Ugo Attardi | Omaggio nel 10° anniversario della morte
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© Ugo Attardi
Dal 26 Maggio 2016 al 11 Giugno 2016
Roma
Luogo: Edarcom Europa Galleria d'Arte Contemporanea
Indirizzo: via Macedonia 12
Orari: lun-sab 10,30-13 / 15,30-19,30
Curatori: Francesco Ciaffi
Enti promotori:
- Edarcom Europa Galleria d'Arte Contemporanea
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 7802620
E-Mail info: info@edarcom.it
Sito ufficiale: http://www.edarcom.it
Nella ricorrenza del 10° anniversario della scomparsa, la galleria d’arte Edarcom Europa, dopo aver celebrato il genio artistico di Renzo Vespignani, ricorda un altro grande Maestro della seconda metà del ‘900. Giovedì 26 maggio, negli spazi espositivi di via Macedonia, verrà inaugurata una mostra di Ugo Attardi, pittore, scultore ed incisore, sensibile ed indimenticato testimone intellettuale dell’anima dell’uomo.
Attardi, nato nel 1923 a Sori, vicino Genova, ha preso parte ad importanti movimenti artistici quali Forma 1, alla fine degli anni ’40 insieme a Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Concetto Maugeri, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato e Il Pro e il Contro, all’inizio degli anni ’60 con Renzo Vespignani, Alberto Gianquinto, Ennio Calabria, Piero Guccione, Fernando Farulli, Carlo Ajmonino, Antonio Del Guercio, Dario Micacchi, Duilio Morosini. Ha esposto nelle più importanti manifestazioni artistiche nazionali e internazionali e le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
L’esposizione, curata da Francesco Ciaffi, si compone delle opere facenti parte della collezione della galleria: alcuni dipinti della prima metà degli anni ’90, raffiguranti i celebri scorci dei Lungotevere e dei tetti di Trastevere visti dal Gianicolo, due sculture in bronzo, l’Europa e l’Aristocratica, e una ricca selezione di litografie ed incisioni. Proprio a proposito del lavoro incisorio di Attardi, Guido Giuffrè nel 1969 scriveva “Le lastre (…), giovandosi di quell’esperienza da scultore che tanto lo ha rivelato al pubblico che probabilmente ha rivelato Attardi a sé stesso, qualificano l’artista tra i nostri incisori tra i più complessi e significativi (…). Come la scultura ha d’un tratto solidificato l’immagine, bloccandola in una definizione formale tanto più vantaggiosa ai fini della concentrazione espressiva, dove ogni orpello scivolato via dalla eburnea epidermide sotto cui scorrono linfe corrosive e mortali, così questi corpi d’uomo e di donna, e le singole suppellettili, e le coltri modellate come fossero nubi tempestose, slargano quel mondo di chiuse passioni quanto li costringono perimetri serrati e taglienti. Attraverso la torsione dei piani, vibranti e densi nella pienezza del tratteggio inciso più che nei suggerimenti della grafite, e le figure nervose e scattanti quanto avviluppate in sé stesse, nella definita concretezza dei suoi nuovi personaggi, Attardi riapre in termini rinnovati e perentori un discorso che fluttua talora nelle angosciose ambiguità di una pittura morbosamente estenuata”.
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