Maddalena Tesser. Armor
Dal 07 Aprile 2021 al 12 Giugno 2021
Venezia
Luogo: A plus A Gallery
Indirizzo: San Marco 3073
Orari: Mar - Sab 11 - 18 | Lun - Dom chiuso
Prolungata: fino al 12 giugno 2021
Telefono per informazioni: +39 041 2770466
E-Mail info: info@aplusa.it
Sito ufficiale: http://www.aplusa.it
Armor, è il titolo della mostra personale di Maddalena Tesser presso gli spazi della galleria A plus A di Venezia. L’esposizione è costituita da un corpo di dipinti inediti, ideati per creare uno spazio di narrazione che non prevede epilogo: un luogo di introspezione, il rifugio appartato dove riporre il proprio equipaggiamento di stati d’animo e ricordi, a salvaguardia della nostra identità personale.
Il senso di ogni immagine travalica i limiti delle singole opere per animarsi nel dialogo reciproco, accompagnandosi al lieve preludio di un richiamo sommesso, che induce a confrontarne i contenuti, le espressioni e le forme, per il costante riaffiorare di tematiche, situazioni, frammenti, allusioni, memorie. Ogni opera rappresenta un segno che rimanda ad una vicenda remota, oppure a un gesto trattenuto: a un’aspirazione non ancora realizzata, inespressa, che è reclusa altrove o che riposa al riparo della propria coscienza.
Le figure e gli oggetti, i corpi e le piante in fiore, l’erba l’acqua le pietre i capelli -la pelle e le vesti - si ricompongono nella sottile architettura di simboli e significati che collega e sorregge l’insieme della mostra. Ciascun episodio, dentro i grandi dipinti o nella sequenza dei ritratti, partecipa all’edificazione di questa armatura minutamente articolata - lieve e balenante e al contempo dura come il metallo forgiato - evocando l’ambigua possibilità di penetrare la materia pittorica per decifrarne i caratteri nelle presenze e nei racconti che si rivelano in ogni quadro. In ciascuna storia, tuttavia, prenderà voce una vita che parla al nostro passato e forse resiste ancora, in un utopico presente.
Le figure femminili non vogliono esibirsi: abitano il proprio corpo, indossano i loro vestimenti o si rivestono di sé stesse, corazzandosi con la pelle candida, con la capigliatura fluente, con un gesto. Si isolano nel tentativo di distinguersi e riconoscersi; poi inevitabilmente si riavvicinano, come a cercare forma e confini nel proprio essere, in una dimensione corale in cui la propria condizione di donna si rappresenta come testimonianza della memoria collettiva.
Protette dal loro corpo, appariranno molte figure senza nome, anacronistiche o familiari, e ci osserveranno consapevoli del distacco che le separa dallo spettatore che inseguirà il ritmo del percorso espositivo, riposizionando il proprio sguardo secondo l’intermittente alternanza delle immagini.
Maddalena Tesser, nata a Vittorio Veneto (TV) nel 1992 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2017, presso l’Atelier F, laboratorio di Pittura del Prof. Carlo Di Raco. Durante il percorso di studi, partecipa a diverse mostre ed eventi, come il progetto ideato da Urs Fisher “a place for Urs” - Accademia di Belle Arti di Venezia (2012), la 98° Collettiva Giovani Artisti della Fondazione Bevilacqua la Masa (2014), il work-shop “Le Geometrie del Potere” diretto da Aleksander Velišček e Nebojša Despotović presso la Galleria A plus A (2015) e la Performance “In parte riproducendo forme note, in parte creando mostri sconosciuti: Drawing as Performance” progetto di Andrea Bruciati per Demanio Marittimo Km-278 a Senigallia (2015).
Nel 2019, partecipa alla mostra collettiva “IF IT IS UNTOUCHABLE IT IS NOT BEAUTIFUL”, a cura di Paola Capata presso Monitor Gallery, e fa parte del “Simposio di Pittura” - progetto di Luigi Presicce - 2°edizione di residenza presso la Fondazione Lac o Le Mon di San Cesareo, Lecce. Nell’ultimo anno ha preso parte alla mostra collettiva “The Hawt Show II“ curata da Rolando Anselmi Galerie e “Ri-”, mostra tripersonale curata da Sandro Pignotti presso la Galleria A plus A con la quale collabora attualmente. Vive e lavora a Venezia, dove conduce e prosegue la sua ricerca pittorica.
La sua pratica artistica intreccia materia pittorica e il disegno in funzione di un’analisi introspettiva; l’esperienza che caratterizza la poetica dell’artista
coinvolge la sensibilità femminile ragionando su tempo, memoria e identità
in un’indagine perpetua in cui la rappresentazione si relaziona all’ambiguità del reale e della contemporaneità. Ricalibrando la percezione del mondo, il suo lavoro interviene all’interno di codici iconografici preesistenti, valutando e modificando la continuità delle immagini pittoriche in una costante ricerca di testimonianze alterabili, che possano manifestarsi attraverso uno specchio in cui riflettersi e generare interpretazioni.
La mostra è accompagnata da un testo di Antonio Grulli.
Il senso di ogni immagine travalica i limiti delle singole opere per animarsi nel dialogo reciproco, accompagnandosi al lieve preludio di un richiamo sommesso, che induce a confrontarne i contenuti, le espressioni e le forme, per il costante riaffiorare di tematiche, situazioni, frammenti, allusioni, memorie. Ogni opera rappresenta un segno che rimanda ad una vicenda remota, oppure a un gesto trattenuto: a un’aspirazione non ancora realizzata, inespressa, che è reclusa altrove o che riposa al riparo della propria coscienza.
Le figure e gli oggetti, i corpi e le piante in fiore, l’erba l’acqua le pietre i capelli -la pelle e le vesti - si ricompongono nella sottile architettura di simboli e significati che collega e sorregge l’insieme della mostra. Ciascun episodio, dentro i grandi dipinti o nella sequenza dei ritratti, partecipa all’edificazione di questa armatura minutamente articolata - lieve e balenante e al contempo dura come il metallo forgiato - evocando l’ambigua possibilità di penetrare la materia pittorica per decifrarne i caratteri nelle presenze e nei racconti che si rivelano in ogni quadro. In ciascuna storia, tuttavia, prenderà voce una vita che parla al nostro passato e forse resiste ancora, in un utopico presente.
Le figure femminili non vogliono esibirsi: abitano il proprio corpo, indossano i loro vestimenti o si rivestono di sé stesse, corazzandosi con la pelle candida, con la capigliatura fluente, con un gesto. Si isolano nel tentativo di distinguersi e riconoscersi; poi inevitabilmente si riavvicinano, come a cercare forma e confini nel proprio essere, in una dimensione corale in cui la propria condizione di donna si rappresenta come testimonianza della memoria collettiva.
Protette dal loro corpo, appariranno molte figure senza nome, anacronistiche o familiari, e ci osserveranno consapevoli del distacco che le separa dallo spettatore che inseguirà il ritmo del percorso espositivo, riposizionando il proprio sguardo secondo l’intermittente alternanza delle immagini.
Maddalena Tesser, nata a Vittorio Veneto (TV) nel 1992 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2017, presso l’Atelier F, laboratorio di Pittura del Prof. Carlo Di Raco. Durante il percorso di studi, partecipa a diverse mostre ed eventi, come il progetto ideato da Urs Fisher “a place for Urs” - Accademia di Belle Arti di Venezia (2012), la 98° Collettiva Giovani Artisti della Fondazione Bevilacqua la Masa (2014), il work-shop “Le Geometrie del Potere” diretto da Aleksander Velišček e Nebojša Despotović presso la Galleria A plus A (2015) e la Performance “In parte riproducendo forme note, in parte creando mostri sconosciuti: Drawing as Performance” progetto di Andrea Bruciati per Demanio Marittimo Km-278 a Senigallia (2015).
Nel 2019, partecipa alla mostra collettiva “IF IT IS UNTOUCHABLE IT IS NOT BEAUTIFUL”, a cura di Paola Capata presso Monitor Gallery, e fa parte del “Simposio di Pittura” - progetto di Luigi Presicce - 2°edizione di residenza presso la Fondazione Lac o Le Mon di San Cesareo, Lecce. Nell’ultimo anno ha preso parte alla mostra collettiva “The Hawt Show II“ curata da Rolando Anselmi Galerie e “Ri-”, mostra tripersonale curata da Sandro Pignotti presso la Galleria A plus A con la quale collabora attualmente. Vive e lavora a Venezia, dove conduce e prosegue la sua ricerca pittorica.
La sua pratica artistica intreccia materia pittorica e il disegno in funzione di un’analisi introspettiva; l’esperienza che caratterizza la poetica dell’artista
coinvolge la sensibilità femminile ragionando su tempo, memoria e identità
in un’indagine perpetua in cui la rappresentazione si relaziona all’ambiguità del reale e della contemporaneità. Ricalibrando la percezione del mondo, il suo lavoro interviene all’interno di codici iconografici preesistenti, valutando e modificando la continuità delle immagini pittoriche in una costante ricerca di testimonianze alterabili, che possano manifestarsi attraverso uno specchio in cui riflettersi e generare interpretazioni.
La mostra è accompagnata da un testo di Antonio Grulli.
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