Alessandra Carloni. Ibrido urbano, dall’immaginario alla visione aumentata
Dal 13 Dicembre 2024 al 19 Gennaio 2025
Roma
Luogo: Palazzo Merulana
Indirizzo: Via Merulana 121
Curatori: Valeria Rufini Ferranti
Costo del biglietto: Durante il periodo espositivo, l’ingresso prevede il biglietto integrato di Palazzo Merulana (collezione permanente Cerasi + mostra Alessandra Carloni)
Telefono per informazioni: +39 06 960 30 764
E-Mail info: info@medinaroma.com
Sito ufficiale: http://www.palazzomerulana.it
Dal 13 Dicembre al 19 Gennaio 2025 Palazzo Merulana, Fondazione Elena e Claudio Cerasi e Coop Culture presentano la mostra personale di Alessandra Carloni “IBRIDO URBANO, dall’immaginario alla visione aumentata” a cura di Valeria Rufini Ferranti, organizzata da Medina Art Gallery.
Prosegue il successo espositivo della giovane artista romana, dopo la mostra a Palazzo della Cancelleria: ora il contesto museale pone la Carloni in dialogo con la straordinaria Collezione Cerasi costituita dai capolavori del Novecento Italiano. Inedite opere imperdibili e sketch per apprezzare in che modo, questa volta, la muralista si misuri con le dimensioni della tela.
La mostra esplode l'esperienza dell'individuo nel contesto urbano tecnologizzato, tra contraddizioni e prospettive.
Vite di creature senza sguardi, ibridi di città smarriti nella giungla urbana che corre verso un’omologazione cieca e feroce, che livella il pensiero divergente, che inibisce la creatività. Un giovane umanoide si aggira in una metropoli ormai desolata, tra le macerie e i rifiuti di un pianeta esausto, progredito all’impazzata fino ad implodere su se stesso. La distopia di un futuro prossimo come background, l’elaborazione figurativa di un character non identificato come protagonista, poi la scoperta forse salvifica: un visore 3D, abbandonato a terra, la pass key per aprire uno dei mille mondi possibili. Tra le infinite opzioni, si spalanca la visione di un multiverso parallelo, vivo, ripopolato, in cui la natura si riappropria di ciò che le è stato sottratto: la mente, nutrita dalla fantasia e potenziata dal visore, ha generato le proiezioni rigogliose e alternative in cui realtà e immaginario si ribaltano e si amplificano reciprocamente, avviluppandosi in una terza dimensione, quella aumentata.
“In bilico lungo i profili dei monumenti, con i piedi a penzoloni sul traffico, l’ibrido urbano di Alessandra Carloni è epifania dell’incursione umana in un contesto virtuale, in cui trova finalmente spazio l’esigenza ancestrale di sentirsi parte di un tutto generatore, di una Natura Madre che ci ha partorito”, sottolinea la curatrice della mostra Valeria Rufini Ferranti. Inaspettatamente natura e digitale innescano un dialogo dai risultati inattesi: un riscatto culturale ed estetico attraverso una narrazione compatta e un segno stilisticamente riconoscibile.
La Carloni scrive il “c’era una volta” di un’altra favola urbana, versione 5.0, tratteggiata con l’incredibile leggerezza pittorica che le è propria e una nuovissima e personale visione delle cose dall’alto, appellandosi al calore delle atmosfere del realismo magico, per mediare la precisione delle intelligenze artificiali.
Prosegue il successo espositivo della giovane artista romana, dopo la mostra a Palazzo della Cancelleria: ora il contesto museale pone la Carloni in dialogo con la straordinaria Collezione Cerasi costituita dai capolavori del Novecento Italiano. Inedite opere imperdibili e sketch per apprezzare in che modo, questa volta, la muralista si misuri con le dimensioni della tela.
La mostra esplode l'esperienza dell'individuo nel contesto urbano tecnologizzato, tra contraddizioni e prospettive.
Vite di creature senza sguardi, ibridi di città smarriti nella giungla urbana che corre verso un’omologazione cieca e feroce, che livella il pensiero divergente, che inibisce la creatività. Un giovane umanoide si aggira in una metropoli ormai desolata, tra le macerie e i rifiuti di un pianeta esausto, progredito all’impazzata fino ad implodere su se stesso. La distopia di un futuro prossimo come background, l’elaborazione figurativa di un character non identificato come protagonista, poi la scoperta forse salvifica: un visore 3D, abbandonato a terra, la pass key per aprire uno dei mille mondi possibili. Tra le infinite opzioni, si spalanca la visione di un multiverso parallelo, vivo, ripopolato, in cui la natura si riappropria di ciò che le è stato sottratto: la mente, nutrita dalla fantasia e potenziata dal visore, ha generato le proiezioni rigogliose e alternative in cui realtà e immaginario si ribaltano e si amplificano reciprocamente, avviluppandosi in una terza dimensione, quella aumentata.
“In bilico lungo i profili dei monumenti, con i piedi a penzoloni sul traffico, l’ibrido urbano di Alessandra Carloni è epifania dell’incursione umana in un contesto virtuale, in cui trova finalmente spazio l’esigenza ancestrale di sentirsi parte di un tutto generatore, di una Natura Madre che ci ha partorito”, sottolinea la curatrice della mostra Valeria Rufini Ferranti. Inaspettatamente natura e digitale innescano un dialogo dai risultati inattesi: un riscatto culturale ed estetico attraverso una narrazione compatta e un segno stilisticamente riconoscibile.
La Carloni scrive il “c’era una volta” di un’altra favola urbana, versione 5.0, tratteggiata con l’incredibile leggerezza pittorica che le è propria e una nuovissima e personale visione delle cose dall’alto, appellandosi al calore delle atmosfere del realismo magico, per mediare la precisione delle intelligenze artificiali.
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