Carlo Saraceni un Veneziano tra Roma e l’Europa
Carlo Saraceni, La Vergine e sant’Anna ammaestrano Gesù Bambino sullo Spirito Santo (Pala Lancellotti), 1609-1611. Olio su tela, cm 180 x 155. Roma, Galleria Nazionale di Arte Antica di Roma, Palazzo Barberini.
Dal 22 Marzo 2014 al 29 Giugno 2014
Venezia
Luogo: Gallerie dell’Accademia
Indirizzo: Dorsoduro 1050
Orari: lunedì 8.15-14; da martedì a domenica 8.15-19-15
Curatori: Maria Giulia Aurigemma, Roberta Battaglia
Enti promotori:
- Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare
- sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica
Costo del biglietto: intero € 15, ridotto € 12, ridotto speciale € 6
Telefono per informazioni: +39 041 5200345
E-Mail info: info@gallerieaccademia.org
Sito ufficiale: http://www.gallerieaccademia.org
La prima grande mostra antologica del pittore seicentesco Carlo Saraceni giunge dal 22 marzo al 29 giugno alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, in una edizione rinnovata, in continuità con la recente esposizione romana. Una mostra fortemente voluta dalla Soprintendente per il Polo Museale di Venezia, Giovanna Damiani, per far conoscere un artista fino ad ora quasi ignorato nella sua città d’origine.
Clicca qui per le foto della mostra
Carlo Saraceni un Veneziano tra Roma e l’Europa è la mostra ideata da Rossella Vodret e curata da Maria Giulia Aurigemma, allestita nelle sale delle Gallerie secondo percorsi e scelte espositive curate da Roberta Battaglia, al fine di sottolineare in particolare i legami del pittore con l’entroterra veneto e con Venezia, dove nacque nel 1579 e morì nel 1620 Il Saraceni, fu uno dei più precoci e importanti interpreti di Caravaggio e contribuì alla diffusione del linguaggio caravaggesco offrendone un’interpretazione originale, caratterizzata dal cromatismo intriso di luce della grande tradizione cinquecentesca veneta.
Artista di successo colto e raffinato, sviluppò la sua arte principalmente a Roma dove giunse a circa vent’anni e dove era noto come il “Veneziano”. Rientrò nella città lagunare, chiamato dalla Serenissima per compiere un telero per Palazzo Ducale, ma morì solo dopo pochi mesi.
La mostra comprende una sessantina di opere, tra cui non mancano le principali commissionate al pittore da alcune tra le più influenti famiglie romane, come il Riposo dalla Fuga in Egitto dell’Eremo dei camaldolesi, eseguito per la famiglia Aldobrandini e i dipinti eseguiti per alcune delle più importanti congregazioni ecclesiastiche straniere, come quella iberica di Sant’Adriano in Vaccino e quella tedesca di Santa Maria dell’Anima per la quale dipinse due autentici capolavori presenti in mostra.
In particolare, sono da segnalare alcune opere che arricchiscono la mostra veneziana come il disegno raffigurante Andromeda del Cavalier d’Arpino, conservato nel Gabinetto disegni e stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e posto a confronto con il piccolo dipinto giovanile di Saraceni di analogo soggetto, di chiara matrice arpinesca; lo splendido San Rocco della Galleria Doria Pamphilj accostato al San Girolamo di Jacopo Bassano, delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, per evidenziarne la componente veneta, e più specificatamente bassanesca; il dipinto della Maddalena penitente della Pinacoteca Civica di Vicenza, da accostare alle altre due versioni dello stesso soggetto.
Una sezione è dedicata ad illustrare il legame di Saraceni con alcuni giovani artisti veronesi, scesi a Roma attorno alla metà del secondo decennio del Seicento, che collaborarono con il pittore in alcune imprese decorative (cappella Ferrari in Santa Maria in Aquiro e Sala Regia al Quirinale).
Il ciclo di conferenze
Lungo il periodo di apertura della mostra, è previsto un ciclo di conferenze, organizzato e curato da Roberta Battaglia, che saranno volte ad approfondire alcuni aspetti dell’opera di Saraceni in rapporto con la cultura a lui contemporanea con l’apporto di studiosi specialisti dell’argomento a livello internazionale.
Catalogo e guida
Il catalogo generale della mostra veneziana resta quello curato da Maria Giulia Aurigemma e pubblicato da De Luca Editori d'Arte; mentre per l’occasione dell’edizione veneziana viene stampata una breve guida, sempre da De Luca, curata da Roberta Battaglia
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Carlo Saraceni un Veneziano tra Roma e l’Europa è la mostra ideata da Rossella Vodret e curata da Maria Giulia Aurigemma, allestita nelle sale delle Gallerie secondo percorsi e scelte espositive curate da Roberta Battaglia, al fine di sottolineare in particolare i legami del pittore con l’entroterra veneto e con Venezia, dove nacque nel 1579 e morì nel 1620 Il Saraceni, fu uno dei più precoci e importanti interpreti di Caravaggio e contribuì alla diffusione del linguaggio caravaggesco offrendone un’interpretazione originale, caratterizzata dal cromatismo intriso di luce della grande tradizione cinquecentesca veneta.
Artista di successo colto e raffinato, sviluppò la sua arte principalmente a Roma dove giunse a circa vent’anni e dove era noto come il “Veneziano”. Rientrò nella città lagunare, chiamato dalla Serenissima per compiere un telero per Palazzo Ducale, ma morì solo dopo pochi mesi.
La mostra comprende una sessantina di opere, tra cui non mancano le principali commissionate al pittore da alcune tra le più influenti famiglie romane, come il Riposo dalla Fuga in Egitto dell’Eremo dei camaldolesi, eseguito per la famiglia Aldobrandini e i dipinti eseguiti per alcune delle più importanti congregazioni ecclesiastiche straniere, come quella iberica di Sant’Adriano in Vaccino e quella tedesca di Santa Maria dell’Anima per la quale dipinse due autentici capolavori presenti in mostra.
In particolare, sono da segnalare alcune opere che arricchiscono la mostra veneziana come il disegno raffigurante Andromeda del Cavalier d’Arpino, conservato nel Gabinetto disegni e stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e posto a confronto con il piccolo dipinto giovanile di Saraceni di analogo soggetto, di chiara matrice arpinesca; lo splendido San Rocco della Galleria Doria Pamphilj accostato al San Girolamo di Jacopo Bassano, delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, per evidenziarne la componente veneta, e più specificatamente bassanesca; il dipinto della Maddalena penitente della Pinacoteca Civica di Vicenza, da accostare alle altre due versioni dello stesso soggetto.
Una sezione è dedicata ad illustrare il legame di Saraceni con alcuni giovani artisti veronesi, scesi a Roma attorno alla metà del secondo decennio del Seicento, che collaborarono con il pittore in alcune imprese decorative (cappella Ferrari in Santa Maria in Aquiro e Sala Regia al Quirinale).
Il ciclo di conferenze
Lungo il periodo di apertura della mostra, è previsto un ciclo di conferenze, organizzato e curato da Roberta Battaglia, che saranno volte ad approfondire alcuni aspetti dell’opera di Saraceni in rapporto con la cultura a lui contemporanea con l’apporto di studiosi specialisti dell’argomento a livello internazionale.
Catalogo e guida
Il catalogo generale della mostra veneziana resta quello curato da Maria Giulia Aurigemma e pubblicato da De Luca Editori d'Arte; mentre per l’occasione dell’edizione veneziana viene stampata una breve guida, sempre da De Luca, curata da Roberta Battaglia
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