TESTIMONI DI UNA GUERRA. Memoria grafica della Rivoluzione Messicana
Dal 05 Novembre 2024 al 09 Febbraio 2025
Roma
Luogo: Museo di Roma in Trastevere
Indirizzo: Piazza di S. Egidio 1/b
Enti promotori:
- Roma Capitale
- Assessorato alla Cultura
- Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Telefono per informazioni: +39 060608
Sito ufficiale: http://www.museodiromaintrastevere.it
In occasione della commemorazione dei 150 anni delle relazioni diplomatiche tra Messico e Italia, il Museo di Roma in Trastevere e l’Ambasciata del Messico in Italia, celebrano la ricorrenza storica con la mostra fotografica “Testimoni di una guerra. Memoria grafica della Rivoluzione Messicana”.
L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è organizzata dall'Ambasciata del Messico in Italia. Servizi museali Zètema Progetto Cultura.
Le fotografie provengono dal prestigioso Archivio Casasola, che percorre le tappe fondamentali della Rivoluzione Messicana, periodo in cui sono sorte figure che hanno segnato la storia messicana come Francisco I. Madero, Emiliano Zapata, Pancho Villa e Venustiano Carranza.
L’Archivio Casasola nasce dall’idea di Agustín Víctor Casasola e Miguel Casasola, pionieri nel reportage fotografico in America Latina. Il Governo del Messico acquisì l’Archivio Casasola nel 1976, affidandone all’Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH) la custodia, e sempre nel 1976, sono state acquistate 484.004 fotografie. Attualmente l’Archivio è custodito presso l’ex Convento di San Francisco, a Pachuca, in Messico.
Le immagini, in bianco e nero, testimoniano i principali avvenimenti che hanno segnato la prima rivoluzione sociale del XX secolo, avvenuta fra il 1910 e il 1920. La mostra testimonia i diversi episodi della guerra, che scaturita dallo scontento popolare nei confronti del governo del Generale Porfirio Diaz. A farsi portavoce delle esigenze del popolo messicano è il Partido Nacional Antirreleccionista, dal quale emerge colui che chiamerà alle armi attraverso il Plan de San Luis, Francisco I. Madero. Con il sostegno del popolo, egli verrà successivamente eletto Presidente.
In questo contesto reazionario emergono alcune figure chiave: Pancho Villa, Emiliano Zapata e Pascual Orozco. Nel 1913 il malcontento nei confronti del governo maderista sfocia in un colpo di stato che prende il nome di Decena Trágica (I dieci giorni tragici), provocando l'assassinio di Madero e la salita al potere del Generale Victoriano Huerta. Questi stravolgimenti politici causano la reazione delle forze costituzionaliste guidate da Villa, Zapata e Venustiano Carranza. Quest'ultimo, a seguito delle dimissioni forzate di Huerta, diventerà presidente provvisorio, ma dopo la Convención de Aguascalientes, si genera una frattura tra le forze rivoluzionarie, portando Villa e Zapata a riottenere il potere. Questa fase, caratterizzata da una crescente violenza e da un'estrema povertà, ha fatto sì che il popolo si sentisse particolarmente coinvolto, incentivando il ruolo delle "Soldaderas", donne che combattevano
attivamente nella Rivoluzione.
Nel 1915, Carranza cerca di risolvere la questione dell'esproprio dei terreni, promulgando la Ley Agraria. Inoltre il 5 febbraio del 1917 promulga la Costituzione, azioni che lo rendono agli occhi della comunità internazionale, l'unico in possesso degli elementi necessari per un governo efficace. La Rivoluzione si conclude con la salita al potere di Alvaro Obregón e la morte dei protagonisti rivoluzionari: Villa, Zapata e Carranza.
Le richieste del popolo messicano si basavano sull'uguaglianza sociale, un’equa distribuzione della ricchezza, la libertà politica, la cessazione dell’esproprio delle terre e la creazione di latifondi, un’istruzione di qualità per combattere l'analfabetismo, i diritti dei lavoratori per la classe operaia e contadina, così come l'interruzione della repressione e dell'uso della forza.
Le elezioni presidenziali del 1910 videro come vincitore Porfirio Díaz, il quale imprigionò Madero prima delle elezioni con l'accusa di oltraggio all'autorità, eliminando così eventuali avversari. Francisco I. Madero riuscì a fuggire dalla prigione, arrivando in Texas, dove lanciò lo storico Piano di San Luis, che consisteva nella proclamazione dell'insurrezione armata, il 20 novembre 1910. Da questo evento storico nacquero le figure leggendarie di Pancho Villa ed Emiliano Zapata. José Doroteo Arango Arámbula, alias "Francisco Villa", e il generale Pasqual Orozco diedero vita ai primi movimenti armati della Rivoluzione nel nord del paese, mentre Emiliano Zapata guidava le forze del sud. Dopo le pressioni esercitate, il 25 maggio 1911, Porfirio Díaz si dimise dalla presidenza, dopo aver firmato un patto con Francisco I. Madero, che fu successivamente eletto Presidente del Messico. Madero ripristinò la costituzione, proibì la rielezione e istituì il suffragio popolare. Tuttavia, questi cambiamenti non furono sufficienti a migliorare la situazione generale del paese, né a soddisfare le esigenze del popolo messicano. Il 28 novembre 1911 Zapata firmò il Piano di Ayala, con il quale disconosceva il governo di Madero e chiamava allo scontro armato per recuperare le terre lavorate dai contadini. Questo attrito rese Madero vulnerabile di fronte alla fazione militare guidata dal generale Victoriano Huerta, simpatizzante del Porfirismo. Tra il 9 e il 19 febbraio 1913, organizzato da Victoriano Huerta e guidato dai generali Manuel Mondragón, Bernardo Reyes e il loro gruppo di militanti, avvenne il colpo di stato militare contro il governo di Madero, che passò alla storia come la Decena Trágica (I dieci giorni tragici). Dopo questa fase, Orozco si ribellò al governo Madero, che aveva inizialmente sostenuto, alleandosi con Huerta, che lo nominò generale di brigata. Il 22 febbraio 1913, dopo essere stati arrestati, il presidente Madero e il vicepresidente José María Pino Suárez furono assassinati, e la presidenza fu assunta da Victoriano Huerta. Con Huerta, la situazione nel paese tornò simile all'epoca porfirista, motivo per cui iniziarono nuovamente gli scontri armati, guidati da Emiliano Zapata, Francisco Villa e Venustiano Carranza. Ciascuno di loro affrontò l'esercito federale nei propri territori, portando alle dimissioni di Huerta dalla presidenza e alla nomina di Venustiano Carranza a presidente provvisorio. Nel novembre del 1914, Carranza promosse la Convenzione di Aguascalientes, il cui obiettivo era quello di consolidare le fazioni rivoluzionarie. Tuttavia, a causa delle ideologie molto diverse, non fu possibile raggiungere l'unità tra le forze rivoluzionarie. Il contributo storico di Carranza è stato quello di convocare un Congresso Costituente per preparare una nuova Costituzione Politica per il Messico, promulgata nel 1917, diventando poi un modello per molti paesi. Dopo anni di scontri, nel 1920, Álvaro Obregón lanciò la sua candidatura presidenziale, con l’appoggio della maggior parte dei leader della Rivoluzione, assumendo la Presidenza del Messico dal 1920 al 1924, assicurando successivamente la pacificazione dello Stato con la morte di alcuni leader rivoluzionari, tra cui Pancho Villa.
L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è organizzata dall'Ambasciata del Messico in Italia. Servizi museali Zètema Progetto Cultura.
Le fotografie provengono dal prestigioso Archivio Casasola, che percorre le tappe fondamentali della Rivoluzione Messicana, periodo in cui sono sorte figure che hanno segnato la storia messicana come Francisco I. Madero, Emiliano Zapata, Pancho Villa e Venustiano Carranza.
L’Archivio Casasola nasce dall’idea di Agustín Víctor Casasola e Miguel Casasola, pionieri nel reportage fotografico in America Latina. Il Governo del Messico acquisì l’Archivio Casasola nel 1976, affidandone all’Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH) la custodia, e sempre nel 1976, sono state acquistate 484.004 fotografie. Attualmente l’Archivio è custodito presso l’ex Convento di San Francisco, a Pachuca, in Messico.
Le immagini, in bianco e nero, testimoniano i principali avvenimenti che hanno segnato la prima rivoluzione sociale del XX secolo, avvenuta fra il 1910 e il 1920. La mostra testimonia i diversi episodi della guerra, che scaturita dallo scontento popolare nei confronti del governo del Generale Porfirio Diaz. A farsi portavoce delle esigenze del popolo messicano è il Partido Nacional Antirreleccionista, dal quale emerge colui che chiamerà alle armi attraverso il Plan de San Luis, Francisco I. Madero. Con il sostegno del popolo, egli verrà successivamente eletto Presidente.
In questo contesto reazionario emergono alcune figure chiave: Pancho Villa, Emiliano Zapata e Pascual Orozco. Nel 1913 il malcontento nei confronti del governo maderista sfocia in un colpo di stato che prende il nome di Decena Trágica (I dieci giorni tragici), provocando l'assassinio di Madero e la salita al potere del Generale Victoriano Huerta. Questi stravolgimenti politici causano la reazione delle forze costituzionaliste guidate da Villa, Zapata e Venustiano Carranza. Quest'ultimo, a seguito delle dimissioni forzate di Huerta, diventerà presidente provvisorio, ma dopo la Convención de Aguascalientes, si genera una frattura tra le forze rivoluzionarie, portando Villa e Zapata a riottenere il potere. Questa fase, caratterizzata da una crescente violenza e da un'estrema povertà, ha fatto sì che il popolo si sentisse particolarmente coinvolto, incentivando il ruolo delle "Soldaderas", donne che combattevano
attivamente nella Rivoluzione.
Nel 1915, Carranza cerca di risolvere la questione dell'esproprio dei terreni, promulgando la Ley Agraria. Inoltre il 5 febbraio del 1917 promulga la Costituzione, azioni che lo rendono agli occhi della comunità internazionale, l'unico in possesso degli elementi necessari per un governo efficace. La Rivoluzione si conclude con la salita al potere di Alvaro Obregón e la morte dei protagonisti rivoluzionari: Villa, Zapata e Carranza.
Le richieste del popolo messicano si basavano sull'uguaglianza sociale, un’equa distribuzione della ricchezza, la libertà politica, la cessazione dell’esproprio delle terre e la creazione di latifondi, un’istruzione di qualità per combattere l'analfabetismo, i diritti dei lavoratori per la classe operaia e contadina, così come l'interruzione della repressione e dell'uso della forza.
Le elezioni presidenziali del 1910 videro come vincitore Porfirio Díaz, il quale imprigionò Madero prima delle elezioni con l'accusa di oltraggio all'autorità, eliminando così eventuali avversari. Francisco I. Madero riuscì a fuggire dalla prigione, arrivando in Texas, dove lanciò lo storico Piano di San Luis, che consisteva nella proclamazione dell'insurrezione armata, il 20 novembre 1910. Da questo evento storico nacquero le figure leggendarie di Pancho Villa ed Emiliano Zapata. José Doroteo Arango Arámbula, alias "Francisco Villa", e il generale Pasqual Orozco diedero vita ai primi movimenti armati della Rivoluzione nel nord del paese, mentre Emiliano Zapata guidava le forze del sud. Dopo le pressioni esercitate, il 25 maggio 1911, Porfirio Díaz si dimise dalla presidenza, dopo aver firmato un patto con Francisco I. Madero, che fu successivamente eletto Presidente del Messico. Madero ripristinò la costituzione, proibì la rielezione e istituì il suffragio popolare. Tuttavia, questi cambiamenti non furono sufficienti a migliorare la situazione generale del paese, né a soddisfare le esigenze del popolo messicano. Il 28 novembre 1911 Zapata firmò il Piano di Ayala, con il quale disconosceva il governo di Madero e chiamava allo scontro armato per recuperare le terre lavorate dai contadini. Questo attrito rese Madero vulnerabile di fronte alla fazione militare guidata dal generale Victoriano Huerta, simpatizzante del Porfirismo. Tra il 9 e il 19 febbraio 1913, organizzato da Victoriano Huerta e guidato dai generali Manuel Mondragón, Bernardo Reyes e il loro gruppo di militanti, avvenne il colpo di stato militare contro il governo di Madero, che passò alla storia come la Decena Trágica (I dieci giorni tragici). Dopo questa fase, Orozco si ribellò al governo Madero, che aveva inizialmente sostenuto, alleandosi con Huerta, che lo nominò generale di brigata. Il 22 febbraio 1913, dopo essere stati arrestati, il presidente Madero e il vicepresidente José María Pino Suárez furono assassinati, e la presidenza fu assunta da Victoriano Huerta. Con Huerta, la situazione nel paese tornò simile all'epoca porfirista, motivo per cui iniziarono nuovamente gli scontri armati, guidati da Emiliano Zapata, Francisco Villa e Venustiano Carranza. Ciascuno di loro affrontò l'esercito federale nei propri territori, portando alle dimissioni di Huerta dalla presidenza e alla nomina di Venustiano Carranza a presidente provvisorio. Nel novembre del 1914, Carranza promosse la Convenzione di Aguascalientes, il cui obiettivo era quello di consolidare le fazioni rivoluzionarie. Tuttavia, a causa delle ideologie molto diverse, non fu possibile raggiungere l'unità tra le forze rivoluzionarie. Il contributo storico di Carranza è stato quello di convocare un Congresso Costituente per preparare una nuova Costituzione Politica per il Messico, promulgata nel 1917, diventando poi un modello per molti paesi. Dopo anni di scontri, nel 1920, Álvaro Obregón lanciò la sua candidatura presidenziale, con l’appoggio della maggior parte dei leader della Rivoluzione, assumendo la Presidenza del Messico dal 1920 al 1924, assicurando successivamente la pacificazione dello Stato con la morte di alcuni leader rivoluzionari, tra cui Pancho Villa.
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