Ivana Galli. In Embryo
Dal 24 Maggio 2019 al 16 Giugno 2019
Venezia
Luogo: Spazio Thetis
Indirizzo: Arsenale Nord - Castello
Orari: da martedì a domenica ore 11-18
Lo Spazio Thetis si conferma come hub per l’arte contemporanea e propone la Mostra IN EMBRYO, la personale di Ivana Galli, che “riparte” dal bellissimo sito ubicato nell’Arsenale storico di Venezia dopo il successo avuto negli ultimi giorni al MACRO di Roma.
Amanti dell’arte, turisti e veneziani curiosi e attenti sono attesi numerosi come sempre in questo spazio straordinario, dove l’arte si incontra con la storia della Serenissima, per l’Opening in programma venerdì 24 maggio dalle ore 17.00.
Ivana Galli, la cui installazione “Polvere alla polvere”. Nessuna parola (è) inutile è già esposta alla mostra nel parco dello Spazio Thetis FRIENDS, Artisti, Curatori & Galleristi, dal 24 maggio fino al 16 giugno presenta la personale dei suoi “libri d’artista” insieme ad una raccolta di stampe su plexiglass di fotografie. Questo lavoro dell’artista veneziana di nascita andrà a corredo e arricchimento dell’opera principale già in mostra.
“IN EMBRYO - dice il curatore della Mostra Robert C. Philips - si propone come partenza di un percorso espositivo che prevede altre tappe in Italia e all’estero ed esprime una rigorosa ricerca artistica che, partendo dal presupposto del continuo rigenerarsi dell’essere e della materia, giunge a un concetto di arcana maternità. Questo tema è assai caro all’artista che attraverso le sue opere fotografiche cerca di aprire quel varco ancestrale che prelude alla perfezione del concepimento e della nascita”.
Il titolo della mostra si rifà chiaramente al tema del concepimento che Ivana Galli sviluppa attraverso una serie di scatti fotografici imperniati sul tema del cibo e del “vissuto quotidiano”. Essi saranno esposti al fianco dei suoi libri d’artista composti, o meglio ricomposti, con la carta dei tovagliolini usati. Carta bianca, rassicurante e nota a tutti ma che, nell’interpretazione della Galli, racchiude oltre alla materia anche i ricordi immateriali di una tavola imbandita simbolo di gioia e di dolore, di giorni passati, di ricordi e di stralci di vita, di parti di quello che tutti noi siamo, nella nostra essenza più vera, senza inganni ne travestimento alcuno. Soltanto l'essenza di chi ha vissuto, impronte di DNA.
“Per 364 giorni ho utilizzato altrettanti tovaglioli di carta,- ci racconta l’artista- e li ho custoditi dopo ogni mia “ultima” cena. Asciugando lacrime, pulendo bocca e mani, essi hanno raccolto la mia essenza. L’acqua, metafora della vita, li ha infine sciolti, purificati, una nuova entità, una trasformazione. Istanza fondamentale del tempo presente. Oggi la “rinascita” di questi tovaglioli costituisce una testimonianza che porta con sé i segni di una vita passata, sostanze organiche intrappolate fra trame di carta come anime sospese nella vita di mezzo. Qui, in queste fotografie e in questi libri, nessuna parola (è) inutile... “
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