Inge Morath. La vita. La fotografia

© Inge Morath | Inge Morath, Marylin Monroe sul set di "Misfits", Nevada, 1960

 

Dal 01 Marzo 2019 al 02 Giugno 2019

Treviso

Luogo: Casa dei Carraresi

Indirizzo: via Palestro 33/35

Curatori: Brigitte Blüml – Kaindl, Kurt Kaindl, Marco Minuz



Casa dei Carraresi di Treviso accoglie, dopo il successo della mostra su Elliott Erwitt ed i suoi cani, la prima grande retrospettiva italiana di Inge Morath, la prima donna ad essere inserita nel cenacolo, all’epoca tutto maschile, della celebre agenzia fotografica Magnum Photos. 

Impropriamente nota alle cronache più per aver sostituito la mitica Marilyn Monroe nel cuore dello scrittore Arthur Miller, divenendone moglie e compagna di vita, è stata in realtà soprattutto una straordinaria fotografa ed una fine intellettuale. Il suo rapporto con la fotografia è stato un crescendo graduale: dopo aver lavorato come traduttrice e scrittrice in Austria, inizia a scattare nel 1952, e dall’anno successivo, grazie ad Ernst Haas inizia a lavorare per Magnum Photos a Parigi. 

Limitarsi a considerarla una fotografa di questa celebre agenzia è riduttivo. Le celebri fotografie realizzate durante i suoi viaggi, o gli intensi ritratti in grado di catturare le intimità più profonde dei suoi soggetti, si accompagnano ad una brillante attività intellettuale che si alimentava di amicizie con celebri scrittori, artisti, grafici e musicisti. 

Che si trattasse di raccontare paesaggi e Paesi, persone o situazioni, le sue foto erano sempre caratterizzate da una visione personale e da specifica sensibilità, in grado di arricchire la percezione del mondo che la circondava. Come Inge Morath era solita dire: “Ti fidi dei tuoi occhi e non puoi fare a meno di mettere a nudo la tua anima”.

Ogni reportage di viaggio ed ogni incontro veniva da lei preparato con cura maniacale. La sua conoscenza di diverse lingue straniere le permetteva di analizzare in profondità ogni situazione e di entrare in contatto diretto e profondo con la gente. 
Per questa ampia retrospettiva a Casa dei Carraresi – una selezione di oltre 150 fotografie e decine di documenti riferiti al lavoro di Inge Morath – i curatori hanno dato vita ad un percorso che analizzerà tutte le principali fasi del lavoro della Morath, ma al contempo cercherà di far emergere l’umanità che incarna tutta la sua produzione. Una sensibilità segnata dell’esperienza tragica della seconda guerra mondiale, che con gli anni si rafforzerà e diventerà documentazione della resistenza dello spirito umano alle estreme difficoltà e consapevolezza del valore della vita.

La mostra ripercorre tutti i principali reportage realizzati dalla fotografa austriaca: da quello dedicato alla città di Venezia a quello sul fiume Danubio; dalla Spagna alla Russia, dall’Iran alla Cina, alla Romania, agli Stati Uniti d’America passando per la nativa Austria.

Contemporaneamente il percorso espositivo darà spazio ai suoi celebri ritratti di scrittori, pittori, poeti, tra cui lo stesso Arthur Miller, oltre ad Alberto Giacometti, Pablo Picasso e Alexander Calder: quest’ultimo suo vicino di casa a Roxbury, nel Connecticut, dove Inge Morath visse con il marito Premio Pulitzer per tutta la vita. 

Ci sarà poi spazio anche per il mondo del cinema. Nel 1960 Inge Morath viene infatti inviata dall’agenzia Magnum nel set della pellicola hollywoodiana “The Misfits”, un’enorme produzione cinematografica con alla regia John Houston, alla sceneggiatura Arthur Miller, ed attori del calibro di Clark Gable e Marilyn Monroe. All’epoca Miller e la Monroe erano sposati, ma la loro relazione era già in difficoltà. Proprio sul set del film, la Morath ebbe modo di conoscere lo scrittore, che sarebbe diventato poi suo marito.

Come dichiara Marco Minuz: “E’ un progetto espositivo che vuole descrivere, nel dettaglio e per la prima volta in Italia, la straordinaria vita di questa fotografa; una donna dalle scelte coraggiose, emancipata, che ha saputo nella fotografia inserirci la sua sensibilità verso l’essere umano”.

Questa prima retrospettiva italiana è prodotta da Suazes con Fotohof di Salisburgo, con la collaborazione di Fondazione Cassamarca, Inge Morath Foundation e Magnum Photos. 

Inge Morath nasce a Graz, in Austria, nel 1923. Dopo gli studi di lingue a Berlino, lavora prima come traduttrice, poi come giornalista e redattri- ce per ‘Heute’, una pubblicazione di servizi di informazione con sede a Monaco. Caso unico tra i suoi colleghi, Morath possiede sia il dono per le parole che per immagini. Per tutta la vita sarà infatti una prolifica autrice di diari, lettere e racconti.
Amica del fotografo Ernst Haas, scrive degli articoli di accompagnamen- to per alcuni suoi scatti. Viene così invitata da Robert Capa ad unirsi alla nuova agenzia Magnum in qualità di redattrice e ricercatrice. Inizia a fo- tografare nel 1951 a Londra e nel 1953 entra ufficialmente a far parte di Magnum Photos come fotografa. Tra il 1953 ed il 1954, mentre porta a ter- mine i suoi primi incarichi autonomi, Morath funge da assistente di Henri Cartier-Bresson. Nel 1955 diventa a pieno titolo membro dell’agenzia.
Negli anni seguenti, Morath viaggia molto in Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Sono del 1958 la serie di curiosi ritratti fotografici realizzati con le maschere del disegnatore Saul Steinberg. Inviata sul set del film “The Mi- sfits” di John Huston conosce il drammaturgo Arthur Miller che sposa nel 1962. Dopo il matrimonio Morath si stabilisce prima a New York e quindi a Roxbury, nel Connecticut. Nel 1965 si reca per la prima volta in Unione Sovietica. Nel 1972 comincia a studiare il mandarino e dopo aver ottenuto un visto per la Cina, nel 1978 compie il primo di molti viaggi nel paese da cui nascerà il fotolibro Chine Encounters.
Tra i soggetti più importanti di Inge Morath ci sono i ritratti, in cui immor- tala con uguale acume i passanti e come le celebrità. Tra questi ultimi ri- cordiamo Henri Moore, Jean Arp, Pablo Picasso, Christina Onassis, André Malraux, Doris Lessing, Igor Stravinskij, Yul Brynner, Audrey Hepburn, Ma- rilyn Monroe, Pierre Cardin, Fidel Castro. Morath è anche abile fotogra- fa di luoghi: le sue foto della casa di Boris Pasternak, della biblioteca di Puskin, della casa di Cechov, della camera da letto di Mao Zedong, degli studi di artisti e dei cimiteri sono permeate dallo spirito delle persone che vi avevano vissuto.
E’ stata la prima fotografa ad aver ottenuto il Großer Österreichischer Staatspreis e nel 1984 ha ricevuto la laurea Honoris Causa in Belle Arti dall’Università del Connecticut.
Inge Morath muore il 30 gennaio 2002 a New York.

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