Francesco Bertocco. Eclissi / Lidia Sanvito. Psicoggetti
Dal 03 Maggio 2014 al 08 Giugno 2014
Gallarate | Varese
Luogo: MAGa - Museo d'Arte di Gallarate
Indirizzo: via De Magri 1
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0331706031
E-Mail info: info@museomaga.it
Sito ufficiale: http://www.museomaga.it
Sabato 3 Maggio 2014 (e fino all'8 Giugno) il Museo MA*GA presenta le mostre di Francesco Bertocco e Lidia Sanvito, come ultimo momento del programma Project Room che ha visto, a partire dal Febbraio di quest'anno la presenza di artisti quali Riccardo Arena, Ambra Pittoni, Emanuele Becheri, Andrea Magaraggia, Gianluca & Massimiliano De Serio, Mariagiovanna Nuzzi. Project Room è lo spazio di sperimentazione aperto ad artisti contemporanei su cui il museo punta l’attenzione. Il programma ha visto l’alternarsi di due artisti al mese che hanno mostrato un progetto significativo della propria più recente ricerca.
Francesco Bertocco. Eclissi
All'interno di questo progetto Francesco Bertocco presenta, in anteprima, il video Eclissi (2014). Tutta l'opera dell'artista, soprattutto attraverso la narrazione video, descrive e problematizza le relazioni tra individui e i loro comportamenti, con un’attitudine ed un interesse di carattere psicologico, medico e analitico. Non fa eccezione questo lavoro in cui una serie di psicoterapeuti sono stati invitati da Bertocco a raccontare e interpretare alcune sessioni di analisi realmente vissute. In questo modo quattro differenti sedute sono messe in scena in cui particolare attenzione è conferita dall'artista al rapporto tra lo spazio in cui i personaggi si trovano e i comportamenti e movimenti che si generano in relazione a tale spazio. In questi quattro luoghi si confrontano altrettante tipologie di soggetti (l'adolescente, la coppia, l'adulto e il bambino). La percezione fisica del luogo che così ne deriva, genera una tensione tra architettura e soggettività del paziente, tra spazio “esterno” ed “interno”, mettendo in luce quelli che Bertocco chiama “i meccanismi proiettivi che la mente opera”.
Francesco Bertocco, Milano (1983), è artista visivo e filmmaker. Il suo ambito di indagine è l'esplorazione del genere documentario, come orma sperimentale e linguisticamente complessa. La sua ricerca recente si è focalizzata sullo studio nella mente attraverso la?ricerca scientifica.
Tra le mostre personali: F, with Alessandra Messali, MAC, Lissone, in collaborazione con ViaFarini/DOCVA; Focus Group, Galleria ROOM, Milano; Role Play, Lucie Fontaine, Milano.
Tra le mostre collettive e screening: Visions du Réel 2014, International Documentary Festival, Nyon, CH; Mediterranea 16. Errors Allowed, Ancona; VideoZero 2012, Careof DOCVA, Documentation Center for Visual Arts, Milano; Okay, I have had enough, what else can you show me? CAREOF, Documentation Center for Visual Arts, Milano; Videominuto 2010 Diario dall’epoca del presente permanent, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; VIDEO.IT, Fondazione Mario Merz, Torino; DOC15, (production prize) Sect. Passaggi, Festival Internazionale Filmmaker Milano, Milano.
Lidia Sanvito. Psicoggetti
Sabato 3 Maggio 2014 (e fino all'8 Giugno) il Museo MA*GA presenta le mostre di Francesco Bertocco e Lidia Sanvito, come ultimo momento del programma Project Room che ha visto, a partire dal Febbraio di quest'anno la presenza di artisti quali Riccardo Arena, Ambra Pittoni, Emanuele Becheri, Andrea Magaraggia, Gianluca & Massimiliano De Serio, Mariagiovanna Nuzzi. Project Room è lo spazio di sperimentazione aperto ad artisti contemporanei su cui il museo punta l’attenzione. Il programma ha visto l’alternarsi di due artisti al mese che hanno mostrato un progetto significativo della propria più recente ricerca.
Il lavoro Psicoggetti, 2014 di Lidia Sanvito è strettamente legato alla scultura, alla sua definizione teorica, linguistica e spaziale. L’opera dell’artista è, così, spesso concentrata sui limiti, i confini, le sperimentazioni che la scultura comporta. Questo ambito è costantemente indagato in modi differenti, dal video all’installazione, alla scrittura a carattere teorico.
In questa cornice si inscrive la nuova produzione pensata per il MA*GA: gli Psicoggetti. Il progetto si sostanzia di due parti, una serie di sculture in terracotta dipinta disposte all’interno di una base ribassata e un video.
L’opera si presenta come un’enigmatica nomenclatura di oggetti surreali, una serie di elementi defunzionalizzati la cui unica possibilità di descrizione è affidata ad una serie di titoli che alludono ad una relazione tra la forma e un’attitudine psicologica: Oggetto ansioso, Oggetto d’instabilità, Oggetto minaccioso, Oggetto premonitore.
La relazione non esplicita tra nomi e oggetti (non sappiamo, di fatto, quale tra le varie sculture, sia l’Oggetto ansioso o quale l’Oggetto premonitore e così via…) amplifica la dimensione concettuale del progetto e sviluppa una riflessione su quanto l’aspetto linguistico influenzi, anzi trasformi, la percezione dell’opera in una relazione tra visione e comprensione che è, in ultima istanza, la più profonda radice degli Psicoggetti.
Lidia Sanvito, Napoli (1970). Dopo aver sostenuto il biennio di studi in Sociologia presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano, si laurea in D.A.M.S. Arti a Bologna, con una tesi sulla pittura fra Manierismo e Controriforma.
Frequenta poi il corso di Specializzazione in Arte Contemporanea dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Nel 2003, nell’ambito della ricerca universitaria condotta sul contemporaneo da Giorgio Zanchetti, Elena Di Raddo e Francesco Tedeschi, viene chiamata ad esporre in uno spazio no profit utilizzato da questi studiosi come zona viva di pratiche critiche e curatoriali.
Il suo lavoro è stato esposto in Italia e all’estero, in alcune mostre come: With a little help from my friends. Artisti per il MA*GA, MAGA di Gallarate, 2013, Lidia Sanvito/Natura morta, a cura di Marco Tagliafierro, galleria Uno+uno (Milano, 2011), Marina Berio/Lidia Sanvito- Burn Breathe, galleria Otto Zoo, (Milano, 2010), Lidia Sanvito, l’ospite e l’intruso, a cura di Ermanno Cristini (Varese, 2010), Nella deriva di tutte le incertezze, a cura di Lorena Giuranna ed Alessandro Castiglioni, (Milano, 2010), Wordless, Galerija DKSG, (Belgrado, 2009), Roaming, un cantiere leggero, Neon Campobase (Bologna, 2009), Playlist, Neon Campobase, (Bologna, 2009), Lidia Sanvito, Trilogia sulla scultura, MARS, Milan Artist Run Space (Milano, 2008), Cellular, Souterrain Project Space (Berlino, 2008), Il rimedio perfetto, Galleria Riccardo Crespi (Milano, 2008), Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro – Concorso internazionale per giovani scultori – II edizione, Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano, 2008), Go to hell, money!, Denkraum Galerie (Vienna, 2007), Dead end, LeRoy Neiman Gallery, Columbia University (New York, 2007), La CISL è a tre metri, a+mbookstore (Milano, 2007), Calma apparente, Fondazione Ambrosetti (Palazzolo sull’Oglio, 2007), Fatti e finzioni nella venusta Isola di San Servolo, Isola di San Servolo, (Venezia, 2006), Artists in Residence in Schwarzenberg’schen Meierei (Schrattenberg, Austria, 2006), Reset>>>Forward, O’Artoteca (Milano, 2006).
Francesco Bertocco. Eclissi
All'interno di questo progetto Francesco Bertocco presenta, in anteprima, il video Eclissi (2014). Tutta l'opera dell'artista, soprattutto attraverso la narrazione video, descrive e problematizza le relazioni tra individui e i loro comportamenti, con un’attitudine ed un interesse di carattere psicologico, medico e analitico. Non fa eccezione questo lavoro in cui una serie di psicoterapeuti sono stati invitati da Bertocco a raccontare e interpretare alcune sessioni di analisi realmente vissute. In questo modo quattro differenti sedute sono messe in scena in cui particolare attenzione è conferita dall'artista al rapporto tra lo spazio in cui i personaggi si trovano e i comportamenti e movimenti che si generano in relazione a tale spazio. In questi quattro luoghi si confrontano altrettante tipologie di soggetti (l'adolescente, la coppia, l'adulto e il bambino). La percezione fisica del luogo che così ne deriva, genera una tensione tra architettura e soggettività del paziente, tra spazio “esterno” ed “interno”, mettendo in luce quelli che Bertocco chiama “i meccanismi proiettivi che la mente opera”.
Francesco Bertocco, Milano (1983), è artista visivo e filmmaker. Il suo ambito di indagine è l'esplorazione del genere documentario, come orma sperimentale e linguisticamente complessa. La sua ricerca recente si è focalizzata sullo studio nella mente attraverso la?ricerca scientifica.
Tra le mostre personali: F, with Alessandra Messali, MAC, Lissone, in collaborazione con ViaFarini/DOCVA; Focus Group, Galleria ROOM, Milano; Role Play, Lucie Fontaine, Milano.
Tra le mostre collettive e screening: Visions du Réel 2014, International Documentary Festival, Nyon, CH; Mediterranea 16. Errors Allowed, Ancona; VideoZero 2012, Careof DOCVA, Documentation Center for Visual Arts, Milano; Okay, I have had enough, what else can you show me? CAREOF, Documentation Center for Visual Arts, Milano; Videominuto 2010 Diario dall’epoca del presente permanent, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; VIDEO.IT, Fondazione Mario Merz, Torino; DOC15, (production prize) Sect. Passaggi, Festival Internazionale Filmmaker Milano, Milano.
Lidia Sanvito. Psicoggetti
Sabato 3 Maggio 2014 (e fino all'8 Giugno) il Museo MA*GA presenta le mostre di Francesco Bertocco e Lidia Sanvito, come ultimo momento del programma Project Room che ha visto, a partire dal Febbraio di quest'anno la presenza di artisti quali Riccardo Arena, Ambra Pittoni, Emanuele Becheri, Andrea Magaraggia, Gianluca & Massimiliano De Serio, Mariagiovanna Nuzzi. Project Room è lo spazio di sperimentazione aperto ad artisti contemporanei su cui il museo punta l’attenzione. Il programma ha visto l’alternarsi di due artisti al mese che hanno mostrato un progetto significativo della propria più recente ricerca.
Il lavoro Psicoggetti, 2014 di Lidia Sanvito è strettamente legato alla scultura, alla sua definizione teorica, linguistica e spaziale. L’opera dell’artista è, così, spesso concentrata sui limiti, i confini, le sperimentazioni che la scultura comporta. Questo ambito è costantemente indagato in modi differenti, dal video all’installazione, alla scrittura a carattere teorico.
In questa cornice si inscrive la nuova produzione pensata per il MA*GA: gli Psicoggetti. Il progetto si sostanzia di due parti, una serie di sculture in terracotta dipinta disposte all’interno di una base ribassata e un video.
L’opera si presenta come un’enigmatica nomenclatura di oggetti surreali, una serie di elementi defunzionalizzati la cui unica possibilità di descrizione è affidata ad una serie di titoli che alludono ad una relazione tra la forma e un’attitudine psicologica: Oggetto ansioso, Oggetto d’instabilità, Oggetto minaccioso, Oggetto premonitore.
La relazione non esplicita tra nomi e oggetti (non sappiamo, di fatto, quale tra le varie sculture, sia l’Oggetto ansioso o quale l’Oggetto premonitore e così via…) amplifica la dimensione concettuale del progetto e sviluppa una riflessione su quanto l’aspetto linguistico influenzi, anzi trasformi, la percezione dell’opera in una relazione tra visione e comprensione che è, in ultima istanza, la più profonda radice degli Psicoggetti.
Lidia Sanvito, Napoli (1970). Dopo aver sostenuto il biennio di studi in Sociologia presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano, si laurea in D.A.M.S. Arti a Bologna, con una tesi sulla pittura fra Manierismo e Controriforma.
Frequenta poi il corso di Specializzazione in Arte Contemporanea dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Nel 2003, nell’ambito della ricerca universitaria condotta sul contemporaneo da Giorgio Zanchetti, Elena Di Raddo e Francesco Tedeschi, viene chiamata ad esporre in uno spazio no profit utilizzato da questi studiosi come zona viva di pratiche critiche e curatoriali.
Il suo lavoro è stato esposto in Italia e all’estero, in alcune mostre come: With a little help from my friends. Artisti per il MA*GA, MAGA di Gallarate, 2013, Lidia Sanvito/Natura morta, a cura di Marco Tagliafierro, galleria Uno+uno (Milano, 2011), Marina Berio/Lidia Sanvito- Burn Breathe, galleria Otto Zoo, (Milano, 2010), Lidia Sanvito, l’ospite e l’intruso, a cura di Ermanno Cristini (Varese, 2010), Nella deriva di tutte le incertezze, a cura di Lorena Giuranna ed Alessandro Castiglioni, (Milano, 2010), Wordless, Galerija DKSG, (Belgrado, 2009), Roaming, un cantiere leggero, Neon Campobase (Bologna, 2009), Playlist, Neon Campobase, (Bologna, 2009), Lidia Sanvito, Trilogia sulla scultura, MARS, Milan Artist Run Space (Milano, 2008), Cellular, Souterrain Project Space (Berlino, 2008), Il rimedio perfetto, Galleria Riccardo Crespi (Milano, 2008), Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro – Concorso internazionale per giovani scultori – II edizione, Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano, 2008), Go to hell, money!, Denkraum Galerie (Vienna, 2007), Dead end, LeRoy Neiman Gallery, Columbia University (New York, 2007), La CISL è a tre metri, a+mbookstore (Milano, 2007), Calma apparente, Fondazione Ambrosetti (Palazzolo sull’Oglio, 2007), Fatti e finzioni nella venusta Isola di San Servolo, Isola di San Servolo, (Venezia, 2006), Artists in Residence in Schwarzenberg’schen Meierei (Schrattenberg, Austria, 2006), Reset>>>Forward, O’Artoteca (Milano, 2006).
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