Stefano Canto. Carie

© Stefano Canto e Matèria, Roma | Stefano Canto, Rp 7, 2017

 

Dal 13 Febbraio 2021 al 10 Aprile 2021

Roma

Luogo: Matèria

Indirizzo: Via dei Latini 27

Orari: da martedì a sabato dalle 11:00 alle 19:00

Curatori: Giuliana Benassi

E-Mail info: contact@materiagallery.com

Sito ufficiale: http://www.materiagallery.com



Matèria, galleria nata nel 2015, apre la nuova sede in via dei Latini 27 a Roma, con una mostra personale di Stefano Canto visitabile a partire dal 13 febbraio 2021
In un periodo di ripensamento delle formule abituali della fruizione dell’arte, Matèria amplia i suoi spazi per guardare al futuro e all’evoluzione del suo ruolo, sia a livello locale che internazionale.
 
Questo cambiamento rappresenta una svolta significativa, frutto di cinque anni di attività che hanno visto tutti gli artisti rappresentati cimentarsi con una personale in galleria. Un ciclo iniziale  che ha dato vita a numerosi progetti con artisti, curatori, realtà italiane e internazionali, preparando un terreno fertile per la crescita della galleria.
 
Continua così il percorso iniziato in via Tiburtina 149: essenziale resta la creazione di un gruppo di artisti con i quali lavorare a un progetto comune, mettendo al centro il loro supporto culturale, economico e progettuale. «Lo stato di crisi ci mette davanti a scelte forzate - dichiara Niccolò Fano fondatore e direttore di Matèria - che una volta intraprese marcano fortemente l’andamento e il futuro di una galleria; il passo che facciamo oggi definisce in maniera radicale il nostro futuro. Cambiare spazio e cogliere un’opportunità in questo mare in tempesta ci permette di formalizzare una rinnovata linea di pensiero e d’azione, che punta fortemente sulla città, senza tralasciare una selezione di collaborazioni nazionali e internazionali che intendiamo costruire e consolidare nei prossimi anni».
 
Gli spazi della nuova galleria aprono al pubblico con Carie, mostra personale di Stefano Canto (Roma, 1974), a cura di Giuliana Benassi. Canto presenta un nuovo corpus di opere, frutto di una ricerca iniziata nel 2009, che riflette la spina dorsale del suo intero processo artistico. Il titolo della mostra è preso in prestito dal vocabolario della botanica e fa riferimento alla decomposizione di tessuti vegetali dovuta all’azione di parassiti fungini, detti appunto “carie”.
 
L’artista ha concepito tutte le opere a partire da tronchi e pezzi di corteccia di alberi raccolti sul ciglio della città, tutti deperiti e svuotati al loro interno a causa del lavorio di putrefazione dovuto alle carie lignee. Ed è proprio da questo vuoto che nasce il processo scultoreo dell’artista, dall’avvicinamento alle masse arboree deteriorate, dall’azione di rigenerazione attraverso innesti cementizi, dal riempimento delle cavità con costruzioni architettoniche. Laddove c’è assenza, l’artista impone una presenza costruttiva.
 
La vitalità del vuoto trionfa, la sua immanente presenza scultorea invade la galleria accompagnando il visitatore in un bosco di opere che ridisegna architettonicamente gli spazi espositivi come una grande installazione site-specific. Come nota Giuliana Benassi: «lo spazio espositivo sembra trasformarsi in un paesaggio, un paesaggio non idilliaco, ma cadenzato dalla costante parresia dialogica tra natura e architettura, dove l’una prende ispirazione dall’altra e viceversa».
 
Dopo la pubblicazione che ha accompagnato la mostra del 2019 Sotto l’influenza del Fiume. Sedimento, si rinnova la collaborazione tra Stefano Canto e Fiorenza Pinna, designer e curatrice, con un nuovo volume realizzato in occasione di Carie, da cui prende il titolo. Il libro si colloca all’interno di un progetto editoriale che prevede la collaborazione a lungo termine tra Pinna e Canto, volta a esaminare e documentare il processo dell’artista durante l’arco di tre mostre personali in galleria.

Stefano Canto è nato a Roma nel 1974, dove si è laureato in Architettura nel 2003 e dove attualmente vive e lavora. Le sue produzioni artistiche si esprimono attraverso la poetica del luogo, passando attraverso le implicazioni sociali insite nel rapporto tra uomo e architettura. La sua ricerca ha avuto inizio dall’osservazione dell’ambiente circostante, inteso come una realtà complessa, polimorfa e polisemantica, costituita da molteplici elementi, in continuo dialogo gli uni con gli altri, dotati di una propria identità e di proprie valenze simboliche, evocative e comunicative. I medium espressivi prediletti da Canto sono la scultura e l’installazione site-specific e come materiali di utilizzo per le sue creazioni si nota una certa continuità nell’uso di elementi e materie provenienti dall’edilizia ad esempio il cemento, associato a materiali naturali come acqua, piante, alberi, ecc.
 
I suoi lavori sono stati esposti in diverse gallerie e istituzioni, tra le quali Manifesta 12 Palermo; Viafarini Milano; Museo dell’IFAN Biennale Dakar, Senegal; American Academy in Rome; Biennale Di Kochi Muziris, India; MAXXI, MACRO Roma; Matèria Roma; Museo della Triennale Milano; Museo RISO Palermo, Corpo 6 Gallery Berlino; Museo Carandente Spoleto; Fondazione Rocco Guglielmo Catanzaro; Museo Civico del Marmo Carrara. Nel 2005 è stato vincitore del Premio Roma e nel 2009 del Premio Terna 02.

Opening 13.02.2021 dalle 11:00 alle 19:00 su prenotazione via mail


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