Domestica

Mara van Wees, Casa rossa, argilla refrattaria, ingobbio e smalto, 2013-2018

 

Dal 18 Ottobre 2018 al 19 Novembre 2018

Roma

Luogo: Case Roma del Celio

Indirizzo: Clivo di Scauro

Orari: dal giovedì al lunedì 10-13 / 15-18; chiusura settimanale martedì e mercoledì

Curatori: Francesco Paolo Del Re

Enti promotori:

  • Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno
  • Ministero per i Beni e le Attività Culturali
  • Società Cooperativa Spazio Libero

Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 6

Telefono per informazioni: +39 06 70454544

E-Mail info: info@caseromane.it

Sito ufficiale: http://www.caseromane.it/



Sabino de Nichilo, Yvonne Ekman, Riccardo Monachesi e Mara van Wees – quattro artisti diversi accomunati dall’utilizzo della ceramica come medium espressivo per la realizzazione di progetti scultorei e installativi – si incontrano nella cornice di una mostra collettiva curata da Francesco Paolo Del Re, con l’intento di intrecciare di un dialogo tra di loro, con il pubblico e con i suggestivi spazi del sito archeologico delle Case Romane del Celio che li ospita dal 18 ottobre al 19 novembre 2018La mostra si intitola “Domestica” e inaugura giovedì 18 ottobre alle ore 18, promossa da Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Società Cooperativa Spazio Libero.

Alla base del progetto, una riflessione sull’idea di casa e sugli spazi dell’abitare. La mostra si fa carico della memoria culturale e simbolica del luogo che la ospita e fa interloquire i lavori degli artisti con le antiche vestigia delle domus affrescate e con i luoghi legati al martirio dei Santi Giovanni e Paolo a cui è intitolata la basilica soprastante il sito romano.

Attraverso sculture e le installazioni pensate e realizzate site specific, gli artisti si impegnano a intessere un discorso sull’abitare come luogo fisico, architettonico e allo stesso tempo come costrutto mentale. Mara van Wees scompone le architetture in alcune singole parti fondamentali, elementi costruttivi come il muro e la scala, a simboleggiare processi di separazione e unione. Altre suggestioni provengono invece dalle decorazioni pittoriche delle domus romane. Nell’intervento di Yvonne Ekman, l’area archeologica diventa così teatro di una vivace reinterpretazione dei voli degli uccelli effigiati negli affreschi, che sciamano dalla parete e vengono riletti in chiave geometrica. Le abitudini della vita quotidiana, in particolare il momento conviviale del banchetto, suggeriscono inoltre stilemi da cui partire per elaborare un discorso artistico sul consumo, sullo scarto e sulla crapula, che nel lavoro di Sabino de Nichilo cerca nel caos dell’accumulo i moniti di una vanitas contemporanea. Infine, la stratigrafia del sito offre uno spunto ulteriore per elaborare le testimonianze cristiane che si sovrappongono alle vestigia romane, attraverso un’originale traduzione plastica operata da Riccardo Monachesi della dualità rappresentata dalla coppia di fratelli Giovanni e Paolo, sul cui racconto agiografico di testimonianza e martirio si costruisce la Basilica eponima. Facendo fiorire negli scavi papaveri rosso sangue.

La mostra è una sfida per gli artisti, che scelgono di intervenire site specific utilizzando i linguaggi della scultura e dell’installazione e calibrando gli interventi direttamente nello spazio che li ospita. E proprio lo spazio, scrigno di meraviglie schiuso per lo sguardo stupito dei visitatori, diventa parte dell’opera, lasciandosi abitare dagli artisti come un tempo era abitato dagli antichi proprietari e allo stesso tempo impregnando di echi profondi e significati ulteriori gli interventi installativi di Sabino de Nichilo, Yvonne Ekman, Riccardo Monachesi e Mara van Wees.

Sabino de Nichilo è nato a Molfetta (Bari) e vive a Roma. Inizia il suo percorso espositivo nel 2009 con un’installazione nella mostra collettiva “Altrove”, allestita negli spazi del centro culturale Rialtosantambrogio di Roma. Attivo per lungo tempo nella scena musicale notturna come dj e nel campo delle arti come curatore di mostre e organizzatore di eventi culturali, si avvicina alla pratica della scultura sotto la guida di Riccardo Monachesi. Tra le collettive più recenti in cui è stato invitato a esporre le sue opere si segnalano nel 2018 la mostra “Trèsors d’un monastére” organizzata da Yannick Guerniou-Laviolette nel Convento dei Domenicani di Muro Leccese (Lecce) e nel 2017 “In Crypta” nel Convento dei Cappuccini di Grottaglie (Taranto) e “Le muse del Quadraro” a Casa Vuota a Roma. È in preparazione la sua prima mostra personale, curata da Bianca Sorrentino, la cui inaugurazione è prevista a novembre 2018 negli spazi del Museo Archeologico di Bitonto (Bari).

Yvonne Ekman
, di origine anglo-svedese, è stata concertista e titolare di una cattedra di violino presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. Complice un’innata manualità, parallelamente alla musica si dedica alla scultura, attratta dalle potenzialità espressiva dell’argilla, e ricerca percorsi in grado di dare volume e una forma concreta e al suo pensiero. Dopo aver adoperato per anni la tecnica raku, attualmente lavora con porcellana, grès e paper clay. Abbandonati i richiami figurativi, nel tempo ha orientato la proprio ricerca verso una prospettiva astratta e concentra il suo lavoro più recente sulla figura geometrica. Ha partecipato a numerose collettive e tenuto varie personali in Italia e all’estero, tre le quali ricordiamo le esposizioni alla Gallerie Alandier di Limoges in Francia, al Landgericht di Köln in Germania, al Museo di Arte Moderna di Pescara e poi il Concorso Internazionale della Ceramica di Faenza, la Taipei International Exhibition of Ceramics, “La Scultura Ceramica Contemporanea” presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e la mostra itinerante “In Crypta” che ha fatto tappa a Roma, Todi (Perugia) e Grottaglie (Taranto). Le sue opere si trovano presso varie collezioni, tra le quali ricordiamo quella del MUBAQ, il Museo dei Bambini a L’Aquila.

Riccardo Monachesi
 è nato e cresciuto a Roma. Arrivato nel 1977 nello studio di Nino Caruso a via dei Coronari, la folgorazione è immediata e totale e da allora non ha più smesso di fare scultura, per lui la forma migliore e più duttile per trasmettere quello che altri media non potrebbero dare. Nel 1981 inizia esporre in galleria con una mostra sul Barocco presentata da Paolo Portoghesi a Calcata (Roma). Nel 1994 una mostra allo Studio Bocchi di Roma presentata da Walter Veltroni consacra per lui l’uso della ceramica come materia d’arte. Della nutrita serie di mostre e progetti si ricordano nel 2009 una personale a Vienna presso l’Istituto Italiano di Cultura, nel 2011 l’acquisto da parte della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma di venti ceramiche realizzate con Elisa Montessori e collocate presso il Museo Boncompagni Ludovisi, nel 2014 la personale “Terraemota” al Museo delle Mura di Porta San Sebastiano a Roma e nel 2015 una collettiva presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna sulla scultura in ceramica del XXI secolo. Sempre nel 2015 realizza opere site-specific per il Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari e per l’Ambasciata Italiana di Santiago del Cile, come risultato di una residenza d’artista. In occasione dei suoi quarant’anni di attività, nel 2017 espone a Viterbo presso il Museo della Ceramica di Palazzo Brugiotti.

Mara van Wees
, nata in Olanda, studia all’Accademia Belli Arti a Rotterdam, dove si avvicina alla ceramica scultorea. Lavora nel Street Theatre Lantaarn di Rotterdam e come designer e imprenditrice in vari campi artistici prima in Olanda, poi a Firenze e Roma. Alla fine degli anni Novanta ritorna a plasmare l’argilla. La Scuola di Amsterdam con Berlage fa parte del suo DNA, ma la sua ricerca trova ispirazione anche nel Futurismo. Predilige le installazioni site-specific a tema, in dialettica con altri artisti, e ha partecipato a diverse mostre istituzionali come la Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea alle Scuderie Aldobrandini di Frascati (Roma), “Meanwhile” al St. Stephen Cultural Centre Foundation di Roma, Land-Art al Furlo nelle Marche, “Color Crossing” nel Castello Costaguti di Roccalvecce (Viterbo), “Pietra Liquida”, “Il Codice Vulci” e “Vulci Mon Amour” nel Parco Archeologico di Vulci (Viterbo), le edizioni di “In Crypta” a Roma, Todi (Perugia) e Grottaglie (Taranto), “Il Sole negli Orci” al Museo Archeologico di Canino (Viterbo). Nel 2015 vince il bando “In Loco” del MiBAC per una residenza d’artista a Grottaglie. Negli ultimi anni sviluppa progetti di land art di grandi dimensioni e con materiali diversi della ceramica. Nel 2018 realizza una scultura pubblica sul lungomare di Montalto di Castro. Vive e lavora tra Roma e la Maremma.
 
Inaugurazione giovedì 18 ottobre 2018 ore 18

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