Sur terre et sur mer avec le Codex Seraphinianus

© Luigi Serafini | Luigi Serafini, Genesis o Il sogno della tartaruga, 2019, olio su tela, 180x100 cm.
Dal 10 Ottobre 2020 al 03 Gennaio 2021
Sète |
Luogo: Centre Régional d'Art Contemporain Occitanie / Pyrénées-Méditerranée
Indirizzo: 26 Quai Aspirant Herber
Orari: Lun / Mer / Gio / Ven 12.30 - 19 | Sab - Dom 14 - 19 | Mar chiuso
Curatori: Marie de Brugerolle
Costo del biglietto: Ingresso libero
Telefono per informazioni: +33 04 67 74 94 37
E-Mail info: crac @ laregion.fr
Sito ufficiale: http://crac.laregion.fr/3732-sur-terre-et-sur-mer-avec-le-codex-seraphinianus.htm
Dopo aver studiato architettura, Luigi Serafini ha sviluppato, tra il 1976 e il 1979, il Codex Seraphinianus, un'opera magistrale, pubblicata per la prima volta nel 1981 da Franco Maria Ricci e da allora costantemente ristampata. "Book of Books", questa enciclopedia di un mondo inventato, surrealista e precursore di un'umanità ibrida, in cui piante, animali e oggetti si uniscono, è un bestseller mondiale. Andando oltre i confini del visibile e del leggibile, mescolando illustrazioni e scrittura, il libro è una fonte inesauribile di ispirazione.
Designer polimorfico, Luigi Serafini collabora tra gli altri con Memphis; pittore, scrittore, amico di Fellini per il quale ha realizzato la locandina del film La voce della Luna (1990), grande Satrapo del Collegio di Patafisica dal 2016, Luigi Serafini è un mediatore tra un certo surrealismo e la poesia della Beat Generation, Cabinets of wonders, Proust, Joyce e l'attuale mondo dei social network. Italo Calvino precede l'edizione del 1984 del Codice, mentre il suo libro Collection de sable è illustrato in copertina dal Serafini's Fish. Questo pesce occhio è diventato anche uno dei modelli preferiti dai giovani "Serafan" di tutto il mondo, che si tatuano addosso questa immagine, diventata virale.
L'alfabeto visivo del Codex Seraphinianus viene così dispiegato per la prima volta in tre dimensioni in uno spazio espositivo e, grazie all'istituzione francese. Ispirandosi alla città di Sète, Luigi Serafini vi allestisce un universo polimorfico, tra mondo vegetale e animale, marino e terrestre. In tre sale l'artista propone un incrocio tra mondi. Le sue sculture, disegni e dipinti, la sua scrittura unica e incomprensibile, trasformano il centro d'arte in un "Codice in scala 1:1".
"Era una grafia che conteneva il sogno di molte altre scritture", dice l'artista. Tra leggibilità e visibilità, l'alfabeto inventato da Luigi Serafini diventa paradossalmente universale perché illeggibile, attraversando così culture e generazioni, oltre i confini.
Leggi anche:
• Da Serafini a Bernini: viaggio alla Fontana dei Quattro Fiumi
• Luigi Serafini e il Codice della fantasia
• Elapis di Luigi Serafini
Designer polimorfico, Luigi Serafini collabora tra gli altri con Memphis; pittore, scrittore, amico di Fellini per il quale ha realizzato la locandina del film La voce della Luna (1990), grande Satrapo del Collegio di Patafisica dal 2016, Luigi Serafini è un mediatore tra un certo surrealismo e la poesia della Beat Generation, Cabinets of wonders, Proust, Joyce e l'attuale mondo dei social network. Italo Calvino precede l'edizione del 1984 del Codice, mentre il suo libro Collection de sable è illustrato in copertina dal Serafini's Fish. Questo pesce occhio è diventato anche uno dei modelli preferiti dai giovani "Serafan" di tutto il mondo, che si tatuano addosso questa immagine, diventata virale.
L'alfabeto visivo del Codex Seraphinianus viene così dispiegato per la prima volta in tre dimensioni in uno spazio espositivo e, grazie all'istituzione francese. Ispirandosi alla città di Sète, Luigi Serafini vi allestisce un universo polimorfico, tra mondo vegetale e animale, marino e terrestre. In tre sale l'artista propone un incrocio tra mondi. Le sue sculture, disegni e dipinti, la sua scrittura unica e incomprensibile, trasformano il centro d'arte in un "Codice in scala 1:1".
"Era una grafia che conteneva il sogno di molte altre scritture", dice l'artista. Tra leggibilità e visibilità, l'alfabeto inventato da Luigi Serafini diventa paradossalmente universale perché illeggibile, attraversando così culture e generazioni, oltre i confini.

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