Ida Barbarigo. Erme e Saturni

Ida Barbarigo, Il volto (Saturno), 1996. Olio su tela, 100 x 81 cm

 

Dal 19 Dicembre 2015 al 13 Marzo 2016

Venezia

Luogo: Museo di Palazzo Fortuny

Indirizzo: San Marco - San Beneto

Orari: 10-18; chiuso martedì

Curatori: Daniela Ferretti

Costo del biglietto: intero € 12, ridotto e gruppi € 10, scuole € 5. Gratuito portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate della Provincia di Venezia; interpreti turistici che accompagnino gruppi; accompagnatori (max. 2) di gruppi di ragazzi o studenti; accompagnatori (max. 1) di gruppi di adulti; Partner ordinari MUVE; possessori di The Cultivist card (più tre accompagnatori)

Telefono per informazioni: 848082000

E-Mail info: info@fmcvenezia.it

Sito ufficiale: http://www.fortuny.visitmuve.it



Discendente di un’illustre famiglia di artisti, presenti a Venezia da più di tre secoli, Ida Barbarigo espone a Palazzo Fortuny, a cura di Daniela Ferretti, una selezione accurata di opere appartenenti a due serie realizzate nell’arco di due decenni, tra il 1980 e la fine degli anni Novanta.
Le Erme e i Saturni sono gli enigmatici testimoni di un complesso percorso compiuto dall’artista attraverso la pittura.
La tela, i colori, gli acidi, i pennelli, i punteruoli sono semplici strumenti attraverso i quali la visione prende corpo, svelandosi nella concretezza dell’opera.
Seducente ed enigmatica, Ida ama raccontare con semplicità il suo costante e appassionato impegno nell’ambito della pittura, come perfettamente emerge dallo splendido saggio a cura di Luca Massimo Barbero presente nel catalogo della mostra.
Nata a Venezia nel 1920 - sua madre, Livia Tivoli, era pittrice e poetessa, suo padre il pittore, Guido Cadorin - Ida continua la tradizione umanista di una famiglia in cui per secoli si sono alternati scultori, architetti, pittori, studiosi e letterati.
Nel 1949 sposa Zoran Music con il quale condividerà la grande passione per l’arte.
Vive e lavora a Venezia.
Catalogo Fondazione Musei Civici di Venezia, a cura di Daniela Ferretti, con saggio di Luca Massimo Barbero.

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