Vitrine. 270° - Paola Anziché
Dal 12 Ottobre 2012 al 06 Gennaio 2013
Torino
Luogo: GAM Torino
Indirizzo: via Magenta 31
Orari: da martedì a domenica 10-18
Curatori: Stefano Collicelli Cagol
Costo del biglietto: intero € 10 ridotto € 8, gratuito ragazzi fino ai 18 anni
Telefono per informazioni: +39 011 4429518
E-Mail info: gam@fondazionetorinomusei.it
Sito ufficiale: http://www.gamtorino.it
Giunto alla sua seconda edizione, Vitrine – progetto originale della GAM di Torino, avviato nel 2011 – offre anche quest’anno il suo spazio alla giovane ricerca artistica sviluppata in Piemonte. Una grande parete nell’atrio sarà il luogo a disposizione di artisti piemontesi o che vivono e lavorano in Piemonte e che si stanno distinguendo con la loro opera nel panorama artistico nazionale. Il progetto è suddiviso in cicli e prevede per ogni fase l’impegno di un diverso curatore, chiamato a individuare un tema e una selezione di artisti che esporranno opere inedite realizzate appositamente per gli spazi della galleria, con il fine ultimo di presentare al pubblico un’ampia vetrina significativa della produzione artistica del nostro territorio.
La nuova edizione di Vitrine è affidata al giovane curatore Stefano Collicelli Cagol, che ha selezionato cinque artiste legate in modi diversi al Piemonte, nate tra gli anni Settanta e Ottanta. Il titolo del ciclo, 270° nasce da una riflessione sullo spazio fisico in cui prende vita il progetto Vitrine: un angolo di 90° formato dall’incontro di due pareti di dimensioni diverse nell’atrio della GAM. All’interno di questo angolo retto, le opere appositamente pensate dalle artiste faranno irrompere i restanti 270° mancanti, offrendo prospettive inedite sulla realtà contemporanea. Immediatamente visibile agli occhi dei visitatori che entrano nel museo, cruciale punto di snodo per accedere ai diversi servizi dell’istituzione, dal bookshop, alle sale espositive, agli spazi per la didattica, Vitrine è in una posizione di costante dialogo con l’istituzione e l’architettura modernista della GAM di Torino. L’apertura verso ciò che sta al di là dei confini stabiliti richiamata dal titolo 270° vuole inoltre rendere omaggio alle cinque artiste selezionate, a vario titolo legate al Piemonte: un ritorno alla sua regione d’origine per Dafne Boggeri, che risiede a Milano ma è nata a Tortona (AL), mentre le altre quattro artiste – provenienti da città o paesi diversi – hanno fatto di Torino città d’elezione per sviluppare le proprie ricerche. Negli ultimi anni, infatti, Torino ha attratto numerosi giovani artisti, capaci di trovare nella città strutture e istituzioni in grado di offrire da un lato una vibrante scena artistica contemporanea e dall’altro un ambiente conveniente dal punto di vista economico.
Il secondo ciclo di Vitrine vuole dunque dare visibilità a artiste ancora prive di gallerie in Italia prendendo spunto dalla spazialità fisica in cui ha sede il progetto (per questo si è deciso, a differenza della prima edizione, di non utilizzare l’area prospicente l’Underground Project), dal contesto architettonico del museo e sottolineando la differenza dell’esperienza artistica contemporanea proposta dai giovani artisti rispetto all’esperienza dell’arte più classica proposta nelle collezioni del museo. La vetrina, dall’architetto Frederick Kiesler, agli artisti Andy Warhol, a Claes Oldenburg, a Yves Klein e César, fino alla ‘Wrong Gallery’ di Maurizio Cattelan, Massimiliano Gioni e Ali Subotnik ha sempre fornito interessanti spunti di riflessione al mondo dell’arte, soprattutto rispetto al tema dell’esposizione delle opere d’arte. Legata alla commercializzazione e pubblicizzazione dei prodotti, riferita a pratiche di institutional critique, alla confusione tra originale e riproduzione, vero e falso, la vetrina a cui si riferisce Vitrine, offre anche nel contesto del secondo ciclo del progetto molteplici stimoli a cui le artiste invitate risponderanno con progetti appositamente pensati per il museo. Le artiste selezionate sono: Paola Anziché(1975), Helena Hladilova (1983), Sara Enrico (1979), Ludovica Carbotta (1982), Dafne Boggeri (1975).
PAOLA ANZICHÉ 12 ottobre 2012 - 6 gennaio 2013
Nella sua ricerca, Paola Anziché indaga le possibilità dell’arte di relazionarsi con ambiti culturali differenti come, la bio-architettura, le credenze popolari, i riti antichi e la scienza più avanzata. Questa necessità di superare i confini delle discipline con cui si confronta l’artista, ha un’immediata visualizzazione nei suoi lavori, che tendono a mettere in scacco il rapporto tradizionale tra visitatore, opera e spazio. Analizzando le forme originate da un particolare contesto culturale, Anziché ne coglie la logica del funzionamento, trasferendolo nelle proprie installazioni, video e sculture. Le opere dell’artista trasfigurano forme pre-esistenti sviluppandone le potenzialità ancora latenti. Collocante nello spazio espositivo, le opere invitano il visitatore a sperimentare queste nuove forme come parte del proprio bagaglio personale. In occasione della sua partecipazione a Vitrine, Paola Anziché realizza un’installazione che dialoga con l’architettura del museo e lo spazio dedicato al progetto. Aquarium (2009-2012) pone l’attenzione del visitatore sull’architettura dell’atrio della Gam di Torino. L’artista interviene con un gesto molto semplice nelle due vetrate che separano l’interno del museo dall’esterno, facendo colare una serie di colori ad acqua lungo le superfici di vetro. La rigida funzionalità dell’architettura viene così a ospitare un’esplosione di colori che con il passare delle ore del giorno riflettono in diverso modo la luce all’interno del museo, creando un vero e proprio caleidoscopio di colori all’interno del quale il visitatore è invitato a immergersi. La luce e lo spazio – due elementi fondamentali nella percezione delle opere d’arte – diventano così materiali plastici da esperire in prima persona. La tendaChoreografica Madras (2010-2012) e il reticolato Gialli (2010-2012), sono le due opere che avvolgono e sottolineano il perimetro di Vitrine, sculture bidimensionali che invitano lo spettatore a interagire con loro nei modi più vari. La prima è formata da una serie di tessuti di origine indiana che reinterpretano i motivi ornamentali delle stoffe scozzesi attraverso l’utilizzo di colori accesi e vivaci, mentre la seconda assembla materiali di uso quotidiano (le retine per contenere gli agrumi), dando vita a un diaframma etereo in grado di filtrare la luce e la visione. L’installazione non solo richiede un approccio diverso dall’esperienza artistica tradizionale, ma allo stesso tempo riflette sulla fisicità dello spazio di Vitrine, sottolineando le potenzialità e l’importanza insite nell’azione di attraversamento di un luogo. Ispirata alla tradizione dell’illusionismo, l’installazione invita i visitatori a inventare movimenti, coreografie e situazioni attraverso il confronto con i suoi elementi. Voci (2012) appare sospesa al soffitto al centro dello spazio di Vitrine. Opera nata da una composizione di diverse zucche Lagenaria, unite da fili intrecciati di diversi materiali, Voci è al contempo scultura musicale e elemento da toccare e esperire. L’opera sottolinea la performatività costante che sottende il momento espositivo della ricerca di Anziché e introduce, attraverso la presenza del suono, un ulteriore elemento di interferenza nella formale architettura modernista del museo.
PAOLA ANZICHÉ - Biografia Nata a Milano nel 1975, vive a Torino. Ha studiato Francoforte sul Meno. Ha tenuto personali alla Fondazione Remotti a Camogli 2012, Vitrine alla Gam di Torino, Torino 2012; Greater Torino alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2010; Tapis a porter , Careof - Milano 2009. Ha partecipato alle collettive quali, After Prisma, Villa Romana, Firenze 2011; Meteoriti in Giardino, Fondazione Merz, Torino 2009; Sans les murs. Le complexe de Rittberger, Glassbox, Cité Internationale Universitaire de Paris, Parigi 2009; Die Sammlung Rausch, Portikus, Francoforte sul Meno, 2007. Ha partecipato a numerose residenze: Resò Network, Capacete (San Paolo e Rio De Janeiro) 2011; Pact Zollverein, Essen, 2010; Centre International d’Accueil et d’Echanges des Recollets, Parigi, 2008.
La nuova edizione di Vitrine è affidata al giovane curatore Stefano Collicelli Cagol, che ha selezionato cinque artiste legate in modi diversi al Piemonte, nate tra gli anni Settanta e Ottanta. Il titolo del ciclo, 270° nasce da una riflessione sullo spazio fisico in cui prende vita il progetto Vitrine: un angolo di 90° formato dall’incontro di due pareti di dimensioni diverse nell’atrio della GAM. All’interno di questo angolo retto, le opere appositamente pensate dalle artiste faranno irrompere i restanti 270° mancanti, offrendo prospettive inedite sulla realtà contemporanea. Immediatamente visibile agli occhi dei visitatori che entrano nel museo, cruciale punto di snodo per accedere ai diversi servizi dell’istituzione, dal bookshop, alle sale espositive, agli spazi per la didattica, Vitrine è in una posizione di costante dialogo con l’istituzione e l’architettura modernista della GAM di Torino. L’apertura verso ciò che sta al di là dei confini stabiliti richiamata dal titolo 270° vuole inoltre rendere omaggio alle cinque artiste selezionate, a vario titolo legate al Piemonte: un ritorno alla sua regione d’origine per Dafne Boggeri, che risiede a Milano ma è nata a Tortona (AL), mentre le altre quattro artiste – provenienti da città o paesi diversi – hanno fatto di Torino città d’elezione per sviluppare le proprie ricerche. Negli ultimi anni, infatti, Torino ha attratto numerosi giovani artisti, capaci di trovare nella città strutture e istituzioni in grado di offrire da un lato una vibrante scena artistica contemporanea e dall’altro un ambiente conveniente dal punto di vista economico.
Il secondo ciclo di Vitrine vuole dunque dare visibilità a artiste ancora prive di gallerie in Italia prendendo spunto dalla spazialità fisica in cui ha sede il progetto (per questo si è deciso, a differenza della prima edizione, di non utilizzare l’area prospicente l’Underground Project), dal contesto architettonico del museo e sottolineando la differenza dell’esperienza artistica contemporanea proposta dai giovani artisti rispetto all’esperienza dell’arte più classica proposta nelle collezioni del museo. La vetrina, dall’architetto Frederick Kiesler, agli artisti Andy Warhol, a Claes Oldenburg, a Yves Klein e César, fino alla ‘Wrong Gallery’ di Maurizio Cattelan, Massimiliano Gioni e Ali Subotnik ha sempre fornito interessanti spunti di riflessione al mondo dell’arte, soprattutto rispetto al tema dell’esposizione delle opere d’arte. Legata alla commercializzazione e pubblicizzazione dei prodotti, riferita a pratiche di institutional critique, alla confusione tra originale e riproduzione, vero e falso, la vetrina a cui si riferisce Vitrine, offre anche nel contesto del secondo ciclo del progetto molteplici stimoli a cui le artiste invitate risponderanno con progetti appositamente pensati per il museo. Le artiste selezionate sono: Paola Anziché(1975), Helena Hladilova (1983), Sara Enrico (1979), Ludovica Carbotta (1982), Dafne Boggeri (1975).
PAOLA ANZICHÉ 12 ottobre 2012 - 6 gennaio 2013
Nella sua ricerca, Paola Anziché indaga le possibilità dell’arte di relazionarsi con ambiti culturali differenti come, la bio-architettura, le credenze popolari, i riti antichi e la scienza più avanzata. Questa necessità di superare i confini delle discipline con cui si confronta l’artista, ha un’immediata visualizzazione nei suoi lavori, che tendono a mettere in scacco il rapporto tradizionale tra visitatore, opera e spazio. Analizzando le forme originate da un particolare contesto culturale, Anziché ne coglie la logica del funzionamento, trasferendolo nelle proprie installazioni, video e sculture. Le opere dell’artista trasfigurano forme pre-esistenti sviluppandone le potenzialità ancora latenti. Collocante nello spazio espositivo, le opere invitano il visitatore a sperimentare queste nuove forme come parte del proprio bagaglio personale. In occasione della sua partecipazione a Vitrine, Paola Anziché realizza un’installazione che dialoga con l’architettura del museo e lo spazio dedicato al progetto. Aquarium (2009-2012) pone l’attenzione del visitatore sull’architettura dell’atrio della Gam di Torino. L’artista interviene con un gesto molto semplice nelle due vetrate che separano l’interno del museo dall’esterno, facendo colare una serie di colori ad acqua lungo le superfici di vetro. La rigida funzionalità dell’architettura viene così a ospitare un’esplosione di colori che con il passare delle ore del giorno riflettono in diverso modo la luce all’interno del museo, creando un vero e proprio caleidoscopio di colori all’interno del quale il visitatore è invitato a immergersi. La luce e lo spazio – due elementi fondamentali nella percezione delle opere d’arte – diventano così materiali plastici da esperire in prima persona. La tendaChoreografica Madras (2010-2012) e il reticolato Gialli (2010-2012), sono le due opere che avvolgono e sottolineano il perimetro di Vitrine, sculture bidimensionali che invitano lo spettatore a interagire con loro nei modi più vari. La prima è formata da una serie di tessuti di origine indiana che reinterpretano i motivi ornamentali delle stoffe scozzesi attraverso l’utilizzo di colori accesi e vivaci, mentre la seconda assembla materiali di uso quotidiano (le retine per contenere gli agrumi), dando vita a un diaframma etereo in grado di filtrare la luce e la visione. L’installazione non solo richiede un approccio diverso dall’esperienza artistica tradizionale, ma allo stesso tempo riflette sulla fisicità dello spazio di Vitrine, sottolineando le potenzialità e l’importanza insite nell’azione di attraversamento di un luogo. Ispirata alla tradizione dell’illusionismo, l’installazione invita i visitatori a inventare movimenti, coreografie e situazioni attraverso il confronto con i suoi elementi. Voci (2012) appare sospesa al soffitto al centro dello spazio di Vitrine. Opera nata da una composizione di diverse zucche Lagenaria, unite da fili intrecciati di diversi materiali, Voci è al contempo scultura musicale e elemento da toccare e esperire. L’opera sottolinea la performatività costante che sottende il momento espositivo della ricerca di Anziché e introduce, attraverso la presenza del suono, un ulteriore elemento di interferenza nella formale architettura modernista del museo.
PAOLA ANZICHÉ - Biografia Nata a Milano nel 1975, vive a Torino. Ha studiato Francoforte sul Meno. Ha tenuto personali alla Fondazione Remotti a Camogli 2012, Vitrine alla Gam di Torino, Torino 2012; Greater Torino alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2010; Tapis a porter , Careof - Milano 2009. Ha partecipato alle collettive quali, After Prisma, Villa Romana, Firenze 2011; Meteoriti in Giardino, Fondazione Merz, Torino 2009; Sans les murs. Le complexe de Rittberger, Glassbox, Cité Internationale Universitaire de Paris, Parigi 2009; Die Sammlung Rausch, Portikus, Francoforte sul Meno, 2007. Ha partecipato a numerose residenze: Resò Network, Capacete (San Paolo e Rio De Janeiro) 2011; Pact Zollverein, Essen, 2010; Centre International d’Accueil et d’Echanges des Recollets, Parigi, 2008.
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