni che non si esauriscono mai completamente, ma vengono continuamente rielaborate: “è come se tutta l’attenzione di Ceccobelli fosse indirizzata verso un’arte declinata quale linguaggio iniziatico o quale ricerca che fa della forma un problema da rifondare incessantemente” (Luigi Meneghelli, 2003).
Bruno Ceccobelli, nato e cresciuto a Todi, si sente Homo medievalis, vicino allo spirito delle botteghe artigianali e del lavoro collettivo, animato da un forte amore per la materia, dalla passione per la tecnica e dalla fiducia nella sperimentazione, ha deciso di invitare anche i suoi figli Auro e Celso, suoi assistenti da diversi anni. Da qui la scelta di firmare la mostra con le iniziali dei loro nomi, ABC Ceccobelli.
CAPOVOLGERE si sviluppa in tre luoghi del Pastificio Cerere: lo spazio espositivo della Fondazione, la corte interna e la sede dell’Associazione Culturale Mabì. La mostra si apre con l'opera di Bruno Ceccobelli Confessionale (1986), una porta prelevata da uno degli ambienti dell'ex Pastificio, omaggio al suo vecchio atelier situato proprio nello spazio che oggi ospita la Fondazione. L'artista si è sempre distinto per il personalissimo modo di assemblare materiali ed oggetti di recupero: li trasforma, li dipinge, li immerge nella cera, li segna con le sue impronte. Questo processo di decontestualizzazione è volto a recuperare simbologie e significati reconditi degli oggetti, con l'intento di conferire loro una nuova luce, un'aura da reliquia.
Seguono i lavori appartenenti alla sua produzione più recente (2015): Iridi, nella prima stanza e Pupille a conclusione del percorso. Si tratta di pitto-sculture di forma circolare realizzate in bitume, un materiale che, come l'interno dell'occhio, è oscuro ma lucidissimo, perciò la luce che vi arriva non viene completamente assorbita ma in parte si riflette. Le immagini che vediamo al loro interno si autogenerano in questo rispecchiamento che coinvolge lo spettatore e lo spazio circostante.
Nella corte interna troviamo i Ritratti di bandiera, l'installazione realizzata a sei mani dai tre artisti. I 20 drappi di stoffa presentano i motivi delle bandiere internazionali in cui sono inseriti gli scatti fotografici di Auro e Celso che rappresentano Bruno Ceccobelli in veste di performer. Questa operazione auspica la creazione di un governo mondiale, un'unica entità politica internazionale per garantire pace e convivenza tra tutte le popolazioni.
Nella sede dell’Associazione Culturale Mabì, sono presentati undici video, omaggio ad artisti famosi, realizzati da Auro e Celso Ceccobelli a partire dal 2011: tra i più significativi, Maestro K (2013), dedicato a Jannis Kounellis e realizzato in occasione della sua mostra alla Fondazione VOLUME! di Roma, Enzo Cucchi – la processione di Prisca (2013), ripreso per la Galleria Bibo’s Place di Todi; tra gli inediti, il video realizzato in occasione della mostra Alberto Burri – Davide D’Elia. Cretti, Fuochi, Muffe presso la Galleria Bibo’s Place.
Altre sedi:
Associazione Culturale Mabì
via degli Ausoni 5, Roma
lunedì – venerdì 17.00-19.00
ingresso libero
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