Antonio Bardino e Mandra Cerrone. Zaino in Spalla III
Dal 05 Novembre 2015 al 08 Novembre 2015
Torino
Luogo: Atelier Giorgi
Indirizzo: via Belfiore 5h
Curatori: Milena Becci, Valentina Tebala
Telefono per informazioni: +39 349 5347650
E-Mail info: tebala@hotmail.it
Sito ufficiale: http://www.spongeartecontemporanea.net
Nelle dense giornate torinesi di Artissima e The Others torna anche quest’anno Zaino in Spalla, il progetto espositivo che attraverso la metafora del viaggio, spostandosi dal nord al sud dell’Italia, ne racconta le più interessanti realtà creative indipendenti.
Per la sua terza edizione, Sponge ArteContemporanea di Pergola (PU) incontra Mystic Driver Art Lab di Francavilla al Mare (CH): le due strutture no profit provenienti dal centro della penisola saranno ospitate dall’Atelier Giorgi di Torino e racconteranno la loro filosofia per sancire una nuova collaborazione attraverso la presentazione dei lavori di Antonio Bardino e Mandra Cerrone, gli artisti invitati.
Il viaggio quest’anno si presenta intenso e suggestivo con la presenza della realtà abruzzese di Mystic Driver Art Lab, associazione che conduce una ricerca interdisciplinare tra le antiche sapienze orientali e le metodologie dell’arte che cura o dell'arte terapia, rappresentata dalle “azioni poetiche” e performative dell'artista Mandra Cerrone che riproporrà per Zaino in Spalla un workshop sul suo progetto Silent Family. Il workshop sarà strutturato in tre incontri durante i quali ogni partecipante verrà guidato dall’artista nella realizzazione, prima grafica e poi performativa, di un “ritratto” del proprio albero genealogico: l’atto poetico è finalizzato alla ricostruzione consapevole e liberatoria dei legami e degli affetti familiari che condizionano, pur inconsciamente, le vite e le scelte di ognuno.
Il workshop Silent Family si svolgerà nelle seguenti giornate e orari: 6 e 7 novembre dalle 15.00 alle 20.00, 8 novembre dalle 9.30 alle 13.30.
La prenotazione è obbligatoria e il costo è di € 50 a persona per giornata. Poiché l’intento di Zaino in Spalla è quello di creare relazioni e assonanze non ordinarie, l’analisi dell’albero genealogico profondamente umano su cui si focalizza il lavoro di Mandra Cerrone si porrà in continuità e in sintonia ideologica con gli alberi della natura selvaggia e incontaminata che invadono e quasi sovrastano le tele di Antonio Bardino.
I dipinti ad olio di Bardino presentati nel contesto torinese fanno tutti parte di una produzione incentrata sulle possibilità concettuali del paesaggio. Non si tratta di banale “pittura boschiva” ma di una lirica riflessione antropologica (e politica) sui paesaggi: laterali, indecisi, dispersi, «terzi» secondo la definizione dello studioso francese Gilles Clément. Aree un tempo urbanizzate – o meglio antropizzate – in seguito abbandonate alla natura stessa che ha inesorabilmente ripreso possesso del suo territorio, incontenibile: i margini delle strade, i parchi o le periferie disabitate, le zone industriali dismesse inghiottite da rovi e sterpaglie (come quelle dei grandi bacini industriali torinesi negli anni novanta, prima però che l’uomo intervenisse con i nuovi piani regolatori).
La rivelazione e lo sforzo naturale della liberazione da prigionie e concetti precostituiti riguardano sia le azioni estetiche e terapeutiche di Mandra Cerrone che i «terzi» paesaggi dipinti da Antonio Bardino: la fragilità e la potenza della natura, e della natura - essenza umana sono qui sollecitate con linguaggi differenti, ma simile è l’attenzione e la fascinazione verso i pensieri e gli angoli più nascosti della mente e del mondo. La mostra si concluderà l’8 novembre alle ore 18.30 con la presentazione in esclusiva del libro di Ivan D’Alberto, appena dato alle stampe, Il terzo occhio – Dall’omicidio di Avetrana a Profondo Rosso, dai plastici di Bruno Vespa alle installazioni di Angelo Colangelo (edizioni primeVie). Il volume, attraverso un’attenta analisi del rapporto che intercorre tra i media, l’arte contemporanea e la cronaca nera, dimostra il profilarsi di uno scenario unitario che si erge a manifesto della cultura contemporanea.
Mandra Cerrone (Francavilla al Mare, CH) esordisce negli anni ‘80 con opere materico- informali. Da anni propone “atti poetici”, o “psicoazioni”, in cui l’immaginazione in azione diventa energia, strumento per modellare nuove realtà, il momento in cui l’artista interviene nel dibattito sociale aprendo a riflessioni e domande. Con queste “azioni”, condivise attraverso l’arte, indaga le relazioni familiari (che spesso si rivelano laboratori d’infelicità); il rapporto con il denaro (che viene fisicamente e metaforicamente lavato); quel che resta del proibito, la vita che si racconta e poi “ricama” sulla morte e infine svela dolorosamente il bisogno esistenziale di amare con atti che invitano a superare i propri limiti, riprogettare se stessi. Video e fotografia testimoniano le performance e diventano esse stesse opere. Come art creator Mandra Cerrone professionalmente declina in moda, pubblicità, editoria la sua arte.
Antonio Bardino (Alghero, 1973) vive e lavora a Udine. Terminati gli studi in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Sassari, si specializza in mosaico e si dedica alla sperimentazione di nuove tecnologie grafiche. E’ nella pittura che concentra la sua ricerca, dapprima indagando interni urbani, asettici e svuotati della presenza umana, ispirandosi al pensiero di Marc Augè e alla teorizzazione dei “non-luoghi”; in questa fase aeroporti, stazioni, luoghi di passaggio sono fotografati e riprodotti in modo nitido ed inequivocabile, con un controllo minuzioso della tecnica che ne sottolinea la freddezza e il carattere transitorio. Il ragionamento sulle vedute urbane, sull’intervento umano nella natura e nel paesaggio lo porta in seguito a scegliere di rappresentare i momenti in cui la natura si riappropria degli spazi sottratti dall’uomo, quelle vedute laterali mai banali, il “terzo paesaggio” teorizzato da Gilles Clèment. La materia pittorica inizia a liberarsi, e il suo comportamento viene in parte lasciato al caso, con il colore lasciato a colare sulla tela finita. Nella produzione più recente Bardino opera uno scarto ulteriore, sfruttando al massimo le potenzialità della materia e raggiungendo esiti al limite dell’astrazione, in cui le suggestioni dei paesaggi laterali non si appoggiano più soltanto ad un’immagine realistica, fotografica e rielaborata, ma anche alle sensazioni ed alla memoria.
Per la sua terza edizione, Sponge ArteContemporanea di Pergola (PU) incontra Mystic Driver Art Lab di Francavilla al Mare (CH): le due strutture no profit provenienti dal centro della penisola saranno ospitate dall’Atelier Giorgi di Torino e racconteranno la loro filosofia per sancire una nuova collaborazione attraverso la presentazione dei lavori di Antonio Bardino e Mandra Cerrone, gli artisti invitati.
Il viaggio quest’anno si presenta intenso e suggestivo con la presenza della realtà abruzzese di Mystic Driver Art Lab, associazione che conduce una ricerca interdisciplinare tra le antiche sapienze orientali e le metodologie dell’arte che cura o dell'arte terapia, rappresentata dalle “azioni poetiche” e performative dell'artista Mandra Cerrone che riproporrà per Zaino in Spalla un workshop sul suo progetto Silent Family. Il workshop sarà strutturato in tre incontri durante i quali ogni partecipante verrà guidato dall’artista nella realizzazione, prima grafica e poi performativa, di un “ritratto” del proprio albero genealogico: l’atto poetico è finalizzato alla ricostruzione consapevole e liberatoria dei legami e degli affetti familiari che condizionano, pur inconsciamente, le vite e le scelte di ognuno.
Il workshop Silent Family si svolgerà nelle seguenti giornate e orari: 6 e 7 novembre dalle 15.00 alle 20.00, 8 novembre dalle 9.30 alle 13.30.
La prenotazione è obbligatoria e il costo è di € 50 a persona per giornata. Poiché l’intento di Zaino in Spalla è quello di creare relazioni e assonanze non ordinarie, l’analisi dell’albero genealogico profondamente umano su cui si focalizza il lavoro di Mandra Cerrone si porrà in continuità e in sintonia ideologica con gli alberi della natura selvaggia e incontaminata che invadono e quasi sovrastano le tele di Antonio Bardino.
I dipinti ad olio di Bardino presentati nel contesto torinese fanno tutti parte di una produzione incentrata sulle possibilità concettuali del paesaggio. Non si tratta di banale “pittura boschiva” ma di una lirica riflessione antropologica (e politica) sui paesaggi: laterali, indecisi, dispersi, «terzi» secondo la definizione dello studioso francese Gilles Clément. Aree un tempo urbanizzate – o meglio antropizzate – in seguito abbandonate alla natura stessa che ha inesorabilmente ripreso possesso del suo territorio, incontenibile: i margini delle strade, i parchi o le periferie disabitate, le zone industriali dismesse inghiottite da rovi e sterpaglie (come quelle dei grandi bacini industriali torinesi negli anni novanta, prima però che l’uomo intervenisse con i nuovi piani regolatori).
La rivelazione e lo sforzo naturale della liberazione da prigionie e concetti precostituiti riguardano sia le azioni estetiche e terapeutiche di Mandra Cerrone che i «terzi» paesaggi dipinti da Antonio Bardino: la fragilità e la potenza della natura, e della natura - essenza umana sono qui sollecitate con linguaggi differenti, ma simile è l’attenzione e la fascinazione verso i pensieri e gli angoli più nascosti della mente e del mondo. La mostra si concluderà l’8 novembre alle ore 18.30 con la presentazione in esclusiva del libro di Ivan D’Alberto, appena dato alle stampe, Il terzo occhio – Dall’omicidio di Avetrana a Profondo Rosso, dai plastici di Bruno Vespa alle installazioni di Angelo Colangelo (edizioni primeVie). Il volume, attraverso un’attenta analisi del rapporto che intercorre tra i media, l’arte contemporanea e la cronaca nera, dimostra il profilarsi di uno scenario unitario che si erge a manifesto della cultura contemporanea.
Mandra Cerrone (Francavilla al Mare, CH) esordisce negli anni ‘80 con opere materico- informali. Da anni propone “atti poetici”, o “psicoazioni”, in cui l’immaginazione in azione diventa energia, strumento per modellare nuove realtà, il momento in cui l’artista interviene nel dibattito sociale aprendo a riflessioni e domande. Con queste “azioni”, condivise attraverso l’arte, indaga le relazioni familiari (che spesso si rivelano laboratori d’infelicità); il rapporto con il denaro (che viene fisicamente e metaforicamente lavato); quel che resta del proibito, la vita che si racconta e poi “ricama” sulla morte e infine svela dolorosamente il bisogno esistenziale di amare con atti che invitano a superare i propri limiti, riprogettare se stessi. Video e fotografia testimoniano le performance e diventano esse stesse opere. Come art creator Mandra Cerrone professionalmente declina in moda, pubblicità, editoria la sua arte.
Antonio Bardino (Alghero, 1973) vive e lavora a Udine. Terminati gli studi in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Sassari, si specializza in mosaico e si dedica alla sperimentazione di nuove tecnologie grafiche. E’ nella pittura che concentra la sua ricerca, dapprima indagando interni urbani, asettici e svuotati della presenza umana, ispirandosi al pensiero di Marc Augè e alla teorizzazione dei “non-luoghi”; in questa fase aeroporti, stazioni, luoghi di passaggio sono fotografati e riprodotti in modo nitido ed inequivocabile, con un controllo minuzioso della tecnica che ne sottolinea la freddezza e il carattere transitorio. Il ragionamento sulle vedute urbane, sull’intervento umano nella natura e nel paesaggio lo porta in seguito a scegliere di rappresentare i momenti in cui la natura si riappropria degli spazi sottratti dall’uomo, quelle vedute laterali mai banali, il “terzo paesaggio” teorizzato da Gilles Clèment. La materia pittorica inizia a liberarsi, e il suo comportamento viene in parte lasciato al caso, con il colore lasciato a colare sulla tela finita. Nella produzione più recente Bardino opera uno scarto ulteriore, sfruttando al massimo le potenzialità della materia e raggiungendo esiti al limite dell’astrazione, in cui le suggestioni dei paesaggi laterali non si appoggiano più soltanto ad un’immagine realistica, fotografica e rielaborata, ma anche alle sensazioni ed alla memoria.
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