RestART! Museo relazionale Imbiancheria del Vajro
Dal 15 Giugno 2021 al 15 Dicembre 2022
Chieri | Torino
Luogo: Imbiancheria del Vajro
Indirizzo: Via Imbiancheria 12
Enti promotori:
- Comune di Chieri
Telefono per informazioni: +39 011 5211788
E-Mail info: info@arteintorino.com
Sito ufficiale: http://www.comune.chieri.to.it
Martedì 15 giugno, alle ore 17,30, all’Imbiancheria del Vajro a CHIERI, inaugurazione ufficiale del progetto «RestART!» la mostra «I introduce myself», con la partecipazione di Alessandro Sicchiero, Sindaco della Città di Chieri, Antonella Giordano, Assessore alla Cultura della Città di Chieri, Silvana Nota, direttrice artistica, e Massimo Tiberio, exhibit designer. Seguirà visita guidata.
L’Imbiancheria del Vajro è uno dei più antichi edifici industriali di Chieri, risale al XVI secolo, quando qui si insediarono le prime lavorazioni tessili. Negli ultimi vent’anni è stata sede di tutti gli eventi temporanei legati alla corrente artistica della Fiber Art, in particolare la Biennale di Fiber Art e la rassegna“Tramanda”.
Oggi la Città di Chieri dispone di una collezione di più di 300 opere di Fiber Art, “Trame d’Autore”, realizzate da artisti di tutto il mondo, un patrimonio di valore e di rilevanza internazionale, che fino ad oggi non aveva un luogo che potesse ospitarle e valorizzarle in maniera continuativa.
«RestART!»si è aggiudicato il bando “I luoghi della cultura 2020” della Fondazione Compagnia di San Paolo, che è il maggior sostenitore del progetto. La prima fase si è concentrata sul recupero del patrimonio esistente, tramite il ripristino e la rifunzionalizzazione della struttura dell’Imbiancheria del Vajro, che ora diventa un museo ‘relazionale’ incentrato sul patrimonio della Fiber Art, ospitando mostre temporanee ed eventi collaterali, attività educative, nonché la rassegna “Tramanda” e tutte le iniziative ad essa collegate. E dal 15 giugno 2021 fino al 15 dicembre 2022, saranno proposte a rotazione cinque mostre che presenteranno la Collezione Civica “Trame d’Autore”.
«Questa importante iniziativa culturale vuole rilanciare gli splendidi spazi dell’Imbiancheria del Vajro e far conoscere finalmente il ricco patrimonio di Fiber Art che Chieri custodisce da anni-dichiara l’assessore alla Cultura Antonella GIORDANO-un patrimonio importante dal punto di vista non solo storico e culturale ma anche estetico. A seguito della crisi e delle trasformazioni della filiera del tessile, la Fiber Art si è affermata come uno degli strumenti capaci di valorizzare il sapere immateriale legato al tessile, sprigionandone le potenzialità artistiche. Non solo abbiamo recuperato un edificio sottraendolo al degrado, non solo proponiamo nuovi percorsi espositivi ed eventi, ma con questo progetto mettiamo a sistema una rete di relazioni, coltivata negli anni, capace di ampliare l’offerta culturale e amplificare l’impatto con una gestione aperta e flessibile, capace di dialogare con il territorio e di coniugarlo con l’internazionalità, stimolandone l’entusiasmo e coinvolgendolo in un processo di sviluppo condiviso. Un museo “relazionale” e non “statico” dove il visitatore non è un fruitore passivo ma diventa parte attiva».
Ad inaugurare «RestART!» sarà la mostra «I introduce myself», dal 15 giugno al 15 settembre 2021.
Quindi, dal 15 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022, la quarta edizione di «Tramanda», con l’esposizione delle opere degli artisti che hanno partecipato al premio “Young Fiber Contest”, dedicato ai giovani artisti under 35 (41 partecipanti) e delle opere dei 60 artisti che hanno preso parte alla sezione “Chiamata Aperta”, rivolta a tutti gli artisti senza limiti di età impegnati con opere sia al telaio sia off-loom. A seguire, le altre tre mostre di «RestART!», ovvero «Fiber Art. Un grande abbraccio al mondo», dal 15 marzo al 15 maggio 2022, «La bellezza ritrovata», dal 15 giugno al 15 settembre 2022, «Shared Exhibition, i molti sguardi di una mostra condivisa», dal 15 ottobre 2022 al 15 dicembre 2022.
«RestART! mette a fuoco quello che è un patrimonio molto speciale, una collezione internazionale di oltre 300 opere che hanno portato il mondo a Chieri e grazie alle quali Chieri è divenuta protagonista nel mondo-spiega Silvana NOTA, critica d’arte e direttrice artisticadel progetto RestART!-Il tutto è nato grazie ad un’idea dell’artista olandese Martha Nieuwenhuijs, che aveva ideato proprio a Chieri la Biennale di Fiber Art, con lo scopo di far capire come attraverso un filo si possono aprire un’infinità di percorsi, individuando in questo linguaggio dell’arte contemporanea un testimonial internazionale per la secolare tradizione tessile chierese. La Fiber Art, non ancora adeguatamente conosciuta in Italia, è un vero e proprio movimento artistico, seppur non teorizzato da un manifesto, che si è venuto affermando a partire dagli anni Sessanta soprattutto nel Nord Europa e negli Usa, e che mette al centro il filo in tutte le sue declinazioni, purché intrecciato o comunque lavorato al telaio od off-loom. Una corrente artistica antiaccademica, relazionale, in costante metamorfosi. Il fiber artist non è semplicemente un artista che utilizza il tessuto nel suo lavoro. A caratterizzare la Fiber Art sono tre elementi inscindibili. Il primo è la “tessitura”, quel filo che unisce le origini dell’umanità al nostro contemporaneo, un elemento flessibile ed intrecciabile, che viene continuamente rielaborato alla luce di nuove tecniche e capacità. Il medium tessile scelto come strumento espressivo al pari della pittura e della scultura. Il secondo elemento è l’attenzione alle culture altre e diverse, la valorizzazione ed il rispetto delle diversità. La Fiber Art è un linguaggio che si esprime in un costante rimando di richiami e collegamenti interdisciplinari e interculturali, è fortemente cosmopolita, basta vedere le traiettorie biografiche dei vari artisti, non ha confini né barriere, guarda a ciò che di meglio i popoli hanno realizzato, è un’arte fortemente “etica”, che ci unisce al mondo, esattamente come fa il filo. Il terzo fattore caratterizzante è la continua sperimentazione in progress, la costante evoluzione. Non è un caso che nelle ultime generazioni di artisti si stia registrando un grande interesse verso la Fiber Art, e sia “RestART!” sia “Tramanda” renderanno conto di tutti i flussi di tendenza in atto, che uniscono artisti molto diversi tra loro, sia coloro che si identificano con la Fiber Art sia artisti che utilizzano il filo in modo non casuale ma attribuendo un valore concettuale ed individuando in esso profondi giacimenti di significato e di ricerca».
«I INTRODUCE MYSELF» - 15 giugno al 15 settembre 2021
«I introduce myself», è la prima mostra che inaugura «RestART!», e sarà ospitata all’Imbiancheria del Vajro dal 15 giugno al 15 settembre 2021.
Attraverso 80 opere della Collezione Civica “Trame d’Autore”, la mostra vuole essere un viaggio introduttivo alla scoperta dei diversi flussi di tendenza, delle tipologie formali e contenutistiche, dell’originalità e della profondità culturale rappresentata della Collezione “Trame d’Autore” e della stessa Fiber Art, dalle origini fino alle più recenti sperimentazioni mixed media.
Le opere sono distribuite in una ventina di sezioni o aree tematiche ma non si tratta di contenitori rigidi o spazi fisici e mentali vincolanti, infatti, molti artisti e molte opere fanno al contempo parte di diverse sezioni. Un allestimento che vuole rispecchiare la natura stessa della Fiber Art, fluida ed interdisciplinare, pertanto ogni sezione nasce, fluisce, si integra, si arricchisce, dialoga e si trasforma con le altre e con lo spazio architettonico dell’Imbiancheria del Vairo. A fare da collegamento e passaggio tra le sezioni c’è un bridge, ovvero un’opera o un artista che è al contempo parte integrante delle due sezioni e che si presta a più valenze di lettura. Vi sono poi alcune opere che per le loro caratteristiche formali e dimensionali, vengono ad assumere una valenza di “chiosa di contrappunto”, e che pertanto saranno “libere”, posizionate, indipendentemente dalla loro sezione, proprio per rappresentare la trasversalità tipica della Fiber Art.
Il percorso espositivo presenta arazzi non convenzionali realizzati al telaio e off loom, sculture tessili, sculture morbide, libri d’artista, abiti scultura (art wear) ed unwearable art, quilt ovvero le “grandi trapunte”, shibori, shared art, Arte senza barriere con scritture Braille, Recycling Art, mixed media fino allo stitch-illo, un nuovissimo fumetto ricamato dai giovanissimi artisti, per arrivare alla performing art e video art.
«Il titolo scelto intende suggerire uno sguardo ampio sulla collezione che in questa esposizione si presenta con le sue principali caratteristiche-commenta la curatrice Silvana NOTA-perché vogliamo offrire uno sguardo, il più ampio possibile, su un’arte libera, sofisticata, colta, di grande fascino estetico al di là dei canoni convenzionali e con continui rimandi e collegamenti interdisciplinari ed interculturali. Il messaggio della Fibert Art è che bisogna capire prima di giudicare, lasciarsi attrarre da ciò che ci racconta qualcosa, da ciò che è bello, da ciò che ci migliora. Ogni opera non si circoscrive dunque alla poetica dell’artista che l’ha creata, ma travalica se stessa, è duttile, e per questo non ci sono sezioni cristallizzate, ma aree tematiche dinamiche, aperte a letture trasversali, in modo tale che l’arte sia fruibile su più versanti, suggerendo al visitatore-osservatore strade da esplorare ed invitandolo a spingersi su percorsi di pensiero inaspettati. La mostra è una sorta di enciclopedia dai molti rimandi, il cui fulcro sta nel totale sconfinamento dei limiti e delle barriere».
L’allestimento del percorso espositivo, ideato dall’exhibit designer Massimo Tiberio, non vuole essere un semplice “mettere in mostra” le opere per esaltarne la loro poetica, ma essere uno strumento utile alla comprensione nonché un elemento funzionale e didattico al messaggio espressivo-educativo della mostra stessa. Esso si sviluppa attraverso un fluire spazio-sensoriale organizzato in un percorso fruitivo per mezzo del quale lo spettatore rivive, attraverso la propria prova esperienziale con le opere in mostra, un’avventura culturale che si caratterizza da input, stimoli, sensazioni, culture, sensibilità e riferimenti sempre nuovi e differenti che gli permetteranno, alla fine del suo viaggio nella mostra, di acquisire una conoscenza completa ed esaustiva di che cos’è stata, di che cosa è e di che cosa sarà la Fiber Art. Un allestimento che vuole riflettere la natura della Fiber Art, che si è sempre sviluppata attraverso continui richiami, rimandi, ricerche, sperimentazioni, in un divenire perpetuo tra innovazione e tradizione. Proprio per questo non c’è un inizio ed una fine, ma un continuum ed un in itinere in cui la fruizione/percezione della mostra avviene attraverso un approccio di stratificate letture rappresentate dalle aree allestitive che travalicano gli spazi fisici del contenitore museale creando continui rimandi e collegamenti tra le stesse sezioni e, al contempo, dialogano con lo spazio architettonico ricreando una nuova spazialitàall’interno della quale ogni sezione nasce, fluisce, si integra, si arricchisce, dialoga e si trasforma con le altre.
Tra tanti artisti presenti in mostra:
Valeria Scuteri, che utilizzando un telaio sperimentale da lei costruito ha realizzato un abito installativo con fili di ferro che interagiscono con la luce. Un’installazione che affronta il tema della donna e del riscatto della bellezza come risposta al dolore, fisico e dell’anima, rendendo omaggio alla vita in contrapposizione all’abbrutimento della morte. Tutto il lavoro trova significato nelle tracce che i corpi lasciano negli abiti, che nella sua poetica travalicano la semplice superficie e si spingono nell’interiorità della persona;
Silvia Heyden (Svizzera), tra le più importanti artiste storiche, è stata violinista e fiber artist coniugando le corde del violino al telaio, inventando un’innovativa tessitura da lei definita “Piumata”, che crea passaggi musicali e cromatici. Importantissimi i suoi studi alla School of Arts di Zurigo diretta da Johannes Itten;
Amayokasim Yamamoto (Giappone), la cui ricerca parte dal senso di riscoperta dell’ascolto in risposta alla società del rumore, utilizza e sperimenta nel contemporaneo il recupero dell’antica tradizione della paglia. Nell’opera utilizza l’antica tessitura giapponese Sakiori ottenuta con fili di vecchi indumenti tagliati come ricordi di storie e persone;
Lauren Camp (Usa), il suo quilt, realizzato con modalità sperimentali, esprime la volontà di comunicare con ago e filo la musica Jazz, tra gli elementi fondanti della sua ricerca, i diritti umani e la condizione femminile, le sue opere sono manifesti delle sue battaglie sociali attraverso la bellezza e materiali di recupero;
Nikola Filipovich (Montenegro), diploma in arte e ambiente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, pratica lo stitch illo, il ricamo fumettoso con il quale racconta la cultura e del suo Paese, vincitore del premio YFC (Montenegro);
Laura Guilda Grote (Germania), la sua installazione presenta una seggiolina da bimbi con strisce ricamate e scritte dedicate a Kamala Lama, una bambina salvata dallo sfruttamento infantile, che denuncia con questa struggente opera;
Robert Aleawobu (Ghana) ed Eva Basile, la loro opera di shared art con telaio a strascico è stata realizzata a Klikor, in Ghana. La ricerca di antiche tessiture tradizionali africane è coniugata a sperimentazioni contemporanee con cartoni e fotografie.
Quasi a fare da simbolico fulcro alla mostra, racchiudendo le caratteristiche della Fiber Art come arte libera, relazionale e moltiplicatrice di esperienze poetiche, è l’installazione aperta “L’arte moltiplica l’arte”, frutto dei lavori successivi di tre artiste, Cristina Mariani, Adele Oliva ed Elisa Oliva, a cui si aggiunge un’opera di Elham M. Aghiili.
La web designer Cristina Mariani in un arazzo non convenzionale ha raccontato il viaggio di un seme d’acero portato dal vento, Adele Oliva, artista oltre che neuropsicologa, ha realizzato una performance di acrobazia aerea con tessuto, Elisa Oliva, videoartista ed artista di circo contemporaneo, ha riprodotto la performance in esterno tra le montagne valdostane in un’opera di video art. Infine, Elham M. Aghili ha realizzato un’installazione, chepur non espressamente nata in collegamento, si sintonizza perfettamente confermando lo spirito di empatia universale che unisce gli artisti della Fiber Art. Ogni opera diventa così moltiplicatrice di altre opere, originando evoluzioni che richiamano il volteggiare del seme nell’aria.
Orari: venerdì dalle 17.00 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18.30) – sabato dalle 16.00 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 19.00)
Biglietto: intero 6€ - ridotto 4€ (bambini dai 6 ai 12 anni, possessori di Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta e di Torino card – gruppi organizzati – possessori del biglietto degli enti aderenti al progetto “Beni in rete”) – gratuito (bambini sotto i 6 anni, persone con disabilità ed accompagnatore)
EVENTI ED ATTIVITÀ: LABORATORI E SFILATA DI MODA
Le cinque mostre del progetto «RestART!» saranno accompagnate da un fitto programma di eventi collaterali, soprattutto laboratori e workshop, organizzati per i fine settimana e rivolti in particolare alle famiglie, organizzati da Theatrum Sabaudiae, dall’associazione Puntoacapo e dal Centro Arte Tessile della Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile.
TUTTI IN REST ART
Laboratori Kids a cura di Theatrum Sabaudiae
(dai 5 a 11 anni)
Sperimentare è la parola d’ordine con cui sono stati progettati per i bambini tre laboratori didattici che si svolgeranno all’interno dello Spazio - LAB attrezzato in mostra.
Stoffe, materiali plastici, fili di cotone e lana saranno alcuni dei materiali utilizzati nelle attività creative che permetteranno ai bambini di scoprire e divertirsi attraverso la Fiber Art.
- Fibre d’autore: 19 giugno; 31 luglio ore 16.00
- Forme in filo: 3 luglio; 4 settembre ore 16.00
- Io e le mie mille fibre: 17 luglio; 7agosto ore 16.00
Informazioni e prenotazioni: 011/5211788 - info@arteintorino.com
Costo: bambini 5 euro; adulti 3 euro
UPCYCLE YOURSELF
Laboratori di upcycling creativo a cura di Puntoacapo
26 giugno; 24 luglio ore 15.00
Arte e Moda, binomio perfetto. Come possono le opere di fiber art ispirarci? Dandoci spunti e intuizioni per trasformare i nostri abiti in qualcosa di nuovo, diverso e unico. Con materiali di recupero e tanta immaginazione, si potrà creare un nuovo modo di esprimere la propria identità. Ogni partecipante porterà un capo da rinnovare nell’estetica e nelle decorazioni, un lavoro manuale che gratifica...e fa bene all’ambiente...
Informazioni e prenotazioni: 329/6216050 |puntoacapo.torino@gmail.com
Costo: 50.00 euro;
CUCI CHE TI PASSA
Laboratori di autoproduzione creativo a cura di Puntoacapo
10 luglio ore 15.00
Fantasia, manualità, orgoglio del saper fare. Nell’armadio di tutte le case ci sono vestiti e accessori di ogni tipo, ma esprimono veramente chi siamo? Vogliamo qualcosa di più ma come possiamo crearlo da noi? A partire da forme semplici ma creative, si possono realizzare accessori e abiti che ci rispecchiano. In un contesto stimolante come la galleria d’arte dell’Imbiancheria, si potranno sperimentare le basi dell’autoproduzioni.
Informazioni e prenotazioni: 329/6216050 |puntoacapo.torino@gmail.com
Costo: 60.00 euro;
SFILATA DI MODA ADATTATIVA
a cura di Puntoacapo
11 settembre ore 17.00
L’estetica nella moda è importante ma nella vita di tutti i giorni lo è molto di più l’etica. Il legame tra moda sostenibile e stile di vita equo, e improntato al rispetto delle diversità, sta diventando sempre più rilevante. Integrazione sociale e culturale delle persone con disabilità, di persone fragili o di migranti, il panorama della moda etica si arricchisce di nuove interpretazioni del bello e dello stare insieme. Il progetto Diritti al Bello realizzato da Puntoacapo, dalla Cooperativa Il Raggio e dal CSSA di Chieri, è incentrato sulla realizzazione di capi adattativi ed etici per disabili, sia fisici sia psichici, con lo scopo di rendere accessibile “il bello” a tutti.
In collaborazione con le sarte di Reborn in Italy e la Cooperativa La Contrada.
Informazioni e prenotazioni: 3296216050 |puntoacapo.torino@gmail.com|
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti;
LE PROSSIME MOSTRE:
15 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022: quarta edizione di «Tramanda», con l’esposizione delle opere degli artisti che hanno partecipato al premio “Young Fiber Contest”, dedicato ai giovani artisti under 35 (41 partecipanti) e delle opere dei 60 artisti che hanno partecipato alla sezione “Chiamata Aperta”, rivolta a tutti gli artisti senza limiti di età impegnati con opere sia al telaio sia off-loom. Parallelamente alla mostra ospitata Imbiancheria del Vajro, saranno allestite altre esposizioni di opere a Palazzo Opesso, a Casa Martini e allo showroom Bonetto Design.
15 marzo al 15 maggio 2022: «Fiber Art. Un grande abbraccio al mondo»
Alle origini della Fiber Art vi è l’interesse per le culture di tutto il mondo rilette attraverso i patrimoni antichi e contemporanei della tessilità. 30 opere di artisti di tutti i continenti per approfondire l’aspetto cosmopolita della Fiber Art, caratterizzata da artisti che innestano nella loro ricerca culture distanti dalla loro, artisti che spesso nascono in un luogo, vivono in un altro, studiano e lavorano in altri Paesi ancora.
15 giugno al 15 settembre 2022: «La bellezza ritrovata»
Da qualcosa di abbandonato, scartato, brutto può nasce una bellezza nuova. La poetica dell’object trouvé, ma ancora di più il recupero delle memorie e della loro ricostruzioni, simili al Kinstugi, attraversano l’arte da oltre un secolo, ma nella Fiber Art rappresentano un punto forte presente in gran parte delle sperimentazioni. In anticipo sui tempi, gli artisti di questo movimento hanno avuto la percezione della necessità etica di recuperare, estrarre l’essenza di brandelli di stoffa, di fili, di abiti dismessi, ritagli e scarti industriali pieni di fascino, e farne opere di assoluto interesse, spesso di seducente bellezza e armonia.
15 ottobre 2022 al 15 dicembre 2022: «Shared Exhibition, i molti sguardi di una mostra condivisa»
Una mostra affidata al gusto dei cittadini, totalmente aperta. Un percorso espositivo di circa 30 opere della Collezione civica liberamente scelte da persone comuni, che indossano i panni del “curatore”. Spesso chi visita una mostra di arte contemporanea non comprende ciò che sta dietro le opere selezionate: capire come nasce un progetto curatoriale, i problemi logistici, come si lavora in team, come si individua il titolo, i problemi della sicurezza, le esigenze tecniche, la collocazione delle opere, l’allestimento, i testi per il catalogo, le didascalie…Diventare consapevoli degli ‘strumenti’ che bisogna avere per costruire una mostra, aiuta a comprendere meglio l’arte.
L’Imbiancheria del Vajro è uno dei più antichi edifici industriali di Chieri, risale al XVI secolo, quando qui si insediarono le prime lavorazioni tessili. Negli ultimi vent’anni è stata sede di tutti gli eventi temporanei legati alla corrente artistica della Fiber Art, in particolare la Biennale di Fiber Art e la rassegna“Tramanda”.
Oggi la Città di Chieri dispone di una collezione di più di 300 opere di Fiber Art, “Trame d’Autore”, realizzate da artisti di tutto il mondo, un patrimonio di valore e di rilevanza internazionale, che fino ad oggi non aveva un luogo che potesse ospitarle e valorizzarle in maniera continuativa.
«RestART!»si è aggiudicato il bando “I luoghi della cultura 2020” della Fondazione Compagnia di San Paolo, che è il maggior sostenitore del progetto. La prima fase si è concentrata sul recupero del patrimonio esistente, tramite il ripristino e la rifunzionalizzazione della struttura dell’Imbiancheria del Vajro, che ora diventa un museo ‘relazionale’ incentrato sul patrimonio della Fiber Art, ospitando mostre temporanee ed eventi collaterali, attività educative, nonché la rassegna “Tramanda” e tutte le iniziative ad essa collegate. E dal 15 giugno 2021 fino al 15 dicembre 2022, saranno proposte a rotazione cinque mostre che presenteranno la Collezione Civica “Trame d’Autore”.
«Questa importante iniziativa culturale vuole rilanciare gli splendidi spazi dell’Imbiancheria del Vajro e far conoscere finalmente il ricco patrimonio di Fiber Art che Chieri custodisce da anni-dichiara l’assessore alla Cultura Antonella GIORDANO-un patrimonio importante dal punto di vista non solo storico e culturale ma anche estetico. A seguito della crisi e delle trasformazioni della filiera del tessile, la Fiber Art si è affermata come uno degli strumenti capaci di valorizzare il sapere immateriale legato al tessile, sprigionandone le potenzialità artistiche. Non solo abbiamo recuperato un edificio sottraendolo al degrado, non solo proponiamo nuovi percorsi espositivi ed eventi, ma con questo progetto mettiamo a sistema una rete di relazioni, coltivata negli anni, capace di ampliare l’offerta culturale e amplificare l’impatto con una gestione aperta e flessibile, capace di dialogare con il territorio e di coniugarlo con l’internazionalità, stimolandone l’entusiasmo e coinvolgendolo in un processo di sviluppo condiviso. Un museo “relazionale” e non “statico” dove il visitatore non è un fruitore passivo ma diventa parte attiva».
Ad inaugurare «RestART!» sarà la mostra «I introduce myself», dal 15 giugno al 15 settembre 2021.
Quindi, dal 15 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022, la quarta edizione di «Tramanda», con l’esposizione delle opere degli artisti che hanno partecipato al premio “Young Fiber Contest”, dedicato ai giovani artisti under 35 (41 partecipanti) e delle opere dei 60 artisti che hanno preso parte alla sezione “Chiamata Aperta”, rivolta a tutti gli artisti senza limiti di età impegnati con opere sia al telaio sia off-loom. A seguire, le altre tre mostre di «RestART!», ovvero «Fiber Art. Un grande abbraccio al mondo», dal 15 marzo al 15 maggio 2022, «La bellezza ritrovata», dal 15 giugno al 15 settembre 2022, «Shared Exhibition, i molti sguardi di una mostra condivisa», dal 15 ottobre 2022 al 15 dicembre 2022.
«RestART! mette a fuoco quello che è un patrimonio molto speciale, una collezione internazionale di oltre 300 opere che hanno portato il mondo a Chieri e grazie alle quali Chieri è divenuta protagonista nel mondo-spiega Silvana NOTA, critica d’arte e direttrice artisticadel progetto RestART!-Il tutto è nato grazie ad un’idea dell’artista olandese Martha Nieuwenhuijs, che aveva ideato proprio a Chieri la Biennale di Fiber Art, con lo scopo di far capire come attraverso un filo si possono aprire un’infinità di percorsi, individuando in questo linguaggio dell’arte contemporanea un testimonial internazionale per la secolare tradizione tessile chierese. La Fiber Art, non ancora adeguatamente conosciuta in Italia, è un vero e proprio movimento artistico, seppur non teorizzato da un manifesto, che si è venuto affermando a partire dagli anni Sessanta soprattutto nel Nord Europa e negli Usa, e che mette al centro il filo in tutte le sue declinazioni, purché intrecciato o comunque lavorato al telaio od off-loom. Una corrente artistica antiaccademica, relazionale, in costante metamorfosi. Il fiber artist non è semplicemente un artista che utilizza il tessuto nel suo lavoro. A caratterizzare la Fiber Art sono tre elementi inscindibili. Il primo è la “tessitura”, quel filo che unisce le origini dell’umanità al nostro contemporaneo, un elemento flessibile ed intrecciabile, che viene continuamente rielaborato alla luce di nuove tecniche e capacità. Il medium tessile scelto come strumento espressivo al pari della pittura e della scultura. Il secondo elemento è l’attenzione alle culture altre e diverse, la valorizzazione ed il rispetto delle diversità. La Fiber Art è un linguaggio che si esprime in un costante rimando di richiami e collegamenti interdisciplinari e interculturali, è fortemente cosmopolita, basta vedere le traiettorie biografiche dei vari artisti, non ha confini né barriere, guarda a ciò che di meglio i popoli hanno realizzato, è un’arte fortemente “etica”, che ci unisce al mondo, esattamente come fa il filo. Il terzo fattore caratterizzante è la continua sperimentazione in progress, la costante evoluzione. Non è un caso che nelle ultime generazioni di artisti si stia registrando un grande interesse verso la Fiber Art, e sia “RestART!” sia “Tramanda” renderanno conto di tutti i flussi di tendenza in atto, che uniscono artisti molto diversi tra loro, sia coloro che si identificano con la Fiber Art sia artisti che utilizzano il filo in modo non casuale ma attribuendo un valore concettuale ed individuando in esso profondi giacimenti di significato e di ricerca».
«I INTRODUCE MYSELF» - 15 giugno al 15 settembre 2021
«I introduce myself», è la prima mostra che inaugura «RestART!», e sarà ospitata all’Imbiancheria del Vajro dal 15 giugno al 15 settembre 2021.
Attraverso 80 opere della Collezione Civica “Trame d’Autore”, la mostra vuole essere un viaggio introduttivo alla scoperta dei diversi flussi di tendenza, delle tipologie formali e contenutistiche, dell’originalità e della profondità culturale rappresentata della Collezione “Trame d’Autore” e della stessa Fiber Art, dalle origini fino alle più recenti sperimentazioni mixed media.
Le opere sono distribuite in una ventina di sezioni o aree tematiche ma non si tratta di contenitori rigidi o spazi fisici e mentali vincolanti, infatti, molti artisti e molte opere fanno al contempo parte di diverse sezioni. Un allestimento che vuole rispecchiare la natura stessa della Fiber Art, fluida ed interdisciplinare, pertanto ogni sezione nasce, fluisce, si integra, si arricchisce, dialoga e si trasforma con le altre e con lo spazio architettonico dell’Imbiancheria del Vairo. A fare da collegamento e passaggio tra le sezioni c’è un bridge, ovvero un’opera o un artista che è al contempo parte integrante delle due sezioni e che si presta a più valenze di lettura. Vi sono poi alcune opere che per le loro caratteristiche formali e dimensionali, vengono ad assumere una valenza di “chiosa di contrappunto”, e che pertanto saranno “libere”, posizionate, indipendentemente dalla loro sezione, proprio per rappresentare la trasversalità tipica della Fiber Art.
Il percorso espositivo presenta arazzi non convenzionali realizzati al telaio e off loom, sculture tessili, sculture morbide, libri d’artista, abiti scultura (art wear) ed unwearable art, quilt ovvero le “grandi trapunte”, shibori, shared art, Arte senza barriere con scritture Braille, Recycling Art, mixed media fino allo stitch-illo, un nuovissimo fumetto ricamato dai giovanissimi artisti, per arrivare alla performing art e video art.
«Il titolo scelto intende suggerire uno sguardo ampio sulla collezione che in questa esposizione si presenta con le sue principali caratteristiche-commenta la curatrice Silvana NOTA-perché vogliamo offrire uno sguardo, il più ampio possibile, su un’arte libera, sofisticata, colta, di grande fascino estetico al di là dei canoni convenzionali e con continui rimandi e collegamenti interdisciplinari ed interculturali. Il messaggio della Fibert Art è che bisogna capire prima di giudicare, lasciarsi attrarre da ciò che ci racconta qualcosa, da ciò che è bello, da ciò che ci migliora. Ogni opera non si circoscrive dunque alla poetica dell’artista che l’ha creata, ma travalica se stessa, è duttile, e per questo non ci sono sezioni cristallizzate, ma aree tematiche dinamiche, aperte a letture trasversali, in modo tale che l’arte sia fruibile su più versanti, suggerendo al visitatore-osservatore strade da esplorare ed invitandolo a spingersi su percorsi di pensiero inaspettati. La mostra è una sorta di enciclopedia dai molti rimandi, il cui fulcro sta nel totale sconfinamento dei limiti e delle barriere».
L’allestimento del percorso espositivo, ideato dall’exhibit designer Massimo Tiberio, non vuole essere un semplice “mettere in mostra” le opere per esaltarne la loro poetica, ma essere uno strumento utile alla comprensione nonché un elemento funzionale e didattico al messaggio espressivo-educativo della mostra stessa. Esso si sviluppa attraverso un fluire spazio-sensoriale organizzato in un percorso fruitivo per mezzo del quale lo spettatore rivive, attraverso la propria prova esperienziale con le opere in mostra, un’avventura culturale che si caratterizza da input, stimoli, sensazioni, culture, sensibilità e riferimenti sempre nuovi e differenti che gli permetteranno, alla fine del suo viaggio nella mostra, di acquisire una conoscenza completa ed esaustiva di che cos’è stata, di che cosa è e di che cosa sarà la Fiber Art. Un allestimento che vuole riflettere la natura della Fiber Art, che si è sempre sviluppata attraverso continui richiami, rimandi, ricerche, sperimentazioni, in un divenire perpetuo tra innovazione e tradizione. Proprio per questo non c’è un inizio ed una fine, ma un continuum ed un in itinere in cui la fruizione/percezione della mostra avviene attraverso un approccio di stratificate letture rappresentate dalle aree allestitive che travalicano gli spazi fisici del contenitore museale creando continui rimandi e collegamenti tra le stesse sezioni e, al contempo, dialogano con lo spazio architettonico ricreando una nuova spazialitàall’interno della quale ogni sezione nasce, fluisce, si integra, si arricchisce, dialoga e si trasforma con le altre.
Tra tanti artisti presenti in mostra:
Valeria Scuteri, che utilizzando un telaio sperimentale da lei costruito ha realizzato un abito installativo con fili di ferro che interagiscono con la luce. Un’installazione che affronta il tema della donna e del riscatto della bellezza come risposta al dolore, fisico e dell’anima, rendendo omaggio alla vita in contrapposizione all’abbrutimento della morte. Tutto il lavoro trova significato nelle tracce che i corpi lasciano negli abiti, che nella sua poetica travalicano la semplice superficie e si spingono nell’interiorità della persona;
Silvia Heyden (Svizzera), tra le più importanti artiste storiche, è stata violinista e fiber artist coniugando le corde del violino al telaio, inventando un’innovativa tessitura da lei definita “Piumata”, che crea passaggi musicali e cromatici. Importantissimi i suoi studi alla School of Arts di Zurigo diretta da Johannes Itten;
Amayokasim Yamamoto (Giappone), la cui ricerca parte dal senso di riscoperta dell’ascolto in risposta alla società del rumore, utilizza e sperimenta nel contemporaneo il recupero dell’antica tradizione della paglia. Nell’opera utilizza l’antica tessitura giapponese Sakiori ottenuta con fili di vecchi indumenti tagliati come ricordi di storie e persone;
Lauren Camp (Usa), il suo quilt, realizzato con modalità sperimentali, esprime la volontà di comunicare con ago e filo la musica Jazz, tra gli elementi fondanti della sua ricerca, i diritti umani e la condizione femminile, le sue opere sono manifesti delle sue battaglie sociali attraverso la bellezza e materiali di recupero;
Nikola Filipovich (Montenegro), diploma in arte e ambiente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, pratica lo stitch illo, il ricamo fumettoso con il quale racconta la cultura e del suo Paese, vincitore del premio YFC (Montenegro);
Laura Guilda Grote (Germania), la sua installazione presenta una seggiolina da bimbi con strisce ricamate e scritte dedicate a Kamala Lama, una bambina salvata dallo sfruttamento infantile, che denuncia con questa struggente opera;
Robert Aleawobu (Ghana) ed Eva Basile, la loro opera di shared art con telaio a strascico è stata realizzata a Klikor, in Ghana. La ricerca di antiche tessiture tradizionali africane è coniugata a sperimentazioni contemporanee con cartoni e fotografie.
Quasi a fare da simbolico fulcro alla mostra, racchiudendo le caratteristiche della Fiber Art come arte libera, relazionale e moltiplicatrice di esperienze poetiche, è l’installazione aperta “L’arte moltiplica l’arte”, frutto dei lavori successivi di tre artiste, Cristina Mariani, Adele Oliva ed Elisa Oliva, a cui si aggiunge un’opera di Elham M. Aghiili.
La web designer Cristina Mariani in un arazzo non convenzionale ha raccontato il viaggio di un seme d’acero portato dal vento, Adele Oliva, artista oltre che neuropsicologa, ha realizzato una performance di acrobazia aerea con tessuto, Elisa Oliva, videoartista ed artista di circo contemporaneo, ha riprodotto la performance in esterno tra le montagne valdostane in un’opera di video art. Infine, Elham M. Aghili ha realizzato un’installazione, chepur non espressamente nata in collegamento, si sintonizza perfettamente confermando lo spirito di empatia universale che unisce gli artisti della Fiber Art. Ogni opera diventa così moltiplicatrice di altre opere, originando evoluzioni che richiamano il volteggiare del seme nell’aria.
Orari: venerdì dalle 17.00 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18.30) – sabato dalle 16.00 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 19.00)
Biglietto: intero 6€ - ridotto 4€ (bambini dai 6 ai 12 anni, possessori di Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta e di Torino card – gruppi organizzati – possessori del biglietto degli enti aderenti al progetto “Beni in rete”) – gratuito (bambini sotto i 6 anni, persone con disabilità ed accompagnatore)
EVENTI ED ATTIVITÀ: LABORATORI E SFILATA DI MODA
Le cinque mostre del progetto «RestART!» saranno accompagnate da un fitto programma di eventi collaterali, soprattutto laboratori e workshop, organizzati per i fine settimana e rivolti in particolare alle famiglie, organizzati da Theatrum Sabaudiae, dall’associazione Puntoacapo e dal Centro Arte Tessile della Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile.
TUTTI IN REST ART
Laboratori Kids a cura di Theatrum Sabaudiae
(dai 5 a 11 anni)
Sperimentare è la parola d’ordine con cui sono stati progettati per i bambini tre laboratori didattici che si svolgeranno all’interno dello Spazio - LAB attrezzato in mostra.
Stoffe, materiali plastici, fili di cotone e lana saranno alcuni dei materiali utilizzati nelle attività creative che permetteranno ai bambini di scoprire e divertirsi attraverso la Fiber Art.
- Fibre d’autore: 19 giugno; 31 luglio ore 16.00
- Forme in filo: 3 luglio; 4 settembre ore 16.00
- Io e le mie mille fibre: 17 luglio; 7agosto ore 16.00
Informazioni e prenotazioni: 011/5211788 - info@arteintorino.com
Costo: bambini 5 euro; adulti 3 euro
UPCYCLE YOURSELF
Laboratori di upcycling creativo a cura di Puntoacapo
26 giugno; 24 luglio ore 15.00
Arte e Moda, binomio perfetto. Come possono le opere di fiber art ispirarci? Dandoci spunti e intuizioni per trasformare i nostri abiti in qualcosa di nuovo, diverso e unico. Con materiali di recupero e tanta immaginazione, si potrà creare un nuovo modo di esprimere la propria identità. Ogni partecipante porterà un capo da rinnovare nell’estetica e nelle decorazioni, un lavoro manuale che gratifica...e fa bene all’ambiente...
Informazioni e prenotazioni: 329/6216050 |puntoacapo.torino@gmail.com
Costo: 50.00 euro;
CUCI CHE TI PASSA
Laboratori di autoproduzione creativo a cura di Puntoacapo
10 luglio ore 15.00
Fantasia, manualità, orgoglio del saper fare. Nell’armadio di tutte le case ci sono vestiti e accessori di ogni tipo, ma esprimono veramente chi siamo? Vogliamo qualcosa di più ma come possiamo crearlo da noi? A partire da forme semplici ma creative, si possono realizzare accessori e abiti che ci rispecchiano. In un contesto stimolante come la galleria d’arte dell’Imbiancheria, si potranno sperimentare le basi dell’autoproduzioni.
Informazioni e prenotazioni: 329/6216050 |puntoacapo.torino@gmail.com
Costo: 60.00 euro;
SFILATA DI MODA ADATTATIVA
a cura di Puntoacapo
11 settembre ore 17.00
L’estetica nella moda è importante ma nella vita di tutti i giorni lo è molto di più l’etica. Il legame tra moda sostenibile e stile di vita equo, e improntato al rispetto delle diversità, sta diventando sempre più rilevante. Integrazione sociale e culturale delle persone con disabilità, di persone fragili o di migranti, il panorama della moda etica si arricchisce di nuove interpretazioni del bello e dello stare insieme. Il progetto Diritti al Bello realizzato da Puntoacapo, dalla Cooperativa Il Raggio e dal CSSA di Chieri, è incentrato sulla realizzazione di capi adattativi ed etici per disabili, sia fisici sia psichici, con lo scopo di rendere accessibile “il bello” a tutti.
In collaborazione con le sarte di Reborn in Italy e la Cooperativa La Contrada.
Informazioni e prenotazioni: 3296216050 |puntoacapo.torino@gmail.com|
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti;
LE PROSSIME MOSTRE:
15 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022: quarta edizione di «Tramanda», con l’esposizione delle opere degli artisti che hanno partecipato al premio “Young Fiber Contest”, dedicato ai giovani artisti under 35 (41 partecipanti) e delle opere dei 60 artisti che hanno partecipato alla sezione “Chiamata Aperta”, rivolta a tutti gli artisti senza limiti di età impegnati con opere sia al telaio sia off-loom. Parallelamente alla mostra ospitata Imbiancheria del Vajro, saranno allestite altre esposizioni di opere a Palazzo Opesso, a Casa Martini e allo showroom Bonetto Design.
15 marzo al 15 maggio 2022: «Fiber Art. Un grande abbraccio al mondo»
Alle origini della Fiber Art vi è l’interesse per le culture di tutto il mondo rilette attraverso i patrimoni antichi e contemporanei della tessilità. 30 opere di artisti di tutti i continenti per approfondire l’aspetto cosmopolita della Fiber Art, caratterizzata da artisti che innestano nella loro ricerca culture distanti dalla loro, artisti che spesso nascono in un luogo, vivono in un altro, studiano e lavorano in altri Paesi ancora.
15 giugno al 15 settembre 2022: «La bellezza ritrovata»
Da qualcosa di abbandonato, scartato, brutto può nasce una bellezza nuova. La poetica dell’object trouvé, ma ancora di più il recupero delle memorie e della loro ricostruzioni, simili al Kinstugi, attraversano l’arte da oltre un secolo, ma nella Fiber Art rappresentano un punto forte presente in gran parte delle sperimentazioni. In anticipo sui tempi, gli artisti di questo movimento hanno avuto la percezione della necessità etica di recuperare, estrarre l’essenza di brandelli di stoffa, di fili, di abiti dismessi, ritagli e scarti industriali pieni di fascino, e farne opere di assoluto interesse, spesso di seducente bellezza e armonia.
15 ottobre 2022 al 15 dicembre 2022: «Shared Exhibition, i molti sguardi di una mostra condivisa»
Una mostra affidata al gusto dei cittadini, totalmente aperta. Un percorso espositivo di circa 30 opere della Collezione civica liberamente scelte da persone comuni, che indossano i panni del “curatore”. Spesso chi visita una mostra di arte contemporanea non comprende ciò che sta dietro le opere selezionate: capire come nasce un progetto curatoriale, i problemi logistici, come si lavora in team, come si individua il titolo, i problemi della sicurezza, le esigenze tecniche, la collocazione delle opere, l’allestimento, i testi per il catalogo, le didascalie…Diventare consapevoli degli ‘strumenti’ che bisogna avere per costruire una mostra, aiuta a comprendere meglio l’arte.
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