Low culture in a colorful world
Dal 24 Settembre 2015 al 28 Novembre 2015
Torino
Luogo: Galleria In Arco
Indirizzo: piazza Vittorio Veneto 3
Telefono per informazioni: +39 011 812 2927
E-Mail info: info@in-arco.com
Sito ufficiale: http://www.in-arco.com
Roy Lichtenstein. Robert Rauschenberg. Andy Warhol. Un raffinato compositore. Uno sperimentatore. Un comunicatore.
Questi i tre maggiori esponenti della Pop Art con cui la galleria In Arco apre la nuova stagione con la mostra “Low culture in a colorful world” a cura di Graziano Menolascina. L’inizio di un racconto che parte da lontano, prende forma da paesaggi colorati, montagne di fotografie, un cielo costellato da sedie volanti attraverso retini fotografici, pittura, serigrafia e fotografia l’osservatore viene proiettato in un mondo incantato, dove tutto è possibile attraverso la materialità del colore.
La narrazione di vite a gradazione di colori, sperimentazione e precisione. Scelte grafiche e pittoriche con un pizzico di magia. Un Roy Lichtenstein nostalgico che tramite il suo raffinato senso della composizione, riporta all’infanzia di un universo lontano, così come gli eroi, gli aviatori di guerra e le fanciulle romantiche piangenti. Attraverso una leggerezza della precisione catapulta lo spettatore nel mondo di oggetti di utilizzo quotidiano, in un contesto di opulenza economica e benessere generalizzato. Immagini solari, chiaramente descrittive, ironiche, gioiosamente colorate, lontane dalle angosce esistenziali di tanti movimenti precedenti, espressive di un mondo nuovo, spensieratamente consumistico ed entusiasticamente moderno. L’artista agisce sull’immagine originale non copiandola, bensì rielaborandola secondo i proprio canoni estetici e artistici. Canoni che riprendono, tra gli altri, l’uso dei punti di *Benday*, l’uso del Plexiglass o del Rowlux, con i quali riesce anche a creare paesaggi di diverso stampo.
Robert Rauschenberg. Uno degli artisti più prolifici della storia. Un ricercatore accanito. Attraverso il suo sguardo sperimentatore che avrebbe voluto abbracciare il mondo intero racchiudendolo in un unico *combine paintings*. Racconta storie per eccellenza, Rauschenberg esplora il proprio mondo artistico non limitandosi alla sola pittura. All’interno delle sue composizioni introduce elementi materici, oggetti, addirittura animali impagliati, operando una fusione fra questi e la pittura alla quale non rinuncia mai. Il nome che l’artista dà alla sua personale unione fra oggetti, cose materiali, quotidiane e pittura è *combine-paintings*, ossia pitture combinate. Le opere di Rauschenberg hanno una loro unicità, determinata dal modo in cui l’artista sceglie e accosta gli elementi dei collage, nonché da quegli aspetti che le distinguono dalla più fredda Pop art, ovvero il risultato dato dalle parti dipinte a mano, la sovrapposizione del collage, le immagini in composizione reticolare libere e le imperfezioni del processo serigrafico.
Materia tangibile. Un viaggio intercontinentale tra paesaggi, atmosfere, anime aleatorie. Un alchemico senza restrizioni.
Ma la storia non potrebbe continuare senza un comunicatore per antonomasia. Andy Warhol è stato prima di tutto un eccellente comunicatore, che meglio di qualsiasi altro artista ha saputo interpretare i cambiamenti rivoluzionari in atto nella società del benessere e dei consumi degli anni ’60, comprendendo i potenti meccanismi della pubblicità e utilizzandoli nell’impostare tutta la sua filosofia, la sua poetica artistica, ma soprattutto la sua vita, al punto da essere considerato un’opera d’arte a sua volta.
Pittore, fotografo, cineasta, produttore cinematografico, di gruppi musicali e teatrali, scrittore (filosofo e sociologo) ed editore. Tutti ruoli che ha rivestito alla perfezione portando avanti, con una personalissima visione dell’estetico e della rappresentazione creativa. L’utilizzo di colori accesi e contrapposti, l’esaltazione di idoli rappresentativi in uno schema che si può riassumere nei concetti base di bellezza-potere-moda, il consumismo, la ripetitività, l’arte di Andy Warhol è insomma la raffigurazione di un’epoca attraverso le sue immagini chiave. Andy Warhol, con la sua personalità e con la sua immagine, rifletteva i desideri della cultura consumistica americana e la sua opera non è altro che un prolungamento coerente con tutto questo. Le sue serigrafie in serie di personaggi famosi o di prodotti di largo consumo diventano il manifesto di un’ attenzione maniacale all’immagine, all’apparenza, e soprattutto sfidano sfacciatamente il mondo dell’arte tradizionalmente intesa.
Questi i tre maggiori esponenti della Pop Art con cui la galleria In Arco apre la nuova stagione con la mostra “Low culture in a colorful world” a cura di Graziano Menolascina. L’inizio di un racconto che parte da lontano, prende forma da paesaggi colorati, montagne di fotografie, un cielo costellato da sedie volanti attraverso retini fotografici, pittura, serigrafia e fotografia l’osservatore viene proiettato in un mondo incantato, dove tutto è possibile attraverso la materialità del colore.
La narrazione di vite a gradazione di colori, sperimentazione e precisione. Scelte grafiche e pittoriche con un pizzico di magia. Un Roy Lichtenstein nostalgico che tramite il suo raffinato senso della composizione, riporta all’infanzia di un universo lontano, così come gli eroi, gli aviatori di guerra e le fanciulle romantiche piangenti. Attraverso una leggerezza della precisione catapulta lo spettatore nel mondo di oggetti di utilizzo quotidiano, in un contesto di opulenza economica e benessere generalizzato. Immagini solari, chiaramente descrittive, ironiche, gioiosamente colorate, lontane dalle angosce esistenziali di tanti movimenti precedenti, espressive di un mondo nuovo, spensieratamente consumistico ed entusiasticamente moderno. L’artista agisce sull’immagine originale non copiandola, bensì rielaborandola secondo i proprio canoni estetici e artistici. Canoni che riprendono, tra gli altri, l’uso dei punti di *Benday*, l’uso del Plexiglass o del Rowlux, con i quali riesce anche a creare paesaggi di diverso stampo.
Robert Rauschenberg. Uno degli artisti più prolifici della storia. Un ricercatore accanito. Attraverso il suo sguardo sperimentatore che avrebbe voluto abbracciare il mondo intero racchiudendolo in un unico *combine paintings*. Racconta storie per eccellenza, Rauschenberg esplora il proprio mondo artistico non limitandosi alla sola pittura. All’interno delle sue composizioni introduce elementi materici, oggetti, addirittura animali impagliati, operando una fusione fra questi e la pittura alla quale non rinuncia mai. Il nome che l’artista dà alla sua personale unione fra oggetti, cose materiali, quotidiane e pittura è *combine-paintings*, ossia pitture combinate. Le opere di Rauschenberg hanno una loro unicità, determinata dal modo in cui l’artista sceglie e accosta gli elementi dei collage, nonché da quegli aspetti che le distinguono dalla più fredda Pop art, ovvero il risultato dato dalle parti dipinte a mano, la sovrapposizione del collage, le immagini in composizione reticolare libere e le imperfezioni del processo serigrafico.
Materia tangibile. Un viaggio intercontinentale tra paesaggi, atmosfere, anime aleatorie. Un alchemico senza restrizioni.
Ma la storia non potrebbe continuare senza un comunicatore per antonomasia. Andy Warhol è stato prima di tutto un eccellente comunicatore, che meglio di qualsiasi altro artista ha saputo interpretare i cambiamenti rivoluzionari in atto nella società del benessere e dei consumi degli anni ’60, comprendendo i potenti meccanismi della pubblicità e utilizzandoli nell’impostare tutta la sua filosofia, la sua poetica artistica, ma soprattutto la sua vita, al punto da essere considerato un’opera d’arte a sua volta.
Pittore, fotografo, cineasta, produttore cinematografico, di gruppi musicali e teatrali, scrittore (filosofo e sociologo) ed editore. Tutti ruoli che ha rivestito alla perfezione portando avanti, con una personalissima visione dell’estetico e della rappresentazione creativa. L’utilizzo di colori accesi e contrapposti, l’esaltazione di idoli rappresentativi in uno schema che si può riassumere nei concetti base di bellezza-potere-moda, il consumismo, la ripetitività, l’arte di Andy Warhol è insomma la raffigurazione di un’epoca attraverso le sue immagini chiave. Andy Warhol, con la sua personalità e con la sua immagine, rifletteva i desideri della cultura consumistica americana e la sua opera non è altro che un prolungamento coerente con tutto questo. Le sue serigrafie in serie di personaggi famosi o di prodotti di largo consumo diventano il manifesto di un’ attenzione maniacale all’immagine, all’apparenza, e soprattutto sfidano sfacciatamente il mondo dell’arte tradizionalmente intesa.
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