Ippolito Caffi. Dipinti di viaggio tra Italia e Oriente
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Ippolito Caffi. Dipinti di viaggio tra Italia e Oriente
Dal 09 Luglio 2015 al 08 Dicembre 2015
Trieste
Luogo: Castello di Miramare
Indirizzo: viale Miramare
Orari: tutti i giorni 9-19
Costo del biglietto: € 8
Telefono per informazioni: +39 040 224143
E-Mail info: info@castello-miramare.it
Sito ufficiale: http://www.castello-miramare.it/
Il Castello di Miramare ospita una mostra di grandi suggestioni dedicata a un artista che fu tra i più importanti e originali vedutisti dell’Ottocento: Ippolito Caffi (Belluno 1809 – Lissa 1866).
Erede del vedutismo settecentesco ma anche suo profondo innovatore, Caffi intreccia la sua vita all’arte e alla politica: instancabile viaggiatore, artista-reporter e patriota, è mosso dall’esigenza continua di documentare la realtà dei numerosissimi luoghi visitati, con attenzione per ogni sfaccettatura percettibile.
Caffi trova nel viaggio una fonte continua d’ispirazione, fervore e conoscenza; e nella pittura descrittiva di luoghi ed eventi - tanto realistica e puntuale quanto immaginifica e visionaria - la vera anima della sua arte.
“Ippolito Caffi. Dipinti di viaggio tra l’Italia e l’Oriente”, curata da Annalisa Scarpa, presenta oltre quaranta dipinti delle raccolte della Fondazione Musei Civici di Venezia, da molto non esposti e in parte restaurati per l’occasione, che faranno rivivere i viaggi e i sogni, le geniali invenzioni e la scenografica arte del pittore bellunese.
L’omaggio di Miramare a Ippolito Caffi – che prelude alla ricorrenza dei 150 anni dalla scomparsa dell’artista, nel 2016 – si ricongiunge idealmente all’esperienza di un altro grande viaggiatore: Massimilano d’Asburgo.
Una passione per la scoperta del nuovo e per la sua documentazione che ha accomunato due persone tanto diverse, per origine, estrazione e cultura, che hanno trovato nel viaggio una ragione positiva del vivere e che ora – idealmente – si incontrano a Miramare.
Qui da sempre è conservato anche il bellissimo dipinto che lo stesso arciduca volle commissionare, per farne dono alla sua sposa, proprio a Ippolito Caffi: al pittore
che con le sue inedite soluzioni cromatico-luministiche aveva traghettato il genere della veduta nella modernità, conquistando i contemporanei.
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