Olmo Amato. Deep Blue - Cianotipi di biodiversità artificiale

© Olmo Amato, Deep Blue
Dal 17 November 2023 al 15 January 2024
Roma
Luogo: 28 Piazza di Pietra - Fine Art Gallery
Indirizzo: P.zza di Pietra 28
Orari: lunedì-sabato 11 -13 / 16.30-20 e su appuntamento / lunedì mattina e domenica chiuso
Telefono per informazioni: +39 06.94539281 |
E-Mail info: info@28piazzadipietra.com
Sito ufficiale: http://www.28piazzadipietra.com
Nel cuore di Roma dal 16 novembre 2023 al 15 gennaio 2024 alla galleria 28 Piazza di Pietra si terrà “Deep Blue - Cianotipi di biodiversità artificiale” la mostra fotografica dell'eclettico artista Olmo Amato che in modo innovativo e provocatorio sfida i confini tra l'arte e la scienza, esplorando il potenziale dell'Intelligenza Artificiale e ponendo riflessioni sulle sfide incombenti dell'umanità.
Il lavoro innovativo del fotografo crea un connubio affascinante tra l'analogico e il digitale, il biologico e l'artificiale. Amato, che ha un background accademico in neurobiologia e una passione per l'arte, realizza un'opera che sfida la nozione tradizionale di fotografia. L'esposizione, che raccoglie oltre 50 fotografie, offre uno sguardo unico su come le macchine apprendano a interagire con la natura e si integrino con essa. Queste "forme di vita ibrida," nate dalla simbiosi tra biologia e tecnologia, rappresentano una nuova era per il nostro pianeta, con conseguenze che vanno oltre il mondo dell'arte.
"Deep Blue" è anche una riflessione critica sul futuro dell'umanità. Amato invita il pubblico a considerare come le scelte avranno un impatto significativo sul nostro futuro e afferma: “all’alba del terzo millennio, nell’era geologica dell’Antropocene, siamo chiamati ad affrontare urgenti problematiche globali. Il tipo di relazione che instaureremo con la tecnologia e con l’intero ecosistema rappresenterà la chiave per il futuro della nostra specie”.
L’esposizione presenta una raccolta di 50 cianotipie, create da materiale generato con strumenti di intelligenza artificiale e stampate mediante l’uso di un’antica tecnica fotografica analogica del ‘800.
Immagini sintetiche, figlie di astratti processi di calcolo, riscoprono la loro dimensione fotografica attraverso l'interazione con la luce e la materia. Le opere raffigurano diverse specie immaginarie dove apparati radicali elettronici, processori fungini e neo-piante sono i protagonisti ; un erbario fantastico ispirato alle micrografie scientifiche e al celebre lavoro della botanica e fotografa Anna Atkins.
Le stampe sono accomunate, oltre che dal caratteristico colore blu anche dall’elemento circolare che racchiude gli esemplari e che richiama sia l’oculare del microscopio e sia le piastre di Petri, tipici supporti per la coltivazione di cellule in laboratorio. Le opere sono allestite in un circuito di relazioni biologiche. L’esposizione è inoltre arricchita da
un’installazione che illustra varie fasi del processo di realizzazione del progetto, dalla raccolta di idee e di sviluppo creativo fino alla realizzazione dei cianotipi.
"Deep Blue" unisce tecnologie all'avanguardia e antiche tecniche di stampa per creare una nuova biodiversità artificiale, che racconta una prospettiva affascinante e alternativa del nostro pianeta. Con questa mostra, Olmo Amato dimostra ancora una volta la sua straordinaria padronanza delle tecniche di manipolazione digitale e di stampa. La sua passione per la sperimentazione fotografica apre portali verso mondi futuribili, invitando gli spettatori a esplorare l'intersezione tra la creatività umana e il potenziale illimitato della tecnologia. "Deep Blue" rappresenta una visione avvincente di un futuro in cui arte e tecnologia danzano sulla soglia di nuovi orizzonti.
Olmo Amato si laurea in neurobiologia, all’Università La Sapienza di Roma. Parallelamente agli studi universitari, si dedica alla fotografia e alla sperimentazione di tecniche di manipolazione digitale e di stampa. Fotografo e filmmaker, dal 2012 si occupa di stampa fine art, post-produzione e didattica. È docente di fotografia a Roma presso l’Iowa State University, il Pantheon Institute e il Centro di Fotografia Sperimentale Adams. Dal 2019 tiene seminari e workshop sulla relazione tra fotografia, percezione visiva e neuroscienze. Dal 2020 è direttore artistico del concorso fotografico Passepartout Photo Prize. Nei suoi lavori fotografici combina attraverso il fotomontaggio foto d’epoca, scatti originali e materiale generato artificialmente. Con le sue opere, selezionate in festival, gallerie e fiere d’arte contemporanea, ha vinto il premio Setup 2018 come miglior artista under 35, il Premio MalamegiLab 2018 e il premio fotografico Tiziano Campolmi 2019.
Ha esposto tra gli altri al Museo Civico G. Fattori, Livorno (Italy), all’Istituto italiano di cultura di Praga, al Praga Photo, e al MAAAC Museo Arte Moderna Area Archeologica Cisternino.
Insieme a Samuele Sestieri, ha scritto e diretto il film “I Racconti dell’Orso”, selezionato in concorso al 33° Torino Film Festival al Rotterdam International Film Festival 2016 e numerosi altri festival internazionali.
Il lavoro innovativo del fotografo crea un connubio affascinante tra l'analogico e il digitale, il biologico e l'artificiale. Amato, che ha un background accademico in neurobiologia e una passione per l'arte, realizza un'opera che sfida la nozione tradizionale di fotografia. L'esposizione, che raccoglie oltre 50 fotografie, offre uno sguardo unico su come le macchine apprendano a interagire con la natura e si integrino con essa. Queste "forme di vita ibrida," nate dalla simbiosi tra biologia e tecnologia, rappresentano una nuova era per il nostro pianeta, con conseguenze che vanno oltre il mondo dell'arte.
"Deep Blue" è anche una riflessione critica sul futuro dell'umanità. Amato invita il pubblico a considerare come le scelte avranno un impatto significativo sul nostro futuro e afferma: “all’alba del terzo millennio, nell’era geologica dell’Antropocene, siamo chiamati ad affrontare urgenti problematiche globali. Il tipo di relazione che instaureremo con la tecnologia e con l’intero ecosistema rappresenterà la chiave per il futuro della nostra specie”.
L’esposizione presenta una raccolta di 50 cianotipie, create da materiale generato con strumenti di intelligenza artificiale e stampate mediante l’uso di un’antica tecnica fotografica analogica del ‘800.
Immagini sintetiche, figlie di astratti processi di calcolo, riscoprono la loro dimensione fotografica attraverso l'interazione con la luce e la materia. Le opere raffigurano diverse specie immaginarie dove apparati radicali elettronici, processori fungini e neo-piante sono i protagonisti ; un erbario fantastico ispirato alle micrografie scientifiche e al celebre lavoro della botanica e fotografa Anna Atkins.
Le stampe sono accomunate, oltre che dal caratteristico colore blu anche dall’elemento circolare che racchiude gli esemplari e che richiama sia l’oculare del microscopio e sia le piastre di Petri, tipici supporti per la coltivazione di cellule in laboratorio. Le opere sono allestite in un circuito di relazioni biologiche. L’esposizione è inoltre arricchita da
"Deep Blue" unisce tecnologie all'avanguardia e antiche tecniche di stampa per creare una nuova biodiversità artificiale, che racconta una prospettiva affascinante e alternativa del nostro pianeta. Con questa mostra, Olmo Amato dimostra ancora una volta la sua straordinaria padronanza delle tecniche di manipolazione digitale e di stampa. La sua passione per la sperimentazione fotografica apre portali verso mondi futuribili, invitando gli spettatori a esplorare l'intersezione tra la creatività umana e il potenziale illimitato della tecnologia. "Deep Blue" rappresenta una visione avvincente di un futuro in cui arte e tecnologia danzano sulla soglia di nuovi orizzonti.
Olmo Amato si laurea in neurobiologia, all’Università La Sapienza di Roma. Parallelamente agli studi universitari, si dedica alla fotografia e alla sperimentazione di tecniche di manipolazione digitale e di stampa. Fotografo e filmmaker, dal 2012 si occupa di stampa fine art, post-produzione e didattica. È docente di fotografia a Roma presso l’Iowa State University, il Pantheon Institute e il Centro di Fotografia Sperimentale Adams. Dal 2019 tiene seminari e workshop sulla relazione tra fotografia, percezione visiva e neuroscienze. Dal 2020 è direttore artistico del concorso fotografico Passepartout Photo Prize. Nei suoi lavori fotografici combina attraverso il fotomontaggio foto d’epoca, scatti originali e materiale generato artificialmente. Con le sue opere, selezionate in festival, gallerie e fiere d’arte contemporanea, ha vinto il premio Setup 2018 come miglior artista under 35, il Premio MalamegiLab 2018 e il premio fotografico Tiziano Campolmi 2019.
Ha esposto tra gli altri al Museo Civico G. Fattori, Livorno (Italy), all’Istituto italiano di cultura di Praga, al Praga Photo, e al MAAAC Museo Arte Moderna Area Archeologica Cisternino.
Insieme a Samuele Sestieri, ha scritto e diretto il film “I Racconti dell’Orso”, selezionato in concorso al 33° Torino Film Festival al Rotterdam International Film Festival 2016 e numerosi altri festival internazionali.
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