Piranesi. La fabbrica dell'utopia

Opera di Giovan Battista Piranesi

 

Dal 06 Dicembre 2017 al 11 Marzo 2018

Torino

Luogo: Galleria Sabauda

Indirizzo: piazzetta Reale

Orari: da martedì a domenica 9-19

Curatori: Luigi Ficacci, Simonetta Tozzi

Enti promotori:

  • Musei Reali di Torino
  • Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
  • Fondazione Giorgio Cini di Venezia

Costo del biglietto: intero 10 euro, ridotto 6 euro. Ingresso Musei Reali + Piranesi: Biglietto intero 16 euro, ridotto 10 euro, ingresso gratuito per le categorie previste per legge

Telefono per informazioni: +39 011 5211106

E-Mail info: mr-to@beniculturali.it

Sito ufficiale: http://https://www.museireali.beniculturali.it/



Con una scelta espositiva di 93 opere, provenienti dalla Fondazione Giorgio Cini, dalle collezioni del Museo di Roma di Palazzo Braschi e dalla Galleria Sabauda, è data piena illustrazione alla variegata attività di Giovan Battista Piranesi (1720-1778), il grande incisore e architetto votato alla riscoperta dell’archeologia, che applicò la matrice vedutistica della propria formazione veneta a una immediata passione per le grandiose rovine di Roma, dove si trasferì nel 1740.

La mostra “Piranesi. La fabbrica dell’utopia” promossa dai Musei Reali di Torino, in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, con l’organizzazione dell’Associazione MetaMorfosi, è a cura di Luigi Ficacci e Simonetta Tozzi e presenta un’ampia selezione delle opere più significative del grande veneziano, straordinario incisore all’acquaforte e figura centrale per la cultura figurativa del Settecento europeo. L’esposizione sarà ospitata dalle Sale Palatine della Galleria Sabauda, nel complesso dei Musei Reali di Torino, dal 6 dicembre 2017 all’11 marzo 2018. Catalogo De Luca Editori d’Arte.

La sua vastissima produzione acquafortistica, caratterizzata da visioni prospettiche scenograficamente esasperate e da violenti effetti luministici, ne fecero uno degli artisti di maggior successo in un mercato artistico in veloce espansione qual era quello romano nel periodo culminante del Grand Tour internazionale.

Il percorso fra le sue opere più celebri vede quindi esposte le grandi Vedute di Roma, dalle amplificate prospettive architettoniche, i fantasiosi Capricci eseguiti ancora sotto l’influsso di Tiepolo, le celeberrime e suggestive visioni della serie delle Carceri. Un immaginario di grande impatto emotivo sulla cultura del tempo, protrattosi fino ai giorni nostri coinvolgendo arte, letteratura, teoria e pratica architettonica, fino alla moderna cinematografia.

I materiali presentati provenienti dalle collezioni del Museo di Roma testimoniano la qualità delle raccolte in esemplari di grande qualità e freschezza. Dalla Fondazione Cini provengono, inoltre, le realizzazioni tridimensionali di alcune invenzioni piranesiane mai realizzate e ricavate dal ricchissimo repertorio delle Diverse Maniere di adornare i Cammini (1769) o di alcuni pezzi antichi, riprodotti e divulgati da Piranesi nella serie dei Vasi candelabri cippi sarcofagi tripodi (1978), come il celeberrimo tripode del Tempio di Iside a Pompei, vero e proprio masterpiece dell’arredo neoclassico e Impero. Le ‘ricreazioni’ piranesiane tridimensionali sono state realizzate dall’Atelier Factum Arte di Madrid, diretto da Adam Lowe, tramite modellazione in 3D e procedimento stereolitografico, in occasione della mostra organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini nel 2010 Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer.

Sarà infine creata, grazie al contributo e alla tecnologia del Laboratorio di Robotica Percettiva, dell’Istituto TECIP – Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa una sala “immersiva” delle celebri prigioni piranesiane rese in versione tridimensionale, in cui si potrà rivivere tutto il fascino di queste visioni fantastiche e irreali, che sono ormai divenute un vero e proprio caposaldo del nostro immaginario collettivo.

Un ricco e accattivante repertorio visivo di grande godibilità per il pubblico più vasto, dunque, che sarà completato da accurate e artistiche restituzioni fotografiche dell’unica, effettiva realizzazione architettonica lasciataci da Piranesi, la chiesa di S. Maria del Priorato appunto, in un gruppo di opere appositamente realizzate dal fotografo Andrea Jemolo.

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