Agostino Arrivabene. Theoin

Agostino Arrivabene, Rapture (Ganimede), 2012, olio su lino, 180x230 cm (particolare)
Dal 23 Novembre 2012 al 19 Dicembre 2012
Roma
Luogo: First Gallery
Indirizzo: via Margutta 14
Orari: da martedì a sabato 11-19
Curatori: Carolina Lio
Telefono per informazioni: +39 06 3230673
E-Mail info: info@firstgallery.it
Sito ufficiale: http://www.firstgallery.it
ll mito antico e le suggestive atmosfere arcane che popolano i lavori di Agostino Arrivabene vengono presentati per laprimavolta al pubblico romano alla FirstGallery. Nelle ultime opere di Agostino Arrivabene continua la sua ricerca sui miti e sul senso del sacro a cui aggiunge una nuova dimensione barocca, adorna di oro e di luce, simbolo di una rivelazione conciliatrice con l'universo. Il Theoin è, infatti, la manifestazione del divino, ovviamente intesa nel senso metaforico di una crescita spirituale che permette di trascendere il dolore di vivere e la paura della morte, lasciando il posto a un senso di meraviglia davanti al tutto.
In mostra circa quaranta opere che documentano - attraverso dipinti e vari studi - questo percorso intimo e personale oltre che artistico.
Con il superamento del suo più forte limite/limen interiore, infatti, Arrivabene sviluppa parallelamente una nuova fase della sua pittura. Resta la mitologia, il forte legame con la cultura dell'Antica Grecia, la sacralità, restano le anamorfosi e le atmosfere cupe, ma stavolta emerge soprattutto un legame uomo-dio e una
conoscenza misterica che consente all'uomo di liberarsi ed
emanciparsi dai suoi lati più deboli. Come scrive il curatore della mostra, Carolina Lio: “Agostino Arrivabene ora non si identifica più nel ratto forzato di una Persefone angustiata e impaurita dal suo viaggio nell'Ade, ma pensa invece a un Ganimede rapito dalla passione di
Zeus che, sotto forma di aquila, lo porta via dal mondo per dargli un posto nell'Olimpo.
Il Ganimede di Agostino Arrivabene viene attratto verso l'alto e si stacca da terra restando sospeso a mezz'aria grazie a una forza soprannaturale. Sopra di
lui una nube di luce e di materia, una fonte sfolgorante di energia, si impossessa del corpo che, abbandonato a questa manifestazione divina, si lascia trasportare verso una nuova dimensione trascendente e di verità.
Qui non esiste la paura della morte e il morbo è finalmente vinto”.
In mostra circa quaranta opere che documentano - attraverso dipinti e vari studi - questo percorso intimo e personale oltre che artistico.
Con il superamento del suo più forte limite/limen interiore, infatti, Arrivabene sviluppa parallelamente una nuova fase della sua pittura. Resta la mitologia, il forte legame con la cultura dell'Antica Grecia, la sacralità, restano le anamorfosi e le atmosfere cupe, ma stavolta emerge soprattutto un legame uomo-dio e una
conoscenza misterica che consente all'uomo di liberarsi ed
emanciparsi dai suoi lati più deboli. Come scrive il curatore della mostra, Carolina Lio: “Agostino Arrivabene ora non si identifica più nel ratto forzato di una Persefone angustiata e impaurita dal suo viaggio nell'Ade, ma pensa invece a un Ganimede rapito dalla passione di
Zeus che, sotto forma di aquila, lo porta via dal mondo per dargli un posto nell'Olimpo.
Il Ganimede di Agostino Arrivabene viene attratto verso l'alto e si stacca da terra restando sospeso a mezz'aria grazie a una forza soprannaturale. Sopra di
lui una nube di luce e di materia, una fonte sfolgorante di energia, si impossessa del corpo che, abbandonato a questa manifestazione divina, si lascia trasportare verso una nuova dimensione trascendente e di verità.
Qui non esiste la paura della morte e il morbo è finalmente vinto”.
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