Giuseppe Lana. Fragile
Dal 25 Ottobre 2014 al 13 Dicembre 2014
Venezia
Luogo: Galleria Upp
Indirizzo: Giudecca 282
Orari: da martedì a sabto 16-19; domenica e lunedì su appuntamento
Curatori: Miriam La Rosa
Telefono per informazioni: +39 328 4643887
E-Mail info: info@galleriaupp.com
Sito ufficiale: http://www.galleriaupp.com
galleria upp é lieta di presentare FRAGILE: prima mostra personale in Italia dell’artista Giuseppe Lana. Da sabato 25 ottobre al 13 dicembre 2014 la galleria diventa luogo di uno dei progetti più ambiziosi dell’artista: Dron 5 e Dron 8 danno vita, insieme, ad un’installazione che si sviluppa su vari livelli ed è volta ad esplorare il concetto di memoria, nel suo peso specifico ed età, entro i contorni di una ricerca autobiografica.
Componente predominante dell’opera sono, infatti, i capelli di Giuseppe Lana: metodicamente tagliati, assemblati e categorizzati. Assurgendo alla funzione di materiale e di supporto, i capelli trasportano una combinazione di informazioni sia oggettive che soggettive sull’autore: i suoi dati genetici e le sue storie più intime. In occasione di questa mostra, mentre Dron 8 scandisce un tempo che va all’indietro, Dron 5 assume forme diverse: una serie di sfere, tavole e materiale fotografico. Le sfere sono dei multipli, il risultato di un atto ripetitivo simile ad un rituale, di accumulazione. A cominciare dal 2008, le sfere sono state ammassate attraverso questo gesto cerimoniale, in cui l’atto del tagliare è principalmente rivolto all’idea di tempo; un periodo perduto eppure incessantemente rievocato. Le tavole sono registri di frammenti: imprimono la sostanza del ricordo come alternativa ed accompagnamento delle impronte digitali. Infine le fotografie, momenti congelati e consapevolezza dei ricordi, sono documenti che suggeriscono una riflessione sul carattere dell’opera stessa e sulla sua funzione: fino a che punto questa è la rappresentazione di un oggetto, piuttosto che l’oggetto in sé?
L’istallazione è parte di un progetto più ampio chiamato DRON, che l’artista ha iniziato a seguito di una riflessione sul concetto di deformazione, come pretesto per investigare le relazioni tra la condizione umana e l’imprevedibilità degli eventi. Come in una reazione a catena DRON si è evoluto, ed ancora si evolve, in diverse fasi: Dron 0, Dron 3, Dron 5, Dron 8 e Dron 24; tutti tendenti a tracciare una personale, ed in qualche modo universale, psicogeografia dell’esistenza. Quest’ultima giustappone l’esperienza dell’artista a quella di ogni altro individuo, in un viaggio creativo ed evoluzionario.
Giuseppe Lana (Catania, 1979) vive e lavora tra Londra e Catania.
Ha conseguito il diploma di laurea presso l'Accademia di BB.AA. di Catania. Dal 2001 al 2003 ha sviluppato una personale ricerca artistica in ambito teatrale. Dal 2004 al 2006, per l'Associazione culturale Muri di Carta, ha curato lo spazio espositivo “OfficineAuro” del C.S.A. AURO di Catania organizzando diversi progetti artistici. Dal 2008 è direttore artistico dello spazio espositivo BOCS (Box Of Contemporary Space), con sede a Catania, un luogo dedicato alla sperimentazione di nuovi metodi e linguaggi.
Miriam La Rosa (Palermo, 1988) è una curatrice indipendente, museologa e scrittrice con sede a Londra. Nel 2010 si è laureata in Storia dell’Arte all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Brescia, e nel 2013 ha conseguito un Master in Museology alla Reinwardt Academy ad Amsterdam. Nel maggio 2014 Miriam ha co-fondato amaCollective: una collaborazione curatoriale con Alejandro Ball e Amy E. Brown, volta ad investigare la nozione di Dialogo attraverso performance e performativity. Miriam è attualmente iscritta al MA Curating the Contemporary alla London Metropolitan University, gestito in collaborazione con la Whitechapel Gallery.
Componente predominante dell’opera sono, infatti, i capelli di Giuseppe Lana: metodicamente tagliati, assemblati e categorizzati. Assurgendo alla funzione di materiale e di supporto, i capelli trasportano una combinazione di informazioni sia oggettive che soggettive sull’autore: i suoi dati genetici e le sue storie più intime. In occasione di questa mostra, mentre Dron 8 scandisce un tempo che va all’indietro, Dron 5 assume forme diverse: una serie di sfere, tavole e materiale fotografico. Le sfere sono dei multipli, il risultato di un atto ripetitivo simile ad un rituale, di accumulazione. A cominciare dal 2008, le sfere sono state ammassate attraverso questo gesto cerimoniale, in cui l’atto del tagliare è principalmente rivolto all’idea di tempo; un periodo perduto eppure incessantemente rievocato. Le tavole sono registri di frammenti: imprimono la sostanza del ricordo come alternativa ed accompagnamento delle impronte digitali. Infine le fotografie, momenti congelati e consapevolezza dei ricordi, sono documenti che suggeriscono una riflessione sul carattere dell’opera stessa e sulla sua funzione: fino a che punto questa è la rappresentazione di un oggetto, piuttosto che l’oggetto in sé?
L’istallazione è parte di un progetto più ampio chiamato DRON, che l’artista ha iniziato a seguito di una riflessione sul concetto di deformazione, come pretesto per investigare le relazioni tra la condizione umana e l’imprevedibilità degli eventi. Come in una reazione a catena DRON si è evoluto, ed ancora si evolve, in diverse fasi: Dron 0, Dron 3, Dron 5, Dron 8 e Dron 24; tutti tendenti a tracciare una personale, ed in qualche modo universale, psicogeografia dell’esistenza. Quest’ultima giustappone l’esperienza dell’artista a quella di ogni altro individuo, in un viaggio creativo ed evoluzionario.
Giuseppe Lana (Catania, 1979) vive e lavora tra Londra e Catania.
Ha conseguito il diploma di laurea presso l'Accademia di BB.AA. di Catania. Dal 2001 al 2003 ha sviluppato una personale ricerca artistica in ambito teatrale. Dal 2004 al 2006, per l'Associazione culturale Muri di Carta, ha curato lo spazio espositivo “OfficineAuro” del C.S.A. AURO di Catania organizzando diversi progetti artistici. Dal 2008 è direttore artistico dello spazio espositivo BOCS (Box Of Contemporary Space), con sede a Catania, un luogo dedicato alla sperimentazione di nuovi metodi e linguaggi.
Miriam La Rosa (Palermo, 1988) è una curatrice indipendente, museologa e scrittrice con sede a Londra. Nel 2010 si è laureata in Storia dell’Arte all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Brescia, e nel 2013 ha conseguito un Master in Museology alla Reinwardt Academy ad Amsterdam. Nel maggio 2014 Miriam ha co-fondato amaCollective: una collaborazione curatoriale con Alejandro Ball e Amy E. Brown, volta ad investigare la nozione di Dialogo attraverso performance e performativity. Miriam è attualmente iscritta al MA Curating the Contemporary alla London Metropolitan University, gestito in collaborazione con la Whitechapel Gallery.
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