Delphine Desane. Dreams of a Dreamer

© Delphine Desane and Luce Gallery, Turin | Delphine Desane, Promised Land, 2020, acrylic on canvas, 91.4x121.9 cm. I Photo Andrea Ferrari

 

Dal 28 Gennaio 2021 al 27 Febbraio 2021

Torino

Luogo: Luce Gallery

Indirizzo: Largo Montebello 40

Orari: da martedì a venerdì 15.30 - 19.30

Telefono per informazioni: +39 011 18890206

E-Mail info: info@lucegallery.com

Sito ufficiale: http://www.lucegallery.com


A Torino, dal 28 gennaio al 27 febbraio 2021, Luce Gallery presenta la mostra personale “Dreams of a Dreamer” di Delphine Desane.
L’artista, nata e cresciuta in Francia da genitori haitiani, affronta temi della maternità e femminilità nera, attingendo dal proprio vissuto.
Le figure dei suoi dipinti, principalmente donne, vengono ritratte con dettagli minimi e occhi molto espressivi su sfondi colorati, che esaltano il loro stato d’animo interiore.
 
Delphine Desane (1988, Parigi) vive e lavora a New York.
L’artista franco-haitiana ha studiato fashion design allo Studio Berçot a Parigi. Il suo percorso pittorico s’intreccia spesso con la moda. Più recentemente ha collaborato con Vogue USA e ha realizzato una delle copertine di Vogue Italia “Illustrated Issue” (gennaio 2020).
Ha concepito le cover del doppio joint album “Legacy +” di Femi Kuti e Made Kuti, in uscita a febbraio 2021.
 
La mostra “Dreams of a Dreamer”, accompagnata da un testo di Camille Okhio, sarà visibile anche online con l’introduzione dell’artista Delphine Desane: www.vimeo.com/lucegallery.
 
Dreams of a Dreamer
Delphine Desane
Testo di Camille Okhio
 
Investigando, mescolando e unendo culture, periodi, momenti differenti, Delphine Desane si serve della sua pratica come veicolo per l’esplorazione di sé. Il pennello è uno strumento di comprensione. Le sue forme semplici sono abitate da moltitudini. Parlano di un istante unico, carico di emozioni, memorie, desideri. Una singola linea segnala conquiste, perdite, fatica. I ritratti di Desane sono diretti, volutamente privi di abbellimenti, citano silenziosamente le forme e le figure di antenati noti e sconosciuti. Solo una volta terminati, le influenze le si rivelano - il mento appuntito di una Maschera Dan, le scene piatte dei lavori della famiglia Obin (in particolare di Philomé Obin), le qualità grafiche delle Bandiere Asafo del Ghana. Audaci e limpidi, i suoi ritratti sono impersonali di proposito, in modo da non porre limiti al loro messaggio.
Nella prima mostra personale di Desane, “Dreams of a Dreamer”, il paesaggio non è una dimora per i personaggi dell’artista. Piuttosto, essi devono trovare radici da sé. Queste radici incontrano un terreno fertile nella memoria dell’osservatore, trasformandosi lentamente in qualcosa che non è possibile ignorare. Nei suoi tre anni di ricerca come artista, Desane ha seminato temi che hanno a che fare con la migrazione, la casa, la nascita e la rigenerazione. La sua mano ferma trasmette una grazia e una sicurezza centrali della sua persona, ritraendo personaggi perlopiù femminili, qualche volta animali, dall’identità composita, legata alla Terra e al contempo separata da essa. I suoi sfondi, di solito minimalisti, sono una “domanda aperta” e permettono all’osservatore di immaginare le sue figure quasi ovunque. Le molteplicità insite nei suoi soggetti sono concentrate negli occhi. La verità riposa in un’iride, ma è accessibile soltanto a chi è disposto a guardarla direttamente. Come l’artista, anche queste figure rifiutano di essere intrappolate.
I soggetti di Desane vivono fuori dal tempo - figlie, madri e nonne allo stesso momento. La discendenza è trattenuta in una singola ombra - cosa impossibile nel nostro regno fisico. Le figure di Desane non sono definite rispettivamente dal loro passato, presente o futuro previsto, ma racchiudono in sé tutto quello che potrebbero essere, che sono e sono state in un unico istante esplosivo. “Ovunque tu vada, la prima cosa che le persone vedono è la tua blackness”, dice l’artista. E così, questa è spesso l’unica chiave di lettura a disposizione dell’osservatore - una rivendicazione di rappresentanza.
Attingendo alle tematiche surrealiste e religiose dei dipinti di Hector Hyppolite (un sodale di André Breton) e alle fotografie percettive in bianco e nero di Katsu Naito e Seydou Keïta, Desane dà vita a narrazioni in continua evoluzione che sembrano crescere e muoversi mentre le osservi. In questi dipinti c’è qualcosa di antico. Come le incisioni figurative sulle anfore greche o i ritratti sui cammei di agata, “I’ll Open My Sun-Filled Heart to You” ci mostra una figura in rilievo, la passione visibile nella semplice postura. In “Promised Land” vediamo una viaggiatrice vicina alla fine del suo cammino. La natura si ripiega su di lei mentre avanza, proteggendola o ingabbiandola.
In questa fase iniziale del suo percorso, l’opera di Desane parla delle molteplici esperienze che ha superato ad ogni tappa della sua vita di donna Nera. Le sue tele sono correlate tra loro nell’ anonimato. Un tratto costante è l’utilizzo da parte dell’artista del colore blu, considerato importante in quanto “sinonimo di immensità”.
In “Dreams of a Dreamer”, Desane raccoglie le sue opere più recenti, restituite con semplicità e offerte con delicatezza. Rispetto ai dipinti precedenti di Desane, i lavori in mostra si distinguono per la loro ambizione, evidente nelle dimensioni sempre maggiori. L’artista comincia a collegare i punti tra la sua storia personale, il suo futuro immaginato e le miriadi di identità del suo popolo. Cerca qualcosa che è puramente suo e nel farlo porta alla luce le molte inevitabili influenze che formano la sua doppia identità culturale (haitiana e francese). Dreams of a Dreamer è un lungo, infinito sogno ad occhi aperti. Un sogno scelto. Un sogno in cui il messaggio è rivelato e i messaggeri sono nascosti.
 

 

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