Antonio Tamburro. Segno/Energia/Colore/Movimento
Antonio Tamburro, Walking across the street
Dal 19 March 2014 al 19 April 2014
Roma
Luogo: 6° Senso Art Gallery
Indirizzo: via dei Maroniti 13
Orari: da lunedì a sabato 11-19; domenica su appuntamento
Curatori: Kasper Van Aalten
Telefono per informazioni: +39 06 69921131 / 349 7075469
E-Mail info: info@sestosensoartgallery.com
Sito ufficiale: http://www.sestosensoartgallery.com
Sarà presentata a Roma mercoledì 19 marzo 2014 alle ore 19 la mostra “Antonio Tamburro.
Segno/Colore/Energia/Movimento”, a cura di Kasper Van Aalten, presso la 6° Senso Art Gallery di Via dei Maroniti 13. In esposizione una serie di nuove tele che l’artista ha creato in formati di medie e grandi dimensioni, confermando un suo personale percorso artistico in cui la pittura mai viene meno, cedendo a lusinghe concettuali o ad altri mezzi espressivi che l’arte contemporanea ha fagocitato.
Definito agli inizi del Nuovo Millennio “Il solitario della pittura” (mensile “Arte Mondadori”, 2002), Antonio Tamburro è stato protagonista di diverse mostre curate dalla galleria.
La sua arte è sempre una rivelazione, pur nei caratteri distintivi che la identificano: segno, energia, colore, movimento sembrano fungere da nuovi elementi empedoclei. La loro combinazione perviene a uno stile in cui tradizione figurativa e maestria tecnica sono al servizio di un’arte proiettata nel futuro, con quel colore che si espande dinamicamente sulla tela a testimoniare i ritmi frenetici dell’era moderna. Predominano non a caso i temi metropolitani come le folle anonime delle grandi città, il fluire concitato di automobili in corsa, la sovraesposizione del paesaggio a immagini pubblicitarie. Eppure si avverte l’assenza, proprio come nei lavori che ritraggono le pose solitarie di figure femminili colte nella loro intimità domestica o in appartati scenari urbani. Le scene raffigurate parlano di qualcosa che è andato smarrito ma non del tutto perduto. I colori forti e accesi emergono nell’imperante sfondo dai toni grigi e blu e rinviano a qualcosa che ancora può essere sottratto all’ingranaggio vorticoso della modernità. Non c’è però inquietudine nelle tele di Tamburro. Egli coglie la bellezza e la vitalità di queste scene contemporanee, immortalandole con seducenti tagli prospettici. L’artista non giudica. C’è piuttosto un inno alla vita che traspare dalla grande passione per la pittura, visibile in tutta la sua produzione.
Davanti a un’opera di Tamburro percepiamo la lezione dell’insigne arte passata, ma non un nome s’impone sugli altri se non quello di chi l’ha concepita: Antonio Tamburro. Uno stile che ha maturato nel tempo quella prerogativa tipica dei grandi artisti, la riconoscibilità, senza smentire la continua sperimentazione del suo linguaggio figurativo lungo un arco di oltre quarant’anni. Nel 2009 Palazzo Venezia gli ha tributato un’importante retrospettiva dal titolo “il Senso del Tempo”, allestita con le opere più significative della sua carriera. Il più recente lavoro “Walking across the street” è un’imponente tela di 2x2 m che non lascia indifferente colui che osserva. Donne, inquadrate di schiena, avanzano con sinuosa andatura. Una pennellata ariosa che quasi induce lo spettatore a seguirne il cammino, esattamente come tutta l’arte di Tamburro che ci invita a guardarla con sempre nuova complicità.
Segno/Colore/Energia/Movimento”, a cura di Kasper Van Aalten, presso la 6° Senso Art Gallery di Via dei Maroniti 13. In esposizione una serie di nuove tele che l’artista ha creato in formati di medie e grandi dimensioni, confermando un suo personale percorso artistico in cui la pittura mai viene meno, cedendo a lusinghe concettuali o ad altri mezzi espressivi che l’arte contemporanea ha fagocitato.
Definito agli inizi del Nuovo Millennio “Il solitario della pittura” (mensile “Arte Mondadori”, 2002), Antonio Tamburro è stato protagonista di diverse mostre curate dalla galleria.
La sua arte è sempre una rivelazione, pur nei caratteri distintivi che la identificano: segno, energia, colore, movimento sembrano fungere da nuovi elementi empedoclei. La loro combinazione perviene a uno stile in cui tradizione figurativa e maestria tecnica sono al servizio di un’arte proiettata nel futuro, con quel colore che si espande dinamicamente sulla tela a testimoniare i ritmi frenetici dell’era moderna. Predominano non a caso i temi metropolitani come le folle anonime delle grandi città, il fluire concitato di automobili in corsa, la sovraesposizione del paesaggio a immagini pubblicitarie. Eppure si avverte l’assenza, proprio come nei lavori che ritraggono le pose solitarie di figure femminili colte nella loro intimità domestica o in appartati scenari urbani. Le scene raffigurate parlano di qualcosa che è andato smarrito ma non del tutto perduto. I colori forti e accesi emergono nell’imperante sfondo dai toni grigi e blu e rinviano a qualcosa che ancora può essere sottratto all’ingranaggio vorticoso della modernità. Non c’è però inquietudine nelle tele di Tamburro. Egli coglie la bellezza e la vitalità di queste scene contemporanee, immortalandole con seducenti tagli prospettici. L’artista non giudica. C’è piuttosto un inno alla vita che traspare dalla grande passione per la pittura, visibile in tutta la sua produzione.
Davanti a un’opera di Tamburro percepiamo la lezione dell’insigne arte passata, ma non un nome s’impone sugli altri se non quello di chi l’ha concepita: Antonio Tamburro. Uno stile che ha maturato nel tempo quella prerogativa tipica dei grandi artisti, la riconoscibilità, senza smentire la continua sperimentazione del suo linguaggio figurativo lungo un arco di oltre quarant’anni. Nel 2009 Palazzo Venezia gli ha tributato un’importante retrospettiva dal titolo “il Senso del Tempo”, allestita con le opere più significative della sua carriera. Il più recente lavoro “Walking across the street” è un’imponente tela di 2x2 m che non lascia indifferente colui che osserva. Donne, inquadrate di schiena, avanzano con sinuosa andatura. Una pennellata ariosa che quasi induce lo spettatore a seguirne il cammino, esattamente come tutta l’arte di Tamburro che ci invita a guardarla con sempre nuova complicità.
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