Alessandro Cardinale. Nüshu - Writing the Void
Dal 19 Ottobre 2024 al 12 Gennaio 2025
Venezia
Luogo: Museo d’Arte Orientale
Indirizzo: Ca’ Pesaro, Santa Croce 2076
Orari: da martedì a domenica 10-18. Dal 1 novembre 10-17
Curatori: Lisa Ghirardi e Marta Boscolo Marchi
Costo del biglietto: Intero: 10,00 euro - Ridotto: 7,50 euro Gratuito ogni prima domenica del mese. Il biglietto d’ingresso è valido per il Museo d’Arte Orientale + Ca’ Pesaro – Galleria internazionale d’Arte Moderna
Telefono per informazioni: +39 041 5241173
Sito ufficiale: http://www.orientalevenezia.beniculturali.it
Il progetto, in collaborazione con Arte Italiana, indaga la cultura delle diverse popolazioni della Cina attraverso la rilettura contemporanea di Alessandro Cardinale, artista italiano che, proprio in Cina, ha saputo imporsi all’attenzione di pubblico e critica, assicurandosi il 1° Premio alla V Biennale Internazionale d’Arte di Pechino nel 2012.
Con la curatela di Anna Lisa Ghirardi e Marta Boscolo Marchi, direttrice del Museo d’Arte Orientale, la mostra propone dieci opere scultoree, di cui cinque inediti realizzati appositamente per l’occasione espositiva, ispirate ai territori dello Hunan, alle donne della cultura yao e alla loro scrittura ermetica.
Nelle sale del Museo d’Arte Orientale l’artista ha scelto di “scrivere il vuoto”, di creare cioè, attraverso sottili strisce di tela sagomate o utilizzando aste in ferro parallele, un’immagine in grado di apparire e scomparire sulla base della posizione assunta dal visitatore nello spazio. Lo sguardo ricrea, attraverso il ritmo e la geometria degli elementi, una realtà inesistente, rispondendo alle regole di prossimità e continuità della percezione. I volti femminili,colti in atteggiamento riflessivo e insieme privato, e i paesaggi montuosi della provincia di Hunan svaniscono al primo passo nello spazio proprio come le parole delle donne yao, a lungo considerate inaccettabili e dunque, per la cultura ufficiale, del tutto inesistenti.
Il vuoto che ispira il titolo della mostra e le parole inesistenti sono quelle vergate in nüshu: una scrittura sillabica di utilizzo esclusivamente femminile che, a partire dalla fine della dinastia Qing, nella contea di Jiangyong, nello Hunan, andò a sommarsi alla nutrita polifonia linguistica delle zone montuose di Guangxi, Guizhou, Hunan e Guangdong, dove ancora oggi vivono due milioni di yao, parlando lingue differenti e idiomi non sempre mutualmente intelligibili.
Sopravvissuto oggi solo nei versi ricamati e tessuti sulle vesti tradizionali delle donne, anticamente il nüshu nacque come codice di segni: una scrittura coniata dalle donne per le donne, che lavoravano insieme per ore e ore condividendo spazi di lavoro e tempo destinato al riposo. Unico mezzo per esprimersi liberamente il nüshu consentiva loro di instaurare e mantenere amicizie intime, di dare voce alla delusione per le aspirazioni infrante e i diritti calpestati, di condividere la sofferenza di una condizione di semischiavitù nella quale il genere femminile era costretto.
La diffusione della morale confuciana presso la popolazione yao della contea di Jiangyong, costringeva le donne alle tre obbedienze, al padre, al marito e al figlio una volta rimaste vedove. Le giovani confinate in casa, costrette a dedicarsi esclusivamente alla tessitura, al ricamo e alle attività domestiche, utilizzarono frequentemente questa messe di segni cui affidare preghiere e confidenze, storie e canzoni, dando voce alle proprie emozioni.
Oggi il nüshu non si utilizza più.Alessandro Cardinale ne ripercorre, valorizzandola, l’antica valenza storica, anche paragonandola al contesto entro il quale l’artista contemporaneo agisce. Nelle opere di Cardinale il nüshu rappresenta infatti una metafora perfetta dell’ambiguità e della polivalenza dell’immagine, della sua inconsistenza e della sua forza. L’artista esplora l’immagine non come elemento stabile e sicuro dell’esperienza umana, bensì nei suoi diversi aspetti di caducità, polisemia, sia sul piano della percezione sia su quello del significato.
I volti femminili,colti in atteggiamento riflessivo e privato, e i paesaggi montuosi della provincia di Hunan svaniscono al primo passo nello spazio. Proprio come le parole delle donne yao a lungo considerate inaccettabili e dunque, per la cultura ufficiale, del tutto inesistenti.
ALESSANDRO CARDINALE (Padova 1977) studia scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Da subito lavora nell’ambito della scultura e dell’installazione, sviluppando il tema della luce e della percezione.
L'approccio dell'artista ai luoghi e alle culture non è mai esclusivamente virtuale: per la realizzazione del ciclo di opere esposto, Cardinale ha compiuto infatti alcuni viaggi esplorativi in Cina, di cui uno nella provincia di Hunan, attingendo successivamente al materiale fotografico raccolto per la progettazione e la realizzazione delle opere in mostra.
Nel 2012 espone presso il NAMOC National Art Museum of China e vince la V Biennale Internazionale d’Arte di Pechino. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre collettive e personali promosse da associazioni culturali, fondazioni, gallerie ed enti pubblici in Italia e all’estero. Tra questi: NAMOC National Art Museum of China, Pechino - Cina; Factory 798 Art District, Pechino - Cina; Building Bridges Art Foundation, Los Angeles - USA; Istituto Italiano di Cultura, San Francisco - USA; Novalis Art Design - Istituto Italiano di Cultura, Hong Kong - Cina; Museo d’Arte Orientale, Venezia.
Sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche italiane, quali: Fondazione Peano, Cuneo e MuSa - Museo di Salò - Civica Raccolta del Disegno di Salò, Salò, Brescia.
Venerdì 8 novembre 2024, ore 15.00
Il nüshu: la voce silenziosa delle donne
Conferenza di Giulia Falcini, studiosa della scrittura nüshu e autrice del volume Il nüshu. La scrittura che diede voce alle donne (CSA Editrice, Castellana Grotte - BA, 2023. Iª ed. 2020). Saranno presenti l’artista e le curatrici della mostra.
Ingresso gratuito su invito
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