Franco Mulas. S-paesaggi. Opere dal 1980 al 2013
Dal 14 Giugno 2013 al 08 Settembre 2013
Roma
Luogo: Museo Carlo Bilotti
Indirizzo: viale Fiorello La Guardia 6
Orari: da martedì a venerdì 13-19; sabato e domenica 10-19
Curatori: Roberto Gramiccia
Enti promotori:
- Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Costo del biglietto: intero € 6.50, ridotto € 5.50; residenti € 5.50/ € 4.50
Telefono per informazioni: +39 06 0608
E-Mail info: p.morici@zetema.it
Sito ufficiale: http://www.museocarlobilotti.it/
Dal 14 giugno all’8 settembre 2013 si svolge, presso il Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, la mostra "Franco Mulas. S-paesaggi. Opere dal 1980 al 2013", promossa da Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Zètema Progetto Cultura. L’esposizione è curata da Roberto Gramiccia, con testi di Roberto Gramiccia, Walter Pedullà, Claudio Strinati.
Gli S-paesaggi di Franco Mulas, esposti al Museo Carlo Bilotti, rappresentano l’ultima tappa della lunga e inquieta ricerca di un artista, fedele testimone del suo tempo.
Con un titolo che rimanda espressamente al senso delle parole “paesaggio” e “spaesamento”, la mostra si compone di quarantacinque oli su tavola, di grandi e medie dimensioni, a testimonianza dello sguardo sul mondo e della pratica artistica di un “modernissimo pittore all’antica”.
Opere in cui il colore è protagonista assoluto e in cui domina un virtuosismo straordinario, che non è mai fine a se stesso bensì sapientemente utilizzato allo scopo di sollecitare le coscienze e smuovere gli equilibri, contro la passività e l'omologazione.
Franco Mulas, nel corso degli ultimi cinquanta anni, dimostrando una pervicace autonomia culturale, ha riconosciuto come legittimi tre soli punti di riferimento assoluti: l’amore per la pittura, l’attenzione alla società e l’intelligenza critica. Qualità connotanti di tutta la sua carriera, come dimostrano le opere storiche che rappresentano il prologo di questa mostra: Albero rosso di Mondrian, Montagna d’acqua, Stalagmiti, Big-burg e Ninfee.
Tramite il breve spezzone di storia simbolicamente racchiuso nella teoria di questi dipinti si giunge, attraversando le splendide sale del Museo Bilotti, alla grande esplosione di creatività del ciclo delle Schegge e alla stagione ultima di S-paesaggi che dà il nome alla mostra. Frammenti di paesaggi drammatici e spaesanti rispetto a qualsiasi ipotesi di conciliazione con un presente, di cui questo grande pittore denuncia la disumanizzante disgregazione.
«Per raccontare il dramma del paesaggio – parole di Mulas – uso delle nuance di colore impensabili ai tempi dei grandi pittori di natura di fine Ottocento, ma che un bambino di oggi che passa ore davanti al computer o alla televisione, percepisce come naturali». L’artista non dipinge case, prati, montagne, fiumi o ponti, cartelli pubblicitari, campi di calcio, marchi di fabbrica, oggetti di consumo, figure, immagini digitali accattivanti o ripugnanti. Non dipinge queste cose, ma tutte queste cose, ugualmente, sono dentro la sua pittura che raccoglie in sé la forza e la velocità del gesto, centrifugando gli elementi costitutivi di una realtà natural- tecnologica che tende verso l’autodistruzione. Per questo Mulas parla di “dramma del paesaggio”. Perché in esso c’è, “riassunta” metaforicamente, la crisi profonda del nostro tempo.
Il catalogo della mostra "Franco Mulas. S-paesaggi. Opere dal 1980 al 2013" è edito da Palombi Editori.
Franco Mulas nasce a Roma nel 1938. Studia pittura all'Accademia di Francia a Roma, città in cui tuttora vive e lavora. Nel 1989 riceve il Premio "Presidente della Repubblica" per la pittura dell'Accademia Nazionale di San Luca.
Espressione significativa della formazione dell'artista risulta la prima serie di quadri "Week-end" del 1967-1968. Le opere di questo periodo sono immagini disilluse dei riti alienanti delle autostrade domenicali.
Alla serie "Weekend" segue il ciclo "Occidente" (1968-1969), dedicato alla contestazione giovanile ed al Maggio Francese.? Le opere di questo ciclo con testi di Mario De Micheli, Giorgio Cortenova, Dario Micacchi, Franco Solmi, sono esposte in importanti Gallerie, tra le quali: "La Nuova Pesa" di Roma e la "Bergamini" di Milano. ?Ha partecipato a selezionate esposizioni pubbliche nazionali ed internazionali, tra le quali: 10° e 11° Quadriennale di Roma, 34° e 54° Biennale di Venezia, 18° Triennale di Milano, "Arte in Italia '60-'77" Galleria d’Arte Moderna Torino.
Nel 1972 a Bologna, insieme a Baj, Ceroli, Fabio Mauri, Oldemburg, Pistoletto, Vettor Pisani, Schifano, Vedova e Vespignani, partecipa con 3 opere alla grande Mostra: "Tra Rivolta e Rivoluzione, Immagine e Progetto".
Nel 1974 espone a Berlino alla grande mostra "Italienische Realisten". Nel 1977 a Varsavia- Vienna-Lugano alla mostra "Pittura Italiana '50-'70", e a Rio de Janeiro nel 1989, alla Mostra "Pittura Italiana dal dopoguerra ai nostri giorni".
L'opera di Franco Mulas si svolge per cicli pittorici. ?Oltre ai citati "Week-End" ed "Occidente", si possono annoverare: "Le Pitture Nere" 1971-1972, "Itinerari" 1973-1974 (esposti alla Galleria 32 di Milano, alla Galleria La Nuova Pesa di Roma e alla Galleria Forni di Bologna), "Identikit" 1978, "L’Albero Rosso di Mondrian" 1979-1981, "Finzioni" 1980-1989, "Big-Burg" 1990-1991, "Schegge" 1998-2010. Nel 1981 espone il ciclo "Identikit" alla mostra "Arte e Critica" presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna. ?Una mostra antologica dell’opera di Mulas si è svolta a Roma a Palazzo Braschi nel 1991, presentata dal critico Antonio Del Guercio. ?Nel 1998 tiene al Palazzo dei Priori a Volterra una significativa personale intitolata "Dipinti 1980-1998" con un testo di Nicola Micieli.? Nel mese di marzo del 2005 all' "EXMA' " di Cagliari espone i cicli: "Finzioni","Big-Burg" e "Schegge", presentato da Roberto Gramiccia. Nel 2007 è invitato da Silvia Pegoraro alla rassegna "Visioni & Illusioni" al Castello Spagnolo dell’Aquila.
Ultimo inedito ciclo "Spaesaggi" (2011-2013) viene esposto nella mostra personale al Museo Bilotti di Roma.
Gli S-paesaggi di Franco Mulas, esposti al Museo Carlo Bilotti, rappresentano l’ultima tappa della lunga e inquieta ricerca di un artista, fedele testimone del suo tempo.
Con un titolo che rimanda espressamente al senso delle parole “paesaggio” e “spaesamento”, la mostra si compone di quarantacinque oli su tavola, di grandi e medie dimensioni, a testimonianza dello sguardo sul mondo e della pratica artistica di un “modernissimo pittore all’antica”.
Opere in cui il colore è protagonista assoluto e in cui domina un virtuosismo straordinario, che non è mai fine a se stesso bensì sapientemente utilizzato allo scopo di sollecitare le coscienze e smuovere gli equilibri, contro la passività e l'omologazione.
Franco Mulas, nel corso degli ultimi cinquanta anni, dimostrando una pervicace autonomia culturale, ha riconosciuto come legittimi tre soli punti di riferimento assoluti: l’amore per la pittura, l’attenzione alla società e l’intelligenza critica. Qualità connotanti di tutta la sua carriera, come dimostrano le opere storiche che rappresentano il prologo di questa mostra: Albero rosso di Mondrian, Montagna d’acqua, Stalagmiti, Big-burg e Ninfee.
Tramite il breve spezzone di storia simbolicamente racchiuso nella teoria di questi dipinti si giunge, attraversando le splendide sale del Museo Bilotti, alla grande esplosione di creatività del ciclo delle Schegge e alla stagione ultima di S-paesaggi che dà il nome alla mostra. Frammenti di paesaggi drammatici e spaesanti rispetto a qualsiasi ipotesi di conciliazione con un presente, di cui questo grande pittore denuncia la disumanizzante disgregazione.
«Per raccontare il dramma del paesaggio – parole di Mulas – uso delle nuance di colore impensabili ai tempi dei grandi pittori di natura di fine Ottocento, ma che un bambino di oggi che passa ore davanti al computer o alla televisione, percepisce come naturali». L’artista non dipinge case, prati, montagne, fiumi o ponti, cartelli pubblicitari, campi di calcio, marchi di fabbrica, oggetti di consumo, figure, immagini digitali accattivanti o ripugnanti. Non dipinge queste cose, ma tutte queste cose, ugualmente, sono dentro la sua pittura che raccoglie in sé la forza e la velocità del gesto, centrifugando gli elementi costitutivi di una realtà natural- tecnologica che tende verso l’autodistruzione. Per questo Mulas parla di “dramma del paesaggio”. Perché in esso c’è, “riassunta” metaforicamente, la crisi profonda del nostro tempo.
Il catalogo della mostra "Franco Mulas. S-paesaggi. Opere dal 1980 al 2013" è edito da Palombi Editori.
Franco Mulas nasce a Roma nel 1938. Studia pittura all'Accademia di Francia a Roma, città in cui tuttora vive e lavora. Nel 1989 riceve il Premio "Presidente della Repubblica" per la pittura dell'Accademia Nazionale di San Luca.
Espressione significativa della formazione dell'artista risulta la prima serie di quadri "Week-end" del 1967-1968. Le opere di questo periodo sono immagini disilluse dei riti alienanti delle autostrade domenicali.
Alla serie "Weekend" segue il ciclo "Occidente" (1968-1969), dedicato alla contestazione giovanile ed al Maggio Francese.? Le opere di questo ciclo con testi di Mario De Micheli, Giorgio Cortenova, Dario Micacchi, Franco Solmi, sono esposte in importanti Gallerie, tra le quali: "La Nuova Pesa" di Roma e la "Bergamini" di Milano. ?Ha partecipato a selezionate esposizioni pubbliche nazionali ed internazionali, tra le quali: 10° e 11° Quadriennale di Roma, 34° e 54° Biennale di Venezia, 18° Triennale di Milano, "Arte in Italia '60-'77" Galleria d’Arte Moderna Torino.
Nel 1972 a Bologna, insieme a Baj, Ceroli, Fabio Mauri, Oldemburg, Pistoletto, Vettor Pisani, Schifano, Vedova e Vespignani, partecipa con 3 opere alla grande Mostra: "Tra Rivolta e Rivoluzione, Immagine e Progetto".
Nel 1974 espone a Berlino alla grande mostra "Italienische Realisten". Nel 1977 a Varsavia- Vienna-Lugano alla mostra "Pittura Italiana '50-'70", e a Rio de Janeiro nel 1989, alla Mostra "Pittura Italiana dal dopoguerra ai nostri giorni".
L'opera di Franco Mulas si svolge per cicli pittorici. ?Oltre ai citati "Week-End" ed "Occidente", si possono annoverare: "Le Pitture Nere" 1971-1972, "Itinerari" 1973-1974 (esposti alla Galleria 32 di Milano, alla Galleria La Nuova Pesa di Roma e alla Galleria Forni di Bologna), "Identikit" 1978, "L’Albero Rosso di Mondrian" 1979-1981, "Finzioni" 1980-1989, "Big-Burg" 1990-1991, "Schegge" 1998-2010. Nel 1981 espone il ciclo "Identikit" alla mostra "Arte e Critica" presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna. ?Una mostra antologica dell’opera di Mulas si è svolta a Roma a Palazzo Braschi nel 1991, presentata dal critico Antonio Del Guercio. ?Nel 1998 tiene al Palazzo dei Priori a Volterra una significativa personale intitolata "Dipinti 1980-1998" con un testo di Nicola Micieli.? Nel mese di marzo del 2005 all' "EXMA' " di Cagliari espone i cicli: "Finzioni","Big-Burg" e "Schegge", presentato da Roberto Gramiccia. Nel 2007 è invitato da Silvia Pegoraro alla rassegna "Visioni & Illusioni" al Castello Spagnolo dell’Aquila.
Ultimo inedito ciclo "Spaesaggi" (2011-2013) viene esposto nella mostra personale al Museo Bilotti di Roma.
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