Dancing is what we make of falling

© Ligia Lewis | Ligia Lewis, Minor Matter, 2016

 

Dal 13 Settembre 2018 al 20 Ottobre 2018

Torino

Luogo: OGR – Officine Grandi Riparazioni

Indirizzo: corso Castelfidardo 22

Orari: giovedì dalle 11.00 alle 19.00; venerdì dalle 11.00 alle 20.00; sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00

Curatori: Samuele Piazza, Valentina Lacinio

Costo del biglietto: Ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 011 0247108

E-Mail info: info@ogrtorino.it

Sito ufficiale: http://www.ogrtorino.it



Dal 13 settembre al 20 ottobre 2018 le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino presentano Dancing is what we make of fallingmostra video in sei appuntamenti (+1), a cura di Samuele Piazza e Valentina Lacinio.
 
Il titolo della mostra prende in prestito un verso del poeta e ricercatore Fred Moten, e diventa una constatazione di quello che, in tempo di crisi, l’arte è chiamata a fare: trasformare la caduta in una danza. Sfidando le convenzioni e osservando il mondo contemporaneo dalla sua prospettiva allo stesso tempo privilegiata e periferica, l’arte si interroga sulle dinamiche che contribuiscono alla creazione di soggettività in un mondo neoliberista, mettendo in dubbio le sue certezze e offrendo una realtà alternativa a quella presente. In un mondo che vede crescere a dismisura le disparità economiche e sociali, in cui si erigono muri fisici e metaforici per tenere l’Altro lontano dagli occhi, in cui ondate sempre più violente di “espulsioni” e rampanti rigurgiti di razzismo dominano lo scenario politico e sociale, il lavoro degli artisti rimane fondamentale, per la sua capacità di creare immaginari e aprire nuovi orizzonti di riflessione.
Questo è quello che intende fare Dancing is what we make of falling, proiettando video e cortometraggi di artisti attivi sulla scena internazionale che da tempo si confrontano, e spesso si scontrano, con temi quali l’integrazione, l’inclusione, il gender, l’equità sociale.
Per sei settimane, su uno stesso schermo al centro del Binario 2, si susseguiranno infatti video di Tracey Moffatt (13 – 20 settembre), Jacolby Satterwhite (21 – 27 settembre), Wu Tsang (28 settembre), Roee Rosen + Goldschmied & Chiari (5 – 11 ottobre), Loretta Fahrenholz (12 – 18 ottobre) e Hardeep Pandhal + Sonia Boyce (19 – 20 ottobre), artisti di provenienze e generazioni diverse i cui lavori si sommano per dare vita a un racconto a capitoli, a più voci e con più registri. Sei appuntamenti serali scandiranno la mostra, di volta in volta con la proiezione di un nuovo lavoro video arricchita da interventi di ricercatori, artisti e collaboratori, grazie ai quali lo spazio espositivo si trasformerà in un luogo di ritrovo e dibattito critico, di riflessione condivisa con il pubblico.

I montaggi video di Tracey Moffatt, nel loro riuso di materiali tratti da film hollywoodiani, sono un esempio perfetto dell’utilizzo critico di stereotipi della cultura di massa per creare narrazioni alternative. In divertenti e spiazzanti video, le immagini fin troppo note di vari blockbuster ci mostrano il razzismo, tacitamente accettato, insito nelle rappresentazioni della cultura pop: le “mami” dei kolossal, ad esempio, acquisiscono consapevolezza della loro subalternità per iniziare una rivoluzione (Lip), o, ancora, donne in relazioni complicate si emancipano da quello che sembrava essere un amore idilliaco, e che si rivela essere una relazione di abuso (Love).

Le animazioni CGI che popolano i video di Jacolby Satterwhite nascono dalla sua rielaborazione dei disegni della madre e dal suo coinvolgimento nella scena underground di New York: unendo il “voguing” alle visioni della madre, l’artista crea un mondo con regole proprie e pieno di stimoli visivi, un giardino delle delizie in stile Bosch, riempito di immagini tratte dalla cultura afro-americana e degli immaginari queer, trattando in maniera unica e visionaria temi quali l’identità, la memoria e il desiderio (Reifying Desire).
 
Il racconto in forma di documentario (Wildness) di Wu Tsang è la storia del Silver Platter, un bar prevalentemente frequentato da donne trans di origine messicana, in California. Il film è un delicato ritratto di una comunità spesso dimenticata e vittima di stereotipi e violenza, capace di ritrovarsi e formare vincoli di solidarietà e amicizia diversi, alternativi a quelli delle famiglie patriarcali che hanno ripudiato e allontanato le protagoniste del video. Da sempre interessata a dare voce a chi non può raccontare la propria storia, Tsang in questo caso dà voce al bar stesso, riattivandone le memorie, dall’origine fino all’arrivo della scena artistica, e la conseguente morte del posto.

Le atmosfere sospese che caratterizzano i video di Loretta Fahrenholz, ci trasportano in scenari stranianti, gettando uno sguardo a mondi vicini ma completamente contrapposti: in Ditch Plains il ritratto di una New York post uragano Sandy – abitata solo da corpi apparentemente senza vita, in una periferia urbana “infestata” da una street-crew di ballerini di hip-hop simil-zombie – fa da contraltare alle scintillanti architetture in vetro e cemento che ospitano la bohème contemporanea, protagonista dell’altro video Implosion. Rispetto al gruppo di punk protagonista dell’omonimo romanzo di Kathy Acker, il video della regista tedesca mette in scena giovani corpi perfetti e annoiati di un gruppo di artisti, attori e influencer che vivono nella city, pianificando la rivoluzione dai cellulari nelle loro claustrofobiche torri d’avorio.
 
Con il video Dust ChannelRoee Rosen mette in scena un’operetta musicale contemporanea che narra le vicende di una coppia – stereotipo di un modello di vita imborghesito – e la loro paura per lo sporco, estrema ai limiti del paradosso. Con un piglio surreale viene raccontata la fissazione patologica per la pulizia, che si riversa nell’ossessione anche erotica dei protagonisti nei confronti dell’aspirapolvere di casa, oggetto attorno a cui ruota l’intero libretto: dalla creazione dell’elettrodomestico l’intreccio si spinge fino a inaspettate implicazioni con la politica contemporanea, dove la polvere di casa diventa la polvere del centro di detenzione per rifugiati noto come Holot (Sabbia).

Operando sullo stesso straniamento ironico, nel video di Goldschmied & Chiari una ballerina vestita da Carmen Miranda danza un motivetto orecchiabile tra la spazzatura della discarica di Guidonia, apparentemente ignara delle montagne di rifiuti che la circondano. Incosciente del degrado che la circonda, Carmen – volto di un esotismo coloniale spensierato e consumista – mette in scena una danza folle e allegra, cantando “Chica, chica, boom, chic”, in un contesto di decadenza, rovina e abiezione.
 
Per la prima volta in Italia, in mostra vengono proiettati i video di Hardeep Pandhal, artista inglese di origine indiana. The Rebirth of Sacred Cow Mixtape Trailer è la parodia di un video rap, popolato da rappresentazioni ironiche dei valori vittoriani, in cui la fantasia dell’artista reinterpreta simboli e immagini con piglio dissacrante. La vacuità di tante rappresentazioni di potere e una forma di mascolinità tossica sono lo sfondo di uno scontro di culture: da una parte la famiglia di origine Sikh e dall’altra la società Britannica e il suo machismo.

Il video di Sonia BoyceOh Adelaide, è nato dalla collaborazione con il musicista Ain Bailey ed è la manipolazione di un video di Adelaide Hall – cantante Jazz afroamericana – trovato su internet. L’immagine di una performance di Creole Love Call viene modificata per indagare questioni di identità, memoria e uso del corpo delle donne afroamericane.
 
Ogni appuntamento sarà aperto da una serata inaugurale durante la quale, come contraltare delle proiezioni, si susseguiranno interventi performativi pensati per il Binario 2 delle OGR da alcuni artisti della scena emergente italiana (Enrico Boccioletti, Dafne Boggeri, Benni Bosetto, Drifters, Ramona Ponzini & Rpm Watts), che si alterneranno a interventi di curatori, attivisti, e ricercatori (Lucrezia Calabrò Visconti, Ilenia Caleo, Irene Dionisio e Nicoletta Vallorani). Come parte integrante del programma della mostra, il 30 settembre, le OGR ospiteranno Minor Matter della danzatrice e coreografa Ligia Lewis. All’interno della programmazione sarà inoltre inserita una serata in collaborazione con Zell Revlon & Matteo Mizrahi per la realizzazione del loro secondo Ball.
Durante ognuna di queste serata saranno inoltre realizzati, in collaborazione con Kabul Magazine, un podcast e una fanzine dedicata, contenente la traduzione di un saggio, inedito in italiano, che serva da materiale di ricerca e offra un’ulteriore chiave di lettura dei video proiettati.
Tutte le serate sono a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su eventbrite al link www.eventbrite.it/o/ogr-torino-16429537310

Dancing is what we make of falling è una mostra prodotta e realizzata dalle OGR – Officine Grandi Riparazioni - sotto la Presidenza di Fulvio Gianaria, la Direzione Generale di Massimo Lapucci e la Direzione Artistica di Nicola Ricciardi, con il fondamentale supporto di Fondazione CRT.
Si ringraziano per la collaborazione Apalazzo Gallery (Brescia), Electronic Arts Intermix (New York), Galleria Riccardo Crespi (Milano), Lundgren Gallery (Palma de Mallorca), Renata Fabbri Arte Contemporanea (Milano), Tyler Rollins Fine Art (New York).

ARTISTI

Sonia Boyce
Sonia Boyce (1962) è un’artista britannica di origini afro-caraibiche. Vive e lavora a Londra dove insegna alla UAL e Middlesex University. Il lavoro dell’artista si caratterizza per la varietà dei media (spaziando da fotografia, collage, film, installazioni e lavori sonori), e si concentra su questioni di genere e razziali, in particolare rispetto al loro impatto quotidiano. Tra le varie istituzioni che hanno mostrato il suo lavoro ICA, Londra (2017), 56 Biennale di Venezia (2015), Liverpool Biennal (2014), Tate, Liverpool e Londra.

Loretta Farenholz
Loretta Fahrenholz (1981, Starnberg, Germany) è un’artista e filmmaker. Il suo lavoro è caratterizzato da una produzione multiforme che nasce spesso in relazione a specifici generi cinematografici (disaster movies, documentari etc) e alle contraddizioni insite nelle convenzioni filmiche e narrative. Il suo lavoro è stato mostrato in numerose istituzioni internazionali, tra cui Modern Art Oxford, Oxford (2014); 10th Shanghai Biennale (2014); Institute of Contemporary Arts, Londra (2014); Museum of Modern Art, Varsavia (2014); KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2014); Kunsthalle Basel, (2014); Artists Space, New York (2013); Arnolfini, Bristol, (2013); Museum of Modern Art, New York (2011).

Goldschmied & Chiari
Sara Goldschmied (1975) ed Eleonora Chiari (1971) fondano il duo goldiechiari nel 2001. Dal 2014 lavorano con il nome Goldschmied & Chiari a Milano. Hanno raggiunto riconoscimento nazionale e internazionale collaborando con istituzioni e musei tra i quali siricordano: Museo San Telmo, San Sebastián (2016); Museion, Bolzano (2015); MAXXI –Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma (2015); Fundació Joan Miró, Barcellona(2015); Museo d’arte contemporanea Villa Croce, Genova (2014); MAMbo – Museo d’ArteModerna di Bologna, Bologna (2013); Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea,Rivoli (2012); MOCA – Museum of Contemporary Art, Shanghai (2010); Musée deGrenoble, Grenoble (2007); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2002); Viafarini DOCVA, Milano (2002).

Tracey Moffatt
Tracey Moffatt (1960, Brisbane, Australia) è un'artista australiana di spicco che usa principalmente la fotografia e il video. Nel 2017 ha rappresentato l'Australia alla 57 ° Biennale di Venezia con la sua mostra personale "My Horizon". Le sue opere sono conservate nelle collezioni della Tate, del Museo di Arte Contemporanea, di Los Angeles, della National Gallery of Australia, della Art Gallery of South Australia e dell'Art Gallery del New South Wales. Si è laureata in comunicazione visiva al Queensland College of Art, diplomandosi nel 1982, e ha ricevuto un dottorato onorario nel 2004. Attualmente vive a Sydney e New York. Sebbene sia meglio conosciuta per i suoi lavori fotografici, Moffatt ha creato numerosi film, documentari e video. Il suo lavoro si concentra spesso sugli aborigeni australiani e sul modo in cui sono intesi in termini culturali e sociali.
Hardeep Pandhal
Hardeep Pandhal (1985, Birmingham) vive e lavora a Glasgow. Il suo lavoro è stato recentemente presentato alla Triennale del New Museum, New York (2018), Cubitt, Londra (2018), Glasgow International (2018), the Drawing Room Bursary Award (2015), Bloomberg New Contemporaries (2013), the Glasgow International Open Bursary (2013).

Roee Rosen
Roee Rosen (1963, Rehovot, Israele) è un artista, regista e scrittore. Il suo lavoro è caratterizzato dalla ricerca su temi che legano la rappresentazione del desiderio a dinamiche di potere e violenza strutturale. Da sempre interessato nelle potenzialità e nei limiti delle strutture narrative ha lavorato a film, e progetti che sono stati mostrati in prestigiose istituzioni internazionali: Centre Pompidou, Parigi (2018); Documenta 14, Kassel-Atene (2017), BOZAR, Bruxelles, Mumok, Vienna (2014), Tate Modern, Londra (2010).

Jacolby Satterwhite

Jacolby Satterwhite è nato nel 1986 a Columbia, in South Carolina; vive e lavora a New York. Mettendo insieme pratiche come la voga, l'animazione 3D e il disegno, i video onirici di Satterwhite esplorano il suo corpo e la sua bellezza, incorporando anche l'identità di sua madre, la sua schizofrenia e le migliaia di illustrazioni che ha fatto durante la sua infanzia. Satterwhite ha iniziato come pittore, ma ha spostato la sua pratica quando ha scoperto nuovi media. Spesso lavora di fronte a uno schermo verde ed è attratto dallo spazio virtuale a causa del suo potenziale come un'arena queer, ma le sue esibizioni si svolgono anche in spazi pubblici all'aperto.

Wu Tsang
Wu Tsang (1982, Worcester, Massachusetts) è un’artista multimediale e filmaker. Il suo lavoro indaga spesso questioni legate all’identità transgender e le comunità queer. Dopo gli studi a Chicago l’artista vive e lavora a Los Angeles.
Il suo lavoro è stato presentato in varie location internazionali, tra cui New Museum, New York; Whitney Museum of American Art, New York; MACBA, Barcelona; Institute of Contemporary Art, London; Museum of Contemporary Art, Chicago; MOCA, Los Angeles; Institute for Contemporary Art, Philadelphia; Kunsthal Aaarhus, Danimarca; Art Sonje Center, Seoul; the Tate Modern, Londra; e Württembergischer Kunstverein, Stoccarda. Tsang ha creato lavori per Gwangju Biennial, Liverpool Biennial, Whitney Biennial, New York (2012), New Museum Triennial, New York (2012), e "Made in L.A." Biennial, Los Angeles (2014).
Per le serate, ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su eventbrite al link www.eventbrite.it/o/ogr-torino-16429537310
 
giovedì 13 settembre, dalle 20.30
talk e screening > Tracey Moffatt
performance > Drifters You are just there like my skin
per prenotazioni > www.eventbrite.it/e/biglietti-dancing-is-what-we-make-of-falling-tracey-moffatt-49547753665

venerdì 21 settembre, dalle 18.00
talk e screening > Jacolby Satterwhite
a seguire > The Dark Side Ball by Zell Revlon & Matteo Mizrahi
per prenotazioni > www.eventbrite.it/e/biglietti-dancing-is-what-we-make-of-falling-jacolby-satterwhite-49548004415

venerdì 28 settembre, dalle 19.00
talk e screening > Wu Tsang
per prenotazioni > www.eventbrite.it/e/biglietti-dancing-is-what-we-make-of-falling-wu-tsang-49548122769

domenica 30 settembre, dalle 18.00
Ligia Lewis Minor Matter
in occasione del compleanno OGR 

venerdì 5 ottobre, dalle 19.00
talk e screening > Roee Rosen + Golschmied & Chiari
performance > Benni Bosetto Scaramazzi
per prenotazioni > www.eventbrite.it/e/biglietti-dancing-is-what-we-make-of-falling-roee-rosen-goldschmied-chiari-49548248144
 
venerdì 12 ottobre, dalle 19.00
talk e screening > Loretta Fahrenholz
performance > Dafne Boggeri con TISANA (Adele H, Isamit Morales)
per prenotazioni > www.eventbrite.it/e/biglietti-dancing-is-what-we-make-of-falling-loretta-farenholz-49548344432
 
venerdì 19 ottobre, dalle 19.00
talk e screening > Hardeep Pandhal + Sonia Boyce
performance > Ramona Ponzini & RPM Watts + Enrico Boccioletti 
per prenotazioni > www.eventbrite.it/e/biglietti-dancing-is-what-we-make-of-falling-hardeep-pandhal-sonya-boyce-49548374522    

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