La Garbatella la città giardino di domani e la città leggera. La via pacifica alla vera riforma / 1920-1940. Dall'utopia della città giardino alla realizzazione del plura
Dal 09 Aprile 2015 al 24 Aprile 2015
Roma
Luogo: Casa dell'Architettura
Indirizzo: piazza Manfredo Fanti 47
Orari: dal lunedì al venerdì 10-19
Enti promotori:
- Ater
- Comune di Roma
- INU
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 9760 4598
E-Mail info: cecilia.mastrantonio@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.casadellarchitettura.it
La Casa dell'Architettura, con il patrocinio dell'Ater, del Comune di Roma e dell'INU, organizza una giornata internazionale di studi, una mostra e un filmato di ricostruzione in 3D che hanno al centro il quartiere romano della Garbatella.
IL CONVEGNO INTERNAZIONALE
Negli ultimi decenni il governo del territorio e l'urbanistica italiani si sono dedicati alla riqualificazione della città densa e compatta.
È stata viceversa colpevolmente trascurata la condizione e la sorte della "città leggera", erede illegittima della tradizione della città giardino che pure, anche in Italia, può vantare una produzione disciplinare di alta qualità. La scena internazionale vede da tempo l'urbanistica impegnata nella conoscenza e nell'azione dei cosiddetti retrofit o sprawl repair: densificazione e riqualificazione morfologica e funzionale. Parallelamente emergono segni concreti di rilancio della tradizione della città giardino. Con il convegno “La Garbatella la città giardino di domani e la città leggera - La via pacifica alla vera riforma - il primo di due incontri di discussione su questi temi - la Casa dell'Architettura vuole evidenziare la sinergia concettuale tra i due fenomeni ed i possibili effetti virtuosi: la tradizione della città giardino può essere uno straordinario riferimento per la riqualificazione del paesaggio intermedio.
In particolare nell'incontro si metteranno a fuoco caratteristiche e qualità della città giardino della Garbatella con una serie di interventi di studiosi della storia e della morfologia del progetto di Gustavo Giovannoni. Il Convegno è corredato dalla proiezione di un filmato in 3D, realizzato per l’occasione, di ricostruzione di progetti dell’epoca, alle ore 15,00..
Concluderà la giornata una tavola rotonda sui possibili futuri della città giardino e della rigenerazione della città leggera ( vedi programma allegato).
La partecipazione al Convegno per gli architetti da diritto a 6 Crediti formativi permanenti. La registrazione è obbligatoria sul sito:http://www.architettiroma.it/formazione/notizie/16616.aspx
LA MOSTRA
UNA MOSTRA SULLA GARBATELLA /1920 – 1940
Dall'utopia della città giardino alla realizzazione del pluralismo dell'architettura urbana popolare.
La Mostra, che espone gli elaborati progettuali, i disegni e le foto dell’epoca e odierne provenienti dall’archivio ATER, segue un criterio cronologico e si integra con un filmato in 3D che è un vero e proprio viaggio all’interno dei lotti del quartiere Garbatella, realizzato esplicitamente per la mostra con la ricostruzione virtuale e l'inserimento nel contesto di alcuni ambiti ed edifici demoliti e/o trasformati. Alla Garbatella gli architetti della "Scuola Romana" hanno ridefinito il tipo edilizio e le modalità di costruzione, in parte rifacendosi alla tecnica e allo stile della tradizione, introducendovi processi di semplificazione, in parte innestando principi di modernizzazione. In particolare si attiva un’azione di reinterpretazione dei linguaggi tipici di quel periodo a Roma, tra ‘neobarocco’ e ‘razionalismo’, entrambi espressione del rinnovamento architettonico della città.
Al progetto urbanistico lavorò Gustavo Giovannoni, una delle firme più prestigiose dell'epoca, coadiuvato da Innocenzo Sabbatini, che firmò i progetti degli edifici più pregiati del quartiere. Nel corso del tempo si aggiunsero anche altri architetti.
La storia: Il giorno 18 febbraio 1920 il Re d’Italia pose la prima pietra per la costruzione del quartiere denominato “Concordia”, inizialmente nato per ospitare le famiglie degli operai impegnati nelle industrie della Via Ostiense. Nel giro di due anni sorgono le prime abitazioni e la scalinata che riecheggia quella di Trinità dei Monti, nota come il Pincetto di Garbatella.
Le prime case della città-giardino (40 palazzine con 190 alloggi simili alle case agresti del periodo tra il 1500 e il 1700) si rifacevano allo stile "barocchetto romano": attraverso planimetrie sinuose e originali morfologie gli edifici acquisiscono un carattere neo-medievale e in genere apparivano una combinazione sintetica di stili diversi appartenenti al passato. Gli alloggi sono composti generalmente di due o tre vani con annesso un piccolo bagno. Fino agli anni ‘50 le abitazioni non avevano l'acqua corrente, per cui non avevano la vasca né la doccia e una volta alla settimana i cittadini della Garbatella potevano recarsi ai “Bagni pubblici” in Piazza Bartolomeo Romano, dove potevano utilizzare le docce e le vasche da bagno.
Nel 1903 nasce in Italia l'Icp (Istituto per le Case Popolari). Di fatto l’ente costruirà interi quartieri con lo scopo di dare un ordine alla città. L’idea iniziale del quartiere della Garbatella, realizzato con tipologia edilizia a villini, sul modello delle "Garden Cities" inglesi, si va trasformando dal 1923 in poi, con le "case rapide", edifici "provvisori" ed economici per i senza tetto, i braccianti, gli operai edili, ecc., cambiando rapidamente l'aspetto del progetto originario. Dopo il 1927 addirittura trionfa la tipologia degli "alberghi collettivi", con servizi in comune, veri e propri dormitori pubblici, per ospitare gli sfrattati vittime degli sventramenti attuati nel centro e delle mutate condizioni politiche.
Organizzazione della mostra
Sequenza cronologica:
Nel 1920 viene realizzato il primo nucleo di "case popolari", lotti 1-2-3-4 e 5, denominato “Quartiere della Concordia”. Dal 1923 al 1926 si iniziano le costruzioni del secondo nucleo, lotti 8 e 9 dette "case rapide". Tra il 1925 ed il 1927 l'esperienza delle "case rapide" si ripete, dando inizio al “quartiere per gli sfrattati o sbaraccati”, lotti 28-28a-28b-29a-29b-30-31-32 e 37, considerato un vero e proprio campionario delle tipologie usate dall'ICP. Dal 1926 al 1930 viene costruito il terzo nucleo, lotti 12-13, dove l'architetto Marconi progetta le case di tipo semi-economico, indirizzato ad un ceto sociale diverso da quello dei villini. Tra il 1926 e il 1927 l’arch. Marconi progetta i villini a riscatto, lotti 52-53-54-55. Dal 1925 al 1931 viene costruito il lotto 10, che è il meno omogeneo di tutti i lotti, sia per la composizione urbanistica sia per la tipologia di costruzione. Nel 1929, con le "casette modello", si ha la vera innovazione modernista. Tra il 1926 ed il 1929 vengono realizzati gli "alberghi suburbani", progettati completamente da Innocenzo Sabbatini, che rappresentano il primo esempio di tipologia speciale nell'edilizia. Nel 1929-30 si costruiscono edifici che hanno volumi notevoli e con caratteristiche tipologiche completamente differenti dalle precedenti, i Bagni Pubblici ed il Teatro, ormai essenziali per le dimensioni raggiunte dalla Borgata anche in seguito alla realizzazione degli "Alberghi Suburbani". Nel 1927-29 viene realizzata la monumentale scuola Cesare Battisti. Nel 1933 si costruisce la chiesa San Francesco Saverio. Nel 1940 la realizzazione degli edifici del lotto 19 rappresentano l'elemento di ricucitura e completamento del quartiere.
IL CONVEGNO INTERNAZIONALE
Negli ultimi decenni il governo del territorio e l'urbanistica italiani si sono dedicati alla riqualificazione della città densa e compatta.
È stata viceversa colpevolmente trascurata la condizione e la sorte della "città leggera", erede illegittima della tradizione della città giardino che pure, anche in Italia, può vantare una produzione disciplinare di alta qualità. La scena internazionale vede da tempo l'urbanistica impegnata nella conoscenza e nell'azione dei cosiddetti retrofit o sprawl repair: densificazione e riqualificazione morfologica e funzionale. Parallelamente emergono segni concreti di rilancio della tradizione della città giardino. Con il convegno “La Garbatella la città giardino di domani e la città leggera - La via pacifica alla vera riforma - il primo di due incontri di discussione su questi temi - la Casa dell'Architettura vuole evidenziare la sinergia concettuale tra i due fenomeni ed i possibili effetti virtuosi: la tradizione della città giardino può essere uno straordinario riferimento per la riqualificazione del paesaggio intermedio.
In particolare nell'incontro si metteranno a fuoco caratteristiche e qualità della città giardino della Garbatella con una serie di interventi di studiosi della storia e della morfologia del progetto di Gustavo Giovannoni. Il Convegno è corredato dalla proiezione di un filmato in 3D, realizzato per l’occasione, di ricostruzione di progetti dell’epoca, alle ore 15,00..
Concluderà la giornata una tavola rotonda sui possibili futuri della città giardino e della rigenerazione della città leggera ( vedi programma allegato).
La partecipazione al Convegno per gli architetti da diritto a 6 Crediti formativi permanenti. La registrazione è obbligatoria sul sito:http://www.architettiroma.it/formazione/notizie/16616.aspx
LA MOSTRA
UNA MOSTRA SULLA GARBATELLA /1920 – 1940
Dall'utopia della città giardino alla realizzazione del pluralismo dell'architettura urbana popolare.
La Mostra, che espone gli elaborati progettuali, i disegni e le foto dell’epoca e odierne provenienti dall’archivio ATER, segue un criterio cronologico e si integra con un filmato in 3D che è un vero e proprio viaggio all’interno dei lotti del quartiere Garbatella, realizzato esplicitamente per la mostra con la ricostruzione virtuale e l'inserimento nel contesto di alcuni ambiti ed edifici demoliti e/o trasformati. Alla Garbatella gli architetti della "Scuola Romana" hanno ridefinito il tipo edilizio e le modalità di costruzione, in parte rifacendosi alla tecnica e allo stile della tradizione, introducendovi processi di semplificazione, in parte innestando principi di modernizzazione. In particolare si attiva un’azione di reinterpretazione dei linguaggi tipici di quel periodo a Roma, tra ‘neobarocco’ e ‘razionalismo’, entrambi espressione del rinnovamento architettonico della città.
Al progetto urbanistico lavorò Gustavo Giovannoni, una delle firme più prestigiose dell'epoca, coadiuvato da Innocenzo Sabbatini, che firmò i progetti degli edifici più pregiati del quartiere. Nel corso del tempo si aggiunsero anche altri architetti.
La storia: Il giorno 18 febbraio 1920 il Re d’Italia pose la prima pietra per la costruzione del quartiere denominato “Concordia”, inizialmente nato per ospitare le famiglie degli operai impegnati nelle industrie della Via Ostiense. Nel giro di due anni sorgono le prime abitazioni e la scalinata che riecheggia quella di Trinità dei Monti, nota come il Pincetto di Garbatella.
Le prime case della città-giardino (40 palazzine con 190 alloggi simili alle case agresti del periodo tra il 1500 e il 1700) si rifacevano allo stile "barocchetto romano": attraverso planimetrie sinuose e originali morfologie gli edifici acquisiscono un carattere neo-medievale e in genere apparivano una combinazione sintetica di stili diversi appartenenti al passato. Gli alloggi sono composti generalmente di due o tre vani con annesso un piccolo bagno. Fino agli anni ‘50 le abitazioni non avevano l'acqua corrente, per cui non avevano la vasca né la doccia e una volta alla settimana i cittadini della Garbatella potevano recarsi ai “Bagni pubblici” in Piazza Bartolomeo Romano, dove potevano utilizzare le docce e le vasche da bagno.
Nel 1903 nasce in Italia l'Icp (Istituto per le Case Popolari). Di fatto l’ente costruirà interi quartieri con lo scopo di dare un ordine alla città. L’idea iniziale del quartiere della Garbatella, realizzato con tipologia edilizia a villini, sul modello delle "Garden Cities" inglesi, si va trasformando dal 1923 in poi, con le "case rapide", edifici "provvisori" ed economici per i senza tetto, i braccianti, gli operai edili, ecc., cambiando rapidamente l'aspetto del progetto originario. Dopo il 1927 addirittura trionfa la tipologia degli "alberghi collettivi", con servizi in comune, veri e propri dormitori pubblici, per ospitare gli sfrattati vittime degli sventramenti attuati nel centro e delle mutate condizioni politiche.
Organizzazione della mostra
Sequenza cronologica:
Nel 1920 viene realizzato il primo nucleo di "case popolari", lotti 1-2-3-4 e 5, denominato “Quartiere della Concordia”. Dal 1923 al 1926 si iniziano le costruzioni del secondo nucleo, lotti 8 e 9 dette "case rapide". Tra il 1925 ed il 1927 l'esperienza delle "case rapide" si ripete, dando inizio al “quartiere per gli sfrattati o sbaraccati”, lotti 28-28a-28b-29a-29b-30-31-32 e 37, considerato un vero e proprio campionario delle tipologie usate dall'ICP. Dal 1926 al 1930 viene costruito il terzo nucleo, lotti 12-13, dove l'architetto Marconi progetta le case di tipo semi-economico, indirizzato ad un ceto sociale diverso da quello dei villini. Tra il 1926 e il 1927 l’arch. Marconi progetta i villini a riscatto, lotti 52-53-54-55. Dal 1925 al 1931 viene costruito il lotto 10, che è il meno omogeneo di tutti i lotti, sia per la composizione urbanistica sia per la tipologia di costruzione. Nel 1929, con le "casette modello", si ha la vera innovazione modernista. Tra il 1926 ed il 1929 vengono realizzati gli "alberghi suburbani", progettati completamente da Innocenzo Sabbatini, che rappresentano il primo esempio di tipologia speciale nell'edilizia. Nel 1929-30 si costruiscono edifici che hanno volumi notevoli e con caratteristiche tipologiche completamente differenti dalle precedenti, i Bagni Pubblici ed il Teatro, ormai essenziali per le dimensioni raggiunte dalla Borgata anche in seguito alla realizzazione degli "Alberghi Suburbani". Nel 1927-29 viene realizzata la monumentale scuola Cesare Battisti. Nel 1933 si costruisce la chiesa San Francesco Saverio. Nel 1940 la realizzazione degli edifici del lotto 19 rappresentano l'elemento di ricucitura e completamento del quartiere.
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