Meteorite in giardino 13 - Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni

Nina Carini, Hoquetus, 2021, installazione

 

Dal 23 Giugno 2021 al 26 Settembre 2021

Torino

Luogo: Fondazione Merz

Indirizzo: Via Limone 24

Orari: martedì-domenica 11-19, lunedì chiuso

Curatori: Maria Centonze e Agata Polizzi

Costo del biglietto: intero € 6, ridotto € 3.50. Gratuito bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati, amici Fondazione Merz

Telefono per informazioni: +39 011 19719437

E-Mail info: info@fondazionemerz.org

Sito ufficiale: http://www.fondazionemerz.org


Fondazione Merz presenta la tredicesima edizione di Meteorite in Giardino, storica rassegna estiva d’arte che prende nome da un’opera di Mario Merz del 1976, curata da Maria Centonze e Agata Polizzi, dal titolo Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, si propone ancora una volta come momento di mediazione tra presente e futuro, tra i limiti che dividono il nostro senso di appartenenza al concreto e la profonda necessità di esplorare, contemplare e costruire attraverso l’arte una visione onirica e liberatoria.
 
Gli artisti invitati per questa nuova edizione sono Basim MagdySilvia Maglioni & Graeme Thomson e Nina Carini che presentano le seguenti opere:
 
M.A.G.N.E.T di Basim Magdyun video che inizia con un palloncino che galleggia nel cielo sopra Manhattan, prosegue con un viaggio al centro della terra e finisce con una visione apocalittica che coinvolge l’intera città: una progressione poetica che racconta, attraverso immagini oniriche, un mondo avviato verso una radicale trasformazione.
Silvia Maglioni & Graeme Thomson in LIKE LICHENS LISTEN, opera video e installazione di parole che trasportano il visitatore nella foresta, ad assistere alla vita degli alberi e ad ascoltare i suoni della natura.
Nina Carini con l’installazione The indeterminacy of an encounter, unisce il cielo e la terra in uno specchio d’acqua in cui vibrazioni sonore imprevedibili e profonde arrivano da un misterioso altrove. Luce, suono e materia si mescolano, fluidi e cangianti e insieme diventano microcosmi in cui abitare.
 
Ad accomunare le opere, nella visione delle curatrici, è il rapporto tra l’azione dell’artista e il sogno. Come nella Tempesta di Shakespeare, da cui prende spunto il titolo di questa edizione, la mostra propone al visitatore di essere ospite di un’isola meravigliosa piena di insidie, prove continue della nostra capacità di stare al mondo, vivendone la quotidiana avventura, il cui centro è la rappresentazione perfetta del mistero dell’esistenza.
L’azione dell’artista amplifica la visionarietà che ci appartiene, suggerisce possibili scenari, ci riporta nel sogno. Come nell’opera di Shakespeare sono contenuti tutti gli elementi naturali e tutti i miti, c’è il passato e il futuro, c’è l’umanità in balia dell’imprevedibile, c’è l’audacia e la consapevolezza di essere artefici di sé stessi. 

Basim Magdy è nato nel 1977 ad Assiut, in Egitto. Il suo interesse per l'inconscio e la memoria è alla base dei suoi lavori spesso surreali su carta, film, fotografia e installazione. Tra le mostre personali si segnalano quelle al M HKA, Museum of Contemorary Art, Antwerp; MAAT Museum of Art, Architecture and Technology, Lisbon; la Kunsthalle Mulhouse, France; MCA Museum of Contemporary Art, Chicago; MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma; Jeu de Paume, Paris; CAPC Museum of Contemporary Art, Bordeaux; Deutsche Bank KunstHalle, Berlin; Arnolfini, Bristol. Tra le collettive: MoMA The Museum of Modern Art, New York; Centre Pompidou, Paris; Castello di Rivoli, Torino, New Museum Triennial, New York; Hessel Museum of Art, Annandale-On-Hudson, New York; Whitechapel Gallery, London; KW Institute for Contemporary Art, Berlin; The Museum of Contemporary Photography, Chicago; Museum of Modern Art, Warsaw; La Biennale de Montreal, Montreal; MEDIACITY Seoul Biennial; 13th Istanbul Biennial; Sharjah Biennial 11; Yerba Buena Center for the Arts, San Francisco; The High Line, New York, La Triennale: Intense Proximity, Palais de Tokyo, Paris. È vincitore dei premi: l’Abraaj Art Prize, Dubai, il New: Vision Award, CPH:DOX Film Festival, Copenhagen (2014) l’Experimental Award al Curtas Vila do Conde – International Film Festival, Portugal (2015). È stato selezionato per il Deutsche Bank’s 2016 Artist of the Year (2016). I suoi film sono stati proiettati alla Tate Modern, Locarno Film Festival, New York Film Festival, International Film Festival Rotterdam, ICA London.

Silvia Maglioni & Graeme Thomson sono filmmakers e artisti che vivono tra Parigi e Palermo. Situandosi alla frontiera porosa tra cinema e arte, documentario e finzione, la loro pratica spazia attraverso vari media e si contraddistingue per il suo carattere di ricerca transdiciplinare. Il loro lavoro esplora in modo particolare le possibilità narrative che emergono dal reale, l’archivio perduto come spazio potenziale e la co-creazione di visioni collettive e comprende installazioni multimediali, film, conferenze-performance, opere sonore, tecnologie vernacolari, programmi radio sperimentali e pubblicazioni. I loro film “Wolkengestalt” (2007), Facs of Life (2009), “In Search of UIQ” (2013), “Disappear One” (2015), “Underwritten by Shadows Stll” (2017) e "Common Birds" (2019) sono stati programmati in numerosi festival internazionali, tra cui IFF Rotterdam, Berlin, FID-Marseille, Bafici, Jihlava, Thessaloniki, Il Vento del Cinema, Doc's Kinkdom. I loro lavori sono regolarmente presentati e esposti in musei e gallerie tra cui Centre Pompidou, Le Louvre, Tate Britain, REDCAT, Serralves, MACBA, Anthology Film Archives, HKW, KHOJ New Delhi, Museu de Arte Moderna de Bahia, Institute of Modern Art Brisbane.

Nina Carini nasce a Palermo nel 1984. Ha frequentato l’Accademia Cignaroli di Verona, dove ha conseguito la laurea triennale e quindi l’Ecole nationale supérieure des beaux-arts de Lyon e l’Accademia di Brera di Milano, dove ha ottenuto la laurea specialistica. Ha mosso i suoi primi passi in ambito pittorico, per superare rapidamente la specificità dei singoli linguaggi e per reinventare il senso e lo scopo del medium, che di volta in volta ha utilizzato. Le sue non sono forme fisse nel tempo, chiuse in se stesse, varcano, anzi, i propri limiti. La sua ricerca oggi trova un particolare sviluppo nella performance e nel video. Le performance sono per lei forme d’indagine sperimentali, perché rappresentano la forma con cui tenta di dare risposta ai quesiti esistenziali che l’assillano. Il tema dell’identità attraverso l’immagine è una costante permanente, in cui è un’approfondita indagine sul linguaggio, sul senso della parola sia da un punto di vista intimo che più ampiamente sociale, in relazione al nostro tempo storico. È profondamente attratta dagli studi sul suono, sulla voce che diviene per lei l’ultima ed estrema occasione di scardinare i conflitti d’immagine e di preservare l’identità che gli uomini non sono in grado di curare. Il linguaggio è, infatti, un passaggio fluido nel quale è il suono a riempire lo spazio e lo spazio a farsi sociale, relazione accresciuta tra interno ed esterno. Psicologia, scienza, sociologia, arte, teatro e cinema: questo il patrimonio intellettuale e visivo di Nina Carini, da cui la stessa attinge di volta in volta, dando vita a opere in cui la speculazione scientifica, l’immagine e la poesia si incontrano in un unicum inscindibile

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