Federico Zimatore. Sinfonie
Dal 30 Novembre 2013 al 14 Dicembre 2013
Roma
Luogo: 28 Piazza di Pietra, Palazzo Ferrini-Cini
Indirizzo: piazza di Pietra 28
Orari: da lunedì a sabato 11-13/ 16-20 e su appuntamento; chiuso lunedì mattina e domenica
Curatori: Carolina Pozzi
Telefono per informazioni: +39 06 94539281
Sito ufficiale: http://www.28piazzadipietra.com
La Galleria 28 Piazza di Pietra presenta dal 29 novembre al 14 dicembre Sinfonie, la nuova mostra personale di Federico Zimatore, artista romano attivo nell’ambito della pittura sin dalla fine degli anni Novanta.
Testimoniando la dinamica evoluzione della sua ricerca e la necessità di tradurre l’urgenza espressiva in manifestazioni sempre rinnovate, il percorso espositivo si articola in due ambienti che ospitano rispettivamente una selezione di opere realizzate tra il 2010 e il 2012 e un nucleo di lavori inediti, ideati per l’occasione. Mentre il piano inferiore della galleria custodisce quelle che sono le radici più “critiche” della ricerca dell’artista – con opere come “Profondo rosso” (2012), “Eurodollaro” (2012), “Mare fermo” (2010) e “La palude” (2010), che rivelano uno sguardo inquieto nei confronti delle attuali problematiche di carattere economico ed ecologico – è in quello superiore che si assiste a una ripresa di tematiche più liriche e gioiose, particolarmente care a Zimatore, il quale identifica nell’attività artistica una possibilità di allontanamento dalla realtà contingente e una fuga nel potere trascendente delle forme e dei colori puri.
Il titolo della mostra, mutuato dalla terminologia musicale, si riferisce quindi ad una composizione eterogenea e complessa, nell’ambito della quale trovano spazio movimenti diversi tra loro. Allo stesso modo, i lavori inediti si articolano gli uni con gli altri riprendendo elementi già caratteristici della pratica dell’artista, come le barchette di carta e i fili di tessuto, e combinandoli con nuove icone - le note e gli spartiti musicali – originando così un inedito universo simbolico, all’interno del quale il linguaggio pittorico si sposa con quello musicale per coinvolgere lo spettatore su diversi livelli di significato e interpretazione.
Zimatore realizza quindi le proprie opere alla stregua di un musicista impegnato in una “sonata”, riservandosi la libertà di variarne l’armonia e l’andamento e lasciando ampio spazio all’improvvisazione, e dà vita a composizioni che hanno di volta in volta il carattere dello “scherzo”, del “grave”, dell’“allegro” e del “moderato”, quasi seguendo le indicazioni agogiche nell’esecuzione di un brano.
La mostra offre quindi un punto di vista privilegiato sull’attività dell’artista, presentando un confronto dialogico tra nuclei conseguenti del suo lavoro e insistendo sulla contrapposizione, e allo stesso tempo sullo scambio, tra preludio e sinfonia, ipotesi e tesi, per arrivare a un “cambio musica” che vuole essere una gioiosa dichiarazione di intenti per affrontare l’avvenire.
Ad accompagnare la visione delle opere in mostra, sottolineando il forte legame concettuale e formale con la dimensione sonora, tre performance di musica Drone sono in programma durante il vernissage e nelle serate di venerdì 6 e 13 dicembre. Tale genere – le cui origini è possibile far risalire alla Musica d’Arredamento di Eric Satie e all’Ambient Music di Brian Eno, sviluppatesi tra gli anni Settanta e Ottanta – si contraddistingue per la naturale evoluzione dinamico-armonica e le caratteristiche di non invasività, oltre che per la particolarità di un ascolto al limite della consapevolezza. Le libere improvvisazioni di Tau Ceti con il suo EMS Synthy AKS e Mario Bianco con il Foltek Illuminists Garden (entrambi particolari strumenti elettroacustici) si ispireranno in maniera estemporanea alle opere di Zimatore e all’ambiente espositivo, fornendo – nella pressoché totale assenza di ritmo, con una scelta timbrica deliberatamente “amniotica” e uno sporadico impiego di segnali sonori – un sottofondo musicale raffinato e avvolgente.
?Federico Zimatore è nato nel 1969 a Roma, dove vive e lavora. Il suo percorso artistico prende avvio dalla fine dagli anni Novanta, e si sviluppa coerentemente nel corso del tempo alternando allo studio della storia dell’arte, all’esercizio della pratica pittorica e all’approfondimento delle tecniche artistiche, lunghi viaggi all’estero di fondamentale importanza per lo sviluppo della propria poetica personale. Tra le esposizioni più recenti si segnalano “CAOS” presso la galleria “On the Moon” di Roma (2013) e le personali alla Tedofra ArtGallery di Bologna (2011) e lo Spazio Icona di Roma (2010).
Testimoniando la dinamica evoluzione della sua ricerca e la necessità di tradurre l’urgenza espressiva in manifestazioni sempre rinnovate, il percorso espositivo si articola in due ambienti che ospitano rispettivamente una selezione di opere realizzate tra il 2010 e il 2012 e un nucleo di lavori inediti, ideati per l’occasione. Mentre il piano inferiore della galleria custodisce quelle che sono le radici più “critiche” della ricerca dell’artista – con opere come “Profondo rosso” (2012), “Eurodollaro” (2012), “Mare fermo” (2010) e “La palude” (2010), che rivelano uno sguardo inquieto nei confronti delle attuali problematiche di carattere economico ed ecologico – è in quello superiore che si assiste a una ripresa di tematiche più liriche e gioiose, particolarmente care a Zimatore, il quale identifica nell’attività artistica una possibilità di allontanamento dalla realtà contingente e una fuga nel potere trascendente delle forme e dei colori puri.
Il titolo della mostra, mutuato dalla terminologia musicale, si riferisce quindi ad una composizione eterogenea e complessa, nell’ambito della quale trovano spazio movimenti diversi tra loro. Allo stesso modo, i lavori inediti si articolano gli uni con gli altri riprendendo elementi già caratteristici della pratica dell’artista, come le barchette di carta e i fili di tessuto, e combinandoli con nuove icone - le note e gli spartiti musicali – originando così un inedito universo simbolico, all’interno del quale il linguaggio pittorico si sposa con quello musicale per coinvolgere lo spettatore su diversi livelli di significato e interpretazione.
Zimatore realizza quindi le proprie opere alla stregua di un musicista impegnato in una “sonata”, riservandosi la libertà di variarne l’armonia e l’andamento e lasciando ampio spazio all’improvvisazione, e dà vita a composizioni che hanno di volta in volta il carattere dello “scherzo”, del “grave”, dell’“allegro” e del “moderato”, quasi seguendo le indicazioni agogiche nell’esecuzione di un brano.
La mostra offre quindi un punto di vista privilegiato sull’attività dell’artista, presentando un confronto dialogico tra nuclei conseguenti del suo lavoro e insistendo sulla contrapposizione, e allo stesso tempo sullo scambio, tra preludio e sinfonia, ipotesi e tesi, per arrivare a un “cambio musica” che vuole essere una gioiosa dichiarazione di intenti per affrontare l’avvenire.
Ad accompagnare la visione delle opere in mostra, sottolineando il forte legame concettuale e formale con la dimensione sonora, tre performance di musica Drone sono in programma durante il vernissage e nelle serate di venerdì 6 e 13 dicembre. Tale genere – le cui origini è possibile far risalire alla Musica d’Arredamento di Eric Satie e all’Ambient Music di Brian Eno, sviluppatesi tra gli anni Settanta e Ottanta – si contraddistingue per la naturale evoluzione dinamico-armonica e le caratteristiche di non invasività, oltre che per la particolarità di un ascolto al limite della consapevolezza. Le libere improvvisazioni di Tau Ceti con il suo EMS Synthy AKS e Mario Bianco con il Foltek Illuminists Garden (entrambi particolari strumenti elettroacustici) si ispireranno in maniera estemporanea alle opere di Zimatore e all’ambiente espositivo, fornendo – nella pressoché totale assenza di ritmo, con una scelta timbrica deliberatamente “amniotica” e uno sporadico impiego di segnali sonori – un sottofondo musicale raffinato e avvolgente.
?Federico Zimatore è nato nel 1969 a Roma, dove vive e lavora. Il suo percorso artistico prende avvio dalla fine dagli anni Novanta, e si sviluppa coerentemente nel corso del tempo alternando allo studio della storia dell’arte, all’esercizio della pratica pittorica e all’approfondimento delle tecniche artistiche, lunghi viaggi all’estero di fondamentale importanza per lo sviluppo della propria poetica personale. Tra le esposizioni più recenti si segnalano “CAOS” presso la galleria “On the Moon” di Roma (2013) e le personali alla Tedofra ArtGallery di Bologna (2011) e lo Spazio Icona di Roma (2010).
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