Officina Malanotte
Dal 10 Giugno 2022 al 10 Luglio 2022
Vazzola | Treviso
Luogo: Bonotto Delle Tezze
Indirizzo: Via Borgo Malta 5, Tezze di Piave
Orari: tutti i giorni su appuntamento
Curatori: Daniele Capra
Telefono per informazioni: +39.0438488323
E-Mail info: info@officinamalanotte.art
Sito ufficiale: http://officinamalanotte.art
Bonotto Delle Tezze è lieta di presentare la mostra Officina Malanotte che raccoglie i frutti della ricerca condotta da Thomas Braida, Beatrice Meoni, Nazzarena Poli Maramotti, Chris Rocchegiani e Alessandro Roma nel corso della residenza ospitata nell'ex officina meccanica, proprietà dell’azienda vitivinicola.
La mostra - open studio finale del progetto curato da Daniele Capra sarà visibile dall’11 giugno fino al 10 luglio (opening venerdì 10 giugno ore 18.30).
Per un periodo di tre settimane i cinque artisti hanno trovato casa a Tezze di Piave - un piccolo centro nella provincia di Treviso incastonato nella pianura del Piave circondato da cantine e lussureggianti vigneti - per fare dello spazio industriale il proprio atelier; liberi di condurre la propria ricerca potendosi confrontare con lo spazio e la sua storia, con il contesto paesaggistico e naturale del piccolo centro trevigiano e, più in generale, con tutte le realtà più significative dell’area geografica. Numerose sono state le visite in studio realizzate per gli addetti ai lavori – curatori, galleristi, collezionisti e colleghi artisti – ma soprattutto le occasioni di confronto con le realtà del territorio: culturali, del mondo del vino, del lavoro, tra degustazioni, incontri.
Il nome Officina Malanotte è nato fondendo insieme la storia industriale dell’edificio e il toponimo di Borgo Malanotte, suggestivo nucleo del paese di Tezze di Piave in cui sono tuttora vive le tracce della storia rurale degli ultimi secoli. Da tale località prende inoltre origine anche il Malanotte del Piave Docg, uno dei vini rossi più significativi realizzati nell’area.
Officina Malanotte è nato per coniugare le logiche di questo territorio, la cultura del lavoro, la tradizione e la storia con la sperimentazione più ardita, quella del linguaggio artistico contemporaneo. Con questa visione il progetto ha coinvolto cinque tra gli artisti più significativi del panorama artistico del nostro paese, dando loro l’opportunità di condurre liberamente la propria ricerca nello spazio e, insieme, di riattivare un luogo abbandonato, contribuendo a reinserirlo nel flusso del presente.
Scopo del progetto Officina Malanotte è fare dell’arte e della sua capacità di lettura uno stimolo di rigenerazione e, insieme, una forma di restituzione culturale al luogo in cui l’azienda Bonotto Delle Tezze ha avuto la possibilità di crescere. Per questa ex officina la tenuta ha maturato il desiderio di scrivere una pagina nuova, destinandola ad attività culturale, senza però snaturarla dalla sua intrinseca ruvidezza.
Lo spazio di Officina Malanotte è costituito da un capannone essenziale edificato nel periodo del miracolo economico, abitato ancora da tanti reperti dell’era industriale disseminati nello spazio. La costruzione, un’ex officina meccanica per trattori e attrezzature per l’agricoltura, è stata per un ventennio un relitto della civiltà delle macchine e del lavoro nel Veneto post-industriale: ciò che rimane di un mondo alle nostre spalle, uno spazio che racconta storie di fatica, aspettative e immaginari ora distanti. Ma non è solo un luogo che spinge a guardare indietro, poiché, sorprendentemente, il capannone trasmette ancora il desiderio di fare, lo slancio per proiettarsi oltre le secche del presente. Alla ricerca di un senso e di ragioni che ancora sfuggono, ma su cui non bisogna smettere di interrogarsi.
La mostra - open studio finale del progetto curato da Daniele Capra sarà visibile dall’11 giugno fino al 10 luglio (opening venerdì 10 giugno ore 18.30).
Per un periodo di tre settimane i cinque artisti hanno trovato casa a Tezze di Piave - un piccolo centro nella provincia di Treviso incastonato nella pianura del Piave circondato da cantine e lussureggianti vigneti - per fare dello spazio industriale il proprio atelier; liberi di condurre la propria ricerca potendosi confrontare con lo spazio e la sua storia, con il contesto paesaggistico e naturale del piccolo centro trevigiano e, più in generale, con tutte le realtà più significative dell’area geografica. Numerose sono state le visite in studio realizzate per gli addetti ai lavori – curatori, galleristi, collezionisti e colleghi artisti – ma soprattutto le occasioni di confronto con le realtà del territorio: culturali, del mondo del vino, del lavoro, tra degustazioni, incontri.
Il nome Officina Malanotte è nato fondendo insieme la storia industriale dell’edificio e il toponimo di Borgo Malanotte, suggestivo nucleo del paese di Tezze di Piave in cui sono tuttora vive le tracce della storia rurale degli ultimi secoli. Da tale località prende inoltre origine anche il Malanotte del Piave Docg, uno dei vini rossi più significativi realizzati nell’area.
Officina Malanotte è nato per coniugare le logiche di questo territorio, la cultura del lavoro, la tradizione e la storia con la sperimentazione più ardita, quella del linguaggio artistico contemporaneo. Con questa visione il progetto ha coinvolto cinque tra gli artisti più significativi del panorama artistico del nostro paese, dando loro l’opportunità di condurre liberamente la propria ricerca nello spazio e, insieme, di riattivare un luogo abbandonato, contribuendo a reinserirlo nel flusso del presente.
Scopo del progetto Officina Malanotte è fare dell’arte e della sua capacità di lettura uno stimolo di rigenerazione e, insieme, una forma di restituzione culturale al luogo in cui l’azienda Bonotto Delle Tezze ha avuto la possibilità di crescere. Per questa ex officina la tenuta ha maturato il desiderio di scrivere una pagina nuova, destinandola ad attività culturale, senza però snaturarla dalla sua intrinseca ruvidezza.
Lo spazio di Officina Malanotte è costituito da un capannone essenziale edificato nel periodo del miracolo economico, abitato ancora da tanti reperti dell’era industriale disseminati nello spazio. La costruzione, un’ex officina meccanica per trattori e attrezzature per l’agricoltura, è stata per un ventennio un relitto della civiltà delle macchine e del lavoro nel Veneto post-industriale: ciò che rimane di un mondo alle nostre spalle, uno spazio che racconta storie di fatica, aspettative e immaginari ora distanti. Ma non è solo un luogo che spinge a guardare indietro, poiché, sorprendentemente, il capannone trasmette ancora il desiderio di fare, lo slancio per proiettarsi oltre le secche del presente. Alla ricerca di un senso e di ragioni che ancora sfuggono, ma su cui non bisogna smettere di interrogarsi.
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