Steve McCurry. Oltre lo sguardo
Dal 18 Aprile 2015 al 20 Settembre 2015
Roma
Luogo: Teatro1 - Cinecittà si Mostra
Indirizzo: via Tuscolana 1055
Orari: 9.30-19; chiuso martedì
Curatori: Biba Giacchetti, Peter Bottazzi
Costo del biglietto: intero 12 €, ridotto 10 € per gruppi di almeno 15 persone, insegnanti e apposite convenzioni, ridotto speciale 4 € per scuole, minori di 18 anni e disabili. Gratuito per minori di 6 anni
Telefono per informazioni: +39 06 32810910
E-Mail info: mccurry@cinecittastudios.it
Sito ufficiale: http://www.mostrastevemccurry.it
Proprio a partire dalle foto scattate a Cinecittà, la nuova mostra di Steve McCurry, presenta al pubblico i suoi lavori più recenti e una serie di scatti che sono legati a questa sorprendente ricerca, che si spinge oltre lo sguardo, che attraversa porte e finestre per raccontare lo spazio e la luce, per vincere il dolore e la paura. Steve McCurry oltre lo sguardo si sviluppa intorno a questa ricerca, anche se non mancano, in mostra, alcune delle sue immagini più conosciute, a partire dal ritratto di Sharbat Gula, pubblicato per la prima volta su National Geographic, la ragazza afgana che è diventata una delle icone assolute della fotografia mondiale.
Ad una nuova mostra non poteva che corrispondere un allestimento del tutto nuovo, progettato appositamente da Peter Bottazzi per accompagnare il visitatore nel mondo di McCurry e realizzato nel Teatro1, accanto agli edifici che ospitano “Cinecittà si Mostra”, un percorso di visita permanente dedicato al cinema e alla storia di Cinecittà, che ha già raccolto un grande interesse del pubblico italiano e internazionale.
Fin dalla prima rassegna italiana, allestita a Milano nel 2009, Civita e SudEst57 hanno accompagnato McCurry in un progetto espositivo di lungo respiro, realizzando altre mostre, in varie città, che hanno visto la presenza di oltre 600.000 visitatori e hanno offerto al grande pubblico la possibilità di scoprire la sua straordinaria produzione fotografica, ampliando ogni volta la conoscenza del suo vasto repertorio, messo in scena nei più diversi contesti con sempre nuovi e suggestivi allestimenti.
In questi anni Steve McCurry ha vissuto una stagione particolarmente produttiva della sua ormai più che trentennale carriera di fotoreporter, con incarichi prestigiosi come il progetto The last roll realizzato con l’ultimo rullino prodotto da Kodak, i calendari Pirelli 2013 e Lavazza 2015, ma soprattutto con lavori molto impegnativi che ha realizzato viaggiando nei luoghi del mondo che predilige, dall’India alla Birmania, dall’Afghanistan alla Cambogia, ma anche in Giappone, in Italia, in Brasile, in Africa.
In ogni scatto di Steve McCurry è racchiuso un complesso universo di esperienze ed emozioni. Per questo non è solo uno dei più grandi maestri della fotografia del nostro tempo, ma è un punto di riferimento per un larghissimo pubblico, soprattutto di giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo e, in un certo senso, "si riconoscono".
Oltre a presentare una originale selezione della produzione fotografica di Steve McCurry, la rassegna, curata da Biba Giacchetti e Peter Bottazzi, intende raccontare l’avventura della sua vita e della sua professione, anche grazie ad una serie di video costruiti intorno alle “massime” in cui ha condensato la sua straordinaria esperienza e la sua concezione della fotografia. Per seguire il filo rosso delle sue passioni, per conoscere la sua tecnica ma anche la sua voglia di condividere la prossimità con la sofferenza e talvolta con la guerra, con la gioia e con la sorpresa. Per capire il suo modo di conquistare la fiducia delle persone che fotografa: «Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te».
Steve McCurry oltre lo sguardo sarà al Teatro1 di Cinecittà dal 18 aprile 2015, con oltre 150 immagini di grande formato, una audioguida a disposizione di tutti i visitatori nella quale l’artista racconta in prima persona le sue foto e una serie di 6 video dedicati ai suoi viaggi e al suo modo di concepire la fotografia.
La mostra è prodotta da Cinecittà si Mostra e Civita Cultura in collaborazione con SudEst57, con il sostegno di Lavazza, Dimensione Suono Roma come media partner.
TEATRO1 DI CINECITTÀ
IL NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO PER LA CULTURA DELL’IMMAGINE
Con la mostra dedicata a Steve McCurry nasce a Roma un nuovo spazio espositivo: il Teatro1 di Cinecittà. Lo storico edificio è inserito nel contesto di Cinecittà si Mostra, con ingresso al 1055 di via Tuscolana, che già offre al pubblico italiano e internazionale un viaggio nella storia del cinema e nella “fabbrica dei sogni” cara a Fellini. Mantenendo le sue attrezzature ma modificando la sua funzione originaria, il Teatro1 proporrà una programmazione di mostre temporanee dedicate alla cultura dell’immagine nelle sue più varie espressioni, dalla fotografia al cinema, dal design allo spettacolo.
Per iniziativa di Cine District Entertainment e di Civita Cultura, che oggi fanno parte del nuovo IEN – Italian Entertainment Network (www.ien-network.com), la città di Roma si arricchisce di un nuovo spazio per le mostre, con una vocazione molto caratterizzata e coerente con la sua collocazione all’interno di Cinecittà, in quella parte che, accanto alla produzione cinematografica, accoglie il pubblico con una qualificata, continuativa e sempre più dinamica offerta culturale. Cinecittà si Mostra, con il Teatro1, è facilmente raggiungibile con la Metro A in direzione Anagnina scendendo alla stazione Cinecittà. Chi è interessato può usufruire di un vantaggioso biglietto cumulativo per visitare la mostra e il percorso espositivo permanente, oltre a partecipare ad una visita guidata dei set cinematografici.
Steve McCurry da oltre trenta anni è una delle voci più iconiche della fotografia contemporanea a cui si devono innumerevoli copertine sulla stampa internazionale, più di una dozzina di libri e una infinita serie di mostre personali che portano il suo nome nel mondo.
Nato in un sobborgo di Philadelphia, McCurry studia alla Pennsylvania State University, prima di iniziare a collaborare con un quotidiano locale. Lavora diversi anni come freelance, compie il primo dei suoi successivi numerosissimi viaggi in India. Con poco più che una sacca di vestiti ed una di pellicole, attraversa tutto il subcontinente, ed esplora il paese con la sua macchina fotografica.
Dopo un certo numero di mesi di viaggio decide di sconfinare in Pakistan. Qui incontra un gruppo di rifugiati Afgani, che lo travestono e lo portano all'interno del loro paese, proprio nel momento in cui l'invasione russa chiudeva il confine e gli accessi a tutti i giornalisti occidentali. McCurry si unisce per settimane ai Mujaideen, ne riemerge, barbuto in abiti tradizionali, usurati dalle condizioni atmosferiche, per portare al mondo le prime immagini del conflitto in Afghanistan, in grado di dare alla questione afgana un volto umano da cui non si potrà prescindere.
Da allora McCurry non ha mai smesso di creare immagini mozzafiato attraverso i sei continenti nei rispettivi innumerevoli paesi. Il suo lavoro spazia dai conflitti, alle etnie in via di sparizione, dalle antiche tradizioni alle culture contemporanee, centrando sempre il suo lavoro su quei valori umani che hanno reso tanto potente il ritratto della sua ragazza Afgana.
McCurry ha ricevuto alcuni dei maggiori riconoscimenti mondiali come la Robert Capa Gold Medal, il National Press Photographers Award, nessuno prima di lui aveva vinto quattro World Press Photo. E' stato insignito del cavalierato delle Arti e delle Lettere in Francia dal presidente della Repubblica francese, e nel 2014 la Medaglia d'oro alla carriera dalla Royal Photographicl Society di Londra.
McCurry ha pubblicato libri quali: The Imperial Way (1985), Monsoon (1988), Portraits (1999), South Southeast (2000), Sanctuary (2002), The Path to Buddha: A Tibetan Pilgrimage (2003), Steve McCurry (2005), Looking East (2006), In the Shadow of Mountains (2007), The Unguarded Moment. (2009), The Iconic Photographs (2011), and Untold: The Stories Behind the Photographs (2013).
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