Claudio Di Carlo. I pasticcini li porto io

Claudio Di Carlo, "59", 2020, mixed media, cm. 22x14,5

 

Dal 05 Settembre 2020 al 26 Settembre 2020

Roma

Luogo: Galleria Minima

Indirizzo: via del Pellegrino 18

Orari: dal martedì al sabato 16.00 - 19.00 oppure su appuntamento

Curatori: Francesca Perti

Telefono per informazioni: +39 3393241875

E-Mail info: galleria_minima@hotmail.it



Il giorno 5 settembre 2020 alle ore 18.00 la Galleria Minima arte contemporanea di Mario Tosto presenta la mostra I Pasticcini li porto io di Claudio di Carlo a cura di Francesca Perti

“Claudio Di Carlo si incarna nell’aria del mondo, ne coglie le contraddizioni e le discrasie, ma anche le combustioni felici e i piccoli incendi che illuminano l’anima. Da sempre la sua ricerca lo porta a mescolare musica, cinema e letteratura con le immagini e le suggestioni della vita reale. La sua opera affronta i temi più spinosi dell’attualità, la complessità del mondo contemporaneo e l’evoluzione del suo linguaggio. Interessato ai problemi legati alle questioni di genere, al razzismo e alle migrazioni, il suo sguardo mai banale è uno sguardo che cura, che porta a riflettere su soluzioni più rischiose, a buttare via le copie e a dedicarci ad atti unici. Di Carlo è un nomade che rivendica per se stesso il diritto al controsenso, facendo della sua arte e del suo pensiero una potenza nomade, una macchina da guerra che guasta tutti i codici e non si lascia ricodificare. Come dice Deleuze “una vita nomade è una vita che resiste alla codificazione che altro non è che l’attività di cui si è sempre servita la forma stato e la politica”. Non cristallizzato in un ruolo il nomade è l’emblema di una eccedenza che dà voce ad un rifiuto ed è questo che compie Di Carlo: scompagina, ricuce, coinvolge e sorprende, crea un annullamento passato-presente in un momento in cui il tempo culturale si è ripiegato su se stesso e dove la cultura viene de-erotizzata. Di Carlo non ammansisce e non è ammansito da astuzie consumate, ma seduce con la propria irriducibile irrequietezza. Il suo è un continuo lavoro di “ricombinazione” che ha sempre solcato le forme estetiche della vita quotidiana e le forme spettacolari del consumo di massa per approdare alla distillazione e all’integrità di una chiara esperienza sensibile. Il mondo reale e il mondo interiore si fondono aprendo a una realtà altra.

La mostra/installazione “I pasticcini li porto io”, (Mixed Media), è costruita come una quadreria ottocentesca: da pittore qual è, Di Carlo coglie un’infinitesima porzione di tempo e spazio nella storia, ma la fissa su un supporto industriale come i vassoi da dolci, in uno spiazzante incontro tra tradizione pittorica occidentale e contemporaneità, tra alto e basso, passato e attualità, arte e produzione di massa. Il vassoio stesso ha una sua cornice che ci riporta al quadro, ma dentro di esso Di Carlo fa esplodere le sue immagini del mondo, del suo e del nostro, un mondo che non accetta di essere “incorniciato”, “inquadrato” o “codificato”.

Dice Di Carlo: Queste opere sono di un sopravvissuto che, per quanto possibile, vuole offrirle in senso gioioso, in un simbolico incontro di riconciliazione con l’ambiente e il mondo ormai cambiato attraverso il linguaggio.” (testo critico di Francesca Perti)

L’artista sarà presente il 5 settembre, giorno dell’inaugurazione, per il finissage del 26 settembre e nell’appuntamento intermedio del 17 settembre 2020


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