Scacco Matto. Opere di Fortunato Depero e Peter Halley

Scacco Matto. Opere di Fortunato Depero e Peter Halley, Galleria in Arco, Torino

 

Dal 25 Settembre 2014 al 10 Gennaio 2015

Torino

Luogo: Galleria in Arco

Indirizzo: piazza Vittorio Veneto 3

Curatori: Graziano Menolascina, Giancarlo Carpi

Telefono per informazioni: +39 011 8122927

E-Mail info: info@in-arco.com

Sito ufficiale: http://www.in-arco.com


Il teatro Futurista di Fortunato Depero, dove l’azione scenica sostituisce gli attori con individualità astratte inserite in uno spazio scenico colorato, le geometrie elementari dei suoi atomi incontrano la fluorescenza dei colori di Peter Halley tra geometrie del quotidiano all’invadenza che non si limita allo spazio fisico. Peter Halley decodifica l’indagine di Foucault sulle strutture geometriche degli edifici, mirate a vigilanza ed esercizio del potere da cui ne scaturisce un quadrato minimalista monocromo, al centro del quale inserisce un altro quadrato - diviso da tre strisce verticali, la finestra con le sbarre - una tra le sue icone più riconoscibili. Informazioni e immagini sono la teoria fondamentale del Neo-Geometric Conceptualism, espressione artistica che denota l’opera di Halley insieme a quelle di Ashley, Koons e Bickerton. Questi concetti si esprimono nella sua opera come spazi chiusi e definiti, interconnessi da condotti, cavi e linee di comunicazione.
In Fortunato Depero parte delle opere mostrano il percorso di Depero (con Balla) verso l’astrattismo analogico futurista (Danza di Chiofissi) che sviluppa la scomposizione analitica della figura/spazio in “Ritmi di ballerina + clowns”, quadro esposto con i raggisti a Roma nel 1914. Lo spazio - geometricamente ricomposto in interni di accento metafisico (1916-17) - emana superfici colorate e dinamiche che prolungano nel quadro l’emozione dello spettatore. Il quadro stesso è ricollocato nella sua realtà dopo il precedente oggettuale dei “complessi plastici”. Vi compaiono successivamente gli automi nello spirito dell’arte meccanica degli anni venti, come nel dipinto “I bevitori e la locomotiva” del 1925. Sono figure sintetiche riutilizzabili nelle arti minori – dalla copertina, al manifesto, alla tarsia – nelle quali emerge quella natura pubblicitaria dell’arte che Depero comprese come esito della “Ricostruzione futurista dell’Universo”. 

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