Diari d'Artista e Macchie d'Inchiostro di Elizabeth Frole
Dal 20 Febbraio 2014 al 20 Marzo 2014
Roma
Luogo: Sala Crociere - Biblioteca d’Archeologia e Storia dell’Arte di Roma
Indirizzo: via del Collegio Romano 27
Orari: lunedì 14-19; mercoledì 9.30-17; giovedì 9.30-13.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 69770053
E-Mail info: b-asar@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.archeologica.librari.beniculturali.it
Questa raccolta di dieci anni di diari narra una storia d’amore tra la scrittura, il disegno, la poesia e il carteggio epistolare.
La scrittura, che nell'estremo oriente è madre generatrice di tutta l'arte, è anche il dono della mia formazione giapponese; in modo naturale la scrittura è dunque diventata linfa vitale del mio lavoro. Pertanto, i miei libri hanno difficoltà a esistere senza un testo, mio o di qualche poeta che guidi mia mano: Nazim Hikmet, Mahmoud Darwich, Jean-Joseph Rabearivelo, Lawrence Durell, James Joyce, le Mille e Una Notte...
I diari parlano di viaggi e di solitudine, in una stanza, in un paese: Giappone, Madagascar, Turchia... oppure possono parlare di macchie, di silenzi, di ombre.
I diari risultano impregnati anche di scambi epistolari e interlocutori essenzialmente di origine orientale. Questo a ribadire la particolare attenzione che la cultura orientale riserva alla scrittura.
A fronte dell’intrinseca bellezza, tenerezza, dolcezza che la lettera manoscritta possiede, oggi non ci si può che rammaricare del suo divenire sempre più desueta fino al limite della sua possibile estinzione. “L’inchiostro che penetra la carta allo stesso tempo traccia un segno profondo nel cuore di chi legge” dice Koike Ikuo ideatore di un museo epistolare (XXI secolo) sotto il Monte Fuji. Le lettere di altri che ho custodite e che oggi espongo hanno ovviamente lasciato un segno profondo nel mio lavoro.
I diari sono accompagnati da fotografie che illustrano le pagine non aperte, si precisa così lo spirito dei volumi e se ne da anche una visione volutamente diversa.
In questa mostra ho utilizzato prevalentemente il 'Libro' nella sua accezione più letterale, con tante pagine da riempire che servono a elaborare un tema, non a costruire un oggetto non leggibile. I temi sono diversi: poesie scelte, l’Asino d’Oro, mani, corpi e visi, piante, Madagascar, macchie, Turchia, esercizi, Giappone, lettere, Mille e Una Notte, solitudine, eros...
Amo la carta, dunque la utilizzo nelle sue molteplici soluzioni tecnologiche al fine di creare segni e disegni con caratteristiche molto diverse.
Attraverso questi segni-disegni di sogni, immagini e parole si sonda l’invisibile.
Domanda: desueto questo nel pieno boom dei social network?
Io dico di no. Unico “difetto” lasciare al lettore il compito di inoltrarsi tra i segni e le immagini per giungere al segreto della comunicazione.
Infine, per mostrare che il disegno si lascia trascinare dalle nuove tecnologie, presento un video dove alcuni disegni diventano soluzioni sceniche.
La scrittura, che nell'estremo oriente è madre generatrice di tutta l'arte, è anche il dono della mia formazione giapponese; in modo naturale la scrittura è dunque diventata linfa vitale del mio lavoro. Pertanto, i miei libri hanno difficoltà a esistere senza un testo, mio o di qualche poeta che guidi mia mano: Nazim Hikmet, Mahmoud Darwich, Jean-Joseph Rabearivelo, Lawrence Durell, James Joyce, le Mille e Una Notte...
I diari parlano di viaggi e di solitudine, in una stanza, in un paese: Giappone, Madagascar, Turchia... oppure possono parlare di macchie, di silenzi, di ombre.
I diari risultano impregnati anche di scambi epistolari e interlocutori essenzialmente di origine orientale. Questo a ribadire la particolare attenzione che la cultura orientale riserva alla scrittura.
A fronte dell’intrinseca bellezza, tenerezza, dolcezza che la lettera manoscritta possiede, oggi non ci si può che rammaricare del suo divenire sempre più desueta fino al limite della sua possibile estinzione. “L’inchiostro che penetra la carta allo stesso tempo traccia un segno profondo nel cuore di chi legge” dice Koike Ikuo ideatore di un museo epistolare (XXI secolo) sotto il Monte Fuji. Le lettere di altri che ho custodite e che oggi espongo hanno ovviamente lasciato un segno profondo nel mio lavoro.
I diari sono accompagnati da fotografie che illustrano le pagine non aperte, si precisa così lo spirito dei volumi e se ne da anche una visione volutamente diversa.
In questa mostra ho utilizzato prevalentemente il 'Libro' nella sua accezione più letterale, con tante pagine da riempire che servono a elaborare un tema, non a costruire un oggetto non leggibile. I temi sono diversi: poesie scelte, l’Asino d’Oro, mani, corpi e visi, piante, Madagascar, macchie, Turchia, esercizi, Giappone, lettere, Mille e Una Notte, solitudine, eros...
Amo la carta, dunque la utilizzo nelle sue molteplici soluzioni tecnologiche al fine di creare segni e disegni con caratteristiche molto diverse.
Attraverso questi segni-disegni di sogni, immagini e parole si sonda l’invisibile.
Domanda: desueto questo nel pieno boom dei social network?
Io dico di no. Unico “difetto” lasciare al lettore il compito di inoltrarsi tra i segni e le immagini per giungere al segreto della comunicazione.
Infine, per mostrare che il disegno si lascia trascinare dalle nuove tecnologie, presento un video dove alcuni disegni diventano soluzioni sceniche.
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