Festival Per Dire 2014 / Gea Casolaro. Still here
Dal 07 Giugno 2014 al 08 Giugno 2014
Roma
Luogo: La Pelanda - Centro di produzione culturale
Indirizzo: piazza Orazio Giustiniani 4
Orari: sabato 10,30-24; domenica 10,30-19,30
Enti promotori:
- Roma Capitale - Assessorato alla cultura creatività e promozione artistica di Roma Capitale
Costo del biglietto: ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
Telefono per informazioni: +39 06 5880682
E-Mail info: info@festivalperdire.com
Bea, Branded Entertainment & Arts, società che si occupa della produzione di contenuti culturali e d’intrattenimento per la creative community KleinRusso , è felice di presentare la prima edizione romana del FESTIVAL PER DIRE.
Il FESTIVAL PER DIRE nasce da un’idea di Fabrizio Russo, direttore artistico di Bea, e dall’esperienza del BeaCafé , il caffè letterario di via Giano Parrasio condotto e coordinato da Andrea Ballarini, che da un anno, ogni giovedì, rappresenta un vero crocevia di storie, autori, artisti, tra Trastevere e Monteverde vecchio.
Un festival gratuito concepito intorno all’affabulazione e che vuole porre al proprio centro il valore del racconto dal vivo. Due giorni dedicati ai racconti e alle storie vissute o immaginate, perché le storie che raccontiamo, come recita il sottotitolo del festival, sono il modo di prenderci cura di noi stessi.
In risposta a chi ritiene ancora che con la cultura non si mangi, la creative community indipendente KleinRusso, una delle realtà più coraggiose nel panorama della comunicazione pubblicitaria italiana, decide di investire nella cultura come dice Sofia Klein, co-fondatrice:
“…per sperimentare, per innovare, cercando nuovi codici per coinvolgere”.
"In un'ottica di comunicazione - dice Fabrizio Russo - il FESTIVAL PER DIRE nasce post-digitale, in quanto esperienza rigorosamente live che diventa digitale nella condivisione. L’obiettivo non è produrre contributi per il web, ma generarli provocando emozioni. Più l'esperienza live sarà di qualità, più la rete sarà veicolo naturale di diffusione".
Per questa prima edizione 2014, patrocinata dall’Assessorato alla cultura, creatività e promozione artistica di Roma Capitale, che si terrà il 7/8 giugno alla Pelanda, centro di produzione culturale nel cuore di Testaccio, il FESTIVAL PER DIRE può contare sulle narrazioni di illustri ospiti. Tra gli altri, lo scrittore Stefano Benni, i ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia, la restauratrice Valeria Merlini, i giornalisti e scrittori Claudio Cerasa e Michele Masneri, l’illustratore Filippo Scòzzari, lo scrittore Andrea Villani, l’attore David Riondino, i jazzisti Valeria Rinaldi, Carlo Ficini, Leonardo Cesari, Gino Cardamone e Federica Michisanti nella giornata di sabato.
La domenica si apre con il breakfast insieme alla scrittrice Sandra Petrignani, proseguono gli esperti di radio Massimo Cirri e Josè Bagnarelli, lo chef Claudio Dordei, il fotografo Nadir Naldi, l’artista Gea Casolaro, l’esperto di cinema Anton Giulio Onofri, lo scrittore Luca Scarlini e concludono il critico Filippo La Porta, il teorico dell’innovazione Andrea Granelli e la giornalista e docente Flavia Trupia.
A condurre il festival sarà Andrea Ballarini, romanziere e saggista, in un’ideale continuazione delle serate del BeaCafé. Ad affiancarlo nell’intero weekend ci saranno i racconti illustrati dei fumettisti Marco Corona e Luca Ralli e la voce fuori campo del giovane attore Nick Russo.
Gea Casolaro. Still here
Still here, è il lavoro sviluppato da Gea Casolaro durante il periodo di residenza nell’atelier degli Incontri Internazionali d’Arte presso La Cité Internationale des Arts di Parigi, città in cui attualmente l’artista vive. L’essere straniera in una città che non conosceva, se non da turista, e la realtà dello sradicamento in un nuovo paese hanno spinto sin dall’inizio Casolaro a fare i conti con l’assenza di un’esperienza vissuta e dunque di una memoria che l’ancorasse alla quotidianità dei luoghi in cui cominciava a stabilirsi. Parigi è la città del mondo nelle cui strade sono in assoluto girati più film, è la città dove, cinema e fotografia hanno mosso i primi passi, la capitale del secolo dei Lumi, la Ville lumière dove gli esperimenti cinematografici dei fratelli Lumière vennero per la prima volta proiettati.
Alternando lunghe camminate a piedi nelle strade parigine, alla visione di centinaia di film girati nella capitale francese, Casolaro ha creato la propria memoria di quei luoghi, dotandosi di ricordi non vissuti direttamente ma introiettati attraverso le storie dei personaggi dei film, attraverso la visione dei loro autori, una memoria che le ha reso familiari molti spazi della città, fino agli angoli più nascosti, vedendoli trasformare nel tempo sotto i suoi occhi e imparando così a conoscere la città come se vi avesse vissuto da anni. Un percorso di memoria personale e collettiva, reso possibile dall’attraversamento della città non solo fisico ma anche storico grazie al ricorso a pellicole che coprono circa cento anni di cinema, un attraversamento che riattualizza quella prerogativa tipicamente parigina della flânerie, esaltata da Baudelaire, analizzata da Benjamin e poi rinnovata da Guy Debord nell’accezione di “deriva”.
Still here è quindi, anzitutto, un lavoro sulla totale fusione tra arte e vita: su come sia possibile radicarsi in un luogo in cui non si ha un’esperienza storica personale, trasformando l’angoscia di un sentimento di estraneità in familiarità, in legami sociali, in memoria condivisa. Casolaro usa il cinema perché è l’arte che contiene tutte le altre, per raccontare come la cultura sia uno strumento necessario di ancoraggio alla realtà, per raccontare come l’arte sia un potente mezzo di conoscenza indispensabile per superare i propri confini.
Ognuna delle oltre cento immagini che compongono Still here, fonde insieme il fermo immagine di una scena di un film girato in una strada parigina, con una foto scattata oggigiorno dall'artista, esattamente nello stesso luogo.
Gea Casolaro, nata a Roma, dal 2009 vive tra la sua città di origine e Parigi.
Dal 1994 espone in musei, spazi istituzionali e gallerie private in Italia e all’estero.
I suoi lavori, utilizzando principalmente video e fotografia, indagano la nostra relazione con le immagini, l'attualità, la storia, la società.
Tra i suoi progetti: Visioni dell’EUR (2002-2006) sul quartiere di Roma sinonimo di modernità negli anni ’60 e che per questo venne scelto dai grandi registi italiani tra cui Antonioni, Petri e Fellini come scenario di numerosi film; la video-istallazione, Doppio sguardo (2003) realizzata a Buenos Aires e Ai caduti di oggi (2008), omaggio ai morti sul lavoro esposta alla XV Quadriennale alPalazzo delle Esposizioni di Roma; Maybe in Sarajevo del 1998, un omaggio poetico alla città incrocio di culture e religioni differenti, devastata daanni di guerra; il video Volver atrás para ir adelante girato a Buenos Aires nel 2003, durante la crisi economica, con riprese della vita di strada tra proteste, manifestazioni e passanti distratti, messi a confronto con i terribili eventi della dittatura degli anni ’70; Permanente presenza (2007) per ll Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto; Mille storie, una lotta, immagine per la tessera della CGIL del 2010, in occasione del quarantennaledello Statuto dei Lavoratori.
Nel 2008 Gea Casolaro è stata artist in residence presso il New Pacific Studio Mont Bruce in Nuova Zelanda, nel 2009 a La Cité Internationale des Arts di Parigi, nel 2013 all’Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba dove ha realizzato un workshop con un gruppo di studenti della Alle School of Fine Arts and Design il cui risultato è stato esposto in due differenti mostre dal titolo Sharing Gazes.
Sempre nel 2013 ha realizzato due grandi progetti: per la Monte-Carlo SBM di Monaco esposto alle Forbes Galleries di New York, e per il Centre National de l’Audiovisuel du Luxembourg, esposto al CNA in Lussemburgo.
Il FESTIVAL PER DIRE nasce da un’idea di Fabrizio Russo, direttore artistico di Bea, e dall’esperienza del BeaCafé , il caffè letterario di via Giano Parrasio condotto e coordinato da Andrea Ballarini, che da un anno, ogni giovedì, rappresenta un vero crocevia di storie, autori, artisti, tra Trastevere e Monteverde vecchio.
Un festival gratuito concepito intorno all’affabulazione e che vuole porre al proprio centro il valore del racconto dal vivo. Due giorni dedicati ai racconti e alle storie vissute o immaginate, perché le storie che raccontiamo, come recita il sottotitolo del festival, sono il modo di prenderci cura di noi stessi.
In risposta a chi ritiene ancora che con la cultura non si mangi, la creative community indipendente KleinRusso, una delle realtà più coraggiose nel panorama della comunicazione pubblicitaria italiana, decide di investire nella cultura come dice Sofia Klein, co-fondatrice:
“…per sperimentare, per innovare, cercando nuovi codici per coinvolgere”.
"In un'ottica di comunicazione - dice Fabrizio Russo - il FESTIVAL PER DIRE nasce post-digitale, in quanto esperienza rigorosamente live che diventa digitale nella condivisione. L’obiettivo non è produrre contributi per il web, ma generarli provocando emozioni. Più l'esperienza live sarà di qualità, più la rete sarà veicolo naturale di diffusione".
Per questa prima edizione 2014, patrocinata dall’Assessorato alla cultura, creatività e promozione artistica di Roma Capitale, che si terrà il 7/8 giugno alla Pelanda, centro di produzione culturale nel cuore di Testaccio, il FESTIVAL PER DIRE può contare sulle narrazioni di illustri ospiti. Tra gli altri, lo scrittore Stefano Benni, i ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia, la restauratrice Valeria Merlini, i giornalisti e scrittori Claudio Cerasa e Michele Masneri, l’illustratore Filippo Scòzzari, lo scrittore Andrea Villani, l’attore David Riondino, i jazzisti Valeria Rinaldi, Carlo Ficini, Leonardo Cesari, Gino Cardamone e Federica Michisanti nella giornata di sabato.
La domenica si apre con il breakfast insieme alla scrittrice Sandra Petrignani, proseguono gli esperti di radio Massimo Cirri e Josè Bagnarelli, lo chef Claudio Dordei, il fotografo Nadir Naldi, l’artista Gea Casolaro, l’esperto di cinema Anton Giulio Onofri, lo scrittore Luca Scarlini e concludono il critico Filippo La Porta, il teorico dell’innovazione Andrea Granelli e la giornalista e docente Flavia Trupia.
A condurre il festival sarà Andrea Ballarini, romanziere e saggista, in un’ideale continuazione delle serate del BeaCafé. Ad affiancarlo nell’intero weekend ci saranno i racconti illustrati dei fumettisti Marco Corona e Luca Ralli e la voce fuori campo del giovane attore Nick Russo.
Gea Casolaro. Still here
Still here, è il lavoro sviluppato da Gea Casolaro durante il periodo di residenza nell’atelier degli Incontri Internazionali d’Arte presso La Cité Internationale des Arts di Parigi, città in cui attualmente l’artista vive. L’essere straniera in una città che non conosceva, se non da turista, e la realtà dello sradicamento in un nuovo paese hanno spinto sin dall’inizio Casolaro a fare i conti con l’assenza di un’esperienza vissuta e dunque di una memoria che l’ancorasse alla quotidianità dei luoghi in cui cominciava a stabilirsi. Parigi è la città del mondo nelle cui strade sono in assoluto girati più film, è la città dove, cinema e fotografia hanno mosso i primi passi, la capitale del secolo dei Lumi, la Ville lumière dove gli esperimenti cinematografici dei fratelli Lumière vennero per la prima volta proiettati.
Alternando lunghe camminate a piedi nelle strade parigine, alla visione di centinaia di film girati nella capitale francese, Casolaro ha creato la propria memoria di quei luoghi, dotandosi di ricordi non vissuti direttamente ma introiettati attraverso le storie dei personaggi dei film, attraverso la visione dei loro autori, una memoria che le ha reso familiari molti spazi della città, fino agli angoli più nascosti, vedendoli trasformare nel tempo sotto i suoi occhi e imparando così a conoscere la città come se vi avesse vissuto da anni. Un percorso di memoria personale e collettiva, reso possibile dall’attraversamento della città non solo fisico ma anche storico grazie al ricorso a pellicole che coprono circa cento anni di cinema, un attraversamento che riattualizza quella prerogativa tipicamente parigina della flânerie, esaltata da Baudelaire, analizzata da Benjamin e poi rinnovata da Guy Debord nell’accezione di “deriva”.
Still here è quindi, anzitutto, un lavoro sulla totale fusione tra arte e vita: su come sia possibile radicarsi in un luogo in cui non si ha un’esperienza storica personale, trasformando l’angoscia di un sentimento di estraneità in familiarità, in legami sociali, in memoria condivisa. Casolaro usa il cinema perché è l’arte che contiene tutte le altre, per raccontare come la cultura sia uno strumento necessario di ancoraggio alla realtà, per raccontare come l’arte sia un potente mezzo di conoscenza indispensabile per superare i propri confini.
Ognuna delle oltre cento immagini che compongono Still here, fonde insieme il fermo immagine di una scena di un film girato in una strada parigina, con una foto scattata oggigiorno dall'artista, esattamente nello stesso luogo.
Gea Casolaro, nata a Roma, dal 2009 vive tra la sua città di origine e Parigi.
Dal 1994 espone in musei, spazi istituzionali e gallerie private in Italia e all’estero.
I suoi lavori, utilizzando principalmente video e fotografia, indagano la nostra relazione con le immagini, l'attualità, la storia, la società.
Tra i suoi progetti: Visioni dell’EUR (2002-2006) sul quartiere di Roma sinonimo di modernità negli anni ’60 e che per questo venne scelto dai grandi registi italiani tra cui Antonioni, Petri e Fellini come scenario di numerosi film; la video-istallazione, Doppio sguardo (2003) realizzata a Buenos Aires e Ai caduti di oggi (2008), omaggio ai morti sul lavoro esposta alla XV Quadriennale alPalazzo delle Esposizioni di Roma; Maybe in Sarajevo del 1998, un omaggio poetico alla città incrocio di culture e religioni differenti, devastata daanni di guerra; il video Volver atrás para ir adelante girato a Buenos Aires nel 2003, durante la crisi economica, con riprese della vita di strada tra proteste, manifestazioni e passanti distratti, messi a confronto con i terribili eventi della dittatura degli anni ’70; Permanente presenza (2007) per ll Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto; Mille storie, una lotta, immagine per la tessera della CGIL del 2010, in occasione del quarantennaledello Statuto dei Lavoratori.
Nel 2008 Gea Casolaro è stata artist in residence presso il New Pacific Studio Mont Bruce in Nuova Zelanda, nel 2009 a La Cité Internationale des Arts di Parigi, nel 2013 all’Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba dove ha realizzato un workshop con un gruppo di studenti della Alle School of Fine Arts and Design il cui risultato è stato esposto in due differenti mostre dal titolo Sharing Gazes.
Sempre nel 2013 ha realizzato due grandi progetti: per la Monte-Carlo SBM di Monaco esposto alle Forbes Galleries di New York, e per il Centre National de l’Audiovisuel du Luxembourg, esposto al CNA in Lussemburgo.
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